domenica 26 febbraio 2017

"Gli Italiani sono Masochisti."

Ma sì, confessiamolo; da molti anni noi Italiani consideriamo superate le letture di autori come Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Giovanni Verga, Niccolò Machiavelli, Luigi Pirandello, Gabriele D'Annunzio, Eugenio Montale e degli altri grandi della nostra cultura. Noi Italiani ormai siamo fedeli seguaci di un solo artista, di Leopold von Sacher-Masoch. Nelle nostre librerie, sui comodini, sui letti, persino nei bagni troneggiano esclusivamente i libri di questo scrittore austriaco di origini spagnole ed ucraine. Noi Italiani abbiamo deciso di applicare con diligenza gli insegnamenti di colui che viene considerato il padre del masochismo. Già verso la fine del diciannovesimo secolo lo psichiatra Richard von Krafft-Ebing utilizzò Masoch per identificare un comportamento perverso; non a caso egli scrisse che l'elemento caratteristico del masochismo non è tanto la relazione tra piacere e dolore quanto il processo di accettazione della subordinazione, della schiavitù.
Ebbene, noi Italiani da tempo amiamo essere sottomessi, asserviti al volere altrui.
Come non ricordare i nostri sussulti orgasmici quando già a luglio del 1981 vedemmo realizzare il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia firmato dagli illustri e compianti concittadini Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi, adesso sicuramente ai vertici della Banca Centrale degli Inferi. In quell'occasione la Banca d'Italia da agenzia governativa gettò le basi per liberarsi dall'abbraccio pubblico; infatti, sino al 1981 era obbligata ad acquistare i titoli di Stato non collocati sul mercato ai tassi decisi dal Ministero del Tesoro. In quel modo vi era la garanzia del finanziamento della spesa pubblica alle condizioni volute dallo Stato con la conseguente crescita dell'economia reale. Con il divorzio non fu più così; il Tesoro dovette cercare i quattrini alle condizioni imposte dal mercato finanziario, cioè dalle banche. Conseguenza? Iniziammo a pagare molti più interessi. Così, da essere tra i paesi più virtuosi in Europa con la quota di spesa pubblica in rapporto al PIL più bassa iniziammo a scalare le classifiche del debito pubblico grazie all'aumento esponenziale degli interessi pagati agli investitori.
Sì, noi Italiani siamo masochisti perché provammo un piacere perverso nel consentire alla Banca d'Italia di allontanarsi dal curare gli interessi del pubblico per favorire i guadagni delle grandi banche.
E come non rammentare l'altra gioia proveniente dalla firma del trattato di Maastricht il sette febbraio 1992. In quella circostanza i nostri politici chiusero gli occhi e si tapparono le orecchie per consentire a noi di ipotecare un futuro ricco di emozioni per la privazione della sovranità monetaria ceduta ad una Banca Centrale Europea indipendente dai popoli, ma strettamente legata agli interessi della finanza internazionale. Ecco che con la nascita dell'Euro si verificò quanto progettato dalla classe elitaria, costante crescita del debito pubblico indipendente dall'entità delle spese interne. Quindi, la causa di tale incremento, peraltro non problematico qualora si fosse sovrani della propria moneta, è sempre stato l'ammontare degli interessi pagati sui titoli di stato in possesso per buona parte da istituzioni finanziarie.
A noi popolo masochista è piaciuto tantissimo privarci della capacità di emettere e gestire la moneta nazionale per risultare schiavi del volere di un'entità dominata da tecnocrati-banchieri.
Ah, dimenticavo che il trattato di Maastricht entrò in vigore nel 1993, esattamente l'anno in cui assunse la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri quel Carlo Azeglio Ciampi che, tra i primi atti, istituì l'organismo deputato alle privatizzazioni. Le ricordate? Lo Stato svendette attività strategiche della Nazione con supremo sollazzo dei finanzieri più spregiudicati che esaltarono il nostro compiacimento distruttivo con audaci giochi di sesso societario.
Per non parlare del Trattato di Lisbona del 2007. Ah, Lisbona! Quale meravigliosa città per festeggiare l'incatenamento delle nostre parti più intime. Lì fu stilato un documento di circa quattrocento pagine redatto in maniera tale da risultare incomprensibile. E godemmo da pazzi quando sentimmo che persino politici del calibro di Giuliano Amato, Valery Giscard d'Estaing, Angela Merkel, Nicolas Sarkozy indicarono che il trattato si rese volutamente illeggibile per la gente. Ci presero per il sacro deretano e noi, da bravi masochisti, rimanemmo fermi nella posizione di assoggettamento.
Amiamo intensamente essere infelici, assorbire le nefandezze altrui, accettare senza fiatare continui tagli alla spesa sanitaria, l'aumento della disoccupazione e l'incremento di tasse e balzelli vari. Noi aspettiamo sempre con ansia la parola magica che ci fa battere il cuore: “Così vuole l'Europa”.
E con le dolci note provenienti da Bruxelles abbiamo accolto con emozione gli altri trattati come il M.E.S.(Meccanismo di Stabilità Economica) nel 2011; il Fiscal Compact sempre nel 2011 e i simpatici Two Pack ed il Six Pack del 2011 e 2013 che ci hanno ricordato il famoso film italiano di Nanni Loy dal titolo “pacco, doppio pacco e contropaccotto”.
Non molto tempo fa avvertimmo un ulteriore perverso piacere di cui non capimmo subito l'origine. Lo ricordate, cari fratelli Italiani? Ma sì, fu quando leggemmo sulla Gazzetta Ufficiale del diciotto dicembre 2012 il Decreto numero 96717 del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Sobbalzammo dalle sedie e ci mettemmo proni, felici nel ricevere un trattamento molto speciale; con quella disposizione si mise in naftalina la “Lex Monetae”, cioè la facoltà del nostro Stato Sovrano di scegliere la valuta per il pagamento dei propri debiti. Avevamo titoli di stato denominati in euro? Bene, secondo gli articoli 1277 e seguenti del Codice Civile sarebbe stata sufficiente una bella leggina che avesse sancito il corso legale di una nuova valuta, la Lira, per pagare interessi e capitale nella moneta corrente. Tu, cara entità offshore, hai CCT in Euro? Nessun problema, ora la valuta nazionale è la lira, pertanto sarai pagato nella nuova moneta secondo il cambio fissato dalle autorità italiane, per esempio un bel rapporto uno a uno che avrebbe fatto impallidire le banche estere. Beh, non diciamo niente di nuovo visto che fu la stessa procedura del 2000 quando tutti i contratti di lavoro, mutui, conti correnti, eccetera, eccetera, furono convertiti dalla Lira all'Euro, ma con un rapporto di cambio che ci gettò pancia a terra per una colossale violenza; peraltro a noi gradita visto che siamo masochisti.
Allora, con questo Decreto 96717 esultammo come matti dato che la “Lex Monetae”, tipica di uno Stato Sovrano, risultò annullata con un tratto di penna bancaria. L'Italia vuole denominare i titoli di debito in una nuova valuta? Certo, lo può ancora fare, ma con l'assenso del settanta per cento dei possessori dei titoli. Capito? Basta il trenta virgola uno per cento che dica no per bloccare un nostro sacrosanto diritto e lasciare il debito in euro. E adesso, indovinate chi possiede ben oltre il trenta per cento dei titoli di Stato Italiani? Le banche ed istituzioni estere, compresa la Banca Centrale Europea. Il sapere che le conglomerate creditizie hanno operato con abile astuzia per giungere a questo risultato ci ha fatto capire una volta di più quanto sia meraviglioso essere incatenati con gli euro-schiavettoni.
Sì, non ci sono più dubbi; noi Italiani siamo un popolo che prova uno smodato piacere nel farsi del male. Abbiamo annientato la nostra sovranità, violentato la Costituzione, seppellito le nostre tradizioni culturali, creato le condizioni affinché nel Paese agiscano indisturbati un manipolo di politici privi di attributi ed incapaci di gestire correttamente la cosa pubblica. Ci crogioliamo nella distruttività, esultiamo nel veder demoliti i pilastri centrali sulle cui basi i nostri padri costruirono il miracolo economico e condussero l'Italia ad essere la quinta potenza economica mondiale.
Ma sì, proviamo un irrefrenabile orgasmo nel veder andare via i migliori cervelli Italiani e, nel contempo, portarci in casa una massa eterogenea di stranieri che alcun rispetto nutrono per i nostri valori cristiani e sociali.
Sì; siamo masochisti perché sentiamo una perversa gioia nel constatare che la disoccupazione giovanile tocca livelli allarmanti grazie a politiche che mettono al centro dell'attenzione le banche e non i cittadini.
Sì; siamo masochisti perché accettiamo che gli anziani, i malati, i più deboli siano considerati dai burocrati europei un peso oneroso per la finanza pubblica e, quindi, da abbandonare ad un destino di lenta e dolorosa sofferenza.
Mi chiedo; non è che siamo stati oggetto di un esperimento collettivo? Non è che ci è stato inoculato un virus capace di portare alla degenerazione i tessuti cerebrali? Che l'intero popolo italico sia stato colpito dall'amenza? Forse è proprio così, visto che la caratteristica di quella malattia è di non far usare il cervello.
Tuttavia, questa condizione di piacere nell'asservimento sta venendo un po' a noia; non vi pare? Che ne dite se per un periodo di tempo chiudessimo in un cassetto i libri di Leopold von Sacher-Masoch e mettessimo in bella mostra quelli di Gabriele D'Annunzio? Chissà, forse il cambiamento dalla posizione supina a quella eretta farebbe un gran bene a tutti noi Italiani.

Alfred B. Revenge


sabato 11 febbraio 2017

"Ridono Perché ci Prendono per il Culo."

Da troppo tempo la classe prezzolata ci prende per il culo. Mi riferisco ai milioni di esseri che rappresentano la cinghia di trasmissione tra l'élite di potere e noi del popolo. Parlo di politici corrotti o totalmente incapaci, di accademici, di giornalisti, di burocrati e di qualsiasi altra categoria potenzialmente utile a tutelare gli interessi di poche migliaia di privilegiati il cui scopo risulta diabolico nella sua semplicità: soggiogarci, privarci di ogni autonomo pensiero, convincerci che dovremo sempre accettare privazioni, indebolimenti dello stato sociale, stipendi e salari minimi, privatizzazioni a tutta forza e drammatici fenomeni migratori. Il tutto in nome del Santo Graal; cioè della globalizzazione come naturale e benefico effetto della cultura neo-liberista.
Ora i mass media indicano che ci possono essere delle svolte con l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti e la candidatura di Marine le Pen alle prossime elezioni presidenziali in Francia. Ma andiamo con ordine.
Partiamo da Donald Trump. Le sue dichiarazioni parlano chiaro, denuncia dei fenomeni di globalizzazione attuata dalle grandi multinazionali e risposta adeguata con misure protezionistiche e di salvaguardia del lavoratore americano. Interessante, molto interessante; un Presidente statunitense che si mette di traverso alle corporazioni industriali e finanziarie, che attacca senza remore le banche avvisando gli americani dell'esistenza di “una struttura di potere globale responsabile delle decisioni economiche che hanno derubato la nostra classe lavoratrice, privato il nostro paese della sua ricchezza e messo quel denaro nelle tasche di un manipolo di grandi compagnie ed entità politiche.” Una dichiarazione di allarme rosso con allegata l'immagine di Lloyd C. Blankfein, numero uno della Goldman Sachs, tra le più importanti banche al mondo. Tanto per ricordarvi la stessa mamma da cui succhiarono il latte personaggi molto noti a noi Italiani come Mario Draghi, attuale Governatore della Banca Centrale Europea; Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio; Mario Monti, ex Presidente del Consiglio e Senatore a Vita; Gianni Letta, ex Presidente del Consiglio. Oh, perbacco; tutti ferventi sostenitori dell'Euro e di una Unione Europea fondata su quella moneta unica.
Insomma, Donald Trump spara ad alzo zero contro il gotha di Wall Street diventando il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America.
Una notizia da prendere con entusiasmo per chi denuncia, come me, l'iniqua azione delle conglomerate bancarie contro il popolo. Dopo tanti anni finalmente arriva un Presidente della più potente economia al mondo che vuole agire contro lo strapotere delle banche.
Uhm, tuttavia, qualcosa non quadra.
Trump vuole lottare contro Wall Street eppure chi nomina nei posti chiave della sua amministrazione? A Segretario di Stato Rex Tillerson, numero uno della gigantesca piovra ExxonMobil legata ai Rockefeller. A Segretario del Tesoro Steven Mnuchin, già banchiere della stessa Goldman Sachs ed al vertice in società specializzate nella gestione di fondi off-shore insieme al famigerato George Soros. A direttore del National Economic Council, cioè dell'entità deputata ad organizzare l'intera politica economica dell'amministrazione statunitense, un certo Gary D. Cohn tra i più alti dirigenti della Goldman Sachs ed intimo amico di quel Blankfein prima citato.
Ma che strano! Trump vuole lottare contro banche come la Goldman Sachs e mette nelle posizioni chiave del suo governo soggetti che provengono proprio da lì. Non solo, altri banchieri risultano nell'entourage del nuovo inquilino alla Casa Bianca. Sarà una semplice coincidenza? Non direi, visto che una delle prime mosse concrete di Trump è il previsto ridimensionamento della norma che fu introdotta dopo il noto scandalo della Lehman Brothers nel 2008 per ridurre la speculazione finanziaria delle banche. Insomma, Trump in queste prime battute sembra agire in perfetta sintonia con i sacerdoti del dio denaro, altro che lotta senza quartiere alla struttura di potere che ha derubato le classi lavoratrici.
Spero tanto di sbagliarmi, ma ho la sensazione che Donald Trump stia prendendo per i fondelli il popolo americano, e non solo esso.
E ora passiamo alla svolta epocale che ci sarebbe qualora Marine Le Pen fosse eletta Presidente della Repubblica Francese. I titoli di tutti i principali quotidiani, le notizie diffuse su tutte le reti televisive riportano un preciso messaggio della candidata transalpina: “Con me la Francia fuori dall'Unione Europea, fuori dall'euro, fuori dalla Nato.” Anche questo un programma da accogliere con entusiasmo per chi, come me, scrive in ogni salsa delle disastrose conseguenze derivanti dall'aver unito solo con la moneta Stati così diversi tra loro.
Uhm, tuttavia qualcosa non quadra.
Esaminando con molta attenzione le affermazioni della Le Pen l'obiettivo sarebbe quello, nella veste di nuovo Presidente della Francia, di negoziare con Bruxelles l'uscita dall'Unione Europea e dall'euro demandando ad un referendum la decisione finale su quanto stabilito dalla trattativa. Sarà che sono diventato sempre più diffidente verso i politici, ma questa impostazione la interpreto come un chiaro messaggio alla Germania della Merkel: “o si fa come dico io o la Francia esce dall'euro decapitando la vostra gallina dalle uova d'oro.” Non a caso è arrivata a stretto giro la risposta della Cancelliera tedesca sull'Europa “a due velocità”. Spero di sbagliarmi anche in questo caso ma penso che qualora Marine Le Pen fosse eletta la Germania, pur di mantenere in piedi l'euro, sarebbe disponibile a qualsiasi compromesso incluso appunto quello della creazione di un'area europea di serie A ed una di serie B. La Merkel e la Le Pen sanno perfettamente che l'euro senza la Francia non può esistere. Insomma, dopo la dimostrazione muscolare si arriverebbe ad un accordo che probabilmente andrebbe a danneggiare proprio l'Italia; altro che dichiarazioni di consenso alla proposta della Merkel dei soliti Prodi, Monti, Gentiloni e compagni.
D'altronde è il solito ritornello dei due paesi che fanno il bello ed il cattivo tempo in Europa. La Francia da anni non rispetta i parametri di Mastricht sul deficit e sul debito pubblico e da Bruxelles mai una piccola tiratina di orecchi. L'Italia, ben più virtuosa, riceve periodicamente lettere di carattere estorsivo con minacce più o meno velate di sanzioni; e l'aspetto incredibile è che i nostri governanti dimenticano, o per interesse fanno finta di dimenticare, che l'euro crollerebbe ugualmente senza l'Italia. Ma noi poveri europei meridionali non disponiamo delle immense ricchezze di un impero coloniale come la Francia.
Si penserà che il mio cervello sia andato in pensione quando scrivo “impero coloniale”; eppure è proprio così.
La grandeur francese si regge ancora in buona parte sullo sfruttamento delle risorse minerarie e finanziarie delle sue ex colonie in Africa. Nel mio ultimo libro di prossima pubblicazione si parla anche di questo degrado umanitario; di come una nazione che si proclama democratica e fulgido esempio di libertà ed uguaglianza opprima interi popoli attraverso accordi coloniali stipulati una cinquantina di anni fa.
La Francia è l'unico paese al mondo che si fa pagare per il suo ex dominio coloniale. I popoli di quattordici paesi africani hanno avuto l'onore (Sic!) di essere schiavizzati per anni dall'impero transalpino? Bene, devono pagare. Come? Semplicissimo. Per esempio, una bella tassa coloniale da far decorrere dal momento della dichiarazione di indipendenza. Di che tipo? Qui c'è proprio da saltare sulla sedia e guardare con ammirazione le capacità dei nostri cugini di favorire il loro interesse nazionale. Questi quattordici Stati (Benin, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Costa d'Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo, Guinea Equatoriale e Gabon), attraverso trattati capestro, devono depositare ben l'ottantacinque per cento delle loro riserve valutarie alla Banca di Francia che può disporne come meglio desidera. E se un Paese avesse necessità dei propri quattrini per sostenere la crescita del popolo? Non li può avere, tuttavia può chiedere un finanziamento alla banca francese, che naturalmente si farà pagare luccicanti interessi. Capito? La Francia si appropria da oltre mezzo secolo del denaro di Stati solo in apparenza indipendenti, per non parlare delle ricchezze minerarie come l'uranio, l'oro e così via. Basti pensare che sono centinaia e centinaia di miliardi di dollari i tesori accumulati dalla Banca di Francia nel corso di questi decenni. Soldi prodotti dal lavoro del popolo africano che vola via producendo continua povertà, immigrazione e, ovviamente, quel brodo di coltura ideale per le organizzazioni terroristiche. E si perde il conto di quanti colpi di Stato sono stati prodotti nel corso di questi anni in queste sfortunate colonie francesi. Ops; piccolo lapsus, intendevo dire...ex colonie francesi.
Lo stesso ex Presidente Chirac disse: “Dobbiamo essere onesti e riconoscere che una gran parte dei soldi nelle nostre banche provengono dallo sfruttamento del continente africano.”
E c'è chi ancora si permette in Europa di criticare gli Italiani.
Comunque, tornando al discorso iniziale sugli intendimenti di Marine Le Pen io penso, sperando di essere nel torto, che sia tutta una gran messa in scena per sfruttare il disagio del popolo, venire eletta, fare un po' la voce grossa a Bruxelles e tornare indietro con la borsa ricca di accordi favorevoli per la Francia, ma sempre espressi nella valuta tanto amata dai tedeschi, l'euro.
Anche in questo caso temo che i politici ci stiano prendendo per i fondelli.
Visto che siamo in tema concludo ricordando i volti sorridenti del ministro Padoan e del premier Gentiloni nell'annunciare l'incasso record delle entrate fiscali nel 2016, oltre quattrocentocinquanta miliardi di euro. Tutti giulivi e contenti perché lo Stato, in assenza di una reale crescita economica, ha drenato ancor più reddito, lavoro e ricchezza dai cittadini Italiani; cioè da coloro che sono l'essenza dello Stato. E' assurdo! I sorrisi sarebbero stati giustificati per una riduzione dei consueti salassi e non per aggiuntivi prelievi di sangue che comportano l'aggravamento delle condizioni del paziente.
Sì, io penso che noi del popolo siamo decisamente presi per il culo dalla classe prezzolata.
Per chi pensa che abbia utilizzato un termine inelegante mi faccio subito perdonare.
Sì, io penso che noi del popolo siamo decisamente presi dalla classe prezzolata per quella parte del corpo dove la riverita schiena perde il riverito nome.
Così va meglio?

Alfred B. Revenge
 
 







domenica 5 febbraio 2017

"Come Siamo Caduti in Basso"

La foto del ministro dell'economia Padoan che dichiara al Senato la necessità per l'Italia di rispettare l'ordine della Commissione Europea di adeguamento dei conti pubblici dello 0,2% sul Pil è sintomatica di quanto siamo caduti in basso. Ancora una volta un gruppo di oligarchi mai eletti invia da Bruxelles istruzioni al governo italiano di procedere con nuovi prelievi di sangue e l'intero corpo dei senatori, questi sì eletti dai cittadini, risulta latitante.
Eppure l'argomento era importante, soprattutto per le conseguenze derivanti dall'ennesima miserabile figura che politici nostrani hanno regalato alla Nazione.
Invece a Palazzo Madama, il due febbraio, c'erano soltanto tredici senatori ad ascoltare la vicenda relativa allo scambio epistolare tra i burocrati europei ed il nostro ministero dell'economia circa una manovra correttiva che dovrà effettuarsi in primavera e che regalerà nuove tasse e tagli alla spesa sociale.
Bruxelles ordina perentoriamente facendo sventolare la minaccia di sanzioni con ulteriori restrizioni di sovranità e Roma tremante obbedisce. E cosa succederà quando per l'Italia inizierà il calvario previsto dal fiscal compact? A qual punto non si parlerà di alcuni miliardi di euro, bensì di decine e decine di miliardi di bei fogliettini colorati. Infatti, nel 2018, salvo augurabili invasioni aliene, scatterà la tagliola del pareggio di bilancio ed allora saranno guai tremendi. Per molti anni si dovranno prevedere veri e propri salassi a base di aumenti di tasse, spietate riduzioni della spesa e probabilmente patrimoniali che andranno a colpire quei ceti già severamente colpiti da questa perenne crisi. Ma sapete qual è uno degli aspetti più incredibili che più volte ho denunciato nei miei scritti? Che i nostri politici, i mass media e tutto il carrozzone che gira intorno a loro sapeva e sa perfettamente che questa normativa sul pareggio di bilancio è il frutto di un autentico attentato alla sovranità ed alla Costituzione del nostro amato Paese.
Pensate che sia uscito fuori di senno?
Se così fosse sarei in buona compagnia visto che il deputato Andrea Orlando, Ministro della Giustizia da febbraio del 2014, così si espresse il tre settembre del 2016 durante la festa del Fatto Quotidiano:
Oggi noi stiamo vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia. Oggi, sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di bypassare completamente le democrazie nazionali. Io faccio soltanto due esempi. I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i soggetti che si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non legittimati democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie di fronte al fatto compiuto.
Faccio un esempio. La modifica, devo dire abbastanza passata sotto silenzio, della Costituzione per quanto riguarda il tema dell'obbligo di Pareggio di Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese. Fu il frutto del fatto che a un certo punto la Banca Centrale Europea, più o meno (ora la brutalizzo) disse: <O mettete questa clausola nella vostra Costituzione o, altrimenti, chiudiamo i rubinetti e non ci sono i soldi alla fine del mese>.
Io devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi vergogno di più di aver fatto. Io penso sia stato un errore approvare quella modifica non tanto per il merito, che pure è contestabile, ma per il modo in cui si arrivò a quella modifica di carattere costituzionale.”
Ci rendiamo conto della portata di queste parole? Ci rendiamo conto che il Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana ha candidamente dichiarato che la nostra democrazia è soltanto nei sogni visto che viene lapidata dai soggetti sovranazionali non legittimati dalla volontà popolare? Ci rendiamo conto che lo stesso Ministro ha dichiarato che la Banca Centrale Europea ha operato come un estorsore a danno del Parlamento Italiano? Eppure non mi risulta una presa di posizione forte da parte del Governo, non mi risulta una levata di scudi dell'informazione, non mi risulta lo sdegno della classe politica prezzolata, non mi risultano avviate iniziative da parte di una qualche procura. Ed il nostro Ministro della Giustizia? Ha già dimenticato o qualcuno gli ha consigliato che doveva smetterla di dire la verità? Ha dimostrato coraggio a settembre dell'anno scorso, continui ad averlo e si adoperi affinché gli Italiani non siano continuamente stuprati da soggetti sovranazionali che hanno come unico scopo quello di salvaguardare una ristretta cerchia di potere, quella legata a filo doppio con il mondo delle conglomerate bancarie internazionali. In questo modo compirà scelte di cui non dovrà vergognarsi.
Non cadiamo ancora più in basso; che sia per tutti noi una sferzata l'invettiva di otto secoli pronunciata dal sommo poeta Dante Alighieri:
“Ahi, serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”
Vogliamo che queste parole siano ancora attuali?
Se la risposta fosse sì allora il nostro cervello rimarrà chiuso in una cella dove l'unico passatempo sarà di guardare una delle puntate del grande fratello.
Se la risposta fosse, come spero, un no secco allora dobbiamo smetterla che da Bruxelles, da Berlino, da Parigi o perfino dal Circolo Polare Artico ci dicano cosa fare. Noi Italiani dobbiamo decidere del nostro futuro e non anonimi tecnocrati manovrati da abili e straricchi burattinai sparsi per il mondo. Ricordiamoci le parole di Sandro Pertini: “Io credo nel popolo italiano. E' un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo”.
Con la sovranità nazionale ceduta di fatto ad un gruppo di avidi ricattatori che operano dietro privilegiate entità sovranazionali il popolo italiano assiste drammaticamente all'aumento della disoccupazione, alle ulteriori difficoltà nel mantenere od acquistare una casa e, ciliegina sulla torta, alla riduzione dell'intervento pubblico nella spesa sanitaria. Penso che il nostro mitico Presidente Pertini stia fumando sempre più nervosamente la sua famosa pipa.