giovedì 29 dicembre 2016

"A Proposito dell'Amore 3"

Ah; l'amore, l'amore. Il primo sentimento dell'essere umano legato alla parte più profonda della sua anima. Nessuna spiegazione razionale può essere data sulla nascita di questa emozione dalla ragione, della logica. Nessuna scienza fisica è in grado di formulare una teoria sul perché l'amore rappresenti il veicolo principale dell'esistenza, non esistono formule o teoremi; si sa soltanto che può rivelarsi con una forza travolgente capace di far superare ostacoli materiali in apparenza insormontabili. L'amore è il fuoco che avvolge dando l'ardore e lo slancio per raggiungere le migliori virtù.
La facoltà di pensare identifica senza dubbio la grandezza dell'essere umano; tuttavia, io penso che sia la capacità di amare a renderlo realmente speciale, in quanto emozione essenziale per consentirgli di raggiungere l'obiettivo più ambito, la felicità.
Il matematico e filosofo francese Blaise Pascal scrisse nei “Pensieri”:
“Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce, e lo si coglie in mille cose. Io dico che l'uomo con il cuore ama naturalmente l'essere universale e naturalmente se stesso, a seconda di ciò cui si dedica; e si indurisce contro l'uno o contro l'altro, per sua scelta. Voi avete respinto l'uno e serbato l'altro: amate forse voi stessi per mezzo della ragione?>
Già; la ragione ha i suoi tempi, i suoi criteri, i suoi concetti, le sue idee, le sue massime, le sue verità, i suoi principi. Il sentimento dell'amore non si muove così, è lì pronto ad intervenire in maniera improvvisa senza alcuna regola, superando spesso i muri eretti dalla logica.
Certo, le persone possono amare in maniera diversa. Ci sono coppie che hanno una reciproca comprensione e complicità pur non vivendo la sessualità ed altre che si trovano nella condizione di provare solo una forte attrazione fisica. Non esiste un solo modo di amare; tuttavia, io credo che affinché questo nobile sentimento trovi la strada giusta per scatenare i fuochi di artificio della felicità sia necessario il verificarsi di alcune condizioni. La condivisione, il sentirsi un'unica entità; due esseri umani uniti in un perfetto stato di empatia, in grado di sentire benessere e sofferenza l'uno per l'altro. La passione, con la naturale spinta dei sensi. La costanza, la capacità di mantenere nel tempo questa meravigliosa emozione.
Ecco, io penso che la fusione di condivisione, passione e costanza produca l'amore ideale, quello che consente a due esseri umani di provare il vero significato della vita.
 
“Amore”
Ti amo come se trovandomi in un deserto
tu fossi l'acqua fresca di un pozzo.
Ti amo come se rinchiuso in una cella
tu fossi il sogno della libertà.
Ti amo come se giunto in cima ad una montagna
tu fossi il cielo intero a coprirmi.    
Passo la mano sui tuoi capelli di fieno biondi
e la luce del sole illumina i corpi
uniti in una scultura di marmo.
Le mie labbra sul tuo fiore
e un gorgo di piacere avvolge
il dolce sapore, l'inebriante profumo
e neanche l'oceano più profondo
può celare il brivido della passione.
Ti amo come se una forza si agitasse in me
per contrastare il crepuscolo del tempo
che poco a poco scende per dare vita
all'angosciosa paura di perderti.
Ti amo così tanto che chiederò a Dio
di lasciare la mia anima
giacere in eterno sul tuo cuore.

Alfred B. Revenge



(immagine: “Amore e Psiche” gruppo scultoreo di Antonio Canova)




















venerdì 2 dicembre 2016

L'Ipocrisia dei Politici e Mass Media

L'ipocrisia dei politici e mass media.

Stiamo assistendo da settimane ad un'incessante campagna informativa sul prossimo referendum del quattro dicembre. I canali televisivi fanno a gara per inondare il pubblico di dichiarazioni sul Sì e sul No; sembra che tutti i politici, accademici di turno e giornalisti siano alimentati da un improvviso amore verso la Costituzione della Repubblica Italiana. Si assiste ad un presenzialismo inusuale per convincere il Popolo Italiano ad esprimere il proprio voto sulla riforma costituzionale promossa dal Governo. Riforma già approvata dal Parlamento ma che potrà entrare in vigore solo nel momento in cui il Referendum avesse un risultato positivo. Emerge una sfrenata voglia da tutte le parti in causa di migliorare, proteggere e salvaguardare i principi della Carta Costituzionale.
Ma quanta ipocrisia!
Dov'erano tutti questi soloni di destra e sinistra della politica italiana quando solo alcuni anni fa la nostra Costituzione fu soggetta ad un reale stupro per obbedire alla volontà di oligarchi europei mai eletti da alcun cittadino? Dov'erano stampa e televisione quando passarono modifiche devastanti per tutti noi Italiani?
Non ricordo, ad esempio, tanto sforzo da parte dei politici e mass media di far conoscere agli Italiani l'introduzione nel 2012 del principio del “pareggio di bilancio” che modificava diversi articoli della Costituzione.
Eh, no; in quel caso il Parlamento votò con maggioranza quasi bulgara le norme imposte dagli organismi sovranazionali europei non eletti e indipendenti dalla volontà popolare. Norme assolutamente contrastanti con i valori fondanti del Paese e lesive degli interessi nazionali. Anzi, in quel caso tutti d'amore e d'accordo, dal centro sinistra al centro destra, per mandare in naftalina lo stesso principio cardine della nostra democrazia, cioè quello che stabilisce che “l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Si dimenticarono che l'obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio fa proprio a pugni con il concetto stesso di favorire quel lavoro sulle cui fondamenta si edificò l'Italia. Si dirà che in quella circostanza “così voleva l'Europa”; il solito ritornello per giustificare le reali violenze ai diritti conquistati dai nostri padri con il sangue.
Che strano, quando c'è di mezzo la divina parola degli oligarchi europei strettamente legati al mondo della grande finanza internazionale non si sentono quei fuochi di artificio mediatico che, altresì, rappresentano la norma quando a parlare sono le voci della servitù.
Dov'erano quelli che ora starnazzano con grida e chiacchiere inutili quando la Costituzione Italiana veniva concretamente macellata su ordine degli squali di Bruxelles in giacca e cravatta? Oh, perbacco; dimenticavo, sedevano tranquillamente sui banchi del Parlamento e negli eleganti studi televisivi a dissertare di come meglio inchinarsi di fronte al potere del denaro.
 
 




sabato 12 novembre 2016

"Schiavi del Debito"

L'uomo è ormai schiavo del debito! La pagina web del “The Economist” dal titolo “The Global Debt Clock” indica l'orologio del debito pubblico mondiale, una cifra colossale di oltre sessantamila miliardi di dollari che aumenta ogni secondo di circa trecentomila dollari. E questo numero non considera i debiti personali di tutti gli esseri umani e delle imprese, altrimenti la cifra supererebbe i duecentomila miliardi di dollari. La vita di ogni persona è racchiusa in una gabbia costruita su di un debito che mai potrà estinguersi visto che la sua origine è strettamente legata al sistema monetario esistente che comporta da un lato la creazione del denaro dal nulla da parte delle banche e dall'altro l'incredibile assunto che uno Stato per approvvigionarsi di fondi deve obbligatoriamente rivolgersi al mercato finanziario, entità eterea governata dagli adoratori di ciò che S. Francesco d'Assisi definì “lo sterco del Demonio”. Ormai questa follia è riconosciuta ed ammessa dagli stessi addetti ai lavori. Dobbiamo convincerci dell'enorme bufala fatta entrare nei nostri cervelli da una martellante informazione controllata dalla ristretta cerchia della classe dominante sul pianeta, quella dei grandi banchieri internazionali. Quella, per intenderci, che controlla da oltre due secoli i centri vitali dell'intera economia mondiale, dall'informazione all'energia, dalla finanza all'industria militare. Questa illustre categoria è riuscita con abile maestria a trasformare un semplice strumento di scambio nella più potente arma di distruzione di massa. Il denaro è creato dalle banche ogni volta che si concede un prestito. Questa è la verità, punto e basta! Finiamola con il pensare che una banca concede finanziamenti con i soldi depositati dai risparmiatori. E' una menzogna! Il prestito crea il deposito e non il contrario. Questo cosa comporta? Risposta elementare; per ogni euro finanziato ci sarà pari ammontare di credito e di debito, cioè perfetta equiparazione tra la moneta in circolazione ed il debito. Con Sessantamila miliardi di dollari in circolazione ci sono sessantamila miliardi di debito. Quindi, drammatica conclusione, l'intera offerta monetaria è rappresentata dal debito. Ci rendiamo conto di questa assurdità? Mai e poi mai il debito potrà estinguersi perché alimenta se stesso attraverso la produzione continua di denaro bancario che ormai rappresenta circa il 97% del totale. Il residuo 3% è quello emesso concretamente in banconote colorate dalle varie banche centrali che come amorevoli mamme proteggono i loro figli permettendo loro di emettere in esclusiva moneta virtuale o bancaria, che poi è la stessa cosa. Un euro depositato da un risparmiatore in banca si trasforma d'incanto nell'1% di riserva obbligatoria prevista da un'insana legge, per cui lo stesso istituto di credito può prestare sino a novantanove volte la cifra iniziale. La banca ha ricevuto un euro di deposito, bene può fare finanziamenti per novantanove euro; in tal modo può aumentare in sequenza l'attivo di novantanove euro come prestito ed il passivo dello stesso importo per via del deposito conseguente all'accredito dei fondi erogati. Di fatto la banca ha creato dal nulla, con un semplice click del computer, una nuova moneta virtuale; ha generato un aumento contabile del 99% dell'intero stato patrimoniale nel pieno rispetto della riserva obbligatoria. Pertanto, la banca non ha più il classico ruolo di intermediario tra il risparmio ed il credito, non concede più i prestiti sulla base di soldi reali a disposizione, ma su quelli inventati, su quelli nati da semplici impulsi elettronici. Altresì, sul niente vengono chieste garanzie reali, come per i classici mutui; ipoteca sulla casa perché qualcuno ha pigiato un tasto del pc. Però, un bell'affare per le banche, da quattrini che mai hanno posseduto ricevono garanzie reali, incassano interessi reali e nel caso di difficoltà del debitore si appropriano di un prodotto autentico del lavoro umano. Ed ancora, tutta questa moneta bancaria gira vorticosamente per finanziare operazioni di finanza selvaggia, quale quella sui derivati. La creazione di denaro dal nulla rappresenta un privilegio esclusivo, non vantato da nessun altro. Sarebbe bello se ogni capo famiglia avesse nel portafoglio un euro in grado di moltiplicarsi per magia sino a novantanove volte. Nel passato solo un grande Maestro riuscì in un tale processo di moltiplicazione, ma lui lo fece nell'esclusivo interesse della gente, dei più poveri. Nel caso contemporaneo l'interesse è solo a vantaggio di una classe elitaria ben sostenuta dai politici, dai mass media e da presunti insegnanti di scienze economiche.
Quindi, la massa di denaro in circolazione cambia soltanto per l'intervento delle banche attraverso l'aumento o la diminuzione del credito. Ogni prestito crea denaro. E chi ha il monopolio mondiale del credito? Le banche! Conseguenza logica, le banche che controllano il credito di uno Stato ne indirizzano le politiche e le leggi tenendo per le palle l'intero popolo. E chi controlla le grandi banche? Un numero ristretto di individui che, pilotando l'emissione del denaro, gestiscono il credito e ne determinano la distribuzione; un potere immenso, da novelli dittatori. Miliardi di individui schiavi di un meccanismo diabolico che consente di arricchire poche famiglie e, nel contempo, di oscurare la più semplice delle verità; cioè che, nonostante le moderni tecnologie, le ricchezze di madre natura, il lavoro, le abbondanti risorse alimentari, ci sono sempre pronte delle crisi economiche che producono conflitti, disoccupazione, fame ed infelicità. Allora si attivano subito i media, i politici prezzolati e gli accademici di turno per sbandierare teorie scientifiche utili a giustificare del perché un popolo debba soffrire e pagare il conto per fatti di cui neanche conosce l'origine.
Ecco perché da tempo sostengo la tesi che la scienza economica moderna basata sul neoliberismo è una non scienza, rappresenta soltanto l'arte di illusionisti addestrati alla corte del diavolo in persona.
Si potrà affermare che sono un folle, ma nessuno mi convincerà che sia giusto risanare un debito generato con l'inganno da novelli falsari attraverso le sofferenze di interi popoli. Non è giusto perché basato su di un perverso principio: gli Stati hanno rinunciato da tempo alla propria sovranità monetaria preferendo cedere il controllo e la creazione del denaro ad una struttura bancaria privata, autonoma e completamente indipendente dalla volontà e dall'interesse della gente. E questo ha comportato la drammatica conseguenza che i soldi prodotti dalle banche, cioè il famoso 97% sul totale, vengono generati esclusivamente mediante prestiti con i relativi interessi. Quindi gli Stati ed i relativi cittadini hanno un debito complessivo che aumenterà in eterno ed il denaro vive soltanto perché esiste il debito.
I banchieri sono riusciti a drogare le nostre menti a tal punto che non riusciamo più a comprendere semplici e naturali verità. Com'è possibile aver dimenticato che uno strumento di scambio come il denaro deve risultare di proprietà delle persone e che, pertanto, la sovranità monetaria deve appartenere allo Stato che li tutela e li protegge nei suoi diritti. Lo Stato può e deve risultare l'unica entità deputata a creare la moneta necessaria ad entrare nel circuito economico della nazione. Lo Stato deve creare il denaro per realizzare tutti gli investimenti e le spese necessarie allo sviluppo del paese. Ed il bello è che così facendo il denaro rappresenta una posta attiva del bilancio e la sua stessa esistenza non c'entra proprio nulla con il debito. L'unico limite a tale emissione è costituito dalla capacità produttiva del Paese e dal saldo import-export e ciò per non ingenerare insidiosi processi inflazionistici. In tal modo la ricchezza non sarà di appannaggio esclusivo dei grassi banchieri internazionali.
Bisognerebbe sempre ricordare che le crisi economiche sono causate dal fatto che l'attuale sistema monetario mondiale si basa sulla regola che gran parte del denaro è prodotto dal debito che, a sua volta, è maggiorato degli interessi. Che tale massa di quattrini è generata dal nulla dalle banche attraverso la concessione dei prestiti e che buona parte di essa va sempre a finire in operazioni finanziarie speculative e non nell'economia reale.
Purtroppo abbiamo fatto l'abitudine alle invisibili catene che ci legano. L'uomo è schiavo del debito e dei suoi creatori, i banchieri. Sono loro la prima causa delle gravi crisi economiche che, periodicamente, affliggono i vari popoli della Terra. Infelicità, povertà, disoccupazione, tasse infinite sono prodotte da esseri avidi e senza scrupoli morali, dai sacerdoti del dio denaro.
Alfred B. Revenge
 
 
 










martedì 1 novembre 2016

A Proposito della Vita e della Morte

Siamo nel mese che la tradizione cristiana dedica al ricordo dei defunti; a tutti quelli, ormai, che sono passati dall'altra parte. Sollecitato da una persona molto cara mi sono recato stamattina al cimitero della città per salutare mio padre, scomparso alcuni anni fa. Ho visto un via vai incredibile; lunghissime file di auto in coda per entrare nel parcheggio, un'interminabile scia di donne, uomini, bambini con nelle mani dei fiori pronti ad essere depositati sulle tombe delle persone amate. Che strano, ho pensato, una qualche irresistibile forza induce gli esseri umani ad essere ancora vicini a coloro con cui hanno percorso un tratto della loro vita. Dopo poche decine di metri sono entrato in una palazzina a due piani dove, al termine di un corridoio, ho rivisto la vecchia foto di papà fissata alla lastra di marmo del loculo contenente i suoi resti. L'ho materializzato nella mente con il suo ironico sorriso e senza pensarci l'ho salutato con un sonoro “ciao”; quasi fosse ancora accanto a me, vivo. In quel momento ho pensato che esiste un'invisibile catena che unisce la vita e la morte, un'unione indissolubile come quella che si può osservare nella natura intorno a noi. Ci sono animali, come i salmoni, che muoiono subito dopo aver fecondato le loro uova e generato nuova vita. Ci sono piante come i banani o le agavi che muoiono soltanto dopo che nascono e crescono dal loro tronco strutture figlie idonee a subentrare nella generazione dei frutti. In sostanza è come se la vita e la morte avessero un'essenza comune, come due facce della stessa medaglia.
Allora, in che cosa consiste la nostra esistenza? Nel dare vita attraverso la morte? Se così fosse dovremmo giungere alla conclusione che il pensiero della fine ci induce ad essere più buoni, più generosi, meno egoisti, meno malvagi. Forse è proprio il traguardo della morte a far esprimere tutto il potenziale positivo presente nei cuori degli esseri umani. Probabilmente in questo sta la spiegazione del mio “ciao” indirizzato ad un uomo ancora vivo nei ricordi.
Chissà che non abbia colpito il bersaglio l'autore della preghiera-poesia “la morte non è niente”.
 
 

domenica 16 ottobre 2016

"A Proposito dei Militari Italiani in Lettonia"

Una notizia di questi giorni è che l'Italia schiererà centoquaranta militari in Lettonia al confine con la Russia entro il 2018. Questa piccola compagnia farà parte di un contingente NATO di circa quattromila uomini a guida canadese nell'ambito del progetto di rafforzamento dei confini orientali del Patto Atlantico. Il nostro Ministro della difesa ,al riguardo, ha dichiarato: “Non fa parte di una politica di aggressione alla Russia, quanto invece di una politica di rassicurazione e di difesa dei nostri confini come Alleanza Atlantica.”
A parte la rabbia per la misera e ridicola figura di noi italiani a livello internazionale sempre docili ed ubbidienti al volere delle potenze dominanti, riflettiamo un attimo. Ma, per caso, la Russia ha intenzione di invadere i paesi baltici? A sentire Il Segretario Generale della Nato, il politico norvegese Jens Stoltenberg, la Russia di Putin ha dimostrato la volontà di usare la forza militare contro i vicini.
E per quale ragione la Russia dovrebbe aggredire la Lettonia od altri paesi confinanti? Per una volontà di egemonia nell'area? Per una politica guerrafondaia e di sopraffazione? Per una pazzia improvvisa dei vertici governativi? Per lo sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche come peraltro già fanno da un pezzo gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna?
Nei casi in cui il dubbio regna sovrano io ho sempre seguito l'unica strada che inevitabilmente porta sempre a scoprire la verità, quella del denaro.
Allora, percorrendo questa pista si scopre che una ragione per favorire la tensione con la Russia potrebbe essere la stessa che portò un secolo fa i più grandi banchieri dell'epoca a operare per favorire la rivoluzione bolscevica e favorire la caduta dell'ultimo zar di Russia, Nicola II.
Bene, cos'è accaduto di recente in Russia che può aver causato allarme o interesse nei salotti del reale potere mondiale?
Risposta, la trattativa per la fornitura di gas tra la Russia e la Cina. Un accordo che ha trovato la sua positiva conclusione grazie proprio a coloro che l'osteggiavano, cioè gli Stati Uniti ed alleati europei. Come? Attraverso una politica miope che ha portato a generare la violenta crisi in Ucraina agli inizi del 2014, la destituzione del suo presidente regolarmente eletto e l'applicazione di pesanti sanzioni economiche alla Russia. La volontà di estromettere l'Ucraina dall'influenza russa e di integrarla nella NATO ha creato un problema che probabilmente non ci sarebbe stato se ci fosse stato un atteggiamento più cauto e rispettoso. Il solito gioco ambiguo e pericoloso di agire ai confini della Russia minacciando seriamente i suoi interessi nazionali ha comportato, questa volta, l'accelerazione della trattativa per la fornitura di gas tra Putin e la Cina. Contratto stipulato a maggio del 2014 e che prevede la fornitura trentennale, da parte russa, di quasi quaranta miliardi di metri cubi di metano attraverso un gasdotto che partirà dalla Siberia e giungerà sino alla Cina orientale. Tanto per avere l'idea stiamo parlando di una cifra intorno ai quattrocento miliardi dollari in trent'anni. Ma la cosa più importante, quella che ha fatto saltare i nervi agli americani, è stato che il pagamento di questa colossale fornitura avverrà in Yuan, la valuta cinese; un'evidente risposta alle sanzioni stabilite dagli Stati Uniti e dall'Europa per l'intervento russo in Ucraina. Sta prendendo corpo un'alleanza finanziaria e nel comparto energetico tra Mosca e Pechino; non a caso il Wall Street Journal ha evidenziato come nel 2014 le importazioni cinesi dalla Russia siano sensibilmente aumentate provocando una drastica riduzione di petrodollari dai mercati finanziari. Andando avanti così la valuta americana potrebbe perdere la sua leadership con evidenti gravi conseguenze per le conglomerate bancarie internazionali.
Ed ecco partire nello stesso periodo, guarda caso, un attacco valutario contro il rublo, la moneta ufficiale della Russia che ha condotto la Banca Centrale Russa a difenderla sui mercati finanziari bruciando le proprie riserve per oltre cento miliardi di dollari. Un sacrificio inutile e molto sospetto che ha trascinato l'intera economia russa in una situazione particolarmente delicata. E da chi sono partiti questi attacchi speculativi? Ma sì, dalle grandi banche occidentali che hanno iniziato a vedere con preoccupazione gli sviluppi della politica di Putin di smarcamento dal dollaro.
A questo punto mi chiedo. A parti invertite, cosa sarebbe successo se la Russia avesse operato per stipulare un'alleanza militare ed economica con il Messico ed il Canada a danno degli Stati Uniti?
Sono certo che i marines sarebbero immediatamente entrati in azione per tutelare la sicurezza nazionale.
Cosa sarebbe successo se la Russia avesse convinto il Niger, ex colonia francese, a cancellare gli accordi coloniali di natura schiavista con Parigi che prevedono la fornitura di uranio ad un prezzo con uno sconto di quasi il sessanta per cento sul normale prezzo di mercato?
Sono certo che reparti della legione straniera sarebbero subito entrati in azione nel paese africano per ripristinare con la forza delle armi accordi scritti sulle pelle di gente che muore di fame.
Quanta ipocrisia regna sulla terra; governi che si riempiono la bocca di principi democratici, di libertà, di rispetto dei diritti umani e che poi non ci pensano due volte a sfruttare le risorse di altri popoli portando sofferenza e morte quando vedono a rischio la loro grandeur.
E l'Italia? Beh, purtroppo, la nostra amata nazione conta poco e non fa altro che seguire come un docile cagnolino le istruzioni impartite da cani di ben altra taglia; e questo alla faccia della nostra Costituzione, peraltro già violentata attraverso la perdita della sovranità monetaria e con l'inserimento della normativa sul pareggio di bilancio voluta da tecnocrati presenti nella Commissione Europea e mai eletti dai cittadini europei.
Io penso, quindi, che inviare dei militari ai confini con la Russia rappresenti solo la facciata di interessi privati ben più ampi. Pertanto, per amore della verità, vorrei sentire questa frase dal nostro Ministro della Difesa:
“L'invio di militari della NATO al confine con la Russia fa parte di una politica di aggressione psicologica al governo di Putin tesa ad assicurare e difendere gli interessi finanziari dei nostri padroni, i sacerdoti del dio denaro.”
Termino ricordando uno degli insegnamenti di Gesù Cristo che ben si adatta alla vicenda di cui ho scritto.
“Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.”
Alfred B. Revenge

 











venerdì 16 settembre 2016

L'Umile ed il Presuntuoso

In generale qual è il comportamento di ognuno di noi di fronte ad una persona umile e ad una presuntuosa? Penso che la risposta normale sia di comprensione verso l'umile e di stizza verso il superbo.
Immaginiamo un luogo di lavoro dove ci siano due persone con queste caratteristiche opposte. Bene, l'eventuale errore del collega umile sarà più facilmente perdonato in virtù del suo carattere dolce e modesto, quasi venisse considerato come una persona cara e a noi vicina. Altresì, uno sbaglio del presuntuoso procurerà una sorta di piacevole rivincita. Non a caso, quest'ultimo genera quasi sempre del fastidio in quanto non avendo la sensibilità e la misura nelle azioni, né tanto meno la consapevolezza dei doveri, giunge ad indirizzare le proprie capacità contro il prossimo. Invece, l'umile non viene percepito come un pericolo visto che alcuna insidia si cela dietro i suoi propositi.
Il presuntuoso si adopera per essere al centro dell'attenzione, al centro di tutto e di ogni cosa; mira ad avanzare nel contesto sociale anche se ciò dovesse comportare un danno verso altri esseri umani; ecco perché mai risulterà ben visto, ecco perché la sua presenza sarà sempre considerata particolarmente irritante. Non così la persona umile che, con il suo atteggiamento delicato e limpido, troverà in ognuno di noi rispetto e simpatia.
In definitiva, il presuntuoso è un egocentrico pieno di sé incapace di instaurare una comunicazione fondata sulla reciprocità. La migliore arma contro un tale soggetto? Ignorarlo!
L'umile, altresì, non è fragile, poco audace nei propositi o senza aspirazioni; è colui che riesce a fare tesoro di tutto ciò che di bello esiste al mondo, cogliendo la luce della vita con profonda ammirazione e gratitudine.
 
 
 





venerdì 9 settembre 2016

"Nessun Uomo è un'Isola"

"Nessun Uomo è un'Isola"
 
La lettura dei bellissimi versi del poeta inglese John Donne, che furono successivamente ripresi e resi famosi dallo scrittore statunitense Ernest Hemingway nel suo libro “Per chi suona la campana”, hanno condotto la mente ad elaborare alcune semplici domande:
Desideriamo farci belli, ma per quale ragione?
Desideriamo riuscire nella vita, ma per quale ragione?
Desideriamo costruire, realizzare qualcosa, ma per quale ragione?
E, soprattutto, per quale ragione sentiamo inarrestabile il bisogno d'amore e di far felice un nostro simile?
Le mie risposte hanno sempre la stessa base comune; ogni essere umano sotto l'aspetto emozionale risulta incompleto. E' come se fossimo titolari di capacità come l'intelligenza, la sensibilità, la volontà, che acquisiscono pieno significato soltanto se entrano in simbiosi con quelle di altre persone. Doni di madre natura che si uniscono con doni di madre natura per creare un qualcosa di veramente perfetto. Sì, la completezza raggiunta attraverso una fusione tra ciò che di più vitale è racchiuso in ognuno di noi. E cos'è questo se non amore? D'altronde, la stessa storia dell'uomo non è altro che la continua ricerca di soddisfare il bisogno di quell'amore spesso fortemente contrastato da emozioni e pensieri tutt'altro che nobili. Ecco perché io penso che la realizzazione di ognuno di noi si raggiunge quando vengono reciprocamente scambiati i doni che la natura ci ha generosamente riservato.
Già migliaia di anni fa qualcuno scrisse nel più famoso libro della storia umana:
“Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile.” Fu allora, secondo quanto scritto nella genesi della Bibbia, che “Dio plasmò, con la costola che aveva tolto all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: “Questa è carne della mia carne, è ossa dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta.”
Bene, io penso che queste parole, al di là del credo religioso, abbiano una particolare rilevanza; non a caso, nel linguaggio semitico il termine “carne della mia carne” significa un essere come me stesso, un'unione completa in ogni aspetto. Uomo e donna, pur nel rispetto della loro individualità, rappresentano un'unica cosa, un'unica realtà. Ecco che la solitudine soccombe. Ecco perché in questi versi di John Donne l'uomo non è solo; ogni suo gesto, incluso il morire, coinvolge altri esseri umani.

Nessun uomo è un'isola
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una nuvola
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te.
 
 
 

sabato 27 agosto 2016

"L'Ignoranza degli Italiani."

Ehi, ma io sono Italiano. Che rientri in questa categoria? Dopo attenta riflessione devo confessare: è vero! Io sono ignorante perché non conosco tante nozioni su materie come la chimica, la biologia, la fisica, la medicina e tanto altro ancora. Tuttavia, questa mia ignoranza non si estende al rispetto di alcuni principi morali superiori, non copre a tal punto la mia mente da far dimenticare alcuni insegnamenti essenziali della vita. Un esempio? Mai avrei messo in primo piano un video dal titolo “Terremoto, migranti tra i volontari: Noi negli alberghi? Polemica sbagliata” in cui parte degli italiani vengono apostrofati con il termine di ignoranti solo un giorno dopo il tragico terremoto del 24 Agosto 2016. Esattamente ventiquattr'ore dopo il sisma, quando ancora esseri umani lottano tra la vita e la morte sepolti sotto enormi cumuli di macerie, quando veri ed autentici volontari si adoperano con estremo coraggio tra mille difficoltà per salvare delle vite, ecco che appare un video di propaganda sul sito di Repubblica. It che di fatto sponsorizza le attività di una onlus attraverso un'odiosa strumentalizzazione del dramma italiano. Un video che va visto perché in esso c'è la rappresentazione plastica di quanto il dio denaro sovrasti il dolore vivo dei nostri fratelli. In esso si vuole dimostrare quanto brava e generosa sia un'organizzazione, ben citata, nel mobilitare una trentina di extracomunitari per togliere un po' di erbaccia da uno spazio forse destinato ad un utilizzo post terremoto. In esso si possono osservare un gruppo di giovani che si mettono accuratamente in posa per il video, sorridenti e senza l'ombra di una goccia di sudore per la fatica, occhiali e cappelli alla moda che ad una domanda pilotata sugli alberghi come case per gli immigranti rispondono amabilmente che chi pensa stiano bene sono degli ignoranti. Ma io mi domando e dico; come diavolo si fa a realizzare un video del genere quando esseri umani stanno morendo sotto le macerie a causa di un terremoto? Ma come diavolo si fa ad approfittare di un dramma simile per sponsorizzare la propria attività? Ma come diavolo si fa a strumentalizzare il dolore e la morte di tanti fratelli per cercare di salvaguardare gli interessi di albergatori od onlus o qualsiasi altra organizzazione che dietro lauto pagamento ospitano degli emigrati?
Sono schifato! Sì, è vero, sono un Italiano ignorante! Ma preferisco essere additato come tale che vedere le mie mani utilizzare il sangue degli Italiani come fonte di profitto.
Alfred B. Revenge

Allegato: video pubblicato sul sito Repubblica.it il 25 agosto 2016.
 
 

sabato 6 agosto 2016

"A Proposito dell'Uomo"

L'uomo è unico. Quando lascia la vita terrena consegna alla sacra reliquia dei ricordi quella porzione del mondo che nessun altro simile aveva visto come lui e che nessun altro mai potrà ritrovare. La verità è che nei millenni mai due uomini hanno avuto due anime uguali a dispetto persino dei legami più forti; ogni anima trova il suo nuovo percorso all'interno di una macchina monoposto. Forse in questo sta l'importanza anche dell'uomo più umile, del più debole, dell'ultimo sulla terra; nessuno è trascurabile e la scomparsa di un essere umano solo, povero, insignificante agli occhi di tutti, risulta in ogni caso un fatto rilevante. Possiamo essere milioni, miliardi, tuttavia ognuno di noi rimane un essere speciale.
Eppure l'uomo stesso, assurdamente, continua a mascherare questa sua divina peculiarità attraverso fenomeni involutivi da lui stesso creati. Il decadimento sociale, la violenza, la degradazione dei valori morali tendono a distruggere la straordinarietà della coscienza umana. Io penso che stiamo percorrendo una via appositamente costruita da pochi privilegiati, da una ristretta cerchia elitaria che vuole ad ogni costo essere la mente pensante della razza umana. Noi tutti plasmati per perdere la singolarità che la natura ci ha donato e diventare una massa di pecore capaci soltanto di seguire la volontà di chi ha costruito il proprio immenso potere su della semplice carta colorata. Chissà, forse dovremmo ridestare quella scintilla divina presente in noi, la sola in grado di preservarci dalla vittoria di quei pochi uomini che ritengono di avere il privilegio dell'unicità. Quanto vorrei che noi tutti avessimo un risveglio da quel torpore che ci ha bloccati nelle sabbie mobili dell'inganno, della falsità, della corruzione e, soprattutto, della schiavitù mentale.








sabato 16 luglio 2016

"Il Denaro: Fonte di ogni Miracolo"

Cari amici, sicuramente vi sarà capitato di osservare in televisione o su internet uomini di una certa età, fisicamente brutti, ma circondati da donne molto più giovani e particolarmente attraenti. Sono convinto che la vostra prima esclamazione sia stata: “Gli stanno vicino solo perché ha i soldi, se fosse stato uno qualsiasi non lo avrebbero degnato di uno sguardo.”
Il denaro, quindi, riesce lì dove madre natura fallisce; trasforma i brutti in belli.
Ma non è finita.
Quante volte abbiamo visto persone poco intelligenti omaggiate come geni perché dotate di un portafoglio ben capiente. Il denaro, pertanto, riesce a incrementare il numero dei neuroni necessari a formare la più efficace tra le reti neurali biologiche.
Altro che scienza, altro che medicina, altro che Dio. E' il denaro la vera fonte di ogni miracolo!
Pensate che stia esagerando? Pensate che il caldo di questa estate abbia offuscato la mia mente? Possibile, tuttavia riflettiamo insieme per pochi minuti.
Ogni giorno i media esaltano il potere del denaro dedicando spazio e tempo ai soggetti inseriti nei posti chiave dell'industria, della politica, dello sport e della finanza. Appaiono come i custodi della cattedrale dedicata al culto dell'unico e vero dio in terra.
Eppure da questo tempio vengono emarginati altri valori considerati fuori corso quali l'onestà, l'etica, il rispetto, il senso dell'onore. Non a caso quando vengono esaltate le doti di questi così detti vip stranamente non si esaminano con la dovuta accuratezza i costi pagati per il loro successo; quindi nessuna attenzione per i compromessi, la corruzione, la sofferenza di coloro che si son trovati a fare le spese dell'ascesa sull'Olimpo dei pochi eletti. La ragione? La certezza sugli effetti miracolosi del denaro; la moneta intesa come entità esente da ogni dubbio umano.
Al riguardo ricordo le parole dello scrittore Charles Péguy: “Per la prima volta nella storia del mondo il denaro è un padrone senza limiti e senza misura. Per la prima volta nella storia del mondo il denaro è solo in faccia allo spirito, ed è anche solo in faccia alle altre materie; per la prima volta nella storia del mondo il denaro è solo davanti a Dio. Ha raccolto in sé tutto quanto c'era di velenoso nel temporale e adesso è fatta. Per non si sa quale aberrazione di meccanismo, per una svista, per un disordine, per un mostruoso impazzimento della meccanica, quello che doveva servire soltanto allo scambio ha completamente invaso il valore da scambiare. Non bisogna dire solo che nel mondo moderno la scala dei valori è stata capovolta. Bisogna dire che è stata annientata dacché l'apparato di misura, di scambio e di valutazione ha invaso tutto il valore che esso doveva servire a misurare, scambiare, valutare. Lo strumento è diventato la materia, l'oggetto e il modo.”
E' come se al termometro fosse data un'importanza superiore a quella della sua effettiva funzione; non più strumento per misurare la temperatura del corpo umano, ma esso stesso valore a cui fare riferimento per la vita.
Il denaro è al centro di ogni aspirazione, in grado di compiere miracoli prodigiosi. Chi mai potrebbe rendere cieco chi vede, sordo chi ascolta o muto chi ha eloquente favella? Ma, certo; il denaro, con la sua speciale qualità di capovolgere i sensi umani corrompendo mente, cuore ed anima. Avete mai visto il dipinto “i sette peccati capitali” attribuiti a Hieronymus Bosch? Bene, come foto inserisco la scena relativa all'avarizia; dove un giudice corrotto, mentre ascolta un povero diavolo che gli domanda giustizia, intasca con la mano sinistra i soldi per emettere una sentenza in nome del dio denaro e non dell'equità.
Questa droga millenaria ci fa sognare di essere abili illusionisti, capaci di esaudire ogni realtà, qualsiasi desiderio. Il denaro è ormai al centro di tutta la nostra esistenza, fonte di ogni miracolo. Ed in tutto questo diabolico miraggio l'essere umano ha dimenticato la lezione più semplice, quella di avere nella testa un cervello pensante e non semplice carta colorata.
Per un attimo mi sostituisco all'archeologo dell'università di Cincinnati che un anno fa ha ritrovato a Pylos, nel Pelopponeso, la tomba di un antico guerriero.
<Che straordinaria scoperta! Dopo tanta fatica finalmente sono riuscito a trovare una tomba in legno sotto le rovine del palazzo di Nestore, edificato circa tremila anni fa. I gioielli in oro fino e gli anelli preziosi hanno mantenuto la loro forma scintillando come sempre. La spada in bronzo, i vasi d'argento e i pettini d'avorio conservano ancora la struttura originaria nonostante il tempo trascorso. In più tantissimi ulteriori monili e preziosi che testimoniano la ricchezza e l'elevato status sociale del guerriero. Solo una cosa risulta ormai deteriorata, il corpo dell'uomo. In effetti, quelle poche ossa appaiono come oggetti in mezzo a tanti altri; solo che non brillano, non sono di valore come gli altri, sono resti spenti di una vita antica. Che strana sensazione ora sto provando; una sorta di angoscia spettrale. Un corpo chiuso in un piccolo spazio con il tesoro raccolto in vita, probabilmente sottratto ad altri esseri umani. Forse pensava di goderselo nell'aldilà? Purtroppo, non è così. Il tesoro è rimasto intatto nella sua bellezza; il guerriero, un tempo ricco e temuto, si è trasformato in arida polvere.>











venerdì 15 luglio 2016

Ancora un Attentato.

Ancora un drammatico attentato. Ormai gli esseri umani ridotti ad essere semplici birilli per assurde logiche religiose-politiche e finanziarie. Un dolore immenso nel veder strappare la vita a persone innocenti, a piccole creature che desideravano soltanto sorridere e giocare.
 

martedì 5 luglio 2016

"A Proposito della Poesia"

Ma cos'è la poesia?
Una semplice domanda a cui ho risposto, però, dopo averci pensato a lungo.
Io penso che la poesia sia la macchina fotografica della coscienza. Con essa fermiamo le immagini della realtà facendole passare dal filtro dei nostri sentimenti.
Sì, la poesia è lo sforzo dell'essere umano di riprendere l'essenza della natura attraverso la propria sensibilità utilizzando la parola. E' come se ci fosse una sorta di fusione tra realtà e desiderio per mostrare, con altri occhi, la nostra esistenza.
Chissà; forse con la poesia si ritorna a giocare come fanciulli, quando la mente era come una spugna pronta a raccogliere la bellezza ed il fascino della creazione.


lunedì 4 luglio 2016

"A Proposito della Cortesia"

Io penso che la cortesia, cioè la somma delle antiche e semplici buone maniere, rappresenti un'autentica virtù. E non mi riferisco ad azioni di servilismo, all'interessata adulazione o alle maniere affettate e prive di sincerità; bensì alla dimostrazione di rispetto per se stessi e per gli altri senza alcuna distinzione tra ricchi e poveri, tra umili e potenti di turno.
Purtroppo vedo con maggiore frequenza gli arroganti, i presuntuosi, chi fa sfoggio esibizionistico del prestigio professionale o della propria ricchezza, chi parla con il gusto di ferire il prossimo e chi pensa di essere sempre nel giusto criticando tutti aspramente. Ma, soprattutto, osservo con disappunto quelli che mai hanno comprensione delle altrui debolezze pur pretendendone tanta per le loro. Sembra quasi che nel mondo sia in aumento la categoria di chi consideri la terra una personale proprietà valutando i propri simili come fastidiosi ostacoli.
Chissà, forse la cortesia è quel valore che ci può far capire come i rapporti con gli altri debbano essere guidati dall'umiltà, dalla delicatezza e anche da un pizzico di fiducia in più.



giovedì 23 giugno 2016

"A Proposito dell'Amore e dell'Amicizia"

Vi racconto un breve dialogo di qualche giorno fa, leggermente modificato solo nella forma, tenuto con una persona cara che chiamerò Poesia.
<Alfredo, secondo te quali sono le differenze tra Amore ed Amicizia?>
<Poesia, secondo Tommaso d'Aquino l'amore è il nome che si da a tutte le inclinazioni verso qualsiasi tipo di bene.>
<Beh, anche l'amicizia significa voler bene a qualcuno. Che la differenza sia proprio nella quantità del bene verso un altro essere umano?>
<Io penso, cara Poesia, che la differenza tra amore ed amicizia non abbia nulla a che vedere con la grandezza o quantità del bene sentito. L'amicizia può raggiungere livelli di profondità e complessità pari a quelli dell'amore, quindi la differenza può essere unicamente nella qualità del sentimento provato.>
<Cosa intendi dire?>
<Che in noi esseri umani l'amore e l'amicizia sono le due facce della stessa medaglia, rappresentano due tipi diversi del così detto amore di dilezione, cioè la capacità di amare per il bene della persona amata.>
<Ed il desiderio fisico? Il sesso?>
<Dipende. Vedi, senza dubbio il sesso è uno dei momenti più piacevoli nella vita di ognuno di noi, tuttavia esso si integra con l'amore soltanto quando assume il significato di dono assoluto di sé, del proprio stesso corpo.>
<Cosa vuoi dire esattamente?>
<Che il sesso può non c'entrare nulla con l'amore. Si ama un figlio ed il sesso non c'entra, si amano i genitori ed il sesso non c'entra, si può amare un amico ed il sesso non c'entra, si può persino amare un cane o un gatto o un qualsiasi altro animale senza che il sesso abbia un suo ruolo. Il sesso, però, può rappresentare il veicolo principale per cogliere il significato più intenso e profondo dell'amore tra due esseri umani.>
<Ok, Alfredo; chissà che tu non abbia ragione.>

Tra me ho pensato che l'importante non è aver ragione ma riuscire ad aprire la mente dei giovani per farli abituare a ragionare in maniera autonoma e senza pregiudizi.
 
 










domenica 12 giugno 2016

" A Proposito della Generosità"

In un capitolo del nuovo romanzo che sto scrivendo ho iniziato a descrivere un personaggio dal cuore ricco soltanto di puro egoismo e completamente indifferente alla mortale sofferenza causata dalle sue azioni. Eppure questo individuo spesso è stato definito dagli storici come un grande mecenate. Allora mi sono chiesto, sarebbe questa una forma di generosità? Donare denaro, sponsorizzare l'opera di un artista o riservare parole di circostanza ai più bisognosi come mezzo per ripulire la propria coscienza?
No! Non può essere. Io penso che la generosità sia tutt'altra cosa; essa nasce e si sviluppa con la presenza nell'anima dei sentimenti più nobili, quali l'amore, l'amicizia, la solidarietà. Può esternarsi solo in presenza della capacità di utilizzare nel migliore dei modi la propria libertà, cioè donare liberamente senza secondi fini, senza celare dietro l'azione del dare l'oscura presenza dell'interesse.
La generosità significa essere presenti nella storia di altre persone, condividere risorse, emozioni, preoccupazioni, le stesse sofferenze. Nella società in cui viviamo si assiste all'evidente fenomeno del primario desiderio di possedere, di avere per sé un oggetto, una determinata posizione sociale, persino una persona; tuttavia, io penso che tutto ciò scaturisca dal radicato senso di paura presente in ognuno di noi. Certo, possiamo dare soltanto quello che possediamo a condizione, però, di non essere dominati, di non essere noi stessi controllati da ciò che di materiale abbiamo. Ecco perché penso che la generosità sia l'atto più libero in assoluto, ecco perché non può sorgere da eventuali sensi di colpa o presunte obbligazioni morali.
La generosità è il libero sentimento capace di creare la vera libertà.
Chissà, forse il percorso che conduce all'amore più alto è quello indicato dal cartello con la scritta “Generosità”.






sabato 4 giugno 2016

"A Proposito della Compassione"

Tempo fa un adolescente disse subito dopo il suo tentativo di suicidio: "Tanto di me non importa niente a nessuno". Da questa breve frase osservai che le persone capaci di ascoltare stanno diventando sempre più rare. Sicuramente avrete notato come siano in aumento coloro che, durante una conversazione, interrompono per riversare una marea di consigli totalmente inutili o fuori luogo. Io penso che questi pessimi ascoltatori siano lontani anni luce dall'individuo che stanno sentendo in quel momento. Io penso che ascoltare realmente una persona significa comunicargli un messaggio di particolare intensità: "Tu sei importante per me, quindi ti riservo l'intera mia attenzione e disponibilità". Questa condizione si avverte sempre di meno. Come facciamo a sentirci esseri umani se non siamo in grado di cogliere le emozioni dei nostri simili? Dov'è andata a finire la nostra sensibilità, la nostra stessa compassione? Ecco, io ritengo che la compassione nulla abbia a che fare con la pietà; piuttosto essa rappresenta la capacità dell'essere umano di eliminare la condizione più pericolosa, quella che può condurre a compiere le peggiori azioni, cioè l'indifferenza. Si potrebbe giungere a considerare la compassione una sorta di protezione dell'anima tesa ad allontanare l'innato egoismo e a concedere, altresì, più spazio al bisogno degli altri. Il tutto, forse, consentirebbe di comprendere al meglio le vulnerabilità del prossimo e, quindi, anche di se stessi.
Vi racconto una piccola storiella.
C'erano due vecchi amici che avevano condiviso tutto giungendo, persino, a realizzare le loro abitazioni una di fronte all'altra pur di stare sempre vicini. Nulla sembrava potesse incrinare questo solidissimo rapporto. Un giorno, uno spirito birichino, decise di mettere alla prova questo bellissimo sentimento ideando un semplice ma efficace stratagemma. Noleggiò una splendida limousine facendola verniciare da una parte in rosso e dall'altra in nero e la fece passare lungo la strada proprio mentre i due stavano lavorando nei rispettivi giardini; suonò ripetutamente il clacson per attirare la loro attenzione. Inevitabili furono i commenti tra gli amici.
<Hai visto che bellissima macchina rossa?>
<Guarda che era nera.> -rispose subito l'altro.-
<Ma che dici, era rossa.>
<No! Era nera!>
<No! Era rossa!>
<Sei un idiota, la macchina era nera.>
Insomma, i due iniziarono a litigare e ad insultarsi a vicenda sempre con maggiore foga finché entrambi non esclamarono:
<La nostra amicizia è finita!>
Nel frattempo il terzo incomodo svoltò con l'auto e ripercorrendo la via si fermò davanti ai due ormai ex amici.
Grande fu la loro sorpresa nel constatare la presenza simultanea dei colori rosso e nero. Dopo qualche attimo di incertezza iniziarono ad inveire contro l'estraneo.
<Sei un essere spregevole! Dopo un'intera vita di amicizia ci hai fatto litigare.>
La risposta non si fece attendere.
<Eh, no! Non sono stato io a farvi litigare, bensì la vostra chiusura ad ascoltare l'altro. Ognuno ha guardato soltanto attraverso il proprio punto di vista. Avevate entrambi torto ed entrambi ragione.>

 

giovedì 26 maggio 2016

" Morte e Tasse"

“Morte e Tasse”
Dopo il 1710 il commediografo Christopher Bullock disse: “E' impossibile essere sicuri di qualcosa se non della morte e delle tasse”. Nel 1726 lo scrittore Daniel Defoe scrisse in Satana: storia politica del diavolo: “alle cose certe come la morte e le tasse si può credere con maggiore fermezza.” Oh, perbacco! Come mai due artisti inglesi espressero lo stesso concetto in quel periodo? Forse perché intuirono le conseguenze di quanto si sarebbe verificato dopo la fondazione della banca d'Inghilterra nel 1694. Il regno si indebitò al fine di sostenere le spese per le continue guerre. E come pensò di garantire i prestiti avuti dalla nuova banca? Ma certo, con le amate tasse da riservare ai cittadini. Quindi, il circuito era semplice: Soldi dei banchieri allo Stato per produrre guerra, la guerra generava morte, lo Stato per pagare gli interessi ai banchieri spremeva i cittadini con le tasse. Ecco, io penso, la ragione della nascita di quel detto; la morte e le tasse sempre insieme per danzare nel crudele ballo ideato dai sacerdoti del dio denaro.
D'altronde, dopo alcuni secoli nulla è cambiato, anzi, il sistema ha ormai raggiunto un alto livello di perfida sofisticazione. La guerra ormai è perenne ed investe di fatto quasi ogni nazione; essa assume connotati differenti attraverso l'utilizzo di armi specifiche quali bombe e moneta a debito. Le prime sono appariscenti e devastanti; le seconde circondate da un alone di ammirata sacralità; eppure entrambe facce della stessa medaglia che porta al collo la signora morte. Come ormai anche le pietre sanno tutte le nazioni del mondo sono indebitate; e chi sono i creditori? Devono pur esserci, giusto? Beh, in piccola parte ci siamo anche noi, piccoli risparmiatori che hanno acquistato titoli di stato, ma il grosso da chi è costituito? Ma sì, certo; dalle nostre ormai amate banche presenti ovunque, persino nei tanto criticati -solo a parole- paradisi fiscali. E questa montagna di debito cosa produce? Una valanga di interessi usciti -con le tasse- dalle tasche dei cittadini ed entrati in quelle ben più capienti degli usurai internazionali.
A questo punto sorge spontanea una domanda. Ma noi, membri del popolo, abbiamo conseguito in massa una laurea in scienze masochistiche applicate? Ma sì, confessiamolo, proviamo un piacere perverso a farci salassare per consentire il pieno godimento ai pochi eletti della vera classe superiore.
Noi ci siamo spogliati della sovranità monetaria per donarla ad una ristretta cerchia di individui. Il tutto per consentire loro di porsi al centro del sistema di vita; essi rappresentano il sole e noi i pianeti che girano obbedienti per avere luce e calore; insomma, per avere la vita.
Non ci credete? Sì, dubitate! Dubitate delle mie parole o di qualsiasi altra persona; il dubbio fa bene, fa riflettere, fa mettere in moto il cervello per consentirgli di elaborare un proprio autonomo pensiero. Ed è questo che dobbiamo fare, amici miei; pensare con la nostra testa, ascoltare con attenzione e rispetto tutte le opinioni, ma, alla fine, creare il nostro autonomo pensiero.
Ora inizierò a dirvi, in estrema sintesi, ciò che penso sull'argomento tasse collegate agli interessi sul debito pubblico italiano affinché ascoltiate una campana diversa dal solito.
Il marcio sta alla radice. Le belle banconote in euro che usiamo normalmente per le nostre esigenze sono create “Dal Nulla” dalla banca centrale europea (ormai ho preso l'abitudine di scrivere minuscolo la b di banca) che a sua volta li concede alle banche commerciali private che, a loro volta, li prestano allo Stato ricevendo in cambio titoli di debito (BTP, ecc.) gravati da un interesse. Dunque, per pagare questi benedetti interessi ai banchieri privati si tassano i cittadini italiani al fine di poter onorare il debito.
Pertanto, le imposte si pagano soprattutto perché esiste il debito contratto dallo Stato verso soggetti esterni per giunta neanche proprietari dei soldi che prestano.
Allora mi chiedo: perché andare a chiedere i bei soldini alle banche? Risposta: perché l'Italia non ha la sovranità monetaria, quindi, non può emettere propria moneta, cioè di proprietà dell'intero popolo italiano; per le sue esigenze è obbligata ad abbassare il cappello e chiedere i quattrini alle banche, visto che soltanto esse hanno il privilegio di creare denaro “Dal Nulla”.
Ma perché non prenderci noi questo potere di produrre “Dal Nulla” il denaro necessario alle capacità produttive del nostro amato Paese senza pagare interessi e tasse? Eh,no! Risponderebbero all'unisono i soloni della politica, i grandi professori, gli esperti economisti, i prestigiosi giornalisti, i tecnocrati, ecc. ecc.; questo sarebbe il suicidio per noi italiani. E perché sarebbe un suicidio? Risposta: perché un tale potere in mano diretta dello Stato porterebbe ad una selvaggia produzione di moneta non gravata da interessi, con conseguente disastrosa inflazione; altresì, una tale delicata funzione deve attribuirsi – ai fini della stabilità (Sic!) – ad una entità (BCE) totalmente indipendente dalla volontà del governo di turno e controllata da soggetti mai eletti ed immuni da ogni responsabilità per le azioni compiute.
Ah, però! Quindi il nostro futuro dipende e dipenderà sempre da una banca centrale che presta i soldi alle banche private anche a tassi negativi (cioè la BCE paga gli interessi alle banche private per i finanziamenti concessi); gli stessi soldi che subito dopo vengono girati allo Stato Italiano caricati di un bel po' di interessi; gli stessi interessi che saranno versati attraverso la spremitura dei sudditi italiani.
Ehi, ma questo giro non vi ricorda niente? Ma sì, il famoso gioco delle tre carte.
Da secoli le banche (anche e soprattutto quelle commerciali) godono del privilegio di creare moneta “Dal Nulla”; pensate che questa verità fu dichiarata, già nel diciassettesimo secolo, da William Paterson nel suo prospectus per la creazione della banca d'Inghilterra: “questa banca avrebbe il beneficio dell'interesse sul denaro creato dal nulla.” Siete ancora scettici su questa incredibile affermazione? Più che giusto; allora -come piccolissimo esempio- leggete le parole del premio nobel Maurice Allais nel suo scritto del 1998 “La crise mondiale d'aujourd' hui”; leggete l'articolo di Beardsley Ruml, già presidente della federal reserve di New York, pubblicato nel 1946 sulla rivista American Affairs e dal titolo “Tax for revenue are obsolete”; leggete la dichiarazione di pochi anni fa di Bernard Maris, membro della banca di Francia; leggete il bollettino pubblicato nel 2014 dalla banca d'Inghilterra dal titolo “creazione di soldi nella moderna economia”; leggete lo studio del 2012 di Jaromir Benes e Michael Kumhof, due brillanti ricercatori del fondo monetario internazionale (proprio non riesco ad inserire la prima lettera maiuscola per le organizzazioni gestite dai banchieri); leggete lo studio dell'economista Richard Werner dell'università di Southampton; e potrei continuare. Tale incredibile verità è confermata persino dagli stessi addetti al lavoro.
In conclusione, gli Stati non possono emettere propria moneta, ma rivolgersi all'oneroso teatro dei novelli illusionisti per farla uscire dal cilindro magico.
A questo punto non posso che fare i complimenti ai banchieri-prestigiatori, “Dal Nulla” hanno piegato il futuro delle vite di miliardi di persone ai loro profitti; “Dal Nulla” hanno finanziato la morte affinché eterni siano gli interessi garantiti dalle tasse.
“Morte e Tasse”, la catena produttiva ideata dagli adoratori del dio denaro.
 
 

lunedì 9 maggio 2016

La Sofferenza del Popolo Greco!

Le ultime notizie provenienti dalla Grecia sono drammatiche. Le misure economiche approvate dal parlamento prevedono aumento delle tasse, pensione minima di 384 euro al mese (che abbondanza) solo dopo 20 anni di contributi (Sic!), aumento dei contributi previdenziali, ecc. ecc. Il tutto imposto dalle ben note organizzazioni umanitarie Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale per poter concedere ulteriori prestiti ed evitare il tracollo della Grecia. Ma sì, caro popolo greco, continua ad essere spremuto come un limone per consentire il continuo pagamento di interessi alle tanto amate banche, centrali e non. Lascia che pensionati, operai, invalidi, artigiani, piccoli e medi imprenditori svuotino il portafoglio per far arricchire ancor di più i sacerdoti del dio denaro. Abbandona ogni speranza di essere considerato libero e sovrano. Inchinati per omaggiare e ringraziare del perenne clistere presente all'interno del tuo corpo, regale simbolo dell'incredibile generosità di uomini rispettosi dei più alti principi morali. Insomma, caro popolo greco, fatti succhiare fino all'ultima goccia di sangue dagli amati banchieri e dai loro maggiordomi politici. Unica magra consolazione, non sarai lasciato solo a percorrere questa strada colma di sofferenza ed infelicità.