giovedì 4 ottobre 2018

"Intervista al Banchiere Felice Strozzo"


Intervista al Banchiere Felice Strozzo

<Presidente Strozzo, le sono molto grato per aver accettato quest'intervista per conto del mio quotidiano.>
<E' stato un piacere; d'altronde il giornale per cui scrive, “la gazzetta degli idioti”, ha la maggiore diffusione nel paese e risulta di grande utilità per uomini della mia specie. >
<Vogliamo cominciare?>
<Inizi pure.>

Domanda
<Presidente, può presentarsi ai lettori?>
Risposta
<Certo. Il mio nome è Felice Strozzo, sono nato il 1 aprile di un anno magico; laureato in economia con il massimo dei voti “all'università usuraia internazionale”; sono presidente della “banca di spoliazione”,membro del più esclusivo e autorevole club mondiale: “il club dei quaranta ladroni”.>

Domanda
<La sua notorietà ormai è diffusa dappertutto; la sua banca è fra le privilegiate che può battere moneta; i soldi che produce sono in tasca a tutto il nostro popolo. Può raccontare le origini di questo straordinario successo?>
Risposta
<Ragazzo mio; tutto ha inizio con le letture di alcuni libri; testi che hanno illuminato la mente facendo vedere chiaramente la strada da percorrere per raggiungere il vero potere, quello basato sul controllo del denaro.>

Domanda
<Sarebbe così magnanimo da illuminare anche noi?>
Risposta
<Farò un'eccezione in considerazione della qualità dei suoi lettori. Vede, l'obiettivo di grandi banchieri e uomini di potere come me è creare le condizioni affinché il popolo sia sempre e costantemente sopito, guidato nella formulazione del pensiero, distratto da amenità quali fiction televisive e continui frivoli programmi di intrattenimento; insomma, disattento a tal punto da non capire più cosa stia realmente succedendo.
Caro giornalista, il popolo è una vera seccatura; non a caso Friedrich von Hayek, nobel per l'economia, uno dei teorici del nostro liberismo estremo, il padre del fondamentalismo di mercato, uno dei tutori della classe dominante, cioè di coloro che, come me, rappresentano l'élite mondiale espresse le seguenti mirabili parole:
bisogna fornire agli indigenti e agli affamati qualche forma di aiuto, ma solo nell'interesse di coloro che devono essere protetti da eventuali atti di disperazione da parte dei bisognosi.”
Comprende la lungimiranza di questa affermazione? La massa deve stare sempre sotto schiaffo, incapace di capire come stanno realmente le cose, soddisfatta di quel poco che benevolmente ogni tanto diamo. E lo Stato non deve interferire in questa strategia che mira a premiare i più furbi, quelli, come me, con un alto tasso di inumanità. D'altronde è grazie al popolo che noi grandi illuminati possiamo aumentare le nostre ricchezze, prosperare e, soprattutto, comandare senza farcene accorgere. Che godimento personale avere a disposizione una massa di ignoranti sempre proni e ubbidienti alla mia volontà.
Domanda
<E la democrazia? Non è il popolo a dover essere sovrano?>
Risposta
<Il popolo sovrano di se stesso; che bestemmia! Sarebbe la fine della mia nobile stirpe. La democrazia deve essere solo apparente, mai sostanziale. Dobbiamo concedere quel tanto sufficiente a generare l'illusione che il popolo viva in un autentico stato democratico.
Il grande maestro Hayek ha espressamente enunciato il concetto che la democrazia in un paese deve essere portata ai minimi termini proprio per consentire ai pochi e giusti uomini superiori di imporre le loro leggi su quell'impiccio del popolo caprone e ignorante; ma, badi bene, un benedetto impiccio per il conseguimento dei nostri interessi.

Domanda
<Presidente, mi scusi, ma come ha raggiunto in concreto, insieme ai suoi eminenti colleghi, questo risultato?>
Risposta
<Semplicissimo; facendo in modo che il popolo non sia più sovrano della propria moneta.>

Domanda
<Può spiegare meglio questa sua ultima affermazione?>
Risposta
<Ah...quanta pazienza ci vuole con gli esseri come lei. Va bene, cercherò di spiegarlo nella maniera più semplice possibile al fine che almeno un'infinitesimale conoscenza entri nel vostro cervello addormentato.
Dopo anni di grande lavoro ai fianchi io e il mio gruppo di ambiziosi oligarchi siamo riusciti a convincere politici inetti o corruttibili che la migliore soluzione per una nazione sarebbe stata quella di privarsi della capacità autonoma di battere moneta e di delegare a questa funzione solo e soltanto le magnanime e lungimiranti banche private.
In pratica abbiamo costruito le basi per fare in modo che anche questo paese non abbia capacità di spesa autonoma, non abbia la facoltà di emettere da solo i propri quattrini utili per lo sviluppo con deficit positivo. Questo Stato, come tanti altri, ora non ha più la competenza di emettere moneta a credito; può solo indebitarsi, prendere cioè moneta a debito. E indovini un po', da chi deve prenderla? Da me! Così, caro mio, io fabbrico dal nulla le belle e indispensabili banconote o la moderna versione in bip elettronici, le pago soltanto il costo della loro realizzazione tipografica o lo sforzo di digitare un tasto su un computer e le rivendo al valore facciale al mio stesso Paese. E la cosa ancora più da ridere sa qual è? Che su quei soldi prodotti dal nulla ci guadagno anche gli interessi.
Voi, massa di pecoroni, siete talmente imbecilli che non riuscite a elaborare questa domanda elementare:
Ma per quale ragione non è lo Stato ad avere il diritto di creare il denaro dal nulla?”
Io e i miei fratelli elitari siamo riusciti con facilità a domare la vostra scarsa sete di verità insegnandovi a credere alla gigantesca balla che solo pochi uomini prescelti sono in grado di determinare la giusta via da far percorrere al denaro.
Siete proprio degli stupidi; non vi rendete neanche conto che il valore della moneta nasce dalla fiducia che voi gli avete assegnato. Voi dovreste essere i veri padroni della moneta, ma la vostra ottusità impedisce di vedere la realtà garantendo dominio assoluto alla classe elitaria che rappresento.
Si rende conto, adesso, di quanto sia infinitamente intelligente? Si rende conto di quanto la massa sia infinitamente idiota e non degna di avere una sua completa libertà. Il popolo ha bisogno di essere guidato da uomini come me.

Domanda
<E chi decide il tasso di interesse sui prestiti?>
Risposta
<Ovvio, io! Io decido quale deve essere il costo di finanziamento per il Paese. Forse non ha capito bene; io decido in tutta la materia finanziaria. Io decido quale nazione far stare meglio o peggio.>

Domanda
<Presidente, lei è veramente un genio. Ma, se lo Stato non può creare moneta e deve sempre indebitarsi per andare avanti da dove prenderà i soldi per rimborsare i prestiti ricevuti?>
Risposta
<Ah! Ah! Ah! Qui sta il bello. Lo Stato dovrà continuare in eterno a chiedermi i soldi in prestito e pagarmi gli interessi spremendo i suoi cittadini, cioè voi utili ebeti, tramite tasse continue. Io vivo succhiando il sangue degli esseri umani e ricevo in cambio eterna gratitudine.

Domanda
<Perché signor Presidente?
Risposta
<Perché con l'intenso lavoro di oliatura a tutti i livelli si è fatto entrare nella vostra testa bacata che i balzelli fiscali hanno la nobile prerogativa di essere utilizzati per le spese necessarie alla pubblica utilità. E non sanno che questa è la più grande sciocchezza inventata nel secolo scorso. Come è ben noto a noi pochi illuminati i soldi delle tasse vanno a finire in larga parte a me e ai consoci banchieri unici deputati alla stampa tipografica o virtuale della moneta. Solo noi possiamo emettere soldi o bip elettronici per poi prestarli; e gli utili cretini non hanno afferrato, e mai afferreranno, che il prestare denaro è specifica peculiarità del proprietario, cioè di colui, Stato e di conseguenza i cittadini utilizzatori, che crea il valore della moneta e non di quello che semplicemente la stampa. E di conseguenza l'intera dilapidazione fiscale è proprio data dalla differenza tra il valore facciale della moneta e il costo tipografico. E questa dilapidazione chi la incassa? Ah! Ah! Ah!Ma io naturalmente unitamente agli altri cari e sapienti colleghi.
Inoltre, agendo in questa maniera lo Stato vedrà ridotto il denaro in circolazione e per averne ancora dovrà obbligatoriamente rivolgersi a me, e badi bene questo per legge. Insomma, ho generato una spirale che non finirà mai. Diciamo che ora il popolo ha un clistere perenne nel suo capiente deretano; e solo io ho l'autorità di regolare il flusso del liquido.>

Domanda
<Presidente; ma il popolo potrebbe fare qualcosa per modificare questa situazione?
Risposta
<Ah! Ah! Ah! Sta scherzando vero? Io sono riuscito, insieme agli illustri e amabili membri del club, a far approvare dal parlamento dello stato una legge costituzionale che di fatto obbliga al pareggio di bilancio. Sa cosa significa?

Domanda
<No, può gentilmente spiegarlo?>
Risposta
<Bene, ragazzo mio. Il nostro Paese ha modificato la costituzione inserendo l'obbligo di perfetto equilibrio fra entrate e uscite, il così detto “pareggio di bilancio”. Abbiamo convinto i politici che questo obbligo risulta indispensabile al risanamento dei conti pubblici, visto l'indebitamento elevato; cioè quell'indebitamento che io ho voluto per i miei interessi e che dovrà protrarsi all'infinito. Quindi, usando vorace astuzia ho ideato questo piano che di fatto ha legato ancor di più il Paese al mio volere. In pratica questo diabolico cervello ha fatto sì che il popolo, per dettato costituzionale, dovrà risanare il debito contratto con un privato. Ovviamente ciò creerà devastanti conseguenze per l'intera popolazione, ma grandi utilità per me e gli altri soci. Infatti, lo stato sociale pian piano diminuirà la propria forza e la gente comune dovrà avere sempre i pochi nobili come riferimento. Una sorta di ritorno al medioevo con i sudditi che in silenzio vivono della benevolenza del loro signore. E gli utili idioti non hanno ancora capito che lo stato sociale è un diritto, non una beneficenza. Ma questo livello di ignoranza ho contribuito a costruirlo con la mia famelica avidità.

Domanda
Presidente, ma qualcuno dei politici ha compreso la sua strategia?>
Risposta
<La maggioranza non ha capito niente; altri che hanno il cervello funzionante o hanno fatto finta di non intendere, e qui li ho aiutati io, o hanno protestato senza creare alcuna modifica. Vede, la cosa importante è proprio questa; la maggior parte dei politici e del popolo deve rimanere in perenne letargo, altrimenti sarebbero seri problemi per me e gli altri fratelli. Se la gente arrivasse finalmente anche solo a intuire come li ho portati a una totale sudditanza economica e sociale...beh, non ci voglio neanche pensare alle eventuali conseguenze per la mia salute. E pensare che tutto questo potere si regge sulla vostra remissività.

Domanda
E quelli che hanno o stanno protestando che risultati stanno ottenendo?>
Risposta
<Il nulla assoluto! Qualche idealista ha persino tentato una qualche causa, ma con risultati pari a zero; anzi, persino la magistratura ha dichiarato che non compete ai giudici come lo Stato svolge le funzioni di politica monetaria. Ci fu persino qualche deputato che presentò in parlamento una proposta di legge nella quale si affermava al primo articolo:
la moneta appartiene al popolo che la usa per perseguire gli scopi garantiti dalla costituzione.”
Ovviamente, grazie anche al mio intervento, questa proposta non è mai stata discussa.
Pensi che sono riuscito, per stare ancora più tranquillo, a far modificare un articolo del codice penale relativo all'attentato contro la costituzione dello Stato.

Domanda
In che senso, signor Presidente?>
Risposta
<Nel senso che esisteva un pericoloso articolo del codice penale che indicava: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.”
Tenga conto della potenziale pericolosità, almeno per me, del generico termine “con mezzi non consentiti”, cioè di quei mezzi caratterizzati da frode, falsità, arbitrio, eccetera. In breve, poteva capitare un qualche coraggioso giudice che, inquadrati gli esatti scopi, mi pizzicava in flagranza violazione di un grave reato.
Invece, io cosa ho fatto? Ho fatto in modo che vi fosse una piccola variazione al testo allontanando qualsiasi tipo di pericolo dalla mia persona.

Domanda
<Perché, com'è formulato oggi quell'articolo?>
Risposta
<E' scritto che: “Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo, è punito con la reclusione non inferiore ai cinque anni.>

Domanda
<Vuol dire che è riuscito a far ridurre il livello della pena?>
Risposta
<Lei è veramente ingenuo; quello è il minimo. Quando ho notato che qualche agitatore si muoveva troppo ho fatto in maniera che la frase“con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale” fosse completamente eliminata e aggiunta, invece, quella ben più roboante ma innocua: “con atti violenti”. E, infatti, io non ho usato violenza nel far modificare allo Stato l'orientamento scientifico inerente il concetto di sovranità monetaria; ho usato mezzi con altri livelli di convincimento. Esempio, ho fatto comprendere che sarebbe stato un grave errore mantenere nell'ambito politico-governativo l'autonoma capacità di stampare quattrini, che maggior benessere ci sarebbe stato cedendo questo potere a una banca privata. Ho solo fatto una piccola omissione; ho dimenticato di avvisare che il conseguente benessere sarebbe stato riservato esclusivamente ai membri del mio club.

Domanda
E in altri paesi succede la stessa cosa?>
Risposta
<Solo in quelli dove siamo riusciti a distruggere la sovranità monetaria. In alcuni non ce l'abbiamo fatta, almeno per il momento, a causa proprio della sciagurata decisione dei governanti di far decidere direttamente i loro popoli. Ascolti questa breve storia. Esisteva un piccolo Paese dove non vi erano banche. A un certo momento la popolazione di quella nazione decise di realizzare alcune opere pubbliche e chiese l'intervento del governo; quest'ultimo stampò dal nulla il denaro necessario per effettuare gli investimenti richiesti dai cittadini. Appena la nuova moneta entrò nel circolo della comunità ebbe immediata accettazione dando un improvviso impulso a tutta l'economia. Lo Stato previdentemente azionò la leva fiscale per controllare la massa monetaria e impedire un'impennata dell'inflazione. Ma la crescita continuò con conseguente stampa e messa in circolazione di altra moneta per far fronte alle nuove opere pubbliche; l'inflazione veniva quasi riassorbita dallo sviluppo. In pratica, per gli interi investimenti non si creò neanche un'unità di debito pubblico. Ma poi venimmo noi banchieri; questo virus di autonomia, se si fosse propagato, avrebbe potuto causare gravi danni alla nostra categoria e così cercammo di convincere la popolazione locale che lo sviluppo senza indebitarsi con noi era un grave pericolo. Tentammo in ogni modo di convincere questa gente troppo sveglia; cercammo in ogni modo di bloccare nuove iniezioni di denaro da parte dello Stato e convertirlo in stupendi debiti e, alla fine, ci riuscimmo. Sa cosa successe? Nel giro di poco tempo portammo giustamente l'economia di quella nazione sull'orlo del baratro, visto che l'avevamo riempita di debiti pubblici.>

Domanda
<Presidente, qual è la morale di questo suo breve racconto?>
Risposta
<Che l'emissione di moneta nazionale da parte dello Stato genera solo occupazione e benessere per il popolo, ma non per noi banchieri. Quindi, questa abominevole condizione non può essere mai accettata e va strenuamente combattuta. Il popolo deve essere infelice affinché la mia nobile categoria, e quelle a me collegate, prosperi e mantenga il più alto livello di potere.>

Domanda
<Presidente, quindi, qual è il debitore ideale?>
Risposta
<Quello che non restituisce mai completamente il proprio debito. Oggi mi sento magnanimo e le racconterò un'altra storiella. Il mio club anni fa riuscì a cambiare radicalmente la mentalità della gente trasformandola in una società di consumatori con il conseguente sviluppo dell'offerta del credito. Più credito per allargare a macchia d'olio il bisogno stesso del credito. La prima operazione fu con le carte di credito il cui principio base era appunto di far consumare alla gente subito e pagare dopo. Quale magnifica strategia vincente! Pensi che inculcammo alla gente che le banche erano buone poiché permettevano alla gente comune di soddisfare in tempo reale i loro desideri. Anzi, successivamente facemmo ancora di più consentendo di non pagare subito neanche il debito contratto per l'acquisto. Dicemmo: non hai i soldi? Nessun problema! Noi siamo amabili e generosi, pertanto ti diamo altro credito per ripagare il debito. Non solo, pensi a quello fatto gradatamente negli ultimi anni con l'introduzione dell'obbligo che le principali operazioni vanno necessariamente fatte solo avendo la disponibilità delle meravigliose tessere di plastica, e ciò anche per gli adorabili vecchietti.
Com'è bello essere banchieri!

Domanda
<Presidente, ma nel suo lavoro è controllato da qualche altra istituzione?>
Risposta
<Ah! Ah! Ah! Non faccia domande prive di ogni logica. Io controllato? Mai!

<Presidente, questa intervista è stata veramente molto istruttiva. Pensa che i lettori apprezzeranno le sue parole?>
<I suoi lettori non apprezzeranno un bel niente, visto che sono soltanto una moltitudine di pesci senza cervello in balia di un predatore come me.>
<Grazie, signor Presidente!>
<Stia attento, non lasci il prezioso clistere sulla sua sedia!>


Alfred B. Revenge (dal libro "Svegliamoci", prima edizione febbraio 2015)


mercoledì 3 ottobre 2018

"L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare."


“L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare.” Osservando ciò che sta succedendo in questi giorni in Italia mi è tornata in mente la storica frase del mitico Gino Bartali. Il governo italiano, espressione della maggioranza dei cittadini, ha messo in cantiere una serie di iniziative in linea con gli impegni elettorali ed ecco che si sta scatenando una bufera. Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea, attacca l'Italia; la ben nota banca Goldman Sachs redige un report schock mettendo sotto accusa l'Italia; l'agenzia di rating Moody's inizia a mettere le mani avanti circa i rischi del Bel Paese; i mercati finanziari, cioè il Santo Graal manovrato dai sacerdoti del dio denaro, tengono sotto pressione l'Italia; la quasi totalità dell'informazione critica la manovra del nuovo governo; la stampa tedesca annuncia sfracelli per l'Italia; autorevoli esponenti politici e istituzionali italiani criticano apertamente l'iniziativa governativa; insomma, sembra che tutti abbiano armato i fucili per puntarli verso i rappresentanti della maggioranza uscita alle ultime elezioni. Eppure, in tutto questo bailamme la frase che più mi ha incuriosito è stata quella del francese Pierre Moscovici, Commissario agli Affari Economici: “Quando un Paese si indebita, si impoverisce. Quando siamo indebitati siamo inchiodati, non possiamo agire” (fonte: Ansa, 28 settembre 2018). Già, il debito. Ma per caso esiste la possibilità per uno Stato di ottenere fondi senza indebitarsi? E' proprio questo il punto cruciale, l'intero sistema finanziario mondiale è costruito sul debito, non esiste la possibilità per l'Italia o per qualsiasi altro Paese di avere fondi senza ricorrere ai sacerdoti ai novelli usurai legalizzati. Ciò che scrissi sulla natura del debito oltre tre anni fa è sempre più attuale (da Svegliamoci, edizione febbraio 2015):

“L'uomo è ormai schiavo del debito! La pagina web del “The Economist” dal titolo “The Global Debt Clock” indica l'orologio del debito pubblico mondiale, una cifra colossale di decine di migliaia di miliardi di dollari che aumenta ogni secondo di circa trecentomila dollari. E questo numero non considera i debiti personali di tutti gli esseri umani e delle imprese, altrimenti la cifra supererebbe i duecentomila miliardi di dollari. La vita di ogni persona è racchiusa in una gabbia costruita su di un debito che mai potrà estinguersi visto che la sua origine è strettamente legata al sistema monetario esistente che comporta da un lato la creazione del denaro dal nulla da parte delle banche e dall'altro l'incredibile assunto che uno Stato per approvvigionarsi di fondi deve obbligatoriamente rivolgersi al mercato finanziario, entità eterea governata dagli adoratori di ciò che S. Francesco d'Assisi definì “lo sterco del Demonio”. Ormai questa follia è riconosciuta e ammessa dagli stessi addetti ai lavori. Dobbiamo convincerci dell'enorme bufala fatta entrare nei nostri cervelli da una martellante informazione controllata dalla ristretta cerchia della classe dominante sul pianeta, quella dei grandi banchieri internazionali. Quella, per intenderci, che controlla da oltre due secoli i centri vitali dell'intera economia mondiale, dall'informazione all'energia, dalla finanza all'industria militare. Questa illustre categoria è riuscita con abile maestria a trasformare un semplice strumento di scambio nella più potente arma di distruzione di massa. Il denaro è creato dalle banche ogni volta che si concede un prestito. Questa è la verità, punto e basta! Finiamola con il pensare che una banca concede finanziamenti con i soldi depositati dai risparmiatori. E' una menzogna! Il prestito crea il deposito e non il contrario.
Quindi, drammatica conclusione, l'intera offerta monetaria è rappresentata dal debito. Ci rendiamo conto di questa assurdità? Mai e poi mai il debito potrà estinguersi perché alimenta se stesso attraverso la produzione continua di denaro bancario che ormai rappresenta circa il novantasette per cento del totale. Il residuo tre per cento è quello emesso concretamente in banconote colorate dalle varie banche centrali che come amorevoli mamme proteggono i loro figli permettendo loro di emettere in esclusiva moneta virtuale o bancaria, che poi è la stessa cosa. La banca non ha più il classico ruolo di intermediario tra il risparmio e il credito, non concede più i prestiti sulla base di soldi reali a disposizione, ma su quelli inventati, su quelli nati da semplici impulsi elettronici. Altresì, sul niente vengono chieste garanzie reali, come per i classici mutui; ipoteca sulla casa perché qualcuno ha pigiato un tasto del personal computer. Però, un bell'affare per le banche, da quattrini che mai hanno posseduto ricevono garanzie reali, incassano interessi reali e nel caso di difficoltà del debitore si appropriano di un prodotto autentico del lavoro umano. E ancora, tutta questa moneta bancaria gira vorticosamente per finanziare operazioni di finanza selvaggia, quale quella sui derivati. La creazione di denaro dal nulla rappresenta un privilegio esclusivo, non vantato da nessun altro. Sarebbe bello se ogni capo famiglia avesse nel portafoglio un euro in grado di moltiplicarsi per magia. Nel passato solo un grande Maestro riuscì in un tale processo di moltiplicazione, ma lui lo fece nell'esclusivo interesse della gente, dei più poveri. Nel caso contemporaneo l'interesse è solo a vantaggio di una classe elitaria ben sostenuta dai politici, dai mass media e da presunti esperti di scienze economiche.
Quindi, la massa di denaro in circolazione cambia soltanto per l'intervento delle banche attraverso l'aumento o la diminuzione del credito. Ogni prestito crea denaro. E chi ha il monopolio mondiale del credito? Le banche! Conseguenza logica, le banche che controllano il credito di uno Stato ne indirizzano le politiche e le leggi tenendo per le palle l'intero popolo. E chi controlla le grandi banche? Un numero ristretto di individui che, pilotando l'emissione del denaro, gestiscono il credito e ne determinano la distribuzione; un potere immenso, da novelli dittatori. Miliardi di individui schiavi di un meccanismo diabolico che consente di arricchire poche famiglie e, nel contempo, di oscurare la più semplice delle verità; cioè che, nonostante le moderni tecnologie, le ricchezze di madre natura, il lavoro, le abbondanti risorse alimentari, ci sono sempre pronte delle crisi economiche che producono conflitti, disoccupazione, fame e infelicità. Allora si attivano subito i media, i politici prezzolati e gli accademici di turno per sbandierare teorie scientifiche utili a giustificare del perché un popolo debba soffrire e pagare il conto per fatti di cui neanche conosce l'origine.
Ecco perché da tempo sostengo la tesi che la scienza economica moderna basata sul neoliberismo è una non scienza, rappresenta soltanto l'arte di illusionisti addestrati alla corte del diavolo in persona.
Si potrà affermare che sono un folle, ma nessuno mi convincerà che sia giusto risanare un debito generato con l'inganno da novelli falsari attraverso le sofferenze di interi popoli. Non è giusto perché basato su di un perverso principio: gli Stati hanno rinunciato da tempo alla propria sovranità monetaria preferendo cedere il controllo e la creazione del denaro a una struttura bancaria privata, autonoma e completamente indipendente dalla volontà e dall'interesse della gente. E questo ha comportato la drammatica conseguenza che i soldi prodotti dalle banche, cioè il famoso novantasette per cento sul totale, vengono generati esclusivamente mediante prestiti con i relativi interessi. Quindi gli Stati e i relativi cittadini hanno un debito complessivo che aumenterà in eterno e il denaro vive soltanto perché esiste il debito.
I banchieri sono riusciti a drogare le nostre menti a tal punto che non riusciamo più a comprendere semplici e naturali verità. Com'è possibile aver dimenticato che uno strumento di scambio come il denaro deve risultare di proprietà delle persone e che, pertanto, la sovranità monetaria deve appartenere allo Stato che li tutela e li protegge nei suoi diritti. Lo Stato può e deve risultare l'unica entità deputata a creare la moneta necessaria a entrare nel circuito economico della nazione. Lo Stato deve creare il denaro per realizzare tutti gli investimenti e le spese necessarie allo sviluppo del paese. E il bello è che così facendo il denaro rappresenta una posta attiva del bilancio e la sua stessa esistenza non c'entra proprio nulla con il debito. L'unico limite a tale emissione è costituito dalla capacità produttiva del Paese e dal saldo import-export e ciò per non ingenerare insidiosi processi inflazionistici. In tal modo la ricchezza non sarà di appannaggio esclusivo dei grassi banchieri internazionali.
Bisognerebbe sempre ricordare che le crisi economiche sono causate dal fatto che l'attuale sistema monetario mondiale si basa sulla regola che gran parte del denaro è prodotto dal debito che, a sua volta, è maggiorato degli interessi. Che tale massa di quattrini è generata dal nulla dalle banche attraverso la concessione dei prestiti e che buona parte di essa va sempre a finire in operazioni finanziarie speculative e non nell'economia reale.
Purtroppo abbiamo fatto l'abitudine alle invisibili catene che ci legano. L'uomo è schiavo del debito e dei suoi creatori, i banchieri. Sono loro la prima causa delle gravi crisi economiche che, periodicamente, affliggono i vari popoli della Terra. Infelicità, povertà, disoccupazione, tasse infinite sono prodotte da esseri avidi e senza scrupoli morali, dai sacerdoti del dio denaro.”
Le parole del Commissario Moscovici travasano di ipocrisia visto che il sistema monetario mondiale è fondato sul debito; esso è il dogma per gli Stati. Soltanto una rivoluzione copernicana potrebbe capovolgere la situazione ponendo la proprietà del denaro all'atto dell'emissione in capo ai cittadini e non alle banche, centrali o commerciali che siano. E' inutile, la frase del grande Gino Bartali si adatta perfettamente all'attuale situazione politica ed economica: “L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare.”

Alfred B. Revenge




sabato 1 settembre 2018

"Quale futuro per gli Italiani?"


La crescita in Italia sta rallentando, gli ultimi dati Istat evidenziano che oltre cinque milioni di Italiani si trovano in una condizione di povertà assoluta e altri sette milioni in grave deprivazione materiale, cioè nella oggettiva incapacità di sostenere spese per determinati beni o servizi (affitto, bollette, mutuo, pasti adeguati ogni due giorni, riscaldamento della casa, ecc.); in sostanza, oltre dodici milioni di italiani sono marcati ufficialmente come persone disperate. Il tasso di occupazione (Istat) risulta inferiore al sessanta per cento, ben al di sotto della media europea; il declino demografico si accentua sempre di più al punto che le proiezioni Eurostat indicano che nel giro di una settantina di anni la metà degli abitanti nella nostra amata penisola saranno di origini africane e asiatiche. D'altronde, contrastare le problematiche finanziarie derivanti da una popolazione in declino risulta impresa disperata per l'Italia vista l'impossibilità di seguire autonome politiche monetarie, fiscali e sociali. Mai dobbiamo dimenticare che il nostro Paese è privo di sovranità monetaria essendo legato a una valuta comune -l'euro- nell'ambito di un'unione artificiale priva di concordanza politica; basti pensare agli accadimenti giornalieri che vedono l'Unione Europea senza solidarietà tra i singoli Stati, senza coesione, senza comuni obiettivi geopolitici. Francamente rimango molto perplesso quando sento autorevoli fonti istituzionali e accademiche affermare che la sostituzione della forza lavoro italiana con quella degli immigrati stimolerà la futura crescita economica del Paese. A dir la verità trovo sconcertante che, mentre giovani e preparati italiani applicano le loro competenze trasferendosi all'estero, centinaia di migliaia di immigrati entrano in Italia andando a ingrossare le fila dei nullafacenti o, ancora peggio, delle organizzazioni criminali.
La situazione la vedo sempre più drammatica e la preoccupazione aumenta per il futuro.
Ora l'attuale compagine governativa vorrebbe attuare il suo programma di cambiamento facendo ricorso a un maggior debito; cosa estremamente pericolosa visto che l'Italia opera di fatto con una moneta estera, cioè l'euro. Aumentare ancora il debito pubblico senza avere il controllo della propria moneta è operazione assai rischiosa e fa navigare in acque subdole e ricche di gorghi. Da anni sostengo che stando all'interno dell'euro è impraticabile per l'Italia attuare iniziative economiche difformi dalla desiderata dei nostri controllori di Bruxelles e Francoforte; infatti, qualora non rispettassimo i diktat dei tecnocrati mai eletti da nessun cittadino sarebbe gioco facile per la Banca Centrale Europea chiudere i rubinetti e privarci della liquidità necessaria per far fronte alle nostre necessità.
Peraltro non sarebbero comportamenti insoliti, visto che già si sono attuati nei confronti della Grecia e in parte nei confronti della nostra nazione nel corso della crisi politica del 2011 che portò all'insediamento del governo Monti strettamente legato agli interessi dei banchieri internazionali.
E proprio su quest'ultimo episodio ci fu la scioccante rivelazione del senatore Massimo Garavaglia durante un convegno a S.Ambrogio il ventuno settembre 2012. In quella circostanza il politico italiano disse chiaramente che alcuni ispettori della Banca Centrale Europea minacciarono di lasciare a secco l'Italia se non si fosse nominato Mario Monti nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri. Insomma, un vero e proprio attentato alle istituzioni del Paese.
Per non parlare dell'incredibile estorsione ai danni del Parlamento Italiano in occasione dell'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione. Ricordate? Mai bisognerebbe dimenticare la confessione dell'ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando il giorno tre settembre 2016 durante la festa del Fatto Quotidiano:
“Oggi noi stiamo vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia. Oggi, sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di bypassare completamente le democrazie nazionali. Io faccio soltanto due esempi. I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i soggetti che si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non legittimati democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie di fronte al fatto compiuto.
Faccio un esempio. La modifica, devo dire abbastanza passata sotto silenzio, della Costituzione per quanto riguarda il tema dell'obbligo di Pareggio di Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese. Fu il frutto del fatto che a un certo punto la Banca Centrale Europea, più o meno (ora la brutalizzo) disse: <O mettete questa clausola nella vostra Costituzione o, altrimenti, chiudiamo i rubinetti e non ci sono i soldi alla fine del mese>.
Io devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi vergogno di più di aver fatto. Io penso sia stato un errore approvare quella modifica non tanto per il merito, che pure è contestabile, ma per il modo in cui si arrivò a quella modifica di carattere costituzionale.”
Insomma, solo due anni fa un Ministro della Repubblica Italiana spiegò come la Banca Centrale Europea avesse compiuto un atto estorsivo a danno del Parlamento Italiano, eppure non mi risulta ci furono prese di posizioni forte da parte dell'allora Governo, non mi risulta una levata di scudi dell'informazione, non mi risulta lo sdegno della élite intellettuale, non mi risultano iniziative da parte di una qualche procura .
Le attuali catene imposte dai vincoli di bilancio, ormai con forza costituzionale, impediscono di attuare una politica di reale sviluppo economico poiché lo Stato può solo indebitarsi attraverso i mercati finanziari regolati dai prestigiatori dell'usura. Mi fa specie che l'attuale governo non sappia che il suo ambizioso programma fa a pugni con la norma sul pareggio di bilancio. I veri pupari hanno lavorato egregiamente, sono riusciti a coordinare i loro burattini in maniera tale da programmarne i movimenti futuri.
E allora, cosa fare? Io penso che i componenti dell'attuale governo per risollevare le sorti di un'Italia sempre più debole, per dare un futuro più sereno agli Italiani, dovrebbero studiare con attenzione gli insegnamenti di un antico connazionale, di un vero maestro della politica, di Niccolò Machiavelli. La dimensione politica deve riprendersi la sua autentica capacità decisionale iniziando proprio dal riacquisto della sovranità monetaria.
Come non ricordare le parole del prof. Giuseppe Guarino indicate nel suo “saggio di verità sull'Europa e sull'euro”:
“Alla base di ogni moneta vi è sempre una disciplina giuridica. Può essere quella propria di un regime di mercato, quella di un regime di stampo collettivistico, o quella di una economia mista. Queste tipologie, diverse tra loro, hanno un elemento in comune. ALLA GESTIONE DELLA MONETA E' SEMPRE PREPOSTA UNA AUTORITA' POLITICA FACENTE PARTE DELL'ORGANISMO DI VERTICE. Nei regimi di mercato l'autorità politica è coadiuvata dal responsabile della Banca centrale. L'euro costituisce il primo esempio di una moneta in cui, secondo la disciplina del Trattato, vertici politici, pur partecipando alla gestione della moneta, non ne avrebbero avuto la responsabilità esclusiva.”
Come ben si sa l'euro non è gestito da un'autorità politica emanazione diretta del popolo, bensì da banchieri e loro diretti rappresentanti. Ecco, quindi, che i nostri leader dovrebbero parlare di meno e sforzarsi di seguire i comportamenti dei grandi del passato ed essere, come indicava Machiavelli nel suo Principe: leone e volpe.

Alfred B. Revenge



giovedì 28 giugno 2018

"Chi ha creato la crisi migratoria in Italia?"


Chi ha creato la crisi migratoria in Italia? (pubblicato il 28/6/2017 su "Il Corriere Nazionale")

Lo Stato che dobbiamo ringraziare più di tutti per la delicata situazione migratoria in cui da diversi anni versa l'Italia è la Francia. La ragione? Molto semplice, perché ci dichiarò guerra nel 2011. Penserete che sia uscito fuori di senno, ma vi invito a rileggere i numerosi articoli apparsi nel 2016 dopo lo scandalo delle mail di Hillary Clinton. Grazie a Wikileaks avemmo conferma all'intuizione che il conflitto del 2011 in Libia venne scatenato dai francesi, con relativo avallo anglo-americano, per affermare la potenza transalpina e disarticolare l'influenza italiana nel settore petrolifero, oltre che per appropriarsi delle enormi riserve di oro e argento. La ricordate quella drammatica lotta con migliaia e migliaia di morti e la conseguente devastazione della nazione nord africana? I nostri cari cugini ci fecero la guerra per soffocare l'ENI e potenziare il loro colosso energetico Total. Insomma, l'allora presidente Sarkozy liberò i cavalieri dell'apocalisse per estromettere l'Italia dal controllo del petrolio e del gas libico e proteggere il dominio coloniale in Africa. Ormai è storia nota che la decisione di destabilizzare la Libia nel 2011 fu presa essenzialmente da Sarkozy e Hillary Clinton, due persone che all'epoca rivestivano la carica di presidente della repubblica francese e segretario di stato degli USA. E una delle prove fu individuata nel messaggio di posta elettronica del due aprile 2011 inviata alla Clinton dal funzionario statunitense e suo stretto collaboratore, Sidney Blumenthal. Si tratta della email “Unclassified U.S. Department of State case No F-2014-20439 Doc. n. C05779612 Date: 12/31/2015”. Nel corpo del messaggio si specificava tra l'altro che i piani di Sarkozy erano guidati dalle seguenti ragioni:
-Il desiderio di ottenere una quota maggiore di petrolio libico.
-Aumentare l'influenza francese in Nord Africa.
-Migliorare la sua situazione politica in Francia.
-Fornire ai militari francesi l'opportunità di riaffermare la loro posizione nel mondo.
-Dare una risposta alla preoccupazione dei suoi consiglieri sul progetto a lungo termine di Gheddafi di soppiantare la Francia come potenza dominante dell'Africa francofona.
Capito? Si legge da qualche parte dell'intervento per scopi umanitari? Macché, è sempre una questione legata al denaro, al petrolio, al potere.
E la cosa ancor più avvilente fu che l'allora governo italiano accettò supinamente l'azione dei nostri alleati (Sic!) mettendo a disposizione le basi terrestri per l'attacco ad un Paese amico e ai nostri stessi interessi strategici. Quanto schifo, quanta vergogna.
La guerra voluta prevalentemente dalla Francia ha distrutto la Libia generando quel processo degenerativo che ha favorito lo sviluppo del terrorismo e dell'immigrazione selvaggia.
Ecco chi dobbiamo ringraziare!

Alfred B. Revenge


martedì 26 giugno 2018

"Gli Italiani sempre più Poveri"


Gli Italiani sempre più poveri. (pubblicato il 26/6/2018 su "Il Corriere Nazionale)

Secondo i dati ISTAT risulta che nel 2017 oltre cinque milioni di Italiani si sono trovati in una condizione di povertà assoluta, ovvero nell'impossibilità di acquistare beni di consumo sopra la soglia della sopravvivenza. A questi bisogna aggiungere gli oltre sette milioni di italiani (dati ISTAT 2017) che vivono in grave deprivazione materiale, cioè nella oggettiva incapacità di sostenere spese per determinati beni o servizi (affitto, bollette, mutuo, pasti adeguati ogni due giorni, riscaldamento della casa, ecc.). In sostanza, attualmente in Italia oltre dodici milioni di italiani sono marcati ufficialmente come persone disperate; stiamo parlando di circa il venti per cento della popolazione. Un dato che dovrebbe far seriamente riflettere sulle ragioni di un tale drammatico evento.
E cosa succederà quando per l'Italia inizierà il calvario previsto dal fiscal compact? Infatti, in un futuro ravvicinato, salvo augurabili invasioni aliene, scatterà la tagliola del pareggio di bilancio ed allora saranno guai tremendi. Per molti anni si dovranno prevedere veri e propri salassi a base di aumenti di tasse, spietate riduzioni della spesa e probabilmente patrimoniali che andranno a colpire quei ceti già severamente colpiti da questa perenne crisi. Ma sapete qual è uno degli aspetti più incredibili che più volte ho denunciato nei miei scritti? Che i nostri politici, i mass media e tutto il carrozzone che gira intorno a loro sapeva e sa perfettamente che questa normativa sul pareggio di bilancio è il frutto di un autentico attentato alla sovranità ed alla Costituzione del nostro amato Paese.
Pensate che sia uscito fuori di senno?
Se così fosse sarei in buona compagnia visto che il deputato Andrea Orlando, Ministro della Giustizia nella passata legislatura, così si espresse il tre settembre del 2016 durante la festa del Fatto Quotidiano:
Oggi noi stiamo vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia. Oggi, sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di bypassare completamente le democrazie nazionali. Io faccio soltanto due esempi. I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i soggetti che si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non legittimati democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie di fronte al fatto compiuto.
Faccio un esempio. La modifica, devo dire abbastanza passata sotto silenzio, della Costituzione per quanto riguarda il tema dell'obbligo di Pareggio di Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese. Fu il frutto del fatto che a un certo punto la Banca Centrale Europea, più o meno (ora la brutalizzo) disse: <O mettete questa clausola nella vostra Costituzione o, altrimenti, chiudiamo i rubinetti e non ci sono i soldi alla fine del mese>.
Io devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi vergogno di più di aver fatto. Io penso sia stato un errore approvare quella modifica non tanto per il merito, che pure è contestabile, ma per il modo in cui si arrivò a quella modifica di carattere costituzionale.”
Ci rendiamo conto della portata di queste parole? Ci rendiamo conto che un Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana candidamente dichiarò che la nostra democrazia è soltanto nei sogni visto che viene lapidata dai soggetti sovranazionali non legittimati dalla volontà popolare? Ci rendiamo conto che lo stesso ex Ministro dichiarò che la Banca Centrale Europea operò come un estorsore a danno del Parlamento Italiano? Eppure non mi risulta ci furono prese di posizioni forte da parte dell'allora Governo, non mi risulta una levata di scudi dell'informazione, non mi risulta lo sdegno della élite intellettuale, non mi risultano avviate iniziative da parte di una qualche procura. Gli Italiani sono continuamente stuprati da soggetti sovranazionali che hanno come unico scopo quello di salvaguardare una ristretta cerchia di potere, quella legata a filo doppio con il mondo delle conglomerate bancarie internazionali.
Non cadiamo ancora più in basso; che sia per tutti noi una sferzata l'invettiva di otto secoli pronunciata dal sommo poeta Dante Alighieri:
Ahi, serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”
Vogliamo che queste parole siano ancora attuali?
Se la risposta fosse sì allora il nostro cervello rimarrà chiuso in una cella dove l'unico passatempo sarà di guardare una delle puntate del grande fratello.
Se la risposta fosse, come spero, un no secco allora dobbiamo smetterla che da Bruxelles, da Francoforte, da Berlino, da Parigi o perfino dal Circolo Polare Artico ci dicano cosa fare. Noi Italiani dobbiamo decidere del nostro futuro e non anonimi tecnocrati manovrati da abili e straricchi burattinai sparsi per il mondo. Ricordiamoci le parole di Sandro Pertini: “Io credo nel popolo italiano. E' un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo”.
Con la sovranità nazionale ceduta di fatto ad un gruppo di avidi ricattatori che operano dietro privilegiate entità sovranazionali il popolo italiano assiste drammaticamente all'aumento della povertà, della disoccupazione, del disagio sociale e della infelicità.
Penso che il nostro mitico Presidente Pertini stia fumando sempre più nervosamente la sua famosa pipa.

Alfred B. Revenge


Vincenzo Cardarelli. "Passato"

"Passato" poesia di Vincenzo Cardarelli.


sabato 23 giugno 2018

"Il Cinismo e l'Ipocrisia della Francia"

Il Cinismo e l'Ipocrisia della Francia (pubblicato il 23 giugno 2018 su "Il Corriere Nazionale")

Nella vicenda della tratta di esseri umani dall'Africa verso l'Europa il Presidente francese Macron ha insultato pesantemente l'Italia dimenticando il più nobile tra gli insegnamenti:
“Perché osservi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?”
Infatti, la storia sta lì a dimostrare come proprio la Francia sia tra i principali responsabili di questo drammatico esodo di intere popolazioni per via del suo esistente impero coloniale.
Le nazioni africane ex colonie francesi solo formalmente hanno raggiunto l'indipendenza, nella realtà sono ancora sottomesse alla Francia in virtù di precisi accordi di cooperazione che minano alla base qualsiasi possibilità di avere una libera politica economica e sociale. Questi Stati in apparenza sovrani sono incatenati al volere francese sulla moneta, sul sistema educativo, sull'apparato militare e sulle preferenze commerciali. Questi Stati sono il Burkina Faso, il Benin, la Costa d'Avorio, la Guinea-Bissau, il Mali, il Niger, il Senegal, il Togo, il Camerun, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica del Congo, il Gabon, la Guinea Equatoriale, il Ciad e le Isole Comore.
E in questo elenco ci sono nazioni che sono state dilaniate da ripetuti sconvolgimenti politici e sociali; negli ultimi decenni di tutti i colpi di Stato avvenuti in Africa oltre il sessanta per cento si è verificato nelle ex colonie francesi. Il motivo? Di una triste semplicità; quando la Francia vede in pericolo i propri interessi, o meglio, quelli di una ristretta cerchia di potere, fa intervenire i propri servizi segreti o direttamente il suo esercito per ripristinare nello Stato, in apparenza indipendente, le condizioni ad essa favorevoli infischiandosene della sofferenza prodotta. I leader africani che non accettano questa condizione di nuova schiavitù vengono messi da parte o assassinati tramite un colpo di Stato. Altresì, quelli che abbassano la testa ubbidendo come scimmie ammaestrate vengono sostenuti e ricompensati con grandi ricchezze, mentre i popoli sono costretti a vivere nella povertà e nella perenne sofferenza. Un esempio tra tutti? La tragica vicenda di Thomas Sankara, Presidente del Burkina Faso.
La Francia, così prodiga di insulti verso l'Italia, detiene un primato unico al mondo, quello dell'appropriazione di denaro appartenente a centinaia di milioni di africani. Come? Grazie agli accordi coloniali fatti rispettare con la forza, le ex colonie devono depositare le loro riserve monetarie presso la Banca di Francia; e si badi bene, ciò avviene dal 1961. Non esiste una politica monetaria autonoma; le banche centrali africane sono obbligate a tenere il sessantacinque per cento delle riserve in valuta estera presso il Tesoro francese oltre ad un ulteriore venti per cento per la copertura delle passività finanziarie. In pratica l'ottantacinque per cento delle riserve non sono nella disponibilità del reale proprietario (gli Stati africani ex colonie francesi), bensì del novello negriero; non a caso, se un governo di una qualsiasi nazione volesse utilizzare il proprio denaro può farlo entro il limite del quindici per cento in un anno. Una sopraffazione bella e buona. Inoltre, se uno degli Stati avesse necessità di utilizzare un importo superiore al quindici per cento dovrà prenderlo in prestito da chi designerà la Banca di Francia pagando, ovviamente, gli interessi. Compreso il cinismo di una tale condotta? La Francia si arroga il diritto di impossessarsi dei quattrini prodotti dal lavoro umano nelle ex colonie africane e poi di fatto li concede in prestito facendo pagare pure gli interessi.
Pensare che da quando sono iniziate queste trasfusioni nelle casse della Banca di Francia sono entrati oltre cinquecento miliardi di dollari senza alcuna possibilità di controllo vista l'esistenza del divieto assoluto di informare i veri proprietari del profitto ottenuto per la gestione dei fondi.
Insomma, uno Stato europeo che si dichiara democratico applica una nuova forma di colonialismo, quello più subdolo e maligno; soffoca le popolazioni di Stati africani, già macellate nel passato, attraverso una prigionia di tipo monetario.
D'altronde, fu l'ex Presidente francese Jacques Chirac a dichiarare: “Dobbiamo essere onesti e riconoscere che una grande parte del denaro delle nostre banche provengono dallo sfruttamento del continente africano”.
E come non ricordare l'approfondito studio “France-Afrique” di un gruppo di esperti guidato dal deputato socialista Philippe Baumel dove si evidenziò il degrado sociale,ambientale ed economico in cui le ex colonie erano cadute per precisa responsabilità della Francia.
Ma qualcuno si è mai chiesto come questa nazione europea sia l'unica al mondo ad avere una produzione nucleare capace di coprire quasi l'ottanta per cento del proprio fabbisogno di energia elettrica? Qualcuno si è mai chiesto come sia stata in grado di realizzare ben cinquantotto reattori nucleari? Qualcuno si è mai chiesto come sia riuscita ad essere il primo esportatore al mondo di energia elettrica?
Forse perché è stata tanto brava? Certo! E' stata la più brava ad impadronirsi delle maggiori riserve di uranio presenti, guarda caso, in una delle sue ex colonie, il Niger. Paese africano che, nonostante sia tra i primi produttori al mondo di uranio, risulta tra i più poveri. Dal 1973 l'uranio estratto in Niger viene comprato ad un prezzo di favore (cioè imposto con accordi capestro) dalla società Areva che gestisce tutte le centrali nucleari in Francia. Si pensi che l'Areva paga l'uranio circa la metà del normale prezzo di mercato. E quando sono fioccate le proteste contro questo evidente sfruttamento, ecco lì che spuntava efficiente come sempre l'esercito francese pronto a proteggere i sacri interessi schiavisti della nazione.
Pensare che il bilancio di questa compagnia francese è il doppio di tutto il Pil del Niger; pensare che in oltre quarant'anni la Francia ha succhiato il sangue del Niger senza costruire neanche un piccolo capanno da destinare a una scuola.
Questo è il vero schifo, altro che le assurde accuse mosse dai leader francesi all'Italia.
E non è finita qui!
Grazie ai vincoli a cui sono soggette le ex colonie la Francia ha il diritto di prelazione su tutte le risorse naturali presenti nei Paesi; ha per le sue imprese una sorta di ius primae noctis nell'aggiudicazione di appalti pubblici. Non a caso le attività economiche sono nelle mani di francesi: acqua, legno, cotone, elettricità, trasporti, telefonia, uranio, oro e banche. Ancora oggi in alcuni Stati come il Burkina Faso vengono letteralmente spostati interi villaggi per dare il passo all'estrazione dell'oro con l'inevitabile perdita di terreni agricoli; quei terreni necessari al sostentamento del popolo che vive per la stragrande maggioranza di agricoltura.
E non è finita qui!
La Francia si è arrogata il diritto esclusivo di fornire attrezzature militari e di addestrare gli ufficiali militari di tutte le ex colonie; si è garantita il diritto legale di intervenire militarmente per la protezione dei propri interessi e di avere basi e truppe dislocate in aree totalmente gestite e controllate dal suo esercito; ha imposto la lingua francese come lingua ufficiale.
La Francia ha calpestato e continua a farlo i diritti più elementari di tanti popoli africani. Eppure si lamenta del comportamento dell'Italia nel cercare di regolare i flussi migratori in casa sua; quegli stessi flussi selvaggi nati proprio dallo spietato egoismo di una nazione a cui non frega nulla che, nel momento in cui sto scrivendo questo articolo, migliaia e migliaia di bambini lavorano dodici ore al giorno nelle miniere d'oro e nel settore del cotone per un piatto di riso e fagioli.
La Francia, con la sua voglia di grandeur, ha condotto molti Stati africani (vedasi anche il recente caso della Libia) verso livelli intollerabili di disoccupazione, sfruttamento e povertà. La Francia è una democrazia miope che ha portato le sue banche e le multinazionali come la Total, l'Orange, l'Areva ad assorbire le ricchezze naturali delle nazioni africane distruggendo senza alcuna pietà la natura e il relativo delicato equilibrio ambientale. E tutto ciò grazie alla forza, alla prepotenza, alle armi usate dal governo di turno per soffocare qualsiasi moto di ribellione.
La Francia è ricca grazie a ciò che ha tolto e toglie ancora all'Africa.

Alfred B. Revenge

lunedì 28 maggio 2018

"Merkel e Macron elogiano Mattarella"


Che strano, in Italia stava per nascere un governo scelto dalla maggioranza del popolo italiano e pronto, con un ministro del Tesoro ricco di competenza e carattere, a tutelare seriamente gli interessi nazionali in Europa quando i “mercati finanziari” hanno subito agitato lo spettro della crisi favorendo la crescita del famigerato “spread” attraverso la vendita dei titoli di stato.
Come si sa, quel governo non è più nato per via del “no” del Presidente Mattarella a nominare Savona responsabile del Tesoro ed ecco che arrivano, guarda caso, i primi elogi con relativi avvertimenti da parte della Merkel e di Macron (in allegato la fonte).
Quindi, Merkel e Macron condividono la scelta del nostro Presidente della Repubblica di dire “no” alla nascita di un governo che, forse, avrebbe provato a modificare il nostro ruolo di camerieri dell'Europa.
E' sufficiente l'ipotesi che in Italia si senta l'odore di un ministro che affronti il tabù dell'euro per far partire immediatamente un fuoco di sbarramento mediatico, politico e finanziario.
La Merkel (che maliziosamente cita la Grecia) e Macron, con le loro dichiarazioni, confermano che non avrebbero gradito la nascita del nuovo governo italiano con dentro il ministro Savona.
La stessa reazione dei “mercati finanziari” rappresenta la condizione di sottomissione della volontà popolare ai diktat di Berlino, Parigi, Bruxelles e Francoforte.
Come ho già scritto numerose volte i “mercati finanziari” sono la rappresentazione plastica di chi ha il potere sulla creazione e gestione della moneta: le banche centrali e le care figlie, cioè le conglomerate finanziarie internazionali.
E' la solita storia; sta per nascere un governo non gradito alla élite? Ci sono troppe proteste da parte di soggetti estranei all'establishment? Si vuole condizionare la politica di uno Stato che osa alzare la testa? Ecco che intervengono mani amiche nel vendere titoli di stato, far alzare lo “spread” e avviare quella fase di paura tipica delle azioni ricattatorie.
I “mercati finanziari” veicolano denaro, chi controlla il denaro sono le organizzazioni bancarie. Quindi, chi ha la capacità di orientare, per esempio, il famigerato “spread” che sembra essersi innalzato a giudice supremo? Penso che la risposta sia di una drammaticità disarmante.
Sta per nascere un governo in Italia, voluto dalla maggioranza del popolo, che desidera ridiscutere i meccanismi di funzionamento dell'Unione Europea e dell'euro? Ecco che questo governo sin dall'inizio riscuote l'aperta ostilità di chi vede come eresia anche il solo pensare a una tale ipotesi. E allora? Come si fa a bloccare il tutto? Semplice, attivare la paura attraverso l'azione violenta dei così detti “mercati finanziari”. Tuttavia, sappiamo che questi mercati non si muovono per opera dello spirito santo ma grazie a chi regola l'afflusso del sangue nelle sue arterie, cioè le banche centrali e relative famiglie finanziarie. Quindi? Da qualche parte nel mondo (esempio: Berlino, Parigi, Bruxelles, Francoforte) una qualche entità riceve disposizioni di vendere titoli italiani per scuotere il mercato e generare paura; a quel punto inizia ad alimentarsi quel panico appositamente ideato che alimenta vendite su vendite marchiando l'Italia come Paese vicino al collasso. Il panico inizia a diffondere la propria energia e quell'ipotetico governo sostenuto dalla maggioranza del popolo italiano è costretto ad alzare bandiera bianca per evitare il crollo sponsorizzato dagli stessi che hanno attivato il meccanismo di salita del diabolico “spread”. A quel punto il governo considerato nemico della “élite” sarà sostituito da un altro decisamente più morbido, anche se privo di adeguato sostegno popolare. Questo tipo di intervento non ricorda nulla? Cosa significa quando con lo scopo di privare della ricchezza, delle proprietà o di un diritto naturale qualcuno compie atti di minaccia o di intimidazione? Sì, io penso che una tale azione possa considerarsi come una subdola estorsione a carico dei cittadini italiani.

Alfred B. Revenge

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/macron-elogia-mattarella-merkel-rispettare-principi-eurozona-5687422a-1359-48b3-b14b-d6cb340d509d.html?refresh_ce




sabato 26 maggio 2018

Schiavi dei "Mercati Finanziari"


L'entità eterea denominata “mercati finanziari” dopo un lungo periodo di tranquillità ha ripreso da alcuni giorni il suo attacco all'Italia. Che strano, per diverso tempo dopo il voto questa novella divinità non ha mostrato interesse verso le vicende politiche italiane mentre da pochi giorni sembra abbia acceso i motori per ricordare al “Bel Paese” il significato dell'obbedienza.
Eppure, l'economia reale è sempre la stessa; non può essere cambiata in una settimana. Cosa è successo in poche ore da far accendere un allarme rosso verso l'Italia? Perché da Bruxelles, da Berlino, da Parigi, da Francoforte, dalle agenzie di rating internazionali e persino dal piccolo Principato del Lussemburgo vengono avvisi circa la perdita di fiducia dei “mercati finanziari” di fronte alla possibile formazione di un governo sostenuto dalla maggioranza del popolo italiano? In sostanza si afferma il principio che l'Italia non può e non deve allontanarsi dal percorso tracciato dai trattati e dalla politica di perenne risanamento imposta dagli organismi sovranazionali europei, pena la reazione da parte dei “mercati finanziari”; e tutto ciò a prescindere dalle decisioni della maggioranza dei cittadini italiani.
Ma questi benedetti mercati si avviano da soli quando mettono nel mirino una Nazione? Hanno un programma automatico di intervento? Ma quando mai! I “mercati finanziari” sono soltanto una rappresentazione della volontà umana. L'entità definita “mercati finanziari” si muove nella direzione imposta dai suoi burattinai. Chi sono? Beh, i mercati muovono masse enormi di denaro, quindi tutto gira intorno a questo elemento base; il denaro rappresenta il Dna dei moderni cavalieri dell'apocalisse. Conseguenza logica vuole che chi controlla il potere di creare e gestire il denaro è anche in grado di condizionare la direzione di rotta dei”mercati finanziari”. Dunque, chi detiene questo immenso potere può decidere e condizionare le sorti di Paesi, di interi popoli. Ed ecco che sorge spontanea la domanda, ma chi diavolo sono questi burattinai? Risposta semplice: le Banche Centrali delle principali economie mondiali (Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Banca d'Inghilterra e così via) coordinate dalla poco nota al pubblico Banca dei Regolamenti Internazionali; le grandi piovre bancarie, finanziarie ed energetiche quali, come piccolissimo esempio: JP Morgan Chase, Deutsche Bank, BNP Paribas, UBS, Société Générale, Wells Fargo, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, Exxon Mobil, Royal Dutch Schell. Si parla di gigantesche strutture con una potenza di fuoco inimmaginabile; basti pensare che che la sola JP Morgan, considerata una delle più grandi banche al mondo, detiene attività vicine al PIL della Germania. E' come se un solo uomo in Italia possedesse un terzo di tutte le proprietà reali delle famiglie e istituzioni private come abitazioni, terreni, depositi bancari, titoli di stato, obbligazioni, azioni quotate, partecipazioni, assicurazioni, fondi pensione, preziosi e altro ancora. Bene, moltiplichiamo il tutto per le centoquarantasette compagnie che uno studio del 2011 da parte dello Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo pubblicato sulla rivista New Scientist ha indicato come quelle che detengono buona parte della ricchezza globale e allora si capirà di cosa si parla. Una concentrazione di potere fondata su legami societari incestuosi (partecipazioni incrociate) e su una struttura criminogena. Pensare che molte di quelle conglomerate prima hanno causato la profonda crisi del 2008, poi sono state salvate dagli interventi delle banche centrali attraverso la produzione di una montagna di quattrini e, infine, hanno perseguito imperterrite nei loro affari ricostituendo le condizioni per una prossima crisi da far pagare, ovviamente, al popolo bue.
Pertanto, quando i “mercati finanziari” prendono di mira uno Stato non è per automatici interventi correttivi, bensì per la precisa volontà di coloro che controllano la moneta: le Banche Centrali e le loro adorate figlie, cioè le banche private commerciali con le relative diramazioni finanziarie. Il tutto condito, ovviamente, dall'interesse nazionale dei Paesi con vocazione egemonica quali Germania e Francia, solo per rimanere in Europa.
Se in questa fase storica l'Italia dovesse subire un attacco violento da parte dei “mercati finanziari” state pur certi che proverrebbe dalle piovre finanziarie intolleranti a qualsiasi ipotesi di messa in discussione del loro potere secolare.
Tempo fa scrissi ("Svegliamoci", febbraio 2015): “non ho paura delle pesanti catene che possono imprigionare il corpo, temo gli invisibili fili di seta capaci di legare la mente con i nodi dell'inganno. E questi fili di seta hanno talmente stretto la volontà di noi esseri umani da trasformarci in veri schiavi. Sì, perché ormai siamo schiavi dell'informazione manipolata dei mass media, schiavi delle grandi multinazionali e, soprattutto, schiavi della mafia bancaria internazionale. La mente umana è talmente anestetizzata da non riuscire a scorgere la semplice verità descritta cinquecento anni fa nel “Discorso sulla servitù volontaria” di Etienne de La Boétie:
“Vorrei solo riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato e non potrebbe far male ad alcuno, se non nel caso si preferisca sopportarlo anziché contraddirlo. Va aggiunto inoltre che non c'è bisogno di combattere questo tiranno, di toglierlo di mezzo; egli viene meno da solo, basta che il popolo non acconsenta più a servirlo. Non si tratta di sottrargli qualcosa, ma di non attribuirgli niente; non c'è bisogno che il Paese si sforzi di fare qualcosa per il proprio bene, è sufficiente che non faccia nulla a proprio danno. Sono dunque i popoli stessi che si lasciano, o meglio, si fanno incatenare, poiché col semplice rifiuto di sottomettersi sarebbero liberati da ogni legame; è il popolo che assoggetta, si taglia la gola da solo e potendo scegliere fra la servitù e la libertà rifiuta la sua indipendenza, mette il collo sotto il giog, approva il proprio male, anzi se lo procura.”
Dopo cinquecento anni la nuova forma di tirannia rappresentata dalla ristretta cerchia dei sacerdoti del dio denaro e dalla loro fredda creatura chiamata “mercati finanziari” vive e si sviluppa indisturbata grazie all'appoggio di sei miliardi di schiavi.

Alfred B. Revenge