sono un comune cittadino
italiano e le scrivo per rivolgerle una precisa domanda. Lei ha
l'onore di servire il nostro grande Paese e, sicuramente, la sua
agenda è ricca di impegni; pertanto, non la seccherò con le solite
richieste che le pervengono da infinite fonti. Andrò diretto al
cuore del problema, alla radice della crescente infelicità del
popolo italiano.
Signor Presidente, lei
ben sa che chi controlla nel mondo il denaro ed il suo afflusso nei
sistemi economici dei vari Stati è un sistema organizzato di Banche
Centrali; in Europa la Banca Centrale Europea, negli Stati Uniti la
Federal Reserve e così via per tante altre nazioni.
Lei ben sa che chi
coordina queste entità sovra-nazionali è la Banca dei Regolamenti
Internazionali con sede a Basilea, nello splendido paesaggio del
paese elvetico.
Lei ben sa che tutte
queste entità gestite da banchieri-tecnocrati mai eletti o scelti
dal popolo godono di uno status speciale che concede un'autonomia
assoluta, totale immunità, completa indipendenza nelle scelte di
politica monetaria e persino la segretezza assoluta. Insomma,
rappresentano una sorta di Stato con l'esercito più potente al
mondo, quello del denaro.
Signor Presidente, senza
alcun dubbio Lei è a conoscenza che il compito dichiarato da queste
autonome entità è mantenere la stabilità monetaria e finanziaria.
Nel caso dell'Italia questo raffigura ormai da anni una sorta di
assioma. E per mantenere questo obiettivo di “Stabilità” il
nostro Paese ha percorso una lunga strada iniziata nel 1981 con il
famoso divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia ed ampliata dopo
l'introduzione dell'Euro e la conseguente perdita della sovranità
monetaria. E per sostenere questa “Stabilità” da anni lo Stato
Italiano deve rivolgersi alle banche private per ottenere i
finanziamenti necessari ad andare avanti.
Sono certo che Lei ben sa
che la motivazione fornita dalle Banche Centrali è sempre stata: uno
Stato Sovrano che può emettere liberamente moneta porta
inevitabilmente a far lievitare la richiesta di denaro e dei prezzi
generando inflazione. Una situazione considerata tragica per il
popolo. Altresì, indebitarsi con le banche private – sempre per
gli Istituti Centrali - è considerato un bene visto che queste
ultime utilizzano denaro già esistente e, quindi, senza rischio di
produrre il male assoluto, cioè l'inflazione.
Bene, dopo queste brevi e
semplici considerazioni è giunto il momento di farle la domanda.
Caro Presidente, allora
mi vuole spiegare per quale incredibile ragione le banche private
possono creare nuova moneta dal nulla quando concedono un prestito?
Sono certo che con i suoi
valenti consiglieri economici riuscirà a spiegare l'arcano. Al
limite potrà sempre chiedere direttamente alla Banca Centrale
Europea del perché l'Italia non può più creare denaro ma le banche
private sì. Forse la ragione è che si priverebbe agli amati
banchieri la possibilità di incassare enormi quantità di interessi
con cui accumulare in eterno la loro personale ricchezza?
Comunque, caro
Presidente, quale membro del popolo di cui lei è al servizio la
ringrazio per l'attenzione e rimango in religiosa attesa della
risposta alla domanda. Ah, dimenticavo! Le statistiche ufficiali
dicono che la mia residua speranza di vita è di circa vent'anni. Se
non ce la facesse a dare una risposta nell'arco di questo periodo non
si preoccupi. Sono certo che avremo modo di parlarne personalmente lì
dove al “dio denaro” è vietato l'ingresso.
Alfred B. Revenge
(perdonerà il vezzo di firmare con il mio pseudonimo letterario)
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