"Lascia che ti Ami..." poesia di Eugenio Montejo.
venerdì 29 giugno 2018
giovedì 28 giugno 2018
"Chi ha creato la crisi migratoria in Italia?"
Chi ha creato la crisi
migratoria in Italia? (pubblicato il 28/6/2017 su "Il Corriere Nazionale")
Lo Stato che dobbiamo
ringraziare più di tutti per la delicata situazione migratoria in
cui da diversi anni versa l'Italia è la Francia. La ragione? Molto
semplice, perché ci dichiarò guerra nel 2011. Penserete che sia
uscito fuori di senno, ma vi invito a rileggere i numerosi articoli
apparsi nel 2016 dopo lo scandalo delle mail di Hillary Clinton.
Grazie a Wikileaks avemmo conferma all'intuizione che il conflitto
del 2011 in Libia venne scatenato dai francesi, con relativo avallo
anglo-americano, per affermare la potenza transalpina e disarticolare
l'influenza italiana nel settore petrolifero, oltre che per
appropriarsi delle enormi riserve di oro e argento. La ricordate
quella drammatica lotta con migliaia e migliaia di morti e la
conseguente devastazione della nazione nord africana? I nostri cari
cugini ci fecero la guerra per soffocare l'ENI e potenziare il loro
colosso energetico Total. Insomma, l'allora presidente Sarkozy liberò
i cavalieri dell'apocalisse per estromettere l'Italia dal controllo
del petrolio e del gas libico e proteggere il dominio coloniale in
Africa. Ormai è storia nota che la decisione di destabilizzare la
Libia nel 2011 fu presa essenzialmente da Sarkozy e Hillary Clinton,
due persone che all'epoca rivestivano la carica di presidente della
repubblica francese e segretario di stato degli USA. E una delle
prove fu individuata nel messaggio di posta elettronica del due
aprile 2011 inviata alla Clinton dal funzionario statunitense e suo
stretto collaboratore, Sidney Blumenthal. Si tratta della email
“Unclassified U.S. Department of State case No F-2014-20439 Doc. n.
C05779612 Date: 12/31/2015”. Nel corpo del messaggio si specificava
tra l'altro che i piani di Sarkozy erano guidati dalle seguenti
ragioni:
-Il desiderio di ottenere
una quota maggiore di petrolio libico.
-Aumentare l'influenza
francese in Nord Africa.
-Migliorare la sua
situazione politica in Francia.
-Fornire ai militari
francesi l'opportunità di riaffermare la loro posizione nel mondo.
-Dare una risposta alla
preoccupazione dei suoi consiglieri sul progetto a lungo termine di
Gheddafi di soppiantare la Francia come potenza dominante dell'Africa
francofona.
Capito? Si legge da
qualche parte dell'intervento per scopi umanitari? Macché, è sempre
una questione legata al denaro, al petrolio, al potere.
E la cosa ancor più
avvilente fu che l'allora governo italiano accettò supinamente
l'azione dei nostri alleati (Sic!) mettendo a disposizione le basi
terrestri per l'attacco ad un Paese amico e ai nostri stessi
interessi strategici. Quanto schifo, quanta vergogna.
La guerra voluta
prevalentemente dalla Francia ha distrutto la Libia generando quel
processo degenerativo che ha favorito lo sviluppo del terrorismo e
dell'immigrazione selvaggia.
Ecco chi dobbiamo
ringraziare!
Alfred B. Revenge
martedì 26 giugno 2018
"Gli Italiani sempre più Poveri"
Gli Italiani sempre più poveri. (pubblicato il 26/6/2018 su "Il Corriere Nazionale)
Secondo i dati ISTAT
risulta che nel 2017 oltre cinque milioni di Italiani si sono trovati
in una condizione di povertà assoluta, ovvero
nell'impossibilità di acquistare beni di consumo sopra la soglia
della sopravvivenza. A questi bisogna aggiungere gli oltre sette
milioni di italiani (dati ISTAT 2017) che vivono in grave
deprivazione materiale, cioè nella oggettiva incapacità di
sostenere spese per determinati beni o servizi (affitto, bollette,
mutuo, pasti adeguati ogni due giorni, riscaldamento della casa,
ecc.). In sostanza, attualmente in Italia oltre dodici milioni di
italiani sono marcati ufficialmente come persone disperate; stiamo
parlando di circa il venti per cento della popolazione. Un dato che
dovrebbe far seriamente riflettere sulle ragioni di un tale
drammatico evento.
E cosa succederà quando
per l'Italia inizierà il calvario previsto dal fiscal compact?
Infatti, in un futuro ravvicinato, salvo augurabili invasioni aliene,
scatterà la tagliola del pareggio di bilancio ed allora saranno guai
tremendi. Per molti anni si dovranno prevedere veri e propri salassi
a base di aumenti di tasse, spietate riduzioni della spesa e
probabilmente patrimoniali che andranno a colpire quei ceti già
severamente colpiti da questa perenne crisi. Ma sapete qual è uno
degli aspetti più incredibili che più volte ho denunciato nei miei
scritti? Che i nostri politici, i mass media e tutto il carrozzone
che gira intorno a loro sapeva e sa perfettamente che questa
normativa sul pareggio di bilancio è il frutto di un autentico
attentato alla sovranità ed alla Costituzione del nostro amato
Paese.
Pensate che sia uscito
fuori di senno?
Se così fosse sarei in
buona compagnia visto che il deputato Andrea Orlando, Ministro della
Giustizia nella passata legislatura, così si espresse il tre
settembre del 2016 durante la festa del Fatto Quotidiano:
“Oggi noi stiamo
vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia. Oggi,
sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di bypassare
completamente le democrazie nazionali. Io faccio soltanto due esempi.
I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i soggetti che
si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non legittimati
democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie di fronte al
fatto compiuto.
Faccio un esempio. La
modifica, devo dire abbastanza passata sotto silenzio, della
Costituzione per quanto riguarda il tema dell'obbligo di Pareggio di
Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese. Fu il frutto
del fatto che a un certo punto la Banca Centrale Europea, più o meno
(ora la brutalizzo) disse: <O mettete questa clausola nella vostra
Costituzione o, altrimenti, chiudiamo i rubinetti e non ci sono i
soldi alla fine del mese>.
Io devo dire che è
una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi vergogno di più di
aver fatto. Io penso sia stato un errore approvare quella modifica
non tanto per il merito, che pure è contestabile, ma per il modo in
cui si arrivò a quella modifica di carattere costituzionale.”
Ci
rendiamo conto della portata di queste parole? Ci rendiamo conto che
un Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana candidamente
dichiarò che la nostra democrazia è soltanto nei sogni visto che
viene lapidata dai soggetti sovranazionali non legittimati dalla
volontà popolare? Ci rendiamo conto che lo stesso ex Ministro
dichiarò che la Banca Centrale Europea operò come un estorsore a
danno del Parlamento Italiano? Eppure non mi risulta ci furono prese
di posizioni forte da parte dell'allora Governo, non mi risulta una
levata di scudi dell'informazione, non mi risulta lo sdegno della
élite intellettuale, non mi risultano avviate iniziative da parte di
una qualche procura. Gli Italiani sono continuamente stuprati da
soggetti sovranazionali che hanno come unico scopo quello di
salvaguardare una ristretta cerchia di potere, quella legata a filo
doppio con il mondo delle conglomerate bancarie internazionali.
Non
cadiamo ancora più in basso; che sia per tutti noi una sferzata
l'invettiva di otto secoli pronunciata dal sommo poeta Dante
Alighieri:
“Ahi, serva Italia,
di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna
di province, ma bordello!”
Vogliamo
che queste parole siano ancora attuali?
Se la
risposta fosse sì allora il nostro cervello rimarrà chiuso in una
cella dove l'unico passatempo sarà di guardare una delle puntate del
grande fratello.
Se la
risposta fosse, come spero, un no secco allora dobbiamo smetterla che
da Bruxelles, da Francoforte, da Berlino, da Parigi o perfino dal
Circolo Polare Artico ci dicano cosa fare. Noi Italiani dobbiamo
decidere del nostro futuro e non anonimi tecnocrati manovrati da
abili e straricchi burattinai sparsi per il mondo. Ricordiamoci le
parole di Sandro Pertini: “Io credo nel popolo italiano. E' un
popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di
poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso
in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo”.
Con
la sovranità nazionale ceduta di fatto ad un gruppo di avidi
ricattatori che operano dietro privilegiate entità sovranazionali il
popolo italiano assiste drammaticamente all'aumento della povertà,
della disoccupazione, del disagio sociale e della infelicità.
Penso
che il nostro mitico Presidente Pertini stia fumando sempre più
nervosamente la sua famosa pipa.
Alfred
B. Revenge
sabato 23 giugno 2018
"Il Cinismo e l'Ipocrisia della Francia"
Il Cinismo e l'Ipocrisia
della Francia (pubblicato il 23 giugno 2018 su "Il Corriere Nazionale")
Nella vicenda della
tratta di esseri umani dall'Africa verso l'Europa il Presidente
francese Macron ha insultato pesantemente l'Italia dimenticando il
più nobile tra gli insegnamenti:
“Perché osservi la
pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, mentre non ti accorgi della
trave che hai nel tuo occhio?”
Infatti, la storia sta lì
a dimostrare come proprio la Francia sia tra i principali
responsabili di questo drammatico esodo di intere popolazioni per via
del suo esistente impero coloniale.
Le nazioni africane ex
colonie francesi solo formalmente hanno raggiunto l'indipendenza,
nella realtà sono ancora sottomesse alla Francia in virtù di
precisi accordi di cooperazione che minano alla base qualsiasi
possibilità di avere una libera politica economica e sociale. Questi
Stati in apparenza sovrani sono incatenati al volere francese sulla
moneta, sul sistema educativo, sull'apparato militare e sulle
preferenze commerciali. Questi Stati sono il Burkina Faso, il Benin,
la Costa d'Avorio, la Guinea-Bissau, il Mali, il Niger, il Senegal,
il Togo, il Camerun, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica del
Congo, il Gabon, la Guinea Equatoriale, il Ciad e le Isole Comore.
E in questo elenco ci
sono nazioni che sono state dilaniate da ripetuti sconvolgimenti
politici e sociali; negli ultimi decenni di tutti i colpi di Stato
avvenuti in Africa oltre il sessanta per cento si è verificato nelle
ex colonie francesi. Il motivo? Di una triste semplicità; quando la
Francia vede in pericolo i propri interessi, o meglio, quelli di una
ristretta cerchia di potere, fa intervenire i propri servizi segreti
o direttamente il suo esercito per ripristinare nello Stato, in
apparenza indipendente, le condizioni ad essa favorevoli
infischiandosene della sofferenza prodotta. I leader africani che non
accettano questa condizione di nuova schiavitù vengono messi da
parte o assassinati tramite un colpo di Stato. Altresì, quelli che
abbassano la testa ubbidendo come scimmie ammaestrate vengono
sostenuti e ricompensati con grandi ricchezze, mentre i popoli sono
costretti a vivere nella povertà e nella perenne sofferenza. Un
esempio tra tutti? La tragica vicenda di Thomas Sankara, Presidente
del Burkina Faso.
La Francia, così prodiga
di insulti verso l'Italia, detiene un primato unico al mondo, quello
dell'appropriazione di denaro appartenente a centinaia di milioni di
africani. Come? Grazie agli accordi coloniali fatti rispettare con la
forza, le ex colonie devono depositare le loro riserve monetarie
presso la Banca di Francia; e si badi bene, ciò avviene dal 1961.
Non esiste una politica monetaria autonoma; le banche centrali
africane sono obbligate a tenere il sessantacinque per cento delle
riserve in valuta estera presso il Tesoro francese oltre ad un
ulteriore venti per cento per la copertura delle passività
finanziarie. In pratica l'ottantacinque per cento delle riserve non
sono nella disponibilità del reale proprietario (gli Stati africani
ex colonie francesi), bensì del novello negriero; non a caso, se un
governo di una qualsiasi nazione volesse utilizzare il proprio denaro
può farlo entro il limite del quindici per cento in un anno. Una
sopraffazione bella e buona. Inoltre, se uno degli Stati avesse
necessità di utilizzare un importo superiore al quindici per cento
dovrà prenderlo in prestito da chi designerà la Banca di Francia
pagando, ovviamente, gli interessi. Compreso il cinismo di una tale
condotta? La Francia si arroga il diritto di impossessarsi dei
quattrini prodotti dal lavoro umano nelle ex colonie africane e poi
di fatto li concede in prestito facendo pagare pure gli interessi.
Pensare che da quando
sono iniziate queste trasfusioni nelle casse della Banca di Francia
sono entrati oltre cinquecento miliardi di dollari senza alcuna
possibilità di controllo vista l'esistenza del divieto assoluto di
informare i veri proprietari del profitto ottenuto per la gestione
dei fondi.
Insomma, uno Stato
europeo che si dichiara democratico applica una nuova forma di
colonialismo, quello più subdolo e maligno; soffoca le popolazioni
di Stati africani, già macellate nel passato, attraverso una
prigionia di tipo monetario.
D'altronde, fu l'ex
Presidente francese Jacques Chirac a dichiarare: “Dobbiamo essere
onesti e riconoscere che una grande parte del denaro delle nostre
banche provengono dallo sfruttamento del continente africano”.
E come non ricordare
l'approfondito studio “France-Afrique” di un gruppo di esperti
guidato dal deputato socialista Philippe Baumel dove si evidenziò il
degrado sociale,ambientale ed economico in cui le ex colonie erano
cadute per precisa responsabilità della Francia.
Ma qualcuno si è mai
chiesto come questa nazione europea sia l'unica al mondo ad avere
una produzione nucleare capace di coprire quasi l'ottanta per cento
del proprio fabbisogno di energia elettrica? Qualcuno si è mai
chiesto come sia stata in grado di realizzare ben cinquantotto
reattori nucleari? Qualcuno si è mai chiesto come sia riuscita ad
essere il primo esportatore al mondo di energia elettrica?
Forse perché è stata
tanto brava? Certo! E' stata la più brava ad impadronirsi delle
maggiori riserve di uranio presenti, guarda caso, in una delle sue ex
colonie, il Niger. Paese africano che, nonostante sia tra i primi
produttori al mondo di uranio, risulta tra i più poveri. Dal 1973
l'uranio estratto in Niger viene comprato ad un prezzo di favore
(cioè imposto con accordi capestro) dalla società Areva che
gestisce tutte le centrali nucleari in Francia. Si pensi che l'Areva
paga l'uranio circa la metà del normale prezzo di mercato. E quando
sono fioccate le proteste contro questo evidente sfruttamento, ecco
lì che spuntava efficiente come sempre l'esercito francese pronto a
proteggere i sacri interessi schiavisti della nazione.
Pensare che il bilancio
di questa compagnia francese è il doppio di tutto il Pil del Niger;
pensare che in oltre quarant'anni la Francia ha succhiato il sangue
del Niger senza costruire neanche un piccolo capanno da destinare a
una scuola.
Questo è il vero schifo,
altro che le assurde accuse mosse dai leader francesi all'Italia.
E non è finita qui!
Grazie ai vincoli a cui
sono soggette le ex colonie la Francia ha il diritto di prelazione su
tutte le risorse naturali presenti nei Paesi; ha per le sue imprese
una sorta di ius primae noctis nell'aggiudicazione di appalti
pubblici. Non a caso le attività economiche sono nelle mani di
francesi: acqua, legno, cotone, elettricità, trasporti, telefonia,
uranio, oro e banche. Ancora oggi in alcuni Stati come il Burkina
Faso vengono letteralmente spostati interi villaggi per dare il passo
all'estrazione dell'oro con l'inevitabile perdita di terreni
agricoli; quei terreni necessari al sostentamento del popolo che vive
per la stragrande maggioranza di agricoltura.
E non è finita qui!
La Francia si è arrogata
il diritto esclusivo di fornire attrezzature militari e di addestrare
gli ufficiali militari di tutte le ex colonie; si è garantita il
diritto legale di intervenire militarmente per la protezione dei
propri interessi e di avere basi e truppe dislocate in aree
totalmente gestite e controllate dal suo esercito; ha imposto la
lingua francese come lingua ufficiale.
La Francia ha calpestato
e continua a farlo i diritti più elementari di tanti popoli
africani. Eppure si lamenta del comportamento dell'Italia nel cercare
di regolare i flussi migratori in casa sua; quegli stessi flussi
selvaggi nati proprio dallo spietato egoismo di una nazione a cui non
frega nulla che, nel momento in cui sto scrivendo questo articolo,
migliaia e migliaia di bambini lavorano dodici ore al giorno nelle
miniere d'oro e nel settore del cotone per un piatto di riso e
fagioli.
La Francia, con la sua
voglia di grandeur, ha condotto molti Stati africani (vedasi anche il
recente caso della Libia) verso livelli intollerabili di
disoccupazione, sfruttamento e povertà. La Francia è una democrazia
miope che ha portato le sue banche e le multinazionali come la Total,
l'Orange, l'Areva ad assorbire le ricchezze naturali delle nazioni
africane distruggendo senza alcuna pietà la natura e il relativo
delicato equilibrio ambientale. E tutto ciò grazie alla forza, alla
prepotenza, alle armi usate dal governo di turno per soffocare
qualsiasi moto di ribellione.
La Francia è ricca
grazie a ciò che ha tolto e toglie ancora all'Africa.
Alfred B. Revenge
venerdì 22 giugno 2018
venerdì 1 giugno 2018
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