La pandemia del Covid-19
sta mettendo a rischio la struttura sociale del nostro amato Paese la
cui economia non cresce realmente da quando è entrata nell'euro. Non
a caso l'Italia, in un paio di decenni, non ha evidenziato un aumento
effettivo del reddito pro-capite; mentre recenti dati Istat e Caritas
indicano la presenza di circa dodici milioni di italiani tra poveri
assoluti e in grave deprivazione materiale, cioè nella oggettiva
incapacità di sostenere spese per determinati beni o servizi
(affitto, bollette, mutuo, pasti adeguati ogni due giorni,
riscaldamento della casa, ecc.).
L'economia italiana è da
quasi un decennio in costante recessione e si stava contraendo
ulteriormente ancor prima della drammatica vicenda del Coronavirus.
Ora l'attuale compagine
governativa, l'opposizione e autorevoli personaggi come Mario Draghi
vorrebbero risollevare il Paese facendo ricorso a un consistente
maggior debito; cosa estremamente pericolosa visto che l'Italia opera
di fatto con una moneta estera, cioè l'euro. Aumentare ancora il
debito pubblico senza avere il controllo della propria moneta è
operazione assai rischiosa e fa navigare in acque subdole e ricche di
gorghi.
Debito! Debito! Debito!
Questa sembra ormai la parola d'ordine.
Purtroppo, la vita di
ogni persona è racchiusa in una gabbia costruita su di un debito che
mai potrà estinguersi visto che la sua origine è strettamente
legata al sistema monetario esistente che comporta da un lato la
creazione del denaro dal nulla da parte delle banche e dall'altro
l'incredibile assunto che uno Stato per approvvigionarsi di fondi
deve obbligatoriamente rivolgersi al mercato finanziario, entità
eterea governata dagli adoratori di ciò che S. Francesco d'Assisi
definì “lo sterco del Demonio”.
Ricordo un breve
paragrafo tratto dal romanzo “Da Servo a Padrone” (capitolo:
colloquio con Abraham
Lincoln).
“E'
semplicemente irragionevole che uno Stato sovrano paghi gli interessi
ad una banca per del denaro che potrebbe tranquillamente creare
autonomamente e senza alcun onere.”
Da anni sostengo che
stando all'interno dell'euro è impraticabile per l'Italia attuare
iniziative economiche difformi dalla desiderata dei nostri
controllori di Bruxelles e Francoforte; infatti, qualora non si
rispettassero le regole di tecnocrati mai eletti da nessun cittadino
sarebbe gioco facile per la Banca Centrale Europea chiudere i
rubinetti e privarci della liquidità necessaria per far fronte alle
nostre necessità.
Peraltro
non sarebbero comportamenti insoliti, visto che già si sono attuati
nei confronti della Grecia e in parte nei confronti della nostra
nazione nel corso della crisi politica del 2011 che portò
all'insediamento del governo Monti strettamente legato agli
interessi dei banchieri internazionali.
E
proprio su quest'ultimo episodio ci fu la scioccante rivelazione del
senatore Massimo Garavaglia durante un convegno a S.Ambrogio il
ventuno settembre 2012. In quella circostanza il politico italiano
disse chiaramente che alcuni ispettori della Banca Centrale Europea
minacciarono di lasciare a secco l'Italia se non si fosse nominato
Mario Monti nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri. Insomma, un
vero e proprio attentato alle istituzioni del Paese.
Per non parlare
dell'incredibile estorsione ai danni del Parlamento Italiano in
occasione dell'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione.
Ricordate? Mai bisognerebbe dimenticare la confessione dell'ex
Ministro della Giustizia Andrea Orlando il giorno tre settembre 2016
durante la festa del Fatto Quotidiano:
“Oggi
noi stiamo vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia.
Oggi, sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di
bypassare completamente le democrazie nazionali. Io faccio soltanto
due esempi. I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i
soggetti che si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non
legittimati democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie
di fronte al fatto compiuto.
Faccio
un esempio. La modifica, devo dire abbastanza passata sotto silenzio,
della Costituzione per quanto riguarda il tema dell'obbligo di
Pareggio di Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese.
Fu il frutto del fatto che a un certo punto la Banca Centrale
Europea, più o meno (ora la brutalizzo) disse: <O mettete questa
clausola nella vostra Costituzione o, altrimenti, chiudiamo i
rubinetti e non ci sono i soldi alla fine del mese>.
Io
devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi
vergogno di più di aver fatto. Io penso sia stato un errore
approvare quella modifica non tanto per il merito, che pure è
contestabile, ma per il modo in cui si arrivò a quella modifica di
carattere costituzionale.”
Insomma,
solo quattro anni fa un Ministro della Repubblica
Italiana spiegò come la Banca Centrale Europea avesse compiuto un
atto estorsivo a danno del Parlamento Italiano, eppure non ci furono
prese di posizioni da parte dell'allora Governo, non ci furono levate
di scudi dell'informazione, non ci fu lo sdegno della élite
intellettuale, non ci furono iniziative da parte di una qualche
procura .
Le
attuali catene imposte dai vincoli di bilancio, ormai con forza
costituzionale, impediscono di attuare una politica di reale sviluppo
economico poiché lo Stato può solo indebitarsi attraverso i mercati
finanziari regolati dai prestigiatori dell'usura.
E
allora, cosa fare? Io penso che i componenti dell'attuale governo per
risollevare le sorti di un'Italia sempre più debole, per dare un
futuro più sereno agli Italiani, dovrebbero studiare con attenzione
gli insegnamenti di un antico connazionale, di un vero maestro della
politica, di Niccolò Machiavelli. La dimensione politica deve
riprendersi la sua autentica capacità decisionale iniziando proprio
dal riacquisto della sovranità monetaria.
Come
non ricordare le parole del prof. Giuseppe Guarino indicate nel suo
“saggio di verità sull'Europa e sull'euro”:
“Alla base di ogni
moneta vi è sempre una disciplina giuridica. Può essere quella
propria di un regime di mercato, quella di un regime di stampo
collettivistico, o quella di una economia mista. Queste tipologie,
diverse tra loro, hanno un elemento in comune. ALLA GESTIONE DELLA
MONETA E' SEMPRE PREPOSTA UNA AUTORITA' POLITICA FACENTE PARTE
DELL'ORGANISMO DI VERTICE. Nei regimi di mercato l'autorità politica
è coadiuvata dal responsabile della Banca centrale. L'euro
costituisce il primo esempio di una moneta in cui, secondo la
disciplina del Trattato, vertici politici, pur partecipando alla
gestione della moneta, non ne avrebbero avuto la responsabilità
esclusiva.”
Come
ben si sa l'euro non è gestito da un'autorità politica emanazione
diretta del popolo, bensì da banchieri e loro diretti
rappresentanti. Ecco, quindi, che i nostri leader dovrebbero parlare
di meno e sforzarsi di seguire i comportamenti dei grandi del passato
ed essere, come indicava Machiavelli nel suo Principe: leone e volpe.
Alfred
B. Revenge