giovedì 4 ottobre 2018

"Intervista al Banchiere Felice Strozzo"


Intervista al Banchiere Felice Strozzo

<Presidente Strozzo, le sono molto grato per aver accettato quest'intervista per conto del mio quotidiano.>
<E' stato un piacere; d'altronde il giornale per cui scrive, “la gazzetta degli idioti”, ha la maggiore diffusione nel paese e risulta di grande utilità per uomini della mia specie. >
<Vogliamo cominciare?>
<Inizi pure.>

Domanda
<Presidente, può presentarsi ai lettori?>
Risposta
<Certo. Il mio nome è Felice Strozzo, sono nato il 1 aprile di un anno magico; laureato in economia con il massimo dei voti “all'università usuraia internazionale”; sono presidente della “banca di spoliazione”,membro del più esclusivo e autorevole club mondiale: “il club dei quaranta ladroni”.>

Domanda
<La sua notorietà ormai è diffusa dappertutto; la sua banca è fra le privilegiate che può battere moneta; i soldi che produce sono in tasca a tutto il nostro popolo. Può raccontare le origini di questo straordinario successo?>
Risposta
<Ragazzo mio; tutto ha inizio con le letture di alcuni libri; testi che hanno illuminato la mente facendo vedere chiaramente la strada da percorrere per raggiungere il vero potere, quello basato sul controllo del denaro.>

Domanda
<Sarebbe così magnanimo da illuminare anche noi?>
Risposta
<Farò un'eccezione in considerazione della qualità dei suoi lettori. Vede, l'obiettivo di grandi banchieri e uomini di potere come me è creare le condizioni affinché il popolo sia sempre e costantemente sopito, guidato nella formulazione del pensiero, distratto da amenità quali fiction televisive e continui frivoli programmi di intrattenimento; insomma, disattento a tal punto da non capire più cosa stia realmente succedendo.
Caro giornalista, il popolo è una vera seccatura; non a caso Friedrich von Hayek, nobel per l'economia, uno dei teorici del nostro liberismo estremo, il padre del fondamentalismo di mercato, uno dei tutori della classe dominante, cioè di coloro che, come me, rappresentano l'élite mondiale espresse le seguenti mirabili parole:
bisogna fornire agli indigenti e agli affamati qualche forma di aiuto, ma solo nell'interesse di coloro che devono essere protetti da eventuali atti di disperazione da parte dei bisognosi.”
Comprende la lungimiranza di questa affermazione? La massa deve stare sempre sotto schiaffo, incapace di capire come stanno realmente le cose, soddisfatta di quel poco che benevolmente ogni tanto diamo. E lo Stato non deve interferire in questa strategia che mira a premiare i più furbi, quelli, come me, con un alto tasso di inumanità. D'altronde è grazie al popolo che noi grandi illuminati possiamo aumentare le nostre ricchezze, prosperare e, soprattutto, comandare senza farcene accorgere. Che godimento personale avere a disposizione una massa di ignoranti sempre proni e ubbidienti alla mia volontà.
Domanda
<E la democrazia? Non è il popolo a dover essere sovrano?>
Risposta
<Il popolo sovrano di se stesso; che bestemmia! Sarebbe la fine della mia nobile stirpe. La democrazia deve essere solo apparente, mai sostanziale. Dobbiamo concedere quel tanto sufficiente a generare l'illusione che il popolo viva in un autentico stato democratico.
Il grande maestro Hayek ha espressamente enunciato il concetto che la democrazia in un paese deve essere portata ai minimi termini proprio per consentire ai pochi e giusti uomini superiori di imporre le loro leggi su quell'impiccio del popolo caprone e ignorante; ma, badi bene, un benedetto impiccio per il conseguimento dei nostri interessi.

Domanda
<Presidente, mi scusi, ma come ha raggiunto in concreto, insieme ai suoi eminenti colleghi, questo risultato?>
Risposta
<Semplicissimo; facendo in modo che il popolo non sia più sovrano della propria moneta.>

Domanda
<Può spiegare meglio questa sua ultima affermazione?>
Risposta
<Ah...quanta pazienza ci vuole con gli esseri come lei. Va bene, cercherò di spiegarlo nella maniera più semplice possibile al fine che almeno un'infinitesimale conoscenza entri nel vostro cervello addormentato.
Dopo anni di grande lavoro ai fianchi io e il mio gruppo di ambiziosi oligarchi siamo riusciti a convincere politici inetti o corruttibili che la migliore soluzione per una nazione sarebbe stata quella di privarsi della capacità autonoma di battere moneta e di delegare a questa funzione solo e soltanto le magnanime e lungimiranti banche private.
In pratica abbiamo costruito le basi per fare in modo che anche questo paese non abbia capacità di spesa autonoma, non abbia la facoltà di emettere da solo i propri quattrini utili per lo sviluppo con deficit positivo. Questo Stato, come tanti altri, ora non ha più la competenza di emettere moneta a credito; può solo indebitarsi, prendere cioè moneta a debito. E indovini un po', da chi deve prenderla? Da me! Così, caro mio, io fabbrico dal nulla le belle e indispensabili banconote o la moderna versione in bip elettronici, le pago soltanto il costo della loro realizzazione tipografica o lo sforzo di digitare un tasto su un computer e le rivendo al valore facciale al mio stesso Paese. E la cosa ancora più da ridere sa qual è? Che su quei soldi prodotti dal nulla ci guadagno anche gli interessi.
Voi, massa di pecoroni, siete talmente imbecilli che non riuscite a elaborare questa domanda elementare:
Ma per quale ragione non è lo Stato ad avere il diritto di creare il denaro dal nulla?”
Io e i miei fratelli elitari siamo riusciti con facilità a domare la vostra scarsa sete di verità insegnandovi a credere alla gigantesca balla che solo pochi uomini prescelti sono in grado di determinare la giusta via da far percorrere al denaro.
Siete proprio degli stupidi; non vi rendete neanche conto che il valore della moneta nasce dalla fiducia che voi gli avete assegnato. Voi dovreste essere i veri padroni della moneta, ma la vostra ottusità impedisce di vedere la realtà garantendo dominio assoluto alla classe elitaria che rappresento.
Si rende conto, adesso, di quanto sia infinitamente intelligente? Si rende conto di quanto la massa sia infinitamente idiota e non degna di avere una sua completa libertà. Il popolo ha bisogno di essere guidato da uomini come me.

Domanda
<E chi decide il tasso di interesse sui prestiti?>
Risposta
<Ovvio, io! Io decido quale deve essere il costo di finanziamento per il Paese. Forse non ha capito bene; io decido in tutta la materia finanziaria. Io decido quale nazione far stare meglio o peggio.>

Domanda
<Presidente, lei è veramente un genio. Ma, se lo Stato non può creare moneta e deve sempre indebitarsi per andare avanti da dove prenderà i soldi per rimborsare i prestiti ricevuti?>
Risposta
<Ah! Ah! Ah! Qui sta il bello. Lo Stato dovrà continuare in eterno a chiedermi i soldi in prestito e pagarmi gli interessi spremendo i suoi cittadini, cioè voi utili ebeti, tramite tasse continue. Io vivo succhiando il sangue degli esseri umani e ricevo in cambio eterna gratitudine.

Domanda
<Perché signor Presidente?
Risposta
<Perché con l'intenso lavoro di oliatura a tutti i livelli si è fatto entrare nella vostra testa bacata che i balzelli fiscali hanno la nobile prerogativa di essere utilizzati per le spese necessarie alla pubblica utilità. E non sanno che questa è la più grande sciocchezza inventata nel secolo scorso. Come è ben noto a noi pochi illuminati i soldi delle tasse vanno a finire in larga parte a me e ai consoci banchieri unici deputati alla stampa tipografica o virtuale della moneta. Solo noi possiamo emettere soldi o bip elettronici per poi prestarli; e gli utili cretini non hanno afferrato, e mai afferreranno, che il prestare denaro è specifica peculiarità del proprietario, cioè di colui, Stato e di conseguenza i cittadini utilizzatori, che crea il valore della moneta e non di quello che semplicemente la stampa. E di conseguenza l'intera dilapidazione fiscale è proprio data dalla differenza tra il valore facciale della moneta e il costo tipografico. E questa dilapidazione chi la incassa? Ah! Ah! Ah!Ma io naturalmente unitamente agli altri cari e sapienti colleghi.
Inoltre, agendo in questa maniera lo Stato vedrà ridotto il denaro in circolazione e per averne ancora dovrà obbligatoriamente rivolgersi a me, e badi bene questo per legge. Insomma, ho generato una spirale che non finirà mai. Diciamo che ora il popolo ha un clistere perenne nel suo capiente deretano; e solo io ho l'autorità di regolare il flusso del liquido.>

Domanda
<Presidente; ma il popolo potrebbe fare qualcosa per modificare questa situazione?
Risposta
<Ah! Ah! Ah! Sta scherzando vero? Io sono riuscito, insieme agli illustri e amabili membri del club, a far approvare dal parlamento dello stato una legge costituzionale che di fatto obbliga al pareggio di bilancio. Sa cosa significa?

Domanda
<No, può gentilmente spiegarlo?>
Risposta
<Bene, ragazzo mio. Il nostro Paese ha modificato la costituzione inserendo l'obbligo di perfetto equilibrio fra entrate e uscite, il così detto “pareggio di bilancio”. Abbiamo convinto i politici che questo obbligo risulta indispensabile al risanamento dei conti pubblici, visto l'indebitamento elevato; cioè quell'indebitamento che io ho voluto per i miei interessi e che dovrà protrarsi all'infinito. Quindi, usando vorace astuzia ho ideato questo piano che di fatto ha legato ancor di più il Paese al mio volere. In pratica questo diabolico cervello ha fatto sì che il popolo, per dettato costituzionale, dovrà risanare il debito contratto con un privato. Ovviamente ciò creerà devastanti conseguenze per l'intera popolazione, ma grandi utilità per me e gli altri soci. Infatti, lo stato sociale pian piano diminuirà la propria forza e la gente comune dovrà avere sempre i pochi nobili come riferimento. Una sorta di ritorno al medioevo con i sudditi che in silenzio vivono della benevolenza del loro signore. E gli utili idioti non hanno ancora capito che lo stato sociale è un diritto, non una beneficenza. Ma questo livello di ignoranza ho contribuito a costruirlo con la mia famelica avidità.

Domanda
Presidente, ma qualcuno dei politici ha compreso la sua strategia?>
Risposta
<La maggioranza non ha capito niente; altri che hanno il cervello funzionante o hanno fatto finta di non intendere, e qui li ho aiutati io, o hanno protestato senza creare alcuna modifica. Vede, la cosa importante è proprio questa; la maggior parte dei politici e del popolo deve rimanere in perenne letargo, altrimenti sarebbero seri problemi per me e gli altri fratelli. Se la gente arrivasse finalmente anche solo a intuire come li ho portati a una totale sudditanza economica e sociale...beh, non ci voglio neanche pensare alle eventuali conseguenze per la mia salute. E pensare che tutto questo potere si regge sulla vostra remissività.

Domanda
E quelli che hanno o stanno protestando che risultati stanno ottenendo?>
Risposta
<Il nulla assoluto! Qualche idealista ha persino tentato una qualche causa, ma con risultati pari a zero; anzi, persino la magistratura ha dichiarato che non compete ai giudici come lo Stato svolge le funzioni di politica monetaria. Ci fu persino qualche deputato che presentò in parlamento una proposta di legge nella quale si affermava al primo articolo:
la moneta appartiene al popolo che la usa per perseguire gli scopi garantiti dalla costituzione.”
Ovviamente, grazie anche al mio intervento, questa proposta non è mai stata discussa.
Pensi che sono riuscito, per stare ancora più tranquillo, a far modificare un articolo del codice penale relativo all'attentato contro la costituzione dello Stato.

Domanda
In che senso, signor Presidente?>
Risposta
<Nel senso che esisteva un pericoloso articolo del codice penale che indicava: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.”
Tenga conto della potenziale pericolosità, almeno per me, del generico termine “con mezzi non consentiti”, cioè di quei mezzi caratterizzati da frode, falsità, arbitrio, eccetera. In breve, poteva capitare un qualche coraggioso giudice che, inquadrati gli esatti scopi, mi pizzicava in flagranza violazione di un grave reato.
Invece, io cosa ho fatto? Ho fatto in modo che vi fosse una piccola variazione al testo allontanando qualsiasi tipo di pericolo dalla mia persona.

Domanda
<Perché, com'è formulato oggi quell'articolo?>
Risposta
<E' scritto che: “Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo, è punito con la reclusione non inferiore ai cinque anni.>

Domanda
<Vuol dire che è riuscito a far ridurre il livello della pena?>
Risposta
<Lei è veramente ingenuo; quello è il minimo. Quando ho notato che qualche agitatore si muoveva troppo ho fatto in maniera che la frase“con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale” fosse completamente eliminata e aggiunta, invece, quella ben più roboante ma innocua: “con atti violenti”. E, infatti, io non ho usato violenza nel far modificare allo Stato l'orientamento scientifico inerente il concetto di sovranità monetaria; ho usato mezzi con altri livelli di convincimento. Esempio, ho fatto comprendere che sarebbe stato un grave errore mantenere nell'ambito politico-governativo l'autonoma capacità di stampare quattrini, che maggior benessere ci sarebbe stato cedendo questo potere a una banca privata. Ho solo fatto una piccola omissione; ho dimenticato di avvisare che il conseguente benessere sarebbe stato riservato esclusivamente ai membri del mio club.

Domanda
E in altri paesi succede la stessa cosa?>
Risposta
<Solo in quelli dove siamo riusciti a distruggere la sovranità monetaria. In alcuni non ce l'abbiamo fatta, almeno per il momento, a causa proprio della sciagurata decisione dei governanti di far decidere direttamente i loro popoli. Ascolti questa breve storia. Esisteva un piccolo Paese dove non vi erano banche. A un certo momento la popolazione di quella nazione decise di realizzare alcune opere pubbliche e chiese l'intervento del governo; quest'ultimo stampò dal nulla il denaro necessario per effettuare gli investimenti richiesti dai cittadini. Appena la nuova moneta entrò nel circolo della comunità ebbe immediata accettazione dando un improvviso impulso a tutta l'economia. Lo Stato previdentemente azionò la leva fiscale per controllare la massa monetaria e impedire un'impennata dell'inflazione. Ma la crescita continuò con conseguente stampa e messa in circolazione di altra moneta per far fronte alle nuove opere pubbliche; l'inflazione veniva quasi riassorbita dallo sviluppo. In pratica, per gli interi investimenti non si creò neanche un'unità di debito pubblico. Ma poi venimmo noi banchieri; questo virus di autonomia, se si fosse propagato, avrebbe potuto causare gravi danni alla nostra categoria e così cercammo di convincere la popolazione locale che lo sviluppo senza indebitarsi con noi era un grave pericolo. Tentammo in ogni modo di convincere questa gente troppo sveglia; cercammo in ogni modo di bloccare nuove iniezioni di denaro da parte dello Stato e convertirlo in stupendi debiti e, alla fine, ci riuscimmo. Sa cosa successe? Nel giro di poco tempo portammo giustamente l'economia di quella nazione sull'orlo del baratro, visto che l'avevamo riempita di debiti pubblici.>

Domanda
<Presidente, qual è la morale di questo suo breve racconto?>
Risposta
<Che l'emissione di moneta nazionale da parte dello Stato genera solo occupazione e benessere per il popolo, ma non per noi banchieri. Quindi, questa abominevole condizione non può essere mai accettata e va strenuamente combattuta. Il popolo deve essere infelice affinché la mia nobile categoria, e quelle a me collegate, prosperi e mantenga il più alto livello di potere.>

Domanda
<Presidente, quindi, qual è il debitore ideale?>
Risposta
<Quello che non restituisce mai completamente il proprio debito. Oggi mi sento magnanimo e le racconterò un'altra storiella. Il mio club anni fa riuscì a cambiare radicalmente la mentalità della gente trasformandola in una società di consumatori con il conseguente sviluppo dell'offerta del credito. Più credito per allargare a macchia d'olio il bisogno stesso del credito. La prima operazione fu con le carte di credito il cui principio base era appunto di far consumare alla gente subito e pagare dopo. Quale magnifica strategia vincente! Pensi che inculcammo alla gente che le banche erano buone poiché permettevano alla gente comune di soddisfare in tempo reale i loro desideri. Anzi, successivamente facemmo ancora di più consentendo di non pagare subito neanche il debito contratto per l'acquisto. Dicemmo: non hai i soldi? Nessun problema! Noi siamo amabili e generosi, pertanto ti diamo altro credito per ripagare il debito. Non solo, pensi a quello fatto gradatamente negli ultimi anni con l'introduzione dell'obbligo che le principali operazioni vanno necessariamente fatte solo avendo la disponibilità delle meravigliose tessere di plastica, e ciò anche per gli adorabili vecchietti.
Com'è bello essere banchieri!

Domanda
<Presidente, ma nel suo lavoro è controllato da qualche altra istituzione?>
Risposta
<Ah! Ah! Ah! Non faccia domande prive di ogni logica. Io controllato? Mai!

<Presidente, questa intervista è stata veramente molto istruttiva. Pensa che i lettori apprezzeranno le sue parole?>
<I suoi lettori non apprezzeranno un bel niente, visto che sono soltanto una moltitudine di pesci senza cervello in balia di un predatore come me.>
<Grazie, signor Presidente!>
<Stia attento, non lasci il prezioso clistere sulla sua sedia!>


Alfred B. Revenge (dal libro "Svegliamoci", prima edizione febbraio 2015)


Nessun commento:

Posta un commento