domenica 12 giugno 2016

" A Proposito della Generosità"

In un capitolo del nuovo romanzo che sto scrivendo ho iniziato a descrivere un personaggio dal cuore ricco soltanto di puro egoismo e completamente indifferente alla mortale sofferenza causata dalle sue azioni. Eppure questo individuo spesso è stato definito dagli storici come un grande mecenate. Allora mi sono chiesto, sarebbe questa una forma di generosità? Donare denaro, sponsorizzare l'opera di un artista o riservare parole di circostanza ai più bisognosi come mezzo per ripulire la propria coscienza?
No! Non può essere. Io penso che la generosità sia tutt'altra cosa; essa nasce e si sviluppa con la presenza nell'anima dei sentimenti più nobili, quali l'amore, l'amicizia, la solidarietà. Può esternarsi solo in presenza della capacità di utilizzare nel migliore dei modi la propria libertà, cioè donare liberamente senza secondi fini, senza celare dietro l'azione del dare l'oscura presenza dell'interesse.
La generosità significa essere presenti nella storia di altre persone, condividere risorse, emozioni, preoccupazioni, le stesse sofferenze. Nella società in cui viviamo si assiste all'evidente fenomeno del primario desiderio di possedere, di avere per sé un oggetto, una determinata posizione sociale, persino una persona; tuttavia, io penso che tutto ciò scaturisca dal radicato senso di paura presente in ognuno di noi. Certo, possiamo dare soltanto quello che possediamo a condizione, però, di non essere dominati, di non essere noi stessi controllati da ciò che di materiale abbiamo. Ecco perché penso che la generosità sia l'atto più libero in assoluto, ecco perché non può sorgere da eventuali sensi di colpa o presunte obbligazioni morali.
La generosità è il libero sentimento capace di creare la vera libertà.
Chissà, forse il percorso che conduce all'amore più alto è quello indicato dal cartello con la scritta “Generosità”.






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