"Ricorda, Corpo..." poesia di Costantino Kavafis.
venerdì 22 settembre 2017
martedì 12 settembre 2017
"Il Derby Vergognoso sugli Stupri."
Per tutta l'estate
abbiamo letto sulle più disparate testate giornalistiche del Paese
le drammatiche violenze a danno di donne, minorenni e disabili. Un
lungo elenco che fa rabbrividire per la malvagità con cui esseri
spregevoli hanno rovinato la vita ai più indifesi. Le rassegne
stampa del periodo sono purtroppo ricche di questi dolorosi episodi e
io ne ricordo brevemente soltanto alcuni.
Un'anziana donna di
settantasei anni violentata a Gioia del Colle (provincia di Bari) da
un nigeriano di ventisei anni.
Una ragazzina italiana di
quindici anni stuprata a Pidimonte in Campania da dodici coetanei
connazionali tra cui il fidanzato.
Un'anziana donna di
ottant'anni violentata a Milano da un migrante.
Una bambina di dodici
anni stuprata a Trieste da tre cittadini di nazionalità afgana e
pakistana.
Un bambino disabile di
tredici anni violentato a Reggio Emilia da un pakistano.
Una ragazzina italiana di
quindici anni stuprata a Bari da cinque connazionali tra i sedici e i
diciassette anni.
Una donna ucraina di
trentacinque anni violentata a Riccione da tre cittadini stranieri.
Un ragazzo italiano di
sedici anni violentato a Catania da un connazionale di sessantasette
anni.
Una ragazza di sedici
anni stuprata a Massarosa (provincia di Lucca) da un cittadino
marocchino di trentaquattro anni senza permesso di soggiorno.
Una donna polacca
stuprata a Rimini da un cittadino del Congo, da due marocchini e un
nigeriano.
Per non parlare delle
ultimissime vicende relative ai due carabinieri di Firenze che
avrebbero violentato due cittadine americane e dello stupro ai danni
di una ragazza finlandese compiuto da un individuo originario del
Bangladesh.
Insomma, un'estate
contrassegnata da azioni abiette commesse da esseri privi di morale e
onore a cui ha fatto da contorno la voce ipocrita e ambigua del
distinguo tra atti criminali compiuti da migranti e quelli posti in
essere da italiani, quasi esistesse una sorta di derby dell'orrore
tra i differenti casi di stupro. Un atto criminale è un atto
criminale a prescindere dalla nazionalità, dalla religione o dal
colore della pelle del reo. La vittima di una violenza carnale non
può certo trovare un qualche conforto dal fatto che il suo aguzzino
sia stato un marocchino piuttosto che un italiano.
Eppure, il contenuto
degli articoli e i commenti dei lettori evidenziano una sorta di
competizione pro o contro i migranti. Persino le decisioni dei
magistrati, a volte, seguono la corrente di pensiero che si indirizza
a una maggiore giustificazione verso gli stranieri generando una
sorta di inaccettabile discriminazione verso gli italiani, si veda il
caso del bambino disabile di tredici anni stuprato da un pakistano
reo confesso rimesso in libertà in quanto straniero richiedente
asilo. In ogni caso la libertà di pensiero e di parola non deve
trovare una limitazione nella paura! Io penso che non bisogna aver
timore di dire la verità anche se si dovesse correre il rischio di
essere additati come razzisti dai sostenitori del politicamente
corretto.
Ricordo questa
condivisibile affermazione:
“Il voler proteggere i
migranti responsabili di reati odiosi, così come il ritenere che
diffondendo le notizie negative che li riguardano, esattamente come
faremmo per i crimini commessi dai cittadini italiani, ritenendo che
così facendo si possa fomentare il razzismo, stanno alla base
dell'attuale pensiero di una certa sinistra italiana: elitaria e
profondamente discriminante.”
(tratta dall'articolo sul
“Fatto Quotidiano” del trentuno luglio 2017 dell'attivista e
scrittrice italiana femminista Lorella Zanardo).
Coloro che insultano i
critici, come me, del fenomeno immigratorio di massa non riescono a
comprendere che non esiste un'ostilità precostituita verso chi
proviene da Paesi più poveri, bensì solo il buon senso che fa
intuire la pericolosità di far entrare chiunque senza una preventiva
politica regolatrice dei flussi associata a doverosi controlli.
D'altronde, ho sempre sostenuto che tra gli artefici di quanto sta
accadendo ci sono quelli che spingono esseri umani a partire dalla
propria nazione per inseguire l'illusione di una vita migliore che
difficilmente si realizzerà. L'Italia è vista come una sorta di
bengodi dove tutto si può ottenere con estrema facilità, dove
esistono solo diritti e alcun dovere. E la responsabilità principale
su questa condizione è di coloro che, per interesse, hanno fatto
credere a tanti che nel Bel Paese tutto è concesso, tutto è
possibile e che la legalità o il rispetto verso la donna o la
proprietà altrui siano banali optional. Non si possono difendere i
migranti quando commettono reati ignobili affermando che anche gli
italiani lo fanno, è una squallida semplificazione che porta
soltanto ad alimentare odio su odio. Quando si verifica un fatto
esecrabile come uno stupro lo sdegno deve risultare unanime senza
voler per forza trovare un qualche appiglio basato su insopportabili
confronti.
Alfred B. Revenge.
sabato 2 settembre 2017
"Salviamo la Verità Storica."
Leggendo l'articolo sotto
riportato sul quotidiano Repubblica ho notato la seguente frase:
“L'uomo nero che
aggredisce la donna bianca, nell'illustrazione bellica di Boccasile,
altro non è che un soldato alleato: forse un goumier francese (le
truppe coloniali provenienti dal Marocco). Il 1944 è l'anno dello
sbarco ad Anzio e Nettuno: la seconda guerra mondiale è in corso e,
nella vulgata fascista, i soldati che stanno occupando il territorio
italiano sono responsabili di stupri e violenze. Su questa paura fa
leva il manifesto di Boccasile...”
Ora, mi sembra di capire
che per l'estensore dell'articolo la vicenda di stupri e violenze
durante l'intervento alleato a opera delle truppe coloniali francesi
sia una sorta di versione propagandistica dei sostenitori del
fascismo (“vulgata fascista”).
Spero tanto di sbagliarmi
ma, se così fosse, saremmo di fronte all'ennesima violenza nei
confronti della verità storica. Non è questione di essere di
destra, di centro o di sinistra; io penso semplicemente che non si
può combattere una forma di razzismo, come quella evidenziata nel
pezzo di Repubblica, attraverso la negazione o il ridimensionamento
di fatti drammatici realmente accaduti e che hanno devastato tanti
esseri umani.
Le truppe coloniali
francesi del Nord Africa costituite in maggioranza da marocchini,
algerini e senegalesi, pienamente integrate con gli alleati, si
resero protagoniste durante la seconda guerra mondiale di stupri di
gruppo, di saccheggi e di violenze di ogni genere nei confronti del
popolo italiano. Al riguardo ci fu la lodevole rappresentazione
cinematografica rappresentata dal film “La Ciociara”.
Osserviamo per un attimo
i numeri di questa tragedia (Fonte: La Stampa del sedici marzo 2017)
“Nella seduta notturna
della Camera del sette aprile 1952 la deputata del partito comunista
italiano Maria Maddalena Rossi denunciò che solo nella provincia di
Frosinone vi erano state sessantamila violenze da parte delle truppe
del generale Juin (generale delle truppe coloniali francesi e
sostenitore del “diritto di preda bellica” incluso lo stupro).
Dalle numerose documentazioni raccolte oggi possiamo affermare che ci
furono ventimila casi accertati di violenze, numero del tutto
sottostimato; diversi referti medici dell'epoca riferirono che un
terzo delle donne violentate, che si erano fatte medicare, sia per
vergogna o per pudore, preferì non denunciare. Facendo una
valutazione complessiva delle violenze commesse dalle truppe
coloniali francesi (Cef), iniziate in Sicilia e terminate alle porte
di Firenze, possiamo quindi affermare con certezza che ci fu un
minimo di sessantamila donne stuprate, ognuna, quasi sempre, da più
uomini. I soldati magrebini, ad esempio, mediamente violentavano in
gruppi da due o tre, ma abbiamo raccolto testimonianze di donne
violentate anche da cento, duecento e trecento uomini. Oltre alle
violenze carnali, vi furono decine di migliaia di richieste per
risarcimenti a danni materiali: furti, incendi, saccheggi e
distruzioni.”
D'altronde basterebbe
rivedere l'intera interpellanza della deputata Rossi negli atti
parlamentari della Camera dei Deputati (seduta notturna) del sette
aprile 1952 per rendersi conto della gravità di quanto denunciato.
Alcuni esempi (fonte:
articolo di Andrea Cionci su “La Stampa” dal titolo “La verità
nascosta delle Marocchinate, saccheggi e stupri delle truppe francesi
in mezza Italia.” del 16 marzo 2017):
“A S. Andrea i
marocchini stuprarono trenta donne e due uomini. A Vallemaio due
sorelle dovettero soddisfare un plotone di duecento goumiers; in
trecento abusarono di una sessantenne. A Esperia furono settecento le
donne violate su una popolazione di duemila e cinquecento abitanti.
Anche il parroco don Alberto Terrilli, nel tentativo di difendere
due ragazza, venne legato a un albero e stuprato per una notte
intera. Morirà due anni dopo per le lacerazioni interne riportate. A
Polleca si toccò l'apice della bestialità. Luciano Garibaldi scrive
che dai reparti marocchini del generale Guillaume furono stuprate
bambine e anziane; gli uomini che reagirono furono sodomizzati,
uccisi a raffiche di mitra, evirati o impalati vivi.”
Vorrei ricordare quanto
scritto su questo tema da Malek Chebel, antropologo e psicopatologo
algerino considerato uno dei massimi rappresentanti dell'islamismo
illuminato: “L'itinerario copulatorio del giovane magrebino
campagnolo comincia spesso nei lombi delle bestie che è incaricato
di accompagnare regolarmente...Per le truppe africane agli ordini di
Juin, le donne italiane (come tutte le occidentali) erano ...”Gahba”,
puttane, nel linguaggio franco-arabo.
Si potrebbe continuare a
lungo, ma credo sia sufficiente per indicare come la violenza in
Italia da parte delle truppe coloniali francesi non sia di “vulgata
fascista”, bensì storicamente accertata da fonti persino avverse
alla dittatura del ventennio come quella di una grande personalità
del passato, Maria Maddalena Rossi, membro dell'Assemblea Costituente
della Repubblica Italiana per il partito comunista, deputata per tre
legislature e presidente per diversi anni dell'Unione Donne Italiane.
Io penso che sia un grave
errore combattere qualsiasi forma di intolleranza o discriminazione
alterando la verità. La storia la scrivono i vincitori, ma le menti
libere possono fare la differenza cercando di allargare i confini
imposti da un pensiero dominante come, ad esempio, quello attuale del
politicamente corretto.
Alfred B. Revenge
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