giovedì 8 giugno 2017

"Il Sistema Criminale"

La disuguaglianza economica nel mondo cresce sempre di più e ormai rappresenta il vero pericolo per la pace sociale. Da anni si sentono le voci di denuncia sull'allargamento del divario tra i ricchi, pochi, e i poveri, la stragrande maggioranza; eppure nulla si è mosso se non la parola ipocrita dei vari leader politici e azioni di mera facciata. La realtà è ben diversa e rispecchia una situazione degenerativa che mostra l'avanzare senza tregua di un sistema criminale fondato sul potere finanziario.
Nel 2011 uno studio dello Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo ha identificato un gruppo di centoquarantasette aziende che controllano circa il quaranta per cento della ricchezza mondiale. Centoquarantasette piovre che avvolgono tra i tentacoli quasi metà del mondo. Compagnie principalmente bancarie come la Barclays plc, Citigroup, la JP Morgan Chase &Co, la UBS, la Deutsche Bank, Credit Suisse, Goldman Sachs, Société Générale, Bank of America, BNP Paribas e così via. Una concentrazione di potere fondata su legami societari incestuosi e su una struttura criminogena. Basti pensare che molte di quelle banche prima hanno causato la profonda crisi del 2008, poi sono state salvate dagli interventi delle banche centrali attraverso la produzione di una montagna di quattrini, poi hanno perseguito imperterriti nei loro porci affari ricostituendo le condizioni per una prossima crisi. Non a caso il debito sia pubblico che privato è aumentato senza sosta per consentire i continui profitti agli usurai, alla faccia della povera gente costretta a tirare la cinghia per scelte dissennate dei vari governanti. D'altronde, il potere di emissione e controllo della moneta è ormai saldamente nelle mani di organi finanziari totalmente indipendenti dalla volontà dei popoli. E la cosa ancor più incredibile è che quelle stesse entità tentacolari, nonostante abbiano violato numerose leggi, vivono circondate sempre dal dolce profumo della santità e intoccabilità. Decine e decine di grandi banche sono state multate per mega truffe.
Negli ultimi anni sono stati condannati per violazioni di leggi sull'embargo, per pratiche illegali nel settore immobiliare, per i pignoramenti abusivi, per insider trading, frodi contabili, per la manipolazione dei tassi bancari, per il riciclaggio di denaro e per aver operato sui derivati tossici istituti come JP Morgan Chase, Citigroup, Bank of America, Wells Fargo, BNP Paribas, Credit Suisse, HSBC, UBS, Deutsche Bank e altre decine di grandi conglomerate finanziarie. Multe complessive per oltre duecento miliardi di dollari sono state pagate senza particolari problemi, visto che cifre così rilevanti rappresentano in ogni caso briciole rispetto all'effettiva potenza di tali piovre. E la cosa ancor più interessante deriva dal fatto che nessun banchiere o alto dirigente è mai stato dietro le sbarre per questi crimini capaci di devastare la serenità dei cittadini; anzi, sono sempre lì a pontificare insieme ai politici prezzolati su quanto siano necessarie misure di austerità per rientrare dalla crisi. Che mondo strano quello in cui viviamo, le vittime accettano che i loro carnefici siano posti al vertice della catena di comando affinché possano continuare indisturbati a schiavizzarli. Non a caso le banche centrali hanno amorevolmente distribuito ai loro figli truffatori, con la causale “salvataggio”, una montagna di quattrini creati dal nulla e il cui costo è stato fatto ricadere sui cittadini attraverso le tasse e la riduzione della spesa sociale. Insomma, mentre i banchieri hanno conseguito un notevole profitto dai loro crimini gli imprenditori, i lavoratori, i pensionati e le altre categorie più deboli hanno ottenuto soltanto delle gran sberle.
Ma non è finita qui.
Dal dossier pubblicato a gennaio di quest'anno dalla Oxfam risulta che l'un per cento più ricco dell'umanità possiede più ricchezza del resto del pianeta. La ricerca ha rivelato che:
“Negli ultimi venticinque anni l'un per cento più ricco della popolazione mondiale ha goduto di redditi superiori a quanto percepito dal cinquanta per cento più povero.”
E ancora:
“Società operanti nei vari settori (finanziario, minerario, farmaceutico, ecc.) usano il proprio enorme potere e la propria influenza per far sì che le normative e le politiche nazionali e internazionali siano formulate in modo da garantire loro una redditività costante.”
E ancora:
“Viviamo nell'era dei super ricchi, una seconda belle époque o età dorata in cui sotto una superficie scintillante si nascondono problemi sociali e corruzione. L'analisi dei super ricchi condotta da Oxfam analizza tutti gli individui con un patrimonio netto di almeno un miliardo di dollari. I milleottocentodieci miliardari della lista Forbes 2016 possiedono seimila cinquecento miliardi di dollari: tanto quanto il settanta per cento meno abbiente dell'umanità.”
Ma la cosa ancor più stupefacente è che:
“Oxfam ha appurato che, mentre le fortune di alcuni di questi miliardari sono frutto di talento e duro lavoro, un terzo dei patrimoni miliardari è ereditato e il quarantatré per cento è riconducibile al clientelismo.”
Capito?
Nel mondo esistono milleottocentodieci Paperon de Paperoni che possiedono quanto quasi cinque miliardi di persone. Non solo, gran parte di quella ricchezza è stata ottenuta grazie a rapporti basati sul favoritismo.
Di fronte a un tale schifo cosa succede? Niente, assolutamente niente.
Tuttavia, l'attuale visione neoliberista dell'economia afferma che il benessere prodotto al vertice della piramide riesce poi a diffondersi a cascata verso il basso raggiungendo tutti noi miseri esseri umani.
Per rispondere a questa insana ideologia utilizzo le parole del grande Totò: “Ma mi faccia il piacere!”
Il buon senso dovrebbe far comprendere come l'ingiustizia di una situazione che vede l'un per cento della popolazione possedere quanto il restante novantanove impedirà sempre la stabilità nel mondo.
E il peggio non è ancora toccato; infatti, la pur pregevole analisi della Oxfam risulta alquanto ottimistica perché una buona parte dei patrimoni sono mantenuti segreti dietro i paraventi delle società offshore.
Una decina di giorni fa, esattamente il ventotto maggio, è stato pubblicato uno studio dal titolo “Tax Evasion and Inequality” realizzato dai ricercatori Annette Alstadsaeter (Norwegian University of Life Sciences), Niels Johannesen (University of Copenhagen) e Gabriel Zucman (University of California Berkeley) da cui si evince che la disuguaglianza globale della ricchezza è fortemente sottovalutata nei dati ufficiali per via del successo dei gran ricconi nel campo dell'evasione fiscale. La ricerca mette in evidenza come i soldi nascosti nei forzieri segreti consente allo “zero virgola zero uno della popolazione di celare metà della ricchezza”.
Gli studiosi, per giungere a questa clamorosa conclusione, si sono avvalsi dei dati “smarriti” (si fa per dire) della banca HSBC Private Suisse (gruppo HSBC) e della fonte nota come “Panama Papers”. Ricordate? Fu la perdita di innumerevoli file riservati dello studio legale Manock-Fonseca di Panama che mostravano l'evidente evasione fiscale di politici e loro burattinai.
Un piccolo assaggino; la multinazionale Apple su duecentocinquanta miliardi di dollari in depositi ben duecentoquaranta sono presenti in aree offshore (il novantasei per cento); il tutto per evitare pagamenti di imposte qualora facesse rientrare tutto quel ben di dio. E si potrebbe continuare con la Microsoft, la Cisco Systems, Oracle e così via. E chi gestisce e regola tutto questo vergognoso ambaradan?
Ma certo, le solite grandi piovre bancarie e finanziarie.
La verità, purtroppo, è molto spietata; l'assenza di regole, l'esaltazione del neoliberismo e della globalizzazione, l'uso disinvolto degli strumenti tossici nella finanza hanno stimolato e largamente favorito la condotta criminale dei sacerdoti del dio denaro. Eppure sembra che non importi a nessuno questa chiara distorsione del capitalismo moderno; anzi, appare accettato come un effetto collaterale tutto sommato perdonabile dell'intero fenomeno. Ecco da dove nasce l'impunibilità e l'assenza di condanna sociale verso gli operatori dei mercati finanziari che agiscono senza minimamente calcolare gli effetti distruttivi del loro operato nei confronti del popolo.
D'altronde, basterebbe un po' di ragionevolezza per capire come la crisi che domina da molti anni è caratterizzata da una politica selvaggia di privatizzazioni, dall'annullamento della sovranità monetaria degli Stati e dalla possibilità data alle banche private di creare moneta bancaria grazie ad una leva finanziaria spinta sino all'eccesso che ha generato frodi su frodi.
E i soggetti criminali sono parte integrante del sistema, anzi, ne rappresentano le fondamenta. Quindi, se il male si è fuso nell'intero edificio della finanza internazionale significa che la sua essenza sfugge. Il male non viene identificato più come tale, ma come elemento essenziale per il funzionamento dell'intera economia mondiale. Il mercato comanda, regola la vita di ogni essere umano e il suo dominio rende palese l'incapacità degli Stati di combattere la sua criminale degradazione.
L'attuale struttura finanziaria produce ricchezza per pochi e sofferenza per tanti perché si basa su di una ideologia che fonda i propri valori sulla sopraffazione, sull'egoismo, sull'indifferenza e sulla venerazione del profitto ad ogni costo.
Io penso che continuando su questa direzione le crisi si rinnoveranno sino all'implosione finale dell'intera società.
Vedendo queste enormi disuguaglianze mi tornano in mente le parole di cinque secoli fa del filosofo francese Etienne de La Boétie:
“Vorrei solo riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato e non potrebbe far male ad alcuno, se non nel caso che si preferisca sopportarlo anziché contraddirlo. E' un fatto davvero sorprendente e nello stesso tempo comune, tanto che c'è più da dolersene che da meravigliarsene, vedere milioni e milioni di uomini asserviti come miserabili, messi a testa bassa sotto ad un giogo vergognoso non per costrizione di forza maggiore ma perché sembra siano affascinati e quasi stregati dal solo nome di uno di fronte al quale non dovrebbero né temerne la forza, dato che si tratta di una persona sola, né amarne le qualità poiché si comporta verso di loro in modo del tutto inumano e selvaggio.”
Ecco, il sistema criminale che investe la società moderna è rappresentato egregiamente da una manciata di super ricchi, banchieri e tecnocrati che, con abile maestria, hanno affascinato e stregato l'intera razza umana.

Alfred B. Revenge












sabato 3 giugno 2017

venerdì 2 giugno 2017

"La Mossa della Merkel"

Mentre assistiamo ai consueti discorsi da comari dei nostri politici sul sistema elettorale, sulle elezioni anticipate o sull'immigrazione selvaggia ecco che si profila silenziosa la mossa della cancelliera tedesca Angela Merkel per il possibile scacco matto all'Europa .
La Commissione Europea guidata da Jean Claude Juncker, fedelissimo della leader tedesca, ha approvato un documento programmatico che prevede la possibilità per gli Stati di emettere una sorta di eurobond, un sistema unico di garanzia dei depositi bancari e un Ministro del Tesoro dell'area euro.
Si partirebbe tra un paio di anni con le emissioni di bond sovrani, anche se privi di qualsiasi condivisione di rischi (insomma, il rischio rimane in testa alla Nazione emittente), e le norme per il sistema unico di garanzia dei depositi bancari; poi intorno al 2020 si aprirebbe il palcoscenico per il “Tesoro” dell'area euro con al vertice un Ministro delle Finanze; infine, ma proprio alla fine, potrebbe nascere lo strumento di emissione di titoli pubblici europei con la garanzia solidale degli Stati (qui il rischio si spalmerebbe su tutte le Nazioni dell'area euro).
Che strano, questa iniziativa così forte della Commissione Europea nasce subito dopo che la Merkel, scontrandosi con il Presidente americano Trump, chiedeva agli altri governi dell'Unione di “prendere il loro destino nelle proprie mani.”
Ovviamente il destino è sempre e soltanto quello finanziario e delle banche. La solita visione con i paraocchi fatti di mazzette di banconote che vede la costruzione dell'edificio “Europa” partire dal tetto e non dalle fondamenta. Come ho già scritto innumerevoli volte la moneta unica è stata generata, in assenza di un'autentica unione politica, tra una babele di Stati con evidenti differenze nelle lingue, nelle tradizioni, nelle leggi e, soprattutto, negli specifici interessi nazionali; il tutto per venire incontro alle esigenze della finanza internazionale. Dove sono le Istituzioni democratiche europee realmente elette dai cittadini? L'unica è il Parlamento Europeo, ma conta quanto il due di coppe; il resto è solo una gigantesca costruzione realizzata da una classe di tecnocrati chiusa in se stessa e auto referenziata.
Io penso che l'abile cancelliera tedesca abbia lanciato i suoi cani da guardia per completare il processo di dominio sull'intero continente europeo iniziato molti anni fa. Da un lato ha fatto gettare l'esca straordinaria dei titoli a garanzia solidale, dall'altro ha introdotto l'argomento custodito gelosamente nel suo cuore, quello del “Ministro del Tesoro Europeo”. Certo che saremmo contenti di veder messi in un angolo gli avidi usurai che, in presenza di una moneta unica, fanno profitti speculando sui differenti tassi di interesse dei titoli emessi dai vari Stati, ma un tale risultato passerebbe soltanto se accettassimo di completare l'avviata fase di genuflessione.
Parlando fuori dai denti il documento di Junker e compagni sembra partorito a Berlino e non a Bruxelles. In sostanza, la Commissione Europea con il “Ministro del Tesoro Europeo” vuole che i bilanci degli Stati aderenti all'euro siano sempre più gestiti a livello sovranazionale.
Immaginate per un attimo; l'euro, le nuove tavole di Mosè con incisi i parametri sul deficit e debito pubblico, l'ente indipendente da Dio come la Banca Centrale Europea, il pareggio di bilancio, i six pack e two pack ideati per far dire “obbedisco” alle direttive di controllo della Commissione Europea in tema di politiche nazionali di bilancio, la creazione del “Meccanismo di Stabilità Economica”. Bene, già con tutto questo l'Europa a trazione franco-tedesca ha forti poteri sulla gestione dei conti pubblici di una Nazione; con il Tesoro comune raggiungerebbe livelli invasivi senza precedenti poiché parti essenziali della spesa pubblica sarebbero decise passando sopra le teste dei governi di turno lasciando i cittadini in balia di entità mai elette e poste in cima a vette irraggiungibili.
Ecco la mossa della cancelliera Angela Merkel per dare scacco matto agli altri Paesi europei; Tesoro unico a guida di seguaci della dottrina tedesca in cambio della possibilità di far emettere titoli a garanzia solidale, un abbraccio mortale. La Germania, infatti, condividerebbe il rischio solo dopo aver accertato il rispetto delle sue direttive; la prima quella del pareggio di bilancio, la seconda quella che i conti nazionali siano gestiti direttamente dall'autorità sovranazionale da essa stata controllata.
Di fatto raggiungerebbe il reale controllo del vecchio continente senza sparare neanche una cartuccia e, soprattutto, senza privarsi della sua libertà di manovra. Sì a una sola entità monetaria e finanziaria, no a un solo Stato con unica bandiera.
In pratica, dopo aver contribuito pesantemente alla creazione dei gravi squilibri economici e sociali all'interno dell'Unione Europea il governo tedesco per bocca del suo leader dice: “Cari cittadini europei, prendiamo il destino con le nostre mani. La Germania vi starà vicino vicino a condizione che lasciate commissariare la vostra residua sovranità dal nostro Tesoro comune. Per salvare l'euro siamo disposti a tutto, anche a sacrificare per generazioni la vostra felicità.”
Pensandoci bene, forse non sarebbe una cattiva idea; in particolare per noi Italiani. Potremmo fare a meno del Parlamento e di migliaia di politici; i lavoratori, gli imprenditori, i pensionati e tutte le altre categorie sociali starebbero più tranquille sotto l'ala protettrice del nuovo impero tedesco. In fin dei conti cosa ci costerebbe? Nulla, tranne la libertà di decidere per il nostro futuro.
A quel punto il due giugno, giornata celebrativa per la festa della Repubblica Italiana, sarebbe una normale giornata lavorativa pagata sulla base delle direttive di Berlino.


Alfred B. Revenge