"L'Attimo" poesia di Karin Boye.
venerdì 28 dicembre 2018
martedì 18 dicembre 2018
venerdì 19 ottobre 2018
giovedì 11 ottobre 2018
sabato 6 ottobre 2018
giovedì 4 ottobre 2018
"Intervista al Banchiere Felice Strozzo"
Intervista al
Banchiere Felice Strozzo
<Presidente
Strozzo, le sono molto grato per aver accettato quest'intervista per
conto del mio quotidiano.>
<E'
stato un piacere; d'altronde il giornale per cui scrive, “la
gazzetta degli idioti”, ha la maggiore diffusione nel paese e
risulta di grande utilità per uomini della mia specie. >
<Vogliamo
cominciare?>
<Inizi
pure.>
Domanda
<Presidente,
può presentarsi ai lettori?>
Risposta
<Certo.
Il mio nome è Felice Strozzo, sono nato il 1 aprile di un anno
magico; laureato in economia con il massimo dei voti “all'università
usuraia internazionale”; sono presidente della “banca di
spoliazione”,membro del più esclusivo e autorevole club mondiale:
“il club dei quaranta ladroni”.>
Domanda
<La
sua notorietà ormai è diffusa dappertutto; la sua banca è fra le
privilegiate che può battere moneta; i soldi che produce sono in
tasca a tutto il nostro popolo. Può raccontare le origini di questo
straordinario successo?>
Risposta
<Ragazzo
mio; tutto ha inizio con le letture di alcuni libri; testi che hanno
illuminato la mente facendo vedere chiaramente la strada da
percorrere per raggiungere il vero potere, quello basato sul
controllo del denaro.>
Domanda
<Sarebbe
così magnanimo da illuminare anche noi?>
Risposta
<Farò
un'eccezione in considerazione della qualità dei suoi lettori. Vede,
l'obiettivo di grandi banchieri e uomini di potere come me è creare
le condizioni affinché il popolo sia sempre e costantemente sopito,
guidato nella formulazione del pensiero, distratto da amenità quali
fiction televisive e continui frivoli programmi di intrattenimento;
insomma, disattento a tal punto da non capire più cosa stia
realmente succedendo.
Caro
giornalista, il popolo è una vera seccatura; non a caso Friedrich
von Hayek, nobel per l'economia, uno dei teorici del nostro liberismo
estremo, il padre del fondamentalismo di mercato, uno dei tutori
della classe dominante, cioè di coloro che, come me, rappresentano
l'élite mondiale espresse le seguenti mirabili parole:
“bisogna
fornire agli indigenti e agli affamati qualche forma di aiuto, ma
solo nell'interesse di coloro che devono essere protetti da eventuali
atti di disperazione da parte dei bisognosi.”
Comprende
la lungimiranza di questa affermazione? La massa deve stare sempre
sotto schiaffo, incapace di capire come stanno realmente le cose,
soddisfatta di quel poco che benevolmente ogni tanto diamo. E lo
Stato non deve interferire in questa strategia che mira a premiare i
più furbi, quelli, come me, con un alto tasso di inumanità.
D'altronde è grazie al popolo che noi grandi illuminati possiamo
aumentare le nostre ricchezze, prosperare e, soprattutto, comandare
senza farcene accorgere. Che godimento personale avere a disposizione
una massa di ignoranti sempre proni e ubbidienti alla mia volontà.
Domanda
<E
la democrazia? Non è il popolo a dover essere sovrano?>
Risposta
<Il
popolo sovrano di se stesso; che bestemmia! Sarebbe la fine della mia
nobile stirpe. La democrazia deve essere solo apparente, mai
sostanziale. Dobbiamo concedere quel tanto sufficiente a generare
l'illusione che il popolo viva in un autentico stato democratico.
Il
grande maestro Hayek ha espressamente enunciato il concetto che la
democrazia in un paese deve essere portata ai minimi termini proprio
per consentire ai pochi e giusti uomini superiori di imporre le loro
leggi su quell'impiccio del popolo caprone e ignorante; ma, badi
bene, un benedetto impiccio per il conseguimento dei nostri
interessi.
Domanda
<Presidente,
mi scusi, ma come ha raggiunto in concreto, insieme ai suoi eminenti
colleghi, questo risultato?>
Risposta
<Semplicissimo;
facendo in modo che il popolo non sia più sovrano della propria
moneta.>
Domanda
<Può
spiegare meglio questa sua ultima affermazione?>
Risposta
<Ah...quanta
pazienza ci vuole con gli esseri come lei. Va bene, cercherò di
spiegarlo nella maniera più semplice possibile al fine che almeno
un'infinitesimale conoscenza entri nel vostro cervello addormentato.
Dopo
anni di grande lavoro ai fianchi io e il mio gruppo di ambiziosi
oligarchi siamo riusciti a convincere politici inetti o corruttibili
che la migliore soluzione per una nazione sarebbe stata quella di
privarsi della capacità autonoma di battere moneta e di delegare a
questa funzione solo e soltanto le magnanime e lungimiranti banche
private.
In
pratica abbiamo costruito le basi per fare in modo che anche questo
paese non abbia capacità di spesa autonoma, non abbia la facoltà di
emettere da solo i propri quattrini utili per lo sviluppo con deficit
positivo. Questo Stato, come tanti altri, ora non ha più la
competenza di emettere moneta a credito; può solo indebitarsi,
prendere cioè moneta a debito. E indovini un po', da chi deve
prenderla? Da me! Così, caro mio, io fabbrico dal nulla le belle e
indispensabili banconote o la moderna versione in bip elettronici, le
pago soltanto il costo della loro realizzazione tipografica o lo
sforzo di digitare un tasto su un computer e le rivendo al valore
facciale al mio stesso Paese. E la cosa ancora più da ridere sa qual
è? Che su quei soldi prodotti dal nulla ci guadagno anche gli
interessi.
Voi,
massa di pecoroni, siete talmente imbecilli che non riuscite a
elaborare questa domanda elementare:
“Ma
per quale ragione non è lo Stato ad avere il diritto di creare il
denaro dal nulla?”
Io
e i miei fratelli elitari siamo riusciti con facilità a domare la
vostra scarsa sete di verità insegnandovi a credere alla gigantesca
balla che solo pochi uomini prescelti sono in grado di determinare la
giusta via da far percorrere al denaro.
Siete
proprio degli stupidi; non vi rendete neanche conto che il valore
della moneta nasce dalla fiducia che voi gli avete assegnato. Voi
dovreste essere i veri padroni della moneta, ma la vostra ottusità
impedisce di vedere la realtà garantendo dominio assoluto alla
classe elitaria che rappresento.
Si
rende conto, adesso, di quanto sia infinitamente intelligente? Si
rende conto di quanto la massa sia infinitamente idiota e non degna
di avere una sua completa libertà. Il popolo ha bisogno di essere
guidato da uomini come me.
Domanda
<E
chi decide il tasso di interesse sui prestiti?>
Risposta
<Ovvio,
io! Io decido quale deve essere il costo di finanziamento per il
Paese. Forse non ha capito bene; io decido in tutta la materia
finanziaria. Io decido quale nazione far stare meglio o peggio.>
Domanda
<Presidente,
lei è veramente un genio. Ma, se lo Stato non può creare moneta e
deve sempre indebitarsi per andare avanti da dove prenderà i soldi
per rimborsare i prestiti ricevuti?>
Risposta
<Ah!
Ah! Ah! Qui sta il bello. Lo Stato dovrà continuare in eterno a
chiedermi i soldi in prestito e pagarmi gli interessi spremendo i
suoi cittadini, cioè voi utili ebeti, tramite tasse continue. Io
vivo succhiando il sangue degli esseri umani e ricevo in cambio
eterna gratitudine.
Domanda
<Perché
signor Presidente?
Risposta
<Perché
con l'intenso lavoro di oliatura a tutti i livelli si è fatto
entrare nella vostra testa bacata che i balzelli fiscali hanno la
nobile prerogativa di essere utilizzati per le spese necessarie alla
pubblica utilità. E non sanno che questa è la più grande
sciocchezza inventata nel secolo scorso. Come è ben noto a noi pochi
illuminati i soldi delle tasse vanno a finire in larga parte a me e
ai consoci banchieri unici deputati alla stampa tipografica o
virtuale della moneta. Solo noi possiamo emettere soldi o bip
elettronici per poi prestarli; e gli utili cretini non hanno
afferrato, e mai afferreranno, che il prestare denaro è specifica
peculiarità del proprietario, cioè di colui, Stato e di conseguenza
i cittadini utilizzatori, che crea il valore della moneta e non di
quello che semplicemente la stampa. E di conseguenza l'intera
dilapidazione fiscale è proprio data dalla differenza tra il valore
facciale della moneta e il costo tipografico. E questa dilapidazione
chi la incassa? Ah! Ah! Ah!Ma io naturalmente unitamente agli altri
cari e sapienti colleghi.
Inoltre,
agendo in questa maniera lo Stato vedrà ridotto il denaro in
circolazione e per averne ancora dovrà obbligatoriamente rivolgersi
a me, e badi bene questo per legge. Insomma, ho generato una spirale
che non finirà mai. Diciamo che ora il popolo ha un clistere perenne
nel suo capiente deretano; e solo io ho l'autorità di regolare il
flusso del liquido.>
Domanda
<Presidente;
ma il popolo potrebbe fare qualcosa per modificare questa situazione?
Risposta
<Ah!
Ah! Ah! Sta scherzando vero? Io sono riuscito, insieme agli illustri
e amabili membri del club, a far approvare dal parlamento dello stato
una legge costituzionale che di fatto obbliga al pareggio di
bilancio. Sa cosa significa?
Domanda
<No,
può gentilmente spiegarlo?>
Risposta
<Bene,
ragazzo mio. Il nostro Paese ha modificato la costituzione inserendo
l'obbligo di perfetto equilibrio fra entrate e uscite, il così detto
“pareggio di bilancio”. Abbiamo convinto i politici che questo
obbligo risulta indispensabile al risanamento dei conti pubblici,
visto l'indebitamento elevato; cioè quell'indebitamento che io ho
voluto per i miei interessi e che dovrà protrarsi all'infinito.
Quindi, usando vorace astuzia ho ideato questo piano che di fatto ha
legato ancor di più il Paese al mio volere. In pratica questo
diabolico cervello ha fatto sì che il popolo, per dettato
costituzionale, dovrà risanare il debito contratto con un privato.
Ovviamente ciò creerà devastanti conseguenze per l'intera
popolazione, ma grandi utilità per me e gli altri soci. Infatti, lo
stato sociale pian piano diminuirà la propria forza e la gente
comune dovrà avere sempre i pochi nobili come riferimento. Una sorta
di ritorno al medioevo con i sudditi che in silenzio vivono della
benevolenza del loro signore. E gli utili idioti non hanno ancora
capito che lo stato sociale è un diritto, non una beneficenza. Ma
questo livello di ignoranza ho contribuito a costruirlo con la mia
famelica avidità.
Domanda
Presidente,
ma qualcuno dei politici ha compreso la sua strategia?>
Risposta
<La
maggioranza non ha capito niente; altri che hanno il cervello
funzionante o hanno fatto finta di non intendere, e qui li ho aiutati
io, o hanno protestato senza creare alcuna modifica. Vede, la cosa
importante è proprio questa; la maggior parte dei politici e del
popolo deve rimanere in perenne letargo, altrimenti sarebbero seri
problemi per me e gli altri fratelli. Se la gente arrivasse
finalmente anche solo a intuire come li ho portati a una totale
sudditanza economica e sociale...beh, non ci voglio neanche pensare
alle eventuali conseguenze per la mia salute. E pensare che tutto
questo potere si regge sulla vostra remissività.
Domanda
E
quelli che hanno o stanno protestando che risultati stanno
ottenendo?>
Risposta
<Il
nulla assoluto! Qualche idealista ha persino tentato una qualche
causa, ma con risultati pari a zero; anzi, persino la magistratura ha
dichiarato che non compete ai giudici come lo Stato svolge le
funzioni di politica monetaria. Ci fu persino qualche deputato che
presentò in parlamento una proposta di legge nella quale si
affermava al primo articolo:
“la
moneta appartiene al popolo che la usa per perseguire gli scopi
garantiti dalla costituzione.”
Ovviamente,
grazie anche al mio intervento, questa proposta non è mai stata
discussa.
Pensi
che sono riuscito, per stare ancora più tranquillo, a far modificare
un articolo del codice penale relativo all'attentato contro la
costituzione dello Stato.
Domanda
In
che senso, signor Presidente?>
Risposta
<Nel
senso che esisteva un pericoloso articolo del codice penale che
indicava: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la
costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non
consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con
la reclusione non inferiore a dodici anni.”
Tenga
conto della potenziale pericolosità, almeno per me, del generico
termine “con mezzi non consentiti”, cioè di quei mezzi
caratterizzati da frode, falsità, arbitrio, eccetera. In breve,
poteva capitare un qualche coraggioso giudice che, inquadrati gli
esatti scopi, mi pizzicava in flagranza violazione di un grave reato.
Invece,
io cosa ho fatto? Ho fatto in modo che vi fosse una piccola
variazione al testo allontanando qualsiasi tipo di pericolo dalla mia
persona.
Domanda
<Perché,
com'è formulato oggi quell'articolo?>
Risposta
<E'
scritto che: “Chiunque, con atti violenti, commette un fatto
diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo,
è punito con la reclusione non inferiore ai cinque anni.>
Domanda
<Vuol
dire che è riuscito a far ridurre il livello della pena?>
Risposta
<Lei
è veramente ingenuo; quello è il minimo. Quando ho notato che
qualche agitatore si muoveva troppo ho fatto in maniera che la
frase“con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale”
fosse completamente eliminata e aggiunta, invece, quella ben più
roboante ma innocua: “con atti violenti”. E, infatti, io non ho
usato violenza nel far modificare allo Stato l'orientamento
scientifico inerente il concetto di sovranità monetaria; ho usato
mezzi con altri livelli di convincimento. Esempio, ho fatto
comprendere che sarebbe stato un grave errore mantenere nell'ambito
politico-governativo l'autonoma capacità di stampare quattrini, che
maggior benessere ci sarebbe stato cedendo questo potere a una banca
privata. Ho solo fatto una piccola omissione; ho dimenticato di
avvisare che il conseguente benessere sarebbe stato riservato
esclusivamente ai membri del mio club.
Domanda
E
in altri paesi succede la stessa cosa?>
Risposta
<Solo
in quelli dove siamo riusciti a distruggere la sovranità monetaria.
In alcuni non ce l'abbiamo fatta, almeno per il momento, a causa
proprio della sciagurata decisione dei governanti di far decidere
direttamente i loro popoli. Ascolti questa breve storia. Esisteva un
piccolo Paese dove non vi erano banche. A un certo momento la
popolazione di quella nazione decise di realizzare alcune opere
pubbliche e chiese l'intervento del governo; quest'ultimo stampò dal
nulla il denaro necessario per effettuare gli investimenti richiesti
dai cittadini. Appena la nuova moneta entrò nel circolo della
comunità ebbe immediata accettazione dando un improvviso impulso a
tutta l'economia. Lo Stato previdentemente azionò la leva fiscale
per controllare la massa monetaria e impedire un'impennata
dell'inflazione. Ma la crescita continuò con conseguente stampa e
messa in circolazione di altra moneta per far fronte alle nuove opere
pubbliche; l'inflazione veniva quasi riassorbita dallo sviluppo. In
pratica, per gli interi investimenti non si creò neanche un'unità
di debito pubblico. Ma poi venimmo noi banchieri; questo virus di
autonomia, se si fosse propagato, avrebbe potuto causare gravi danni
alla nostra categoria e così cercammo di convincere la popolazione
locale che lo sviluppo senza indebitarsi con noi era un grave
pericolo. Tentammo in ogni modo di convincere questa gente troppo
sveglia; cercammo in ogni modo di bloccare nuove iniezioni di denaro
da parte dello Stato e convertirlo in stupendi debiti e, alla fine,
ci riuscimmo. Sa cosa successe? Nel giro di poco tempo portammo
giustamente l'economia di quella nazione sull'orlo del baratro, visto
che l'avevamo riempita di debiti pubblici.>
Domanda
<Presidente,
qual è la morale di questo suo breve racconto?>
Risposta
<Che
l'emissione di moneta nazionale da parte dello Stato genera solo
occupazione e benessere per il popolo, ma non per noi banchieri.
Quindi, questa abominevole condizione non può essere mai accettata e
va strenuamente combattuta. Il popolo deve essere infelice affinché
la mia nobile categoria, e quelle a me collegate, prosperi e mantenga
il più alto livello di potere.>
Domanda
<Presidente,
quindi, qual è il debitore ideale?>
Risposta
<Quello
che non restituisce mai completamente il proprio debito. Oggi mi
sento magnanimo e le racconterò un'altra storiella. Il mio club anni
fa riuscì a cambiare radicalmente la mentalità della gente
trasformandola in una società di consumatori con il conseguente
sviluppo dell'offerta del credito. Più credito per allargare a
macchia d'olio il bisogno stesso del credito. La prima operazione fu
con le carte di credito il cui principio base era appunto di far
consumare alla gente subito e pagare dopo. Quale magnifica strategia
vincente! Pensi che inculcammo alla gente che le banche erano buone
poiché permettevano alla gente comune di soddisfare in tempo reale i
loro desideri. Anzi, successivamente facemmo ancora di più
consentendo di non pagare subito neanche il debito contratto per
l'acquisto. Dicemmo: non hai i soldi? Nessun problema! Noi siamo
amabili e generosi, pertanto ti diamo altro credito per ripagare il
debito. Non solo, pensi a quello fatto gradatamente negli ultimi anni
con l'introduzione dell'obbligo che le principali operazioni vanno
necessariamente fatte solo avendo la disponibilità delle
meravigliose tessere di plastica, e ciò anche per gli adorabili
vecchietti.
Com'è
bello essere banchieri!
Domanda
<Presidente,
ma nel suo lavoro è controllato da qualche altra istituzione?>
Risposta
<Ah!
Ah! Ah! Non faccia domande prive di ogni logica. Io controllato? Mai!
<Presidente,
questa intervista è stata veramente molto istruttiva. Pensa che i
lettori apprezzeranno le sue parole?>
<I
suoi lettori non apprezzeranno un bel niente, visto che sono soltanto
una moltitudine di pesci senza cervello in balia di un predatore come
me.>
<Grazie,
signor Presidente!>
<Stia
attento, non lasci il prezioso clistere sulla sua sedia!>
Alfred B. Revenge (dal libro "Svegliamoci", prima edizione febbraio 2015)
mercoledì 3 ottobre 2018
"L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare."
“L'è tutto sbagliato,
l'è tutto da rifare.” Osservando ciò che sta succedendo in questi
giorni in Italia mi è tornata in mente la storica frase del mitico
Gino Bartali. Il governo italiano, espressione della maggioranza dei
cittadini, ha messo in cantiere una serie di iniziative in linea con
gli impegni elettorali ed ecco che si sta scatenando una bufera. Jean
Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea, attacca
l'Italia; la ben nota banca Goldman Sachs redige un report schock
mettendo sotto accusa l'Italia; l'agenzia di rating Moody's inizia a
mettere le mani avanti circa i rischi del Bel Paese; i mercati
finanziari, cioè il Santo Graal manovrato dai sacerdoti del dio
denaro, tengono sotto pressione l'Italia; la quasi totalità
dell'informazione critica la manovra del nuovo governo; la stampa
tedesca annuncia sfracelli per l'Italia; autorevoli esponenti
politici e istituzionali italiani criticano apertamente l'iniziativa
governativa; insomma, sembra che tutti abbiano armato i fucili per
puntarli verso i rappresentanti della maggioranza uscita alle ultime
elezioni. Eppure, in tutto questo bailamme la frase che più mi ha
incuriosito è stata quella del francese Pierre Moscovici,
Commissario agli Affari Economici: “Quando un Paese si indebita, si
impoverisce. Quando siamo indebitati siamo inchiodati, non possiamo
agire” (fonte: Ansa, 28 settembre 2018). Già, il debito. Ma per
caso esiste la possibilità per uno Stato di ottenere fondi senza
indebitarsi? E' proprio questo il punto cruciale, l'intero sistema
finanziario mondiale è costruito sul debito, non esiste la
possibilità per l'Italia o per qualsiasi altro Paese di avere fondi
senza ricorrere ai sacerdoti ai novelli usurai legalizzati. Ciò che
scrissi sulla natura del debito oltre tre anni fa è sempre più
attuale (da Svegliamoci, edizione febbraio 2015):
“L'uomo è ormai
schiavo del debito! La pagina web del “The Economist” dal titolo
“The Global Debt Clock” indica l'orologio del debito pubblico
mondiale, una cifra colossale di decine di migliaia di miliardi di
dollari che aumenta ogni secondo di circa trecentomila dollari. E
questo numero non considera i debiti personali di tutti gli esseri
umani e delle imprese, altrimenti la cifra supererebbe i duecentomila
miliardi di dollari. La vita di ogni persona è racchiusa in una
gabbia costruita su di un debito che mai potrà estinguersi visto che
la sua origine è strettamente legata al sistema monetario esistente
che comporta da un lato la creazione del denaro dal nulla da parte
delle banche e dall'altro l'incredibile assunto che uno Stato per
approvvigionarsi di fondi deve obbligatoriamente rivolgersi al
mercato finanziario, entità eterea governata dagli adoratori di ciò
che S. Francesco d'Assisi definì “lo sterco del Demonio”. Ormai
questa follia è riconosciuta e ammessa dagli stessi addetti ai
lavori. Dobbiamo convincerci dell'enorme bufala fatta entrare nei
nostri cervelli da una martellante informazione controllata dalla
ristretta cerchia della classe dominante sul pianeta, quella dei
grandi banchieri internazionali. Quella, per intenderci, che
controlla da oltre due secoli i centri vitali dell'intera economia
mondiale, dall'informazione all'energia, dalla finanza all'industria
militare. Questa illustre categoria è riuscita con abile maestria a
trasformare un semplice strumento di scambio nella più potente arma
di distruzione di massa. Il denaro è creato dalle banche ogni volta
che si concede un prestito. Questa è la verità, punto e basta!
Finiamola con il pensare che una banca concede finanziamenti con i
soldi depositati dai risparmiatori. E' una menzogna! Il prestito crea
il deposito e non il contrario.
Quindi, drammatica
conclusione, l'intera offerta monetaria è rappresentata dal debito.
Ci rendiamo conto di questa assurdità? Mai e poi mai il debito potrà
estinguersi perché alimenta se stesso attraverso la produzione
continua di denaro bancario che ormai rappresenta circa il
novantasette per cento del totale. Il residuo tre per cento è quello
emesso concretamente in banconote colorate dalle varie banche
centrali che come amorevoli mamme proteggono i loro figli permettendo
loro di emettere in esclusiva moneta virtuale o bancaria, che poi è
la stessa cosa. La banca non ha più il classico ruolo di
intermediario tra il risparmio e il credito, non concede più i
prestiti sulla base di soldi reali a disposizione, ma su quelli
inventati, su quelli nati da semplici impulsi elettronici. Altresì,
sul niente vengono chieste garanzie reali, come per i classici mutui;
ipoteca sulla casa perché qualcuno ha pigiato un tasto del personal
computer. Però, un bell'affare per le banche, da quattrini che mai
hanno posseduto ricevono garanzie reali, incassano interessi reali e
nel caso di difficoltà del debitore si appropriano di un prodotto
autentico del lavoro umano. E ancora, tutta questa moneta bancaria
gira vorticosamente per finanziare operazioni di finanza selvaggia,
quale quella sui derivati. La creazione di denaro dal nulla
rappresenta un privilegio esclusivo, non vantato da nessun altro.
Sarebbe bello se ogni capo famiglia avesse nel portafoglio un euro in
grado di moltiplicarsi per magia. Nel passato solo un grande Maestro
riuscì in un tale processo di moltiplicazione, ma lui lo fece
nell'esclusivo interesse della gente, dei più poveri. Nel caso
contemporaneo l'interesse è solo a vantaggio di una classe elitaria
ben sostenuta dai politici, dai mass media e da presunti esperti di
scienze economiche.
Quindi, la massa di
denaro in circolazione cambia soltanto per l'intervento delle banche
attraverso l'aumento o la diminuzione del credito. Ogni prestito crea
denaro. E chi ha il monopolio mondiale del credito? Le banche!
Conseguenza logica, le banche che controllano il credito di uno Stato
ne indirizzano le politiche e le leggi tenendo per le palle l'intero
popolo. E chi controlla le grandi banche? Un numero ristretto di
individui che, pilotando l'emissione del denaro, gestiscono il
credito e ne determinano la distribuzione; un potere immenso, da
novelli dittatori. Miliardi di individui schiavi di un meccanismo
diabolico che consente di arricchire poche famiglie e, nel contempo,
di oscurare la più semplice delle verità; cioè che, nonostante le
moderni tecnologie, le ricchezze di madre natura, il lavoro, le
abbondanti risorse alimentari, ci sono sempre pronte delle crisi
economiche che producono conflitti, disoccupazione, fame e
infelicità. Allora si attivano subito i media, i politici prezzolati
e gli accademici di turno per sbandierare teorie scientifiche utili a
giustificare del perché un popolo debba soffrire e pagare il conto
per fatti di cui neanche conosce l'origine.
Ecco perché da tempo
sostengo la tesi che la scienza economica moderna basata sul
neoliberismo è una non scienza, rappresenta soltanto l'arte di
illusionisti addestrati alla corte del diavolo in persona.
Si potrà affermare che
sono un folle, ma nessuno mi convincerà che sia giusto risanare un
debito generato con l'inganno da novelli falsari attraverso le
sofferenze di interi popoli. Non è giusto perché basato su di un
perverso principio: gli Stati hanno rinunciato da tempo alla propria
sovranità monetaria preferendo cedere il controllo e la creazione
del denaro a una struttura bancaria privata, autonoma e completamente
indipendente dalla volontà e dall'interesse della gente. E questo ha
comportato la drammatica conseguenza che i soldi prodotti dalle
banche, cioè il famoso novantasette per cento sul totale, vengono
generati esclusivamente mediante prestiti con i relativi interessi.
Quindi gli Stati e i relativi cittadini hanno un debito complessivo
che aumenterà in eterno e il denaro vive soltanto perché esiste il
debito.
I banchieri sono riusciti
a drogare le nostre menti a tal punto che non riusciamo più a
comprendere semplici e naturali verità. Com'è possibile aver
dimenticato che uno strumento di scambio come il denaro deve
risultare di proprietà delle persone e che, pertanto, la sovranità
monetaria deve appartenere allo Stato che li tutela e li protegge nei
suoi diritti. Lo Stato può e deve risultare l'unica entità deputata
a creare la moneta necessaria a entrare nel circuito economico della
nazione. Lo Stato deve creare il denaro per realizzare tutti gli
investimenti e le spese necessarie allo sviluppo del paese. E il
bello è che così facendo il denaro rappresenta una posta attiva del
bilancio e la sua stessa esistenza non c'entra proprio nulla con il
debito. L'unico limite a tale emissione è costituito dalla capacità
produttiva del Paese e dal saldo import-export e ciò per non
ingenerare insidiosi processi inflazionistici. In tal modo la
ricchezza non sarà di appannaggio esclusivo dei grassi banchieri
internazionali.
Bisognerebbe sempre
ricordare che le crisi economiche sono causate dal fatto che
l'attuale sistema monetario mondiale si basa sulla regola che gran
parte del denaro è prodotto dal debito che, a sua volta, è
maggiorato degli interessi. Che tale massa di quattrini è generata
dal nulla dalle banche attraverso la concessione dei prestiti e che
buona parte di essa va sempre a finire in operazioni finanziarie
speculative e non nell'economia reale.
Purtroppo abbiamo fatto
l'abitudine alle invisibili catene che ci legano. L'uomo è schiavo
del debito e dei suoi creatori, i banchieri. Sono loro la prima causa
delle gravi crisi economiche che, periodicamente, affliggono i vari
popoli della Terra. Infelicità, povertà, disoccupazione, tasse
infinite sono prodotte da esseri avidi e senza scrupoli morali, dai
sacerdoti del dio denaro.”
Le parole del Commissario
Moscovici travasano di ipocrisia visto che il sistema monetario
mondiale è fondato sul debito; esso è il dogma per gli Stati.
Soltanto una rivoluzione copernicana potrebbe capovolgere la
situazione ponendo la proprietà del denaro all'atto dell'emissione
in capo ai cittadini e non alle banche, centrali o commerciali che
siano. E' inutile, la frase del grande Gino Bartali si adatta
perfettamente all'attuale situazione politica ed economica: “L'è
tutto sbagliato, l'è tutto da rifare.”
Alfred B. Revenge
lunedì 1 ottobre 2018
lunedì 24 settembre 2018
venerdì 21 settembre 2018
sabato 1 settembre 2018
"Quale futuro per gli Italiani?"
La crescita in Italia sta
rallentando, gli ultimi dati Istat evidenziano che oltre cinque
milioni di Italiani si trovano in una condizione di povertà
assoluta e altri sette milioni in grave
deprivazione materiale, cioè nella oggettiva incapacità di
sostenere spese per determinati beni o servizi (affitto, bollette,
mutuo, pasti adeguati ogni due giorni, riscaldamento della casa,
ecc.); in sostanza, oltre dodici milioni di italiani sono marcati
ufficialmente come persone disperate. Il tasso di occupazione
(Istat) risulta inferiore al sessanta per cento, ben al di sotto
della media europea; il declino demografico si accentua sempre di più
al punto che le proiezioni Eurostat indicano che nel giro di una
settantina di anni la metà degli abitanti nella nostra amata
penisola saranno di origini africane e asiatiche. D'altronde,
contrastare le problematiche finanziarie derivanti da una popolazione
in declino risulta impresa disperata per l'Italia vista
l'impossibilità di seguire autonome politiche monetarie, fiscali e
sociali. Mai dobbiamo dimenticare che il nostro Paese è privo di
sovranità monetaria essendo legato a una valuta comune -l'euro-
nell'ambito di un'unione artificiale priva di concordanza politica;
basti pensare agli accadimenti giornalieri che vedono l'Unione
Europea senza solidarietà tra i singoli Stati, senza coesione, senza
comuni obiettivi geopolitici. Francamente rimango molto perplesso
quando sento autorevoli fonti istituzionali e accademiche affermare
che la sostituzione della forza lavoro italiana con quella degli
immigrati stimolerà la futura crescita economica del Paese. A dir la
verità trovo sconcertante che, mentre giovani e preparati italiani
applicano le loro competenze trasferendosi all'estero, centinaia di
migliaia di immigrati entrano in Italia andando a ingrossare le fila
dei nullafacenti o, ancora peggio, delle organizzazioni criminali.
La situazione la vedo
sempre più drammatica e la preoccupazione aumenta per il futuro.
Ora l'attuale compagine
governativa vorrebbe attuare il suo programma di cambiamento facendo
ricorso a un maggior debito; cosa estremamente pericolosa visto che
l'Italia opera di fatto con una moneta estera, cioè l'euro.
Aumentare ancora il debito pubblico senza avere il controllo della
propria moneta è operazione assai rischiosa e fa navigare in acque
subdole e ricche di gorghi. Da anni sostengo che stando all'interno
dell'euro è impraticabile per l'Italia attuare iniziative economiche
difformi dalla desiderata dei nostri controllori di Bruxelles e
Francoforte; infatti, qualora non rispettassimo i diktat dei
tecnocrati mai eletti da nessun cittadino sarebbe gioco facile per la
Banca Centrale Europea chiudere i rubinetti e privarci della
liquidità necessaria per far fronte alle nostre necessità.
Peraltro
non sarebbero comportamenti insoliti, visto che già si sono attuati
nei confronti della Grecia e in parte nei confronti della nostra
nazione nel corso della crisi politica del 2011 che portò
all'insediamento del governo Monti strettamente legato agli
interessi dei banchieri internazionali.
E
proprio su quest'ultimo episodio ci fu la scioccante rivelazione del
senatore Massimo Garavaglia durante un convegno a S.Ambrogio il
ventuno settembre 2012. In quella circostanza il politico italiano
disse chiaramente che alcuni ispettori della Banca Centrale Europea
minacciarono di lasciare a secco l'Italia se non si fosse nominato
Mario Monti nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri. Insomma, un
vero e proprio attentato alle istituzioni del Paese.
Per non parlare
dell'incredibile estorsione ai danni del Parlamento Italiano in
occasione dell'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione.
Ricordate? Mai bisognerebbe dimenticare la confessione dell'ex
Ministro della Giustizia Andrea Orlando il giorno tre settembre 2016
durante la festa del Fatto Quotidiano:
“Oggi
noi stiamo vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia.
Oggi, sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di
bypassare completamente le democrazie nazionali. Io faccio soltanto
due esempi. I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i
soggetti che si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non
legittimati democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie
di fronte al fatto compiuto.
Faccio
un esempio. La modifica, devo dire abbastanza passata sotto silenzio,
della Costituzione per quanto riguarda il tema dell'obbligo di
Pareggio di Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese.
Fu il frutto del fatto che a un certo punto la Banca Centrale
Europea, più o meno (ora la brutalizzo) disse: <O mettete questa
clausola nella vostra Costituzione o, altrimenti, chiudiamo i
rubinetti e non ci sono i soldi alla fine del mese>.
Io
devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi
vergogno di più di aver fatto. Io penso sia stato un errore
approvare quella modifica non tanto per il merito, che pure è
contestabile, ma per il modo in cui si arrivò a quella modifica di
carattere costituzionale.”
Insomma,
solo due anni fa un Ministro della Repubblica Italiana
spiegò come la Banca Centrale Europea avesse compiuto un atto
estorsivo a danno del Parlamento Italiano, eppure non mi risulta ci
furono prese di posizioni forte da parte dell'allora Governo, non mi
risulta una levata di scudi dell'informazione, non mi risulta lo
sdegno della élite intellettuale, non mi risultano iniziative da
parte di una qualche procura .
Le
attuali catene imposte dai vincoli di bilancio, ormai con forza
costituzionale, impediscono di attuare una politica di reale sviluppo
economico poiché lo Stato può solo indebitarsi attraverso i mercati
finanziari regolati dai prestigiatori dell'usura. Mi fa specie che
l'attuale governo non sappia che il suo ambizioso programma fa a
pugni con la norma sul pareggio di bilancio. I veri pupari hanno
lavorato egregiamente, sono riusciti a coordinare i loro burattini in
maniera tale da programmarne i movimenti futuri.
E
allora, cosa fare? Io penso che i componenti dell'attuale governo per
risollevare le sorti di un'Italia sempre più debole, per dare un
futuro più sereno agli Italiani, dovrebbero studiare con attenzione
gli insegnamenti di un antico connazionale, di un vero maestro della
politica, di Niccolò Machiavelli. La dimensione politica deve
riprendersi la sua autentica capacità decisionale iniziando proprio
dal riacquisto della sovranità monetaria.
Come
non ricordare le parole del prof. Giuseppe Guarino indicate nel suo
“saggio di verità sull'Europa e sull'euro”:
“Alla base di ogni
moneta vi è sempre una disciplina giuridica. Può essere quella
propria di un regime di mercato, quella di un regime di stampo
collettivistico, o quella di una economia mista. Queste tipologie,
diverse tra loro, hanno un elemento in comune. ALLA GESTIONE DELLA
MONETA E' SEMPRE PREPOSTA UNA AUTORITA' POLITICA FACENTE PARTE
DELL'ORGANISMO DI VERTICE. Nei regimi di mercato l'autorità politica
è coadiuvata dal responsabile della Banca centrale. L'euro
costituisce il primo esempio di una moneta in cui, secondo la
disciplina del Trattato, vertici politici, pur partecipando alla
gestione della moneta, non ne avrebbero avuto la responsabilità
esclusiva.”
Come
ben si sa l'euro non è gestito da un'autorità politica emanazione
diretta del popolo, bensì da banchieri e loro diretti
rappresentanti. Ecco, quindi, che i nostri leader dovrebbero parlare
di meno e sforzarsi di seguire i comportamenti dei grandi del passato
ed essere, come indicava Machiavelli nel suo Principe: leone e volpe.
Alfred
B. Revenge
lunedì 20 agosto 2018
martedì 7 agosto 2018
mercoledì 25 luglio 2018
Cristina Campo. "E' rimasta laggiù, calda, la vita"
"E' rimasta laggiù, calda, la vita" poesia di Cristina Campo.
domenica 15 luglio 2018
mercoledì 11 luglio 2018
mercoledì 4 luglio 2018
venerdì 29 giugno 2018
giovedì 28 giugno 2018
"Chi ha creato la crisi migratoria in Italia?"
Chi ha creato la crisi
migratoria in Italia? (pubblicato il 28/6/2017 su "Il Corriere Nazionale")
Lo Stato che dobbiamo
ringraziare più di tutti per la delicata situazione migratoria in
cui da diversi anni versa l'Italia è la Francia. La ragione? Molto
semplice, perché ci dichiarò guerra nel 2011. Penserete che sia
uscito fuori di senno, ma vi invito a rileggere i numerosi articoli
apparsi nel 2016 dopo lo scandalo delle mail di Hillary Clinton.
Grazie a Wikileaks avemmo conferma all'intuizione che il conflitto
del 2011 in Libia venne scatenato dai francesi, con relativo avallo
anglo-americano, per affermare la potenza transalpina e disarticolare
l'influenza italiana nel settore petrolifero, oltre che per
appropriarsi delle enormi riserve di oro e argento. La ricordate
quella drammatica lotta con migliaia e migliaia di morti e la
conseguente devastazione della nazione nord africana? I nostri cari
cugini ci fecero la guerra per soffocare l'ENI e potenziare il loro
colosso energetico Total. Insomma, l'allora presidente Sarkozy liberò
i cavalieri dell'apocalisse per estromettere l'Italia dal controllo
del petrolio e del gas libico e proteggere il dominio coloniale in
Africa. Ormai è storia nota che la decisione di destabilizzare la
Libia nel 2011 fu presa essenzialmente da Sarkozy e Hillary Clinton,
due persone che all'epoca rivestivano la carica di presidente della
repubblica francese e segretario di stato degli USA. E una delle
prove fu individuata nel messaggio di posta elettronica del due
aprile 2011 inviata alla Clinton dal funzionario statunitense e suo
stretto collaboratore, Sidney Blumenthal. Si tratta della email
“Unclassified U.S. Department of State case No F-2014-20439 Doc. n.
C05779612 Date: 12/31/2015”. Nel corpo del messaggio si specificava
tra l'altro che i piani di Sarkozy erano guidati dalle seguenti
ragioni:
-Il desiderio di ottenere
una quota maggiore di petrolio libico.
-Aumentare l'influenza
francese in Nord Africa.
-Migliorare la sua
situazione politica in Francia.
-Fornire ai militari
francesi l'opportunità di riaffermare la loro posizione nel mondo.
-Dare una risposta alla
preoccupazione dei suoi consiglieri sul progetto a lungo termine di
Gheddafi di soppiantare la Francia come potenza dominante dell'Africa
francofona.
Capito? Si legge da
qualche parte dell'intervento per scopi umanitari? Macché, è sempre
una questione legata al denaro, al petrolio, al potere.
E la cosa ancor più
avvilente fu che l'allora governo italiano accettò supinamente
l'azione dei nostri alleati (Sic!) mettendo a disposizione le basi
terrestri per l'attacco ad un Paese amico e ai nostri stessi
interessi strategici. Quanto schifo, quanta vergogna.
La guerra voluta
prevalentemente dalla Francia ha distrutto la Libia generando quel
processo degenerativo che ha favorito lo sviluppo del terrorismo e
dell'immigrazione selvaggia.
Ecco chi dobbiamo
ringraziare!
Alfred B. Revenge
martedì 26 giugno 2018
"Gli Italiani sempre più Poveri"
Gli Italiani sempre più poveri. (pubblicato il 26/6/2018 su "Il Corriere Nazionale)
Secondo i dati ISTAT
risulta che nel 2017 oltre cinque milioni di Italiani si sono trovati
in una condizione di povertà assoluta, ovvero
nell'impossibilità di acquistare beni di consumo sopra la soglia
della sopravvivenza. A questi bisogna aggiungere gli oltre sette
milioni di italiani (dati ISTAT 2017) che vivono in grave
deprivazione materiale, cioè nella oggettiva incapacità di
sostenere spese per determinati beni o servizi (affitto, bollette,
mutuo, pasti adeguati ogni due giorni, riscaldamento della casa,
ecc.). In sostanza, attualmente in Italia oltre dodici milioni di
italiani sono marcati ufficialmente come persone disperate; stiamo
parlando di circa il venti per cento della popolazione. Un dato che
dovrebbe far seriamente riflettere sulle ragioni di un tale
drammatico evento.
E cosa succederà quando
per l'Italia inizierà il calvario previsto dal fiscal compact?
Infatti, in un futuro ravvicinato, salvo augurabili invasioni aliene,
scatterà la tagliola del pareggio di bilancio ed allora saranno guai
tremendi. Per molti anni si dovranno prevedere veri e propri salassi
a base di aumenti di tasse, spietate riduzioni della spesa e
probabilmente patrimoniali che andranno a colpire quei ceti già
severamente colpiti da questa perenne crisi. Ma sapete qual è uno
degli aspetti più incredibili che più volte ho denunciato nei miei
scritti? Che i nostri politici, i mass media e tutto il carrozzone
che gira intorno a loro sapeva e sa perfettamente che questa
normativa sul pareggio di bilancio è il frutto di un autentico
attentato alla sovranità ed alla Costituzione del nostro amato
Paese.
Pensate che sia uscito
fuori di senno?
Se così fosse sarei in
buona compagnia visto che il deputato Andrea Orlando, Ministro della
Giustizia nella passata legislatura, così si espresse il tre
settembre del 2016 durante la festa del Fatto Quotidiano:
“Oggi noi stiamo
vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia. Oggi,
sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di bypassare
completamente le democrazie nazionali. Io faccio soltanto due esempi.
I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i soggetti che
si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non legittimati
democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie di fronte al
fatto compiuto.
Faccio un esempio. La
modifica, devo dire abbastanza passata sotto silenzio, della
Costituzione per quanto riguarda il tema dell'obbligo di Pareggio di
Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese. Fu il frutto
del fatto che a un certo punto la Banca Centrale Europea, più o meno
(ora la brutalizzo) disse: <O mettete questa clausola nella vostra
Costituzione o, altrimenti, chiudiamo i rubinetti e non ci sono i
soldi alla fine del mese>.
Io devo dire che è
una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi vergogno di più di
aver fatto. Io penso sia stato un errore approvare quella modifica
non tanto per il merito, che pure è contestabile, ma per il modo in
cui si arrivò a quella modifica di carattere costituzionale.”
Ci
rendiamo conto della portata di queste parole? Ci rendiamo conto che
un Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana candidamente
dichiarò che la nostra democrazia è soltanto nei sogni visto che
viene lapidata dai soggetti sovranazionali non legittimati dalla
volontà popolare? Ci rendiamo conto che lo stesso ex Ministro
dichiarò che la Banca Centrale Europea operò come un estorsore a
danno del Parlamento Italiano? Eppure non mi risulta ci furono prese
di posizioni forte da parte dell'allora Governo, non mi risulta una
levata di scudi dell'informazione, non mi risulta lo sdegno della
élite intellettuale, non mi risultano avviate iniziative da parte di
una qualche procura. Gli Italiani sono continuamente stuprati da
soggetti sovranazionali che hanno come unico scopo quello di
salvaguardare una ristretta cerchia di potere, quella legata a filo
doppio con il mondo delle conglomerate bancarie internazionali.
Non
cadiamo ancora più in basso; che sia per tutti noi una sferzata
l'invettiva di otto secoli pronunciata dal sommo poeta Dante
Alighieri:
“Ahi, serva Italia,
di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna
di province, ma bordello!”
Vogliamo
che queste parole siano ancora attuali?
Se la
risposta fosse sì allora il nostro cervello rimarrà chiuso in una
cella dove l'unico passatempo sarà di guardare una delle puntate del
grande fratello.
Se la
risposta fosse, come spero, un no secco allora dobbiamo smetterla che
da Bruxelles, da Francoforte, da Berlino, da Parigi o perfino dal
Circolo Polare Artico ci dicano cosa fare. Noi Italiani dobbiamo
decidere del nostro futuro e non anonimi tecnocrati manovrati da
abili e straricchi burattinai sparsi per il mondo. Ricordiamoci le
parole di Sandro Pertini: “Io credo nel popolo italiano. E' un
popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di
poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso
in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo”.
Con
la sovranità nazionale ceduta di fatto ad un gruppo di avidi
ricattatori che operano dietro privilegiate entità sovranazionali il
popolo italiano assiste drammaticamente all'aumento della povertà,
della disoccupazione, del disagio sociale e della infelicità.
Penso
che il nostro mitico Presidente Pertini stia fumando sempre più
nervosamente la sua famosa pipa.
Alfred
B. Revenge
sabato 23 giugno 2018
"Il Cinismo e l'Ipocrisia della Francia"
Il Cinismo e l'Ipocrisia
della Francia (pubblicato il 23 giugno 2018 su "Il Corriere Nazionale")
Nella vicenda della
tratta di esseri umani dall'Africa verso l'Europa il Presidente
francese Macron ha insultato pesantemente l'Italia dimenticando il
più nobile tra gli insegnamenti:
“Perché osservi la
pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, mentre non ti accorgi della
trave che hai nel tuo occhio?”
Infatti, la storia sta lì
a dimostrare come proprio la Francia sia tra i principali
responsabili di questo drammatico esodo di intere popolazioni per via
del suo esistente impero coloniale.
Le nazioni africane ex
colonie francesi solo formalmente hanno raggiunto l'indipendenza,
nella realtà sono ancora sottomesse alla Francia in virtù di
precisi accordi di cooperazione che minano alla base qualsiasi
possibilità di avere una libera politica economica e sociale. Questi
Stati in apparenza sovrani sono incatenati al volere francese sulla
moneta, sul sistema educativo, sull'apparato militare e sulle
preferenze commerciali. Questi Stati sono il Burkina Faso, il Benin,
la Costa d'Avorio, la Guinea-Bissau, il Mali, il Niger, il Senegal,
il Togo, il Camerun, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica del
Congo, il Gabon, la Guinea Equatoriale, il Ciad e le Isole Comore.
E in questo elenco ci
sono nazioni che sono state dilaniate da ripetuti sconvolgimenti
politici e sociali; negli ultimi decenni di tutti i colpi di Stato
avvenuti in Africa oltre il sessanta per cento si è verificato nelle
ex colonie francesi. Il motivo? Di una triste semplicità; quando la
Francia vede in pericolo i propri interessi, o meglio, quelli di una
ristretta cerchia di potere, fa intervenire i propri servizi segreti
o direttamente il suo esercito per ripristinare nello Stato, in
apparenza indipendente, le condizioni ad essa favorevoli
infischiandosene della sofferenza prodotta. I leader africani che non
accettano questa condizione di nuova schiavitù vengono messi da
parte o assassinati tramite un colpo di Stato. Altresì, quelli che
abbassano la testa ubbidendo come scimmie ammaestrate vengono
sostenuti e ricompensati con grandi ricchezze, mentre i popoli sono
costretti a vivere nella povertà e nella perenne sofferenza. Un
esempio tra tutti? La tragica vicenda di Thomas Sankara, Presidente
del Burkina Faso.
La Francia, così prodiga
di insulti verso l'Italia, detiene un primato unico al mondo, quello
dell'appropriazione di denaro appartenente a centinaia di milioni di
africani. Come? Grazie agli accordi coloniali fatti rispettare con la
forza, le ex colonie devono depositare le loro riserve monetarie
presso la Banca di Francia; e si badi bene, ciò avviene dal 1961.
Non esiste una politica monetaria autonoma; le banche centrali
africane sono obbligate a tenere il sessantacinque per cento delle
riserve in valuta estera presso il Tesoro francese oltre ad un
ulteriore venti per cento per la copertura delle passività
finanziarie. In pratica l'ottantacinque per cento delle riserve non
sono nella disponibilità del reale proprietario (gli Stati africani
ex colonie francesi), bensì del novello negriero; non a caso, se un
governo di una qualsiasi nazione volesse utilizzare il proprio denaro
può farlo entro il limite del quindici per cento in un anno. Una
sopraffazione bella e buona. Inoltre, se uno degli Stati avesse
necessità di utilizzare un importo superiore al quindici per cento
dovrà prenderlo in prestito da chi designerà la Banca di Francia
pagando, ovviamente, gli interessi. Compreso il cinismo di una tale
condotta? La Francia si arroga il diritto di impossessarsi dei
quattrini prodotti dal lavoro umano nelle ex colonie africane e poi
di fatto li concede in prestito facendo pagare pure gli interessi.
Pensare che da quando
sono iniziate queste trasfusioni nelle casse della Banca di Francia
sono entrati oltre cinquecento miliardi di dollari senza alcuna
possibilità di controllo vista l'esistenza del divieto assoluto di
informare i veri proprietari del profitto ottenuto per la gestione
dei fondi.
Insomma, uno Stato
europeo che si dichiara democratico applica una nuova forma di
colonialismo, quello più subdolo e maligno; soffoca le popolazioni
di Stati africani, già macellate nel passato, attraverso una
prigionia di tipo monetario.
D'altronde, fu l'ex
Presidente francese Jacques Chirac a dichiarare: “Dobbiamo essere
onesti e riconoscere che una grande parte del denaro delle nostre
banche provengono dallo sfruttamento del continente africano”.
E come non ricordare
l'approfondito studio “France-Afrique” di un gruppo di esperti
guidato dal deputato socialista Philippe Baumel dove si evidenziò il
degrado sociale,ambientale ed economico in cui le ex colonie erano
cadute per precisa responsabilità della Francia.
Ma qualcuno si è mai
chiesto come questa nazione europea sia l'unica al mondo ad avere
una produzione nucleare capace di coprire quasi l'ottanta per cento
del proprio fabbisogno di energia elettrica? Qualcuno si è mai
chiesto come sia stata in grado di realizzare ben cinquantotto
reattori nucleari? Qualcuno si è mai chiesto come sia riuscita ad
essere il primo esportatore al mondo di energia elettrica?
Forse perché è stata
tanto brava? Certo! E' stata la più brava ad impadronirsi delle
maggiori riserve di uranio presenti, guarda caso, in una delle sue ex
colonie, il Niger. Paese africano che, nonostante sia tra i primi
produttori al mondo di uranio, risulta tra i più poveri. Dal 1973
l'uranio estratto in Niger viene comprato ad un prezzo di favore
(cioè imposto con accordi capestro) dalla società Areva che
gestisce tutte le centrali nucleari in Francia. Si pensi che l'Areva
paga l'uranio circa la metà del normale prezzo di mercato. E quando
sono fioccate le proteste contro questo evidente sfruttamento, ecco
lì che spuntava efficiente come sempre l'esercito francese pronto a
proteggere i sacri interessi schiavisti della nazione.
Pensare che il bilancio
di questa compagnia francese è il doppio di tutto il Pil del Niger;
pensare che in oltre quarant'anni la Francia ha succhiato il sangue
del Niger senza costruire neanche un piccolo capanno da destinare a
una scuola.
Questo è il vero schifo,
altro che le assurde accuse mosse dai leader francesi all'Italia.
E non è finita qui!
Grazie ai vincoli a cui
sono soggette le ex colonie la Francia ha il diritto di prelazione su
tutte le risorse naturali presenti nei Paesi; ha per le sue imprese
una sorta di ius primae noctis nell'aggiudicazione di appalti
pubblici. Non a caso le attività economiche sono nelle mani di
francesi: acqua, legno, cotone, elettricità, trasporti, telefonia,
uranio, oro e banche. Ancora oggi in alcuni Stati come il Burkina
Faso vengono letteralmente spostati interi villaggi per dare il passo
all'estrazione dell'oro con l'inevitabile perdita di terreni
agricoli; quei terreni necessari al sostentamento del popolo che vive
per la stragrande maggioranza di agricoltura.
E non è finita qui!
La Francia si è arrogata
il diritto esclusivo di fornire attrezzature militari e di addestrare
gli ufficiali militari di tutte le ex colonie; si è garantita il
diritto legale di intervenire militarmente per la protezione dei
propri interessi e di avere basi e truppe dislocate in aree
totalmente gestite e controllate dal suo esercito; ha imposto la
lingua francese come lingua ufficiale.
La Francia ha calpestato
e continua a farlo i diritti più elementari di tanti popoli
africani. Eppure si lamenta del comportamento dell'Italia nel cercare
di regolare i flussi migratori in casa sua; quegli stessi flussi
selvaggi nati proprio dallo spietato egoismo di una nazione a cui non
frega nulla che, nel momento in cui sto scrivendo questo articolo,
migliaia e migliaia di bambini lavorano dodici ore al giorno nelle
miniere d'oro e nel settore del cotone per un piatto di riso e
fagioli.
La Francia, con la sua
voglia di grandeur, ha condotto molti Stati africani (vedasi anche il
recente caso della Libia) verso livelli intollerabili di
disoccupazione, sfruttamento e povertà. La Francia è una democrazia
miope che ha portato le sue banche e le multinazionali come la Total,
l'Orange, l'Areva ad assorbire le ricchezze naturali delle nazioni
africane distruggendo senza alcuna pietà la natura e il relativo
delicato equilibrio ambientale. E tutto ciò grazie alla forza, alla
prepotenza, alle armi usate dal governo di turno per soffocare
qualsiasi moto di ribellione.
La Francia è ricca
grazie a ciò che ha tolto e toglie ancora all'Africa.
Alfred B. Revenge
venerdì 22 giugno 2018
venerdì 1 giugno 2018
lunedì 28 maggio 2018
"Merkel e Macron elogiano Mattarella"
Che strano, in Italia
stava per nascere un governo scelto dalla maggioranza del popolo
italiano e pronto, con un ministro del Tesoro ricco di competenza e
carattere, a tutelare seriamente gli interessi nazionali in Europa
quando i “mercati finanziari” hanno subito agitato lo spettro
della crisi favorendo la crescita del famigerato “spread”
attraverso la vendita dei titoli di stato.
Come si sa, quel governo
non è più nato per via del “no” del Presidente Mattarella a
nominare Savona responsabile del Tesoro ed ecco che arrivano, guarda
caso, i primi elogi con relativi avvertimenti da parte della Merkel e
di Macron (in allegato la fonte).
Quindi, Merkel e Macron
condividono la scelta del nostro Presidente della Repubblica di dire
“no” alla nascita di un governo che, forse, avrebbe provato a
modificare il nostro ruolo di camerieri dell'Europa.
E' sufficiente l'ipotesi
che in Italia si senta l'odore di un ministro che affronti il tabù
dell'euro per far partire immediatamente un fuoco di sbarramento
mediatico, politico e finanziario.
La Merkel (che
maliziosamente cita la Grecia) e Macron, con le loro dichiarazioni,
confermano che non avrebbero gradito la nascita del nuovo governo
italiano con dentro il ministro Savona.
La stessa reazione dei
“mercati finanziari” rappresenta la condizione di sottomissione
della volontà popolare ai diktat di Berlino, Parigi, Bruxelles e
Francoforte.
Come ho già scritto
numerose volte i “mercati finanziari” sono la rappresentazione
plastica di chi ha il potere sulla creazione e gestione della moneta:
le banche centrali e le care figlie, cioè le conglomerate
finanziarie internazionali.
E' la solita storia; sta
per nascere un governo non gradito alla élite? Ci sono troppe
proteste da parte di soggetti estranei all'establishment? Si vuole
condizionare la politica di uno Stato che osa alzare la testa? Ecco
che intervengono mani amiche nel vendere titoli di stato, far alzare
lo “spread” e avviare quella fase di paura tipica delle azioni
ricattatorie.
I “mercati finanziari”
veicolano denaro, chi controlla il denaro sono le organizzazioni
bancarie. Quindi, chi ha la capacità di orientare, per esempio, il
famigerato “spread” che sembra essersi innalzato a giudice
supremo? Penso che la risposta sia di una drammaticità disarmante.
Sta per nascere un
governo in Italia, voluto dalla maggioranza del popolo, che desidera
ridiscutere i meccanismi di funzionamento dell'Unione Europea e
dell'euro? Ecco che questo governo sin dall'inizio riscuote l'aperta
ostilità di chi vede come eresia anche il solo pensare a una tale
ipotesi. E allora? Come si fa a bloccare il tutto? Semplice, attivare
la paura attraverso l'azione violenta dei così detti “mercati
finanziari”. Tuttavia, sappiamo che questi mercati non si muovono
per opera dello spirito santo ma grazie a chi regola l'afflusso del
sangue nelle sue arterie, cioè le banche centrali e relative
famiglie finanziarie. Quindi? Da qualche parte nel mondo (esempio:
Berlino, Parigi, Bruxelles, Francoforte) una qualche entità riceve
disposizioni di vendere titoli italiani per scuotere il mercato e
generare paura; a quel punto inizia ad alimentarsi quel panico
appositamente ideato che alimenta vendite su vendite marchiando
l'Italia come Paese vicino al collasso. Il panico inizia a diffondere
la propria energia e quell'ipotetico governo sostenuto dalla
maggioranza del popolo italiano è costretto ad alzare bandiera
bianca per evitare il crollo sponsorizzato dagli stessi che hanno
attivato il meccanismo di salita del diabolico “spread”. A quel
punto il governo considerato nemico della “élite” sarà
sostituito da un altro decisamente più morbido, anche se privo di
adeguato sostegno popolare. Questo tipo di intervento non ricorda
nulla? Cosa significa quando con lo scopo di privare della ricchezza,
delle proprietà o di un diritto naturale qualcuno compie atti di
minaccia o di intimidazione? Sì, io penso che una tale azione possa
considerarsi come una subdola estorsione a carico dei cittadini
italiani.
Alfred B. Revenge
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/macron-elogia-mattarella-merkel-rispettare-principi-eurozona-5687422a-1359-48b3-b14b-d6cb340d509d.html?refresh_ce
sabato 26 maggio 2018
Schiavi dei "Mercati Finanziari"
L'entità eterea
denominata “mercati finanziari” dopo un lungo periodo di
tranquillità ha ripreso da alcuni giorni il suo attacco all'Italia.
Che strano, per diverso tempo dopo il voto questa novella divinità
non ha mostrato interesse verso le vicende politiche italiane mentre
da pochi giorni sembra abbia acceso i motori per ricordare al “Bel
Paese” il significato dell'obbedienza.
Eppure, l'economia reale
è sempre la stessa; non può essere cambiata in una settimana. Cosa
è successo in poche ore da far accendere un allarme rosso verso
l'Italia? Perché da Bruxelles, da Berlino, da Parigi, da
Francoforte, dalle agenzie di rating internazionali e persino dal
piccolo Principato del Lussemburgo vengono avvisi circa la perdita di
fiducia dei “mercati finanziari” di fronte alla possibile
formazione di un governo sostenuto dalla maggioranza del popolo
italiano? In sostanza si afferma il principio che l'Italia non può e
non deve allontanarsi dal percorso tracciato dai trattati e dalla
politica di perenne risanamento imposta dagli organismi
sovranazionali europei, pena la reazione da parte dei “mercati
finanziari”; e tutto ciò a prescindere dalle decisioni della
maggioranza dei cittadini italiani.
Ma questi benedetti
mercati si avviano da soli quando mettono nel mirino una Nazione?
Hanno un programma automatico di intervento? Ma quando mai! I
“mercati finanziari” sono soltanto una rappresentazione della
volontà umana. L'entità definita “mercati finanziari” si muove
nella direzione imposta dai suoi burattinai. Chi sono? Beh, i mercati
muovono masse enormi di denaro, quindi tutto gira intorno a questo
elemento base; il denaro rappresenta il Dna dei moderni cavalieri
dell'apocalisse. Conseguenza logica vuole che chi controlla il potere
di creare e gestire il denaro è anche in grado di condizionare la
direzione di rotta dei”mercati finanziari”. Dunque, chi detiene
questo immenso potere può decidere e condizionare le sorti di Paesi,
di interi popoli. Ed ecco che sorge spontanea la domanda, ma chi
diavolo sono questi burattinai? Risposta semplice: le Banche Centrali
delle principali economie mondiali (Federal Reserve, Banca Centrale
Europea, Banca d'Inghilterra e così via) coordinate dalla poco nota
al pubblico Banca dei Regolamenti Internazionali; le grandi piovre
bancarie, finanziarie ed energetiche quali, come piccolissimo
esempio: JP Morgan Chase, Deutsche Bank, BNP Paribas, UBS, Société
Générale, Wells Fargo, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs,
Exxon Mobil, Royal Dutch Schell. Si parla di gigantesche strutture
con una potenza di fuoco inimmaginabile; basti pensare che che la
sola JP Morgan, considerata una delle più grandi banche al mondo,
detiene attività vicine al PIL della Germania. E' come se un solo
uomo in Italia possedesse un terzo di tutte le proprietà reali delle
famiglie e istituzioni private come abitazioni, terreni, depositi
bancari, titoli di stato, obbligazioni, azioni quotate,
partecipazioni, assicurazioni, fondi pensione, preziosi e altro
ancora. Bene, moltiplichiamo il tutto per le centoquarantasette
compagnie che uno studio del 2011 da parte dello Swiss Federal
Institute of Technology di Zurigo pubblicato sulla rivista New
Scientist ha indicato come quelle che detengono buona parte della
ricchezza globale e allora si capirà di cosa si parla. Una
concentrazione di potere fondata su legami societari incestuosi
(partecipazioni incrociate) e su una struttura criminogena. Pensare
che molte di quelle conglomerate prima hanno causato la profonda
crisi del 2008, poi sono state salvate dagli interventi delle banche
centrali attraverso la produzione di una montagna di quattrini e,
infine, hanno perseguito imperterrite nei loro affari ricostituendo
le condizioni per una prossima crisi da far pagare, ovviamente, al
popolo bue.
Pertanto, quando i
“mercati finanziari” prendono di mira uno Stato non è per
automatici interventi correttivi, bensì per la precisa volontà di
coloro che controllano la moneta: le Banche Centrali e le loro
adorate figlie, cioè le banche private commerciali con le relative
diramazioni finanziarie. Il tutto condito, ovviamente, dall'interesse
nazionale dei Paesi con vocazione egemonica quali Germania e Francia,
solo per rimanere in Europa.
Se in questa fase storica
l'Italia dovesse subire un attacco violento da parte dei “mercati
finanziari” state pur certi che proverrebbe dalle piovre
finanziarie intolleranti a qualsiasi ipotesi di messa in discussione
del loro potere secolare.
Tempo fa scrissi
("Svegliamoci", febbraio 2015): “non ho paura delle pesanti catene
che possono imprigionare il corpo, temo gli invisibili fili di seta
capaci di legare la mente con i nodi dell'inganno. E questi fili di
seta hanno talmente stretto la volontà di noi esseri umani da
trasformarci in veri schiavi. Sì, perché ormai siamo schiavi
dell'informazione manipolata dei mass media, schiavi delle grandi
multinazionali e, soprattutto, schiavi della mafia bancaria
internazionale. La mente umana è talmente anestetizzata da non
riuscire a scorgere la semplice verità descritta cinquecento anni fa
nel “Discorso sulla servitù volontaria” di Etienne de La Boétie:
“Vorrei solo riuscire a
comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante
nazioni a volte sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non
quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto
viene tollerato e non potrebbe far male ad alcuno, se non nel caso si
preferisca sopportarlo anziché contraddirlo. Va aggiunto inoltre che
non c'è bisogno di combattere questo tiranno, di toglierlo di mezzo;
egli viene meno da solo, basta che il popolo non acconsenta più a
servirlo. Non si tratta di sottrargli qualcosa, ma di non
attribuirgli niente; non c'è bisogno che il Paese si sforzi di fare
qualcosa per il proprio bene, è sufficiente che non faccia nulla a
proprio danno. Sono dunque i popoli stessi che si lasciano, o meglio,
si fanno incatenare, poiché col semplice rifiuto di sottomettersi
sarebbero liberati da ogni legame; è il popolo che assoggetta, si
taglia la gola da solo e potendo scegliere fra la servitù e la
libertà rifiuta la sua indipendenza, mette il collo sotto il giog,
approva il proprio male, anzi se lo procura.”
Dopo cinquecento anni la
nuova forma di tirannia rappresentata dalla ristretta cerchia dei
sacerdoti del dio denaro e dalla loro fredda creatura chiamata
“mercati finanziari” vive e si sviluppa indisturbata grazie
all'appoggio di sei miliardi di schiavi.
Alfred B. Revenge
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