"Occhi Scuri" poesia di Hermann Hesse.
lunedì 24 settembre 2018
venerdì 21 settembre 2018
sabato 1 settembre 2018
"Quale futuro per gli Italiani?"
La crescita in Italia sta
rallentando, gli ultimi dati Istat evidenziano che oltre cinque
milioni di Italiani si trovano in una condizione di povertà
assoluta e altri sette milioni in grave
deprivazione materiale, cioè nella oggettiva incapacità di
sostenere spese per determinati beni o servizi (affitto, bollette,
mutuo, pasti adeguati ogni due giorni, riscaldamento della casa,
ecc.); in sostanza, oltre dodici milioni di italiani sono marcati
ufficialmente come persone disperate. Il tasso di occupazione
(Istat) risulta inferiore al sessanta per cento, ben al di sotto
della media europea; il declino demografico si accentua sempre di più
al punto che le proiezioni Eurostat indicano che nel giro di una
settantina di anni la metà degli abitanti nella nostra amata
penisola saranno di origini africane e asiatiche. D'altronde,
contrastare le problematiche finanziarie derivanti da una popolazione
in declino risulta impresa disperata per l'Italia vista
l'impossibilità di seguire autonome politiche monetarie, fiscali e
sociali. Mai dobbiamo dimenticare che il nostro Paese è privo di
sovranità monetaria essendo legato a una valuta comune -l'euro-
nell'ambito di un'unione artificiale priva di concordanza politica;
basti pensare agli accadimenti giornalieri che vedono l'Unione
Europea senza solidarietà tra i singoli Stati, senza coesione, senza
comuni obiettivi geopolitici. Francamente rimango molto perplesso
quando sento autorevoli fonti istituzionali e accademiche affermare
che la sostituzione della forza lavoro italiana con quella degli
immigrati stimolerà la futura crescita economica del Paese. A dir la
verità trovo sconcertante che, mentre giovani e preparati italiani
applicano le loro competenze trasferendosi all'estero, centinaia di
migliaia di immigrati entrano in Italia andando a ingrossare le fila
dei nullafacenti o, ancora peggio, delle organizzazioni criminali.
La situazione la vedo
sempre più drammatica e la preoccupazione aumenta per il futuro.
Ora l'attuale compagine
governativa vorrebbe attuare il suo programma di cambiamento facendo
ricorso a un maggior debito; cosa estremamente pericolosa visto che
l'Italia opera di fatto con una moneta estera, cioè l'euro.
Aumentare ancora il debito pubblico senza avere il controllo della
propria moneta è operazione assai rischiosa e fa navigare in acque
subdole e ricche di gorghi. Da anni sostengo che stando all'interno
dell'euro è impraticabile per l'Italia attuare iniziative economiche
difformi dalla desiderata dei nostri controllori di Bruxelles e
Francoforte; infatti, qualora non rispettassimo i diktat dei
tecnocrati mai eletti da nessun cittadino sarebbe gioco facile per la
Banca Centrale Europea chiudere i rubinetti e privarci della
liquidità necessaria per far fronte alle nostre necessità.
Peraltro
non sarebbero comportamenti insoliti, visto che già si sono attuati
nei confronti della Grecia e in parte nei confronti della nostra
nazione nel corso della crisi politica del 2011 che portò
all'insediamento del governo Monti strettamente legato agli
interessi dei banchieri internazionali.
E
proprio su quest'ultimo episodio ci fu la scioccante rivelazione del
senatore Massimo Garavaglia durante un convegno a S.Ambrogio il
ventuno settembre 2012. In quella circostanza il politico italiano
disse chiaramente che alcuni ispettori della Banca Centrale Europea
minacciarono di lasciare a secco l'Italia se non si fosse nominato
Mario Monti nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri. Insomma, un
vero e proprio attentato alle istituzioni del Paese.
Per non parlare
dell'incredibile estorsione ai danni del Parlamento Italiano in
occasione dell'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione.
Ricordate? Mai bisognerebbe dimenticare la confessione dell'ex
Ministro della Giustizia Andrea Orlando il giorno tre settembre 2016
durante la festa del Fatto Quotidiano:
“Oggi
noi stiamo vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia.
Oggi, sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di
bypassare completamente le democrazie nazionali. Io faccio soltanto
due esempi. I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i
soggetti che si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non
legittimati democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie
di fronte al fatto compiuto.
Faccio
un esempio. La modifica, devo dire abbastanza passata sotto silenzio,
della Costituzione per quanto riguarda il tema dell'obbligo di
Pareggio di Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese.
Fu il frutto del fatto che a un certo punto la Banca Centrale
Europea, più o meno (ora la brutalizzo) disse: <O mettete questa
clausola nella vostra Costituzione o, altrimenti, chiudiamo i
rubinetti e non ci sono i soldi alla fine del mese>.
Io
devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi
vergogno di più di aver fatto. Io penso sia stato un errore
approvare quella modifica non tanto per il merito, che pure è
contestabile, ma per il modo in cui si arrivò a quella modifica di
carattere costituzionale.”
Insomma,
solo due anni fa un Ministro della Repubblica Italiana
spiegò come la Banca Centrale Europea avesse compiuto un atto
estorsivo a danno del Parlamento Italiano, eppure non mi risulta ci
furono prese di posizioni forte da parte dell'allora Governo, non mi
risulta una levata di scudi dell'informazione, non mi risulta lo
sdegno della élite intellettuale, non mi risultano iniziative da
parte di una qualche procura .
Le
attuali catene imposte dai vincoli di bilancio, ormai con forza
costituzionale, impediscono di attuare una politica di reale sviluppo
economico poiché lo Stato può solo indebitarsi attraverso i mercati
finanziari regolati dai prestigiatori dell'usura. Mi fa specie che
l'attuale governo non sappia che il suo ambizioso programma fa a
pugni con la norma sul pareggio di bilancio. I veri pupari hanno
lavorato egregiamente, sono riusciti a coordinare i loro burattini in
maniera tale da programmarne i movimenti futuri.
E
allora, cosa fare? Io penso che i componenti dell'attuale governo per
risollevare le sorti di un'Italia sempre più debole, per dare un
futuro più sereno agli Italiani, dovrebbero studiare con attenzione
gli insegnamenti di un antico connazionale, di un vero maestro della
politica, di Niccolò Machiavelli. La dimensione politica deve
riprendersi la sua autentica capacità decisionale iniziando proprio
dal riacquisto della sovranità monetaria.
Come
non ricordare le parole del prof. Giuseppe Guarino indicate nel suo
“saggio di verità sull'Europa e sull'euro”:
“Alla base di ogni
moneta vi è sempre una disciplina giuridica. Può essere quella
propria di un regime di mercato, quella di un regime di stampo
collettivistico, o quella di una economia mista. Queste tipologie,
diverse tra loro, hanno un elemento in comune. ALLA GESTIONE DELLA
MONETA E' SEMPRE PREPOSTA UNA AUTORITA' POLITICA FACENTE PARTE
DELL'ORGANISMO DI VERTICE. Nei regimi di mercato l'autorità politica
è coadiuvata dal responsabile della Banca centrale. L'euro
costituisce il primo esempio di una moneta in cui, secondo la
disciplina del Trattato, vertici politici, pur partecipando alla
gestione della moneta, non ne avrebbero avuto la responsabilità
esclusiva.”
Come
ben si sa l'euro non è gestito da un'autorità politica emanazione
diretta del popolo, bensì da banchieri e loro diretti
rappresentanti. Ecco, quindi, che i nostri leader dovrebbero parlare
di meno e sforzarsi di seguire i comportamenti dei grandi del passato
ed essere, come indicava Machiavelli nel suo Principe: leone e volpe.
Alfred
B. Revenge
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