sabato 11 febbraio 2017

"Ridono Perché ci Prendono per il Culo."

Da troppo tempo la classe prezzolata ci prende per il culo. Mi riferisco ai milioni di esseri che rappresentano la cinghia di trasmissione tra l'élite di potere e noi del popolo. Parlo di politici corrotti o totalmente incapaci, di accademici, di giornalisti, di burocrati e di qualsiasi altra categoria potenzialmente utile a tutelare gli interessi di poche migliaia di privilegiati il cui scopo risulta diabolico nella sua semplicità: soggiogarci, privarci di ogni autonomo pensiero, convincerci che dovremo sempre accettare privazioni, indebolimenti dello stato sociale, stipendi e salari minimi, privatizzazioni a tutta forza e drammatici fenomeni migratori. Il tutto in nome del Santo Graal; cioè della globalizzazione come naturale e benefico effetto della cultura neo-liberista.
Ora i mass media indicano che ci possono essere delle svolte con l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti e la candidatura di Marine le Pen alle prossime elezioni presidenziali in Francia. Ma andiamo con ordine.
Partiamo da Donald Trump. Le sue dichiarazioni parlano chiaro, denuncia dei fenomeni di globalizzazione attuata dalle grandi multinazionali e risposta adeguata con misure protezionistiche e di salvaguardia del lavoratore americano. Interessante, molto interessante; un Presidente statunitense che si mette di traverso alle corporazioni industriali e finanziarie, che attacca senza remore le banche avvisando gli americani dell'esistenza di “una struttura di potere globale responsabile delle decisioni economiche che hanno derubato la nostra classe lavoratrice, privato il nostro paese della sua ricchezza e messo quel denaro nelle tasche di un manipolo di grandi compagnie ed entità politiche.” Una dichiarazione di allarme rosso con allegata l'immagine di Lloyd C. Blankfein, numero uno della Goldman Sachs, tra le più importanti banche al mondo. Tanto per ricordarvi la stessa mamma da cui succhiarono il latte personaggi molto noti a noi Italiani come Mario Draghi, attuale Governatore della Banca Centrale Europea; Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio; Mario Monti, ex Presidente del Consiglio e Senatore a Vita; Gianni Letta, ex Presidente del Consiglio. Oh, perbacco; tutti ferventi sostenitori dell'Euro e di una Unione Europea fondata su quella moneta unica.
Insomma, Donald Trump spara ad alzo zero contro il gotha di Wall Street diventando il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America.
Una notizia da prendere con entusiasmo per chi denuncia, come me, l'iniqua azione delle conglomerate bancarie contro il popolo. Dopo tanti anni finalmente arriva un Presidente della più potente economia al mondo che vuole agire contro lo strapotere delle banche.
Uhm, tuttavia, qualcosa non quadra.
Trump vuole lottare contro Wall Street eppure chi nomina nei posti chiave della sua amministrazione? A Segretario di Stato Rex Tillerson, numero uno della gigantesca piovra ExxonMobil legata ai Rockefeller. A Segretario del Tesoro Steven Mnuchin, già banchiere della stessa Goldman Sachs ed al vertice in società specializzate nella gestione di fondi off-shore insieme al famigerato George Soros. A direttore del National Economic Council, cioè dell'entità deputata ad organizzare l'intera politica economica dell'amministrazione statunitense, un certo Gary D. Cohn tra i più alti dirigenti della Goldman Sachs ed intimo amico di quel Blankfein prima citato.
Ma che strano! Trump vuole lottare contro banche come la Goldman Sachs e mette nelle posizioni chiave del suo governo soggetti che provengono proprio da lì. Non solo, altri banchieri risultano nell'entourage del nuovo inquilino alla Casa Bianca. Sarà una semplice coincidenza? Non direi, visto che una delle prime mosse concrete di Trump è il previsto ridimensionamento della norma che fu introdotta dopo il noto scandalo della Lehman Brothers nel 2008 per ridurre la speculazione finanziaria delle banche. Insomma, Trump in queste prime battute sembra agire in perfetta sintonia con i sacerdoti del dio denaro, altro che lotta senza quartiere alla struttura di potere che ha derubato le classi lavoratrici.
Spero tanto di sbagliarmi, ma ho la sensazione che Donald Trump stia prendendo per i fondelli il popolo americano, e non solo esso.
E ora passiamo alla svolta epocale che ci sarebbe qualora Marine Le Pen fosse eletta Presidente della Repubblica Francese. I titoli di tutti i principali quotidiani, le notizie diffuse su tutte le reti televisive riportano un preciso messaggio della candidata transalpina: “Con me la Francia fuori dall'Unione Europea, fuori dall'euro, fuori dalla Nato.” Anche questo un programma da accogliere con entusiasmo per chi, come me, scrive in ogni salsa delle disastrose conseguenze derivanti dall'aver unito solo con la moneta Stati così diversi tra loro.
Uhm, tuttavia qualcosa non quadra.
Esaminando con molta attenzione le affermazioni della Le Pen l'obiettivo sarebbe quello, nella veste di nuovo Presidente della Francia, di negoziare con Bruxelles l'uscita dall'Unione Europea e dall'euro demandando ad un referendum la decisione finale su quanto stabilito dalla trattativa. Sarà che sono diventato sempre più diffidente verso i politici, ma questa impostazione la interpreto come un chiaro messaggio alla Germania della Merkel: “o si fa come dico io o la Francia esce dall'euro decapitando la vostra gallina dalle uova d'oro.” Non a caso è arrivata a stretto giro la risposta della Cancelliera tedesca sull'Europa “a due velocità”. Spero di sbagliarmi anche in questo caso ma penso che qualora Marine Le Pen fosse eletta la Germania, pur di mantenere in piedi l'euro, sarebbe disponibile a qualsiasi compromesso incluso appunto quello della creazione di un'area europea di serie A ed una di serie B. La Merkel e la Le Pen sanno perfettamente che l'euro senza la Francia non può esistere. Insomma, dopo la dimostrazione muscolare si arriverebbe ad un accordo che probabilmente andrebbe a danneggiare proprio l'Italia; altro che dichiarazioni di consenso alla proposta della Merkel dei soliti Prodi, Monti, Gentiloni e compagni.
D'altronde è il solito ritornello dei due paesi che fanno il bello ed il cattivo tempo in Europa. La Francia da anni non rispetta i parametri di Mastricht sul deficit e sul debito pubblico e da Bruxelles mai una piccola tiratina di orecchi. L'Italia, ben più virtuosa, riceve periodicamente lettere di carattere estorsivo con minacce più o meno velate di sanzioni; e l'aspetto incredibile è che i nostri governanti dimenticano, o per interesse fanno finta di dimenticare, che l'euro crollerebbe ugualmente senza l'Italia. Ma noi poveri europei meridionali non disponiamo delle immense ricchezze di un impero coloniale come la Francia.
Si penserà che il mio cervello sia andato in pensione quando scrivo “impero coloniale”; eppure è proprio così.
La grandeur francese si regge ancora in buona parte sullo sfruttamento delle risorse minerarie e finanziarie delle sue ex colonie in Africa. Nel mio ultimo libro di prossima pubblicazione si parla anche di questo degrado umanitario; di come una nazione che si proclama democratica e fulgido esempio di libertà ed uguaglianza opprima interi popoli attraverso accordi coloniali stipulati una cinquantina di anni fa.
La Francia è l'unico paese al mondo che si fa pagare per il suo ex dominio coloniale. I popoli di quattordici paesi africani hanno avuto l'onore (Sic!) di essere schiavizzati per anni dall'impero transalpino? Bene, devono pagare. Come? Semplicissimo. Per esempio, una bella tassa coloniale da far decorrere dal momento della dichiarazione di indipendenza. Di che tipo? Qui c'è proprio da saltare sulla sedia e guardare con ammirazione le capacità dei nostri cugini di favorire il loro interesse nazionale. Questi quattordici Stati (Benin, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Costa d'Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo, Guinea Equatoriale e Gabon), attraverso trattati capestro, devono depositare ben l'ottantacinque per cento delle loro riserve valutarie alla Banca di Francia che può disporne come meglio desidera. E se un Paese avesse necessità dei propri quattrini per sostenere la crescita del popolo? Non li può avere, tuttavia può chiedere un finanziamento alla banca francese, che naturalmente si farà pagare luccicanti interessi. Capito? La Francia si appropria da oltre mezzo secolo del denaro di Stati solo in apparenza indipendenti, per non parlare delle ricchezze minerarie come l'uranio, l'oro e così via. Basti pensare che sono centinaia e centinaia di miliardi di dollari i tesori accumulati dalla Banca di Francia nel corso di questi decenni. Soldi prodotti dal lavoro del popolo africano che vola via producendo continua povertà, immigrazione e, ovviamente, quel brodo di coltura ideale per le organizzazioni terroristiche. E si perde il conto di quanti colpi di Stato sono stati prodotti nel corso di questi anni in queste sfortunate colonie francesi. Ops; piccolo lapsus, intendevo dire...ex colonie francesi.
Lo stesso ex Presidente Chirac disse: “Dobbiamo essere onesti e riconoscere che una gran parte dei soldi nelle nostre banche provengono dallo sfruttamento del continente africano.”
E c'è chi ancora si permette in Europa di criticare gli Italiani.
Comunque, tornando al discorso iniziale sugli intendimenti di Marine Le Pen io penso, sperando di essere nel torto, che sia tutta una gran messa in scena per sfruttare il disagio del popolo, venire eletta, fare un po' la voce grossa a Bruxelles e tornare indietro con la borsa ricca di accordi favorevoli per la Francia, ma sempre espressi nella valuta tanto amata dai tedeschi, l'euro.
Anche in questo caso temo che i politici ci stiano prendendo per i fondelli.
Visto che siamo in tema concludo ricordando i volti sorridenti del ministro Padoan e del premier Gentiloni nell'annunciare l'incasso record delle entrate fiscali nel 2016, oltre quattrocentocinquanta miliardi di euro. Tutti giulivi e contenti perché lo Stato, in assenza di una reale crescita economica, ha drenato ancor più reddito, lavoro e ricchezza dai cittadini Italiani; cioè da coloro che sono l'essenza dello Stato. E' assurdo! I sorrisi sarebbero stati giustificati per una riduzione dei consueti salassi e non per aggiuntivi prelievi di sangue che comportano l'aggravamento delle condizioni del paziente.
Sì, io penso che noi del popolo siamo decisamente presi per il culo dalla classe prezzolata.
Per chi pensa che abbia utilizzato un termine inelegante mi faccio subito perdonare.
Sì, io penso che noi del popolo siamo decisamente presi dalla classe prezzolata per quella parte del corpo dove la riverita schiena perde il riverito nome.
Così va meglio?

Alfred B. Revenge
 
 







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