Il Cinismo e l'Ipocrisia
della Francia (pubblicato il 23 giugno 2018 su "Il Corriere Nazionale")
Nella vicenda della
tratta di esseri umani dall'Africa verso l'Europa il Presidente
francese Macron ha insultato pesantemente l'Italia dimenticando il
più nobile tra gli insegnamenti:
“Perché osservi la
pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, mentre non ti accorgi della
trave che hai nel tuo occhio?”
Infatti, la storia sta lì
a dimostrare come proprio la Francia sia tra i principali
responsabili di questo drammatico esodo di intere popolazioni per via
del suo esistente impero coloniale.
Le nazioni africane ex
colonie francesi solo formalmente hanno raggiunto l'indipendenza,
nella realtà sono ancora sottomesse alla Francia in virtù di
precisi accordi di cooperazione che minano alla base qualsiasi
possibilità di avere una libera politica economica e sociale. Questi
Stati in apparenza sovrani sono incatenati al volere francese sulla
moneta, sul sistema educativo, sull'apparato militare e sulle
preferenze commerciali. Questi Stati sono il Burkina Faso, il Benin,
la Costa d'Avorio, la Guinea-Bissau, il Mali, il Niger, il Senegal,
il Togo, il Camerun, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica del
Congo, il Gabon, la Guinea Equatoriale, il Ciad e le Isole Comore.
E in questo elenco ci
sono nazioni che sono state dilaniate da ripetuti sconvolgimenti
politici e sociali; negli ultimi decenni di tutti i colpi di Stato
avvenuti in Africa oltre il sessanta per cento si è verificato nelle
ex colonie francesi. Il motivo? Di una triste semplicità; quando la
Francia vede in pericolo i propri interessi, o meglio, quelli di una
ristretta cerchia di potere, fa intervenire i propri servizi segreti
o direttamente il suo esercito per ripristinare nello Stato, in
apparenza indipendente, le condizioni ad essa favorevoli
infischiandosene della sofferenza prodotta. I leader africani che non
accettano questa condizione di nuova schiavitù vengono messi da
parte o assassinati tramite un colpo di Stato. Altresì, quelli che
abbassano la testa ubbidendo come scimmie ammaestrate vengono
sostenuti e ricompensati con grandi ricchezze, mentre i popoli sono
costretti a vivere nella povertà e nella perenne sofferenza. Un
esempio tra tutti? La tragica vicenda di Thomas Sankara, Presidente
del Burkina Faso.
La Francia, così prodiga
di insulti verso l'Italia, detiene un primato unico al mondo, quello
dell'appropriazione di denaro appartenente a centinaia di milioni di
africani. Come? Grazie agli accordi coloniali fatti rispettare con la
forza, le ex colonie devono depositare le loro riserve monetarie
presso la Banca di Francia; e si badi bene, ciò avviene dal 1961.
Non esiste una politica monetaria autonoma; le banche centrali
africane sono obbligate a tenere il sessantacinque per cento delle
riserve in valuta estera presso il Tesoro francese oltre ad un
ulteriore venti per cento per la copertura delle passività
finanziarie. In pratica l'ottantacinque per cento delle riserve non
sono nella disponibilità del reale proprietario (gli Stati africani
ex colonie francesi), bensì del novello negriero; non a caso, se un
governo di una qualsiasi nazione volesse utilizzare il proprio denaro
può farlo entro il limite del quindici per cento in un anno. Una
sopraffazione bella e buona. Inoltre, se uno degli Stati avesse
necessità di utilizzare un importo superiore al quindici per cento
dovrà prenderlo in prestito da chi designerà la Banca di Francia
pagando, ovviamente, gli interessi. Compreso il cinismo di una tale
condotta? La Francia si arroga il diritto di impossessarsi dei
quattrini prodotti dal lavoro umano nelle ex colonie africane e poi
di fatto li concede in prestito facendo pagare pure gli interessi.
Pensare che da quando
sono iniziate queste trasfusioni nelle casse della Banca di Francia
sono entrati oltre cinquecento miliardi di dollari senza alcuna
possibilità di controllo vista l'esistenza del divieto assoluto di
informare i veri proprietari del profitto ottenuto per la gestione
dei fondi.
Insomma, uno Stato
europeo che si dichiara democratico applica una nuova forma di
colonialismo, quello più subdolo e maligno; soffoca le popolazioni
di Stati africani, già macellate nel passato, attraverso una
prigionia di tipo monetario.
D'altronde, fu l'ex
Presidente francese Jacques Chirac a dichiarare: “Dobbiamo essere
onesti e riconoscere che una grande parte del denaro delle nostre
banche provengono dallo sfruttamento del continente africano”.
E come non ricordare
l'approfondito studio “France-Afrique” di un gruppo di esperti
guidato dal deputato socialista Philippe Baumel dove si evidenziò il
degrado sociale,ambientale ed economico in cui le ex colonie erano
cadute per precisa responsabilità della Francia.
Ma qualcuno si è mai
chiesto come questa nazione europea sia l'unica al mondo ad avere
una produzione nucleare capace di coprire quasi l'ottanta per cento
del proprio fabbisogno di energia elettrica? Qualcuno si è mai
chiesto come sia stata in grado di realizzare ben cinquantotto
reattori nucleari? Qualcuno si è mai chiesto come sia riuscita ad
essere il primo esportatore al mondo di energia elettrica?
Forse perché è stata
tanto brava? Certo! E' stata la più brava ad impadronirsi delle
maggiori riserve di uranio presenti, guarda caso, in una delle sue ex
colonie, il Niger. Paese africano che, nonostante sia tra i primi
produttori al mondo di uranio, risulta tra i più poveri. Dal 1973
l'uranio estratto in Niger viene comprato ad un prezzo di favore
(cioè imposto con accordi capestro) dalla società Areva che
gestisce tutte le centrali nucleari in Francia. Si pensi che l'Areva
paga l'uranio circa la metà del normale prezzo di mercato. E quando
sono fioccate le proteste contro questo evidente sfruttamento, ecco
lì che spuntava efficiente come sempre l'esercito francese pronto a
proteggere i sacri interessi schiavisti della nazione.
Pensare che il bilancio
di questa compagnia francese è il doppio di tutto il Pil del Niger;
pensare che in oltre quarant'anni la Francia ha succhiato il sangue
del Niger senza costruire neanche un piccolo capanno da destinare a
una scuola.
Questo è il vero schifo,
altro che le assurde accuse mosse dai leader francesi all'Italia.
E non è finita qui!
Grazie ai vincoli a cui
sono soggette le ex colonie la Francia ha il diritto di prelazione su
tutte le risorse naturali presenti nei Paesi; ha per le sue imprese
una sorta di ius primae noctis nell'aggiudicazione di appalti
pubblici. Non a caso le attività economiche sono nelle mani di
francesi: acqua, legno, cotone, elettricità, trasporti, telefonia,
uranio, oro e banche. Ancora oggi in alcuni Stati come il Burkina
Faso vengono letteralmente spostati interi villaggi per dare il passo
all'estrazione dell'oro con l'inevitabile perdita di terreni
agricoli; quei terreni necessari al sostentamento del popolo che vive
per la stragrande maggioranza di agricoltura.
E non è finita qui!
La Francia si è arrogata
il diritto esclusivo di fornire attrezzature militari e di addestrare
gli ufficiali militari di tutte le ex colonie; si è garantita il
diritto legale di intervenire militarmente per la protezione dei
propri interessi e di avere basi e truppe dislocate in aree
totalmente gestite e controllate dal suo esercito; ha imposto la
lingua francese come lingua ufficiale.
La Francia ha calpestato
e continua a farlo i diritti più elementari di tanti popoli
africani. Eppure si lamenta del comportamento dell'Italia nel cercare
di regolare i flussi migratori in casa sua; quegli stessi flussi
selvaggi nati proprio dallo spietato egoismo di una nazione a cui non
frega nulla che, nel momento in cui sto scrivendo questo articolo,
migliaia e migliaia di bambini lavorano dodici ore al giorno nelle
miniere d'oro e nel settore del cotone per un piatto di riso e
fagioli.
La Francia, con la sua
voglia di grandeur, ha condotto molti Stati africani (vedasi anche il
recente caso della Libia) verso livelli intollerabili di
disoccupazione, sfruttamento e povertà. La Francia è una democrazia
miope che ha portato le sue banche e le multinazionali come la Total,
l'Orange, l'Areva ad assorbire le ricchezze naturali delle nazioni
africane distruggendo senza alcuna pietà la natura e il relativo
delicato equilibrio ambientale. E tutto ciò grazie alla forza, alla
prepotenza, alle armi usate dal governo di turno per soffocare
qualsiasi moto di ribellione.
La Francia è ricca
grazie a ciò che ha tolto e toglie ancora all'Africa.
Alfred B. Revenge
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