sabato 12 novembre 2016

"Schiavi del Debito"

L'uomo è ormai schiavo del debito! La pagina web del “The Economist” dal titolo “The Global Debt Clock” indica l'orologio del debito pubblico mondiale, una cifra colossale di oltre sessantamila miliardi di dollari che aumenta ogni secondo di circa trecentomila dollari. E questo numero non considera i debiti personali di tutti gli esseri umani e delle imprese, altrimenti la cifra supererebbe i duecentomila miliardi di dollari. La vita di ogni persona è racchiusa in una gabbia costruita su di un debito che mai potrà estinguersi visto che la sua origine è strettamente legata al sistema monetario esistente che comporta da un lato la creazione del denaro dal nulla da parte delle banche e dall'altro l'incredibile assunto che uno Stato per approvvigionarsi di fondi deve obbligatoriamente rivolgersi al mercato finanziario, entità eterea governata dagli adoratori di ciò che S. Francesco d'Assisi definì “lo sterco del Demonio”. Ormai questa follia è riconosciuta ed ammessa dagli stessi addetti ai lavori. Dobbiamo convincerci dell'enorme bufala fatta entrare nei nostri cervelli da una martellante informazione controllata dalla ristretta cerchia della classe dominante sul pianeta, quella dei grandi banchieri internazionali. Quella, per intenderci, che controlla da oltre due secoli i centri vitali dell'intera economia mondiale, dall'informazione all'energia, dalla finanza all'industria militare. Questa illustre categoria è riuscita con abile maestria a trasformare un semplice strumento di scambio nella più potente arma di distruzione di massa. Il denaro è creato dalle banche ogni volta che si concede un prestito. Questa è la verità, punto e basta! Finiamola con il pensare che una banca concede finanziamenti con i soldi depositati dai risparmiatori. E' una menzogna! Il prestito crea il deposito e non il contrario. Questo cosa comporta? Risposta elementare; per ogni euro finanziato ci sarà pari ammontare di credito e di debito, cioè perfetta equiparazione tra la moneta in circolazione ed il debito. Con Sessantamila miliardi di dollari in circolazione ci sono sessantamila miliardi di debito. Quindi, drammatica conclusione, l'intera offerta monetaria è rappresentata dal debito. Ci rendiamo conto di questa assurdità? Mai e poi mai il debito potrà estinguersi perché alimenta se stesso attraverso la produzione continua di denaro bancario che ormai rappresenta circa il 97% del totale. Il residuo 3% è quello emesso concretamente in banconote colorate dalle varie banche centrali che come amorevoli mamme proteggono i loro figli permettendo loro di emettere in esclusiva moneta virtuale o bancaria, che poi è la stessa cosa. Un euro depositato da un risparmiatore in banca si trasforma d'incanto nell'1% di riserva obbligatoria prevista da un'insana legge, per cui lo stesso istituto di credito può prestare sino a novantanove volte la cifra iniziale. La banca ha ricevuto un euro di deposito, bene può fare finanziamenti per novantanove euro; in tal modo può aumentare in sequenza l'attivo di novantanove euro come prestito ed il passivo dello stesso importo per via del deposito conseguente all'accredito dei fondi erogati. Di fatto la banca ha creato dal nulla, con un semplice click del computer, una nuova moneta virtuale; ha generato un aumento contabile del 99% dell'intero stato patrimoniale nel pieno rispetto della riserva obbligatoria. Pertanto, la banca non ha più il classico ruolo di intermediario tra il risparmio ed il credito, non concede più i prestiti sulla base di soldi reali a disposizione, ma su quelli inventati, su quelli nati da semplici impulsi elettronici. Altresì, sul niente vengono chieste garanzie reali, come per i classici mutui; ipoteca sulla casa perché qualcuno ha pigiato un tasto del pc. Però, un bell'affare per le banche, da quattrini che mai hanno posseduto ricevono garanzie reali, incassano interessi reali e nel caso di difficoltà del debitore si appropriano di un prodotto autentico del lavoro umano. Ed ancora, tutta questa moneta bancaria gira vorticosamente per finanziare operazioni di finanza selvaggia, quale quella sui derivati. La creazione di denaro dal nulla rappresenta un privilegio esclusivo, non vantato da nessun altro. Sarebbe bello se ogni capo famiglia avesse nel portafoglio un euro in grado di moltiplicarsi per magia sino a novantanove volte. Nel passato solo un grande Maestro riuscì in un tale processo di moltiplicazione, ma lui lo fece nell'esclusivo interesse della gente, dei più poveri. Nel caso contemporaneo l'interesse è solo a vantaggio di una classe elitaria ben sostenuta dai politici, dai mass media e da presunti insegnanti di scienze economiche.
Quindi, la massa di denaro in circolazione cambia soltanto per l'intervento delle banche attraverso l'aumento o la diminuzione del credito. Ogni prestito crea denaro. E chi ha il monopolio mondiale del credito? Le banche! Conseguenza logica, le banche che controllano il credito di uno Stato ne indirizzano le politiche e le leggi tenendo per le palle l'intero popolo. E chi controlla le grandi banche? Un numero ristretto di individui che, pilotando l'emissione del denaro, gestiscono il credito e ne determinano la distribuzione; un potere immenso, da novelli dittatori. Miliardi di individui schiavi di un meccanismo diabolico che consente di arricchire poche famiglie e, nel contempo, di oscurare la più semplice delle verità; cioè che, nonostante le moderni tecnologie, le ricchezze di madre natura, il lavoro, le abbondanti risorse alimentari, ci sono sempre pronte delle crisi economiche che producono conflitti, disoccupazione, fame ed infelicità. Allora si attivano subito i media, i politici prezzolati e gli accademici di turno per sbandierare teorie scientifiche utili a giustificare del perché un popolo debba soffrire e pagare il conto per fatti di cui neanche conosce l'origine.
Ecco perché da tempo sostengo la tesi che la scienza economica moderna basata sul neoliberismo è una non scienza, rappresenta soltanto l'arte di illusionisti addestrati alla corte del diavolo in persona.
Si potrà affermare che sono un folle, ma nessuno mi convincerà che sia giusto risanare un debito generato con l'inganno da novelli falsari attraverso le sofferenze di interi popoli. Non è giusto perché basato su di un perverso principio: gli Stati hanno rinunciato da tempo alla propria sovranità monetaria preferendo cedere il controllo e la creazione del denaro ad una struttura bancaria privata, autonoma e completamente indipendente dalla volontà e dall'interesse della gente. E questo ha comportato la drammatica conseguenza che i soldi prodotti dalle banche, cioè il famoso 97% sul totale, vengono generati esclusivamente mediante prestiti con i relativi interessi. Quindi gli Stati ed i relativi cittadini hanno un debito complessivo che aumenterà in eterno ed il denaro vive soltanto perché esiste il debito.
I banchieri sono riusciti a drogare le nostre menti a tal punto che non riusciamo più a comprendere semplici e naturali verità. Com'è possibile aver dimenticato che uno strumento di scambio come il denaro deve risultare di proprietà delle persone e che, pertanto, la sovranità monetaria deve appartenere allo Stato che li tutela e li protegge nei suoi diritti. Lo Stato può e deve risultare l'unica entità deputata a creare la moneta necessaria ad entrare nel circuito economico della nazione. Lo Stato deve creare il denaro per realizzare tutti gli investimenti e le spese necessarie allo sviluppo del paese. Ed il bello è che così facendo il denaro rappresenta una posta attiva del bilancio e la sua stessa esistenza non c'entra proprio nulla con il debito. L'unico limite a tale emissione è costituito dalla capacità produttiva del Paese e dal saldo import-export e ciò per non ingenerare insidiosi processi inflazionistici. In tal modo la ricchezza non sarà di appannaggio esclusivo dei grassi banchieri internazionali.
Bisognerebbe sempre ricordare che le crisi economiche sono causate dal fatto che l'attuale sistema monetario mondiale si basa sulla regola che gran parte del denaro è prodotto dal debito che, a sua volta, è maggiorato degli interessi. Che tale massa di quattrini è generata dal nulla dalle banche attraverso la concessione dei prestiti e che buona parte di essa va sempre a finire in operazioni finanziarie speculative e non nell'economia reale.
Purtroppo abbiamo fatto l'abitudine alle invisibili catene che ci legano. L'uomo è schiavo del debito e dei suoi creatori, i banchieri. Sono loro la prima causa delle gravi crisi economiche che, periodicamente, affliggono i vari popoli della Terra. Infelicità, povertà, disoccupazione, tasse infinite sono prodotte da esseri avidi e senza scrupoli morali, dai sacerdoti del dio denaro.
Alfred B. Revenge
 
 
 










martedì 1 novembre 2016

A Proposito della Vita e della Morte

Siamo nel mese che la tradizione cristiana dedica al ricordo dei defunti; a tutti quelli, ormai, che sono passati dall'altra parte. Sollecitato da una persona molto cara mi sono recato stamattina al cimitero della città per salutare mio padre, scomparso alcuni anni fa. Ho visto un via vai incredibile; lunghissime file di auto in coda per entrare nel parcheggio, un'interminabile scia di donne, uomini, bambini con nelle mani dei fiori pronti ad essere depositati sulle tombe delle persone amate. Che strano, ho pensato, una qualche irresistibile forza induce gli esseri umani ad essere ancora vicini a coloro con cui hanno percorso un tratto della loro vita. Dopo poche decine di metri sono entrato in una palazzina a due piani dove, al termine di un corridoio, ho rivisto la vecchia foto di papà fissata alla lastra di marmo del loculo contenente i suoi resti. L'ho materializzato nella mente con il suo ironico sorriso e senza pensarci l'ho salutato con un sonoro “ciao”; quasi fosse ancora accanto a me, vivo. In quel momento ho pensato che esiste un'invisibile catena che unisce la vita e la morte, un'unione indissolubile come quella che si può osservare nella natura intorno a noi. Ci sono animali, come i salmoni, che muoiono subito dopo aver fecondato le loro uova e generato nuova vita. Ci sono piante come i banani o le agavi che muoiono soltanto dopo che nascono e crescono dal loro tronco strutture figlie idonee a subentrare nella generazione dei frutti. In sostanza è come se la vita e la morte avessero un'essenza comune, come due facce della stessa medaglia.
Allora, in che cosa consiste la nostra esistenza? Nel dare vita attraverso la morte? Se così fosse dovremmo giungere alla conclusione che il pensiero della fine ci induce ad essere più buoni, più generosi, meno egoisti, meno malvagi. Forse è proprio il traguardo della morte a far esprimere tutto il potenziale positivo presente nei cuori degli esseri umani. Probabilmente in questo sta la spiegazione del mio “ciao” indirizzato ad un uomo ancora vivo nei ricordi.
Chissà che non abbia colpito il bersaglio l'autore della preghiera-poesia “la morte non è niente”.