mercoledì 14 febbraio 2018

Saviano: “Il fascismo è tornato in Italia”

L'undici febbraio è uscito sul “TheGuardian” un articolo a firma di Roberto Saviano dal titolo “Fascism is back in Italy and it's paralising the political system”.
Secondo Saviano i partiti di destra e di sinistra non vogliono che si parli dell'azione violenta compiuta a Macerata il tre febbraio da Luca Traini finita con il ferimento di sei migranti e partita dopo il tragico evento che ha visto una ragazza italiana uccisa e fatta a pezzi da un gruppo di nigeriani. Questo perché, sempre per Saviano, tutti “hanno paura di alienarsi un elettorato sempre più xenofobo”.
Francamente trovo deplorevole il tentativo dello scrittore di incolpare collettivamente gli italiani per i recenti fatti di Macerata. Inoltre, il suo semplicistico ragionamento evidenzia il totale disinteresse verso le domande degli Italiani tese a ottenere risposte adeguate agli effetti dell'immigrazione di massa. Per non parlare del fatto che la notizia ha ricevuto, in realtà, ampio risalto mediatico e partecipativo.
Per Saviano il “fascismo è tornato in Italia” generando un'ondata di xenofobia. E l'autore di “Gomorra” sarebbe giunto a questa conclusione da ciò che lui stesso definisce “l'unico attacco perpetrato da un italiano contro stranieri.”
Che strano, un episodio di grave violenza compiuto da un italiano contro alcuni migranti è stato in grado di smuovere la sensibilità del noto scrittore al punto da convincerlo sull'esistenza di una diffusione virale dell'ideologia fascista. Altresì, i numerosi atti di prevaricazione e brutalità compiuti da immigrati nel nostro Paese non sono stati sufficienti a destargli una se pur minima riflessione critica sulle conseguenze sociali di un'immigrazione selvaggia e non controllata.
Nell'editoriale Saviano scrive: “L'odio dello straniero è il risultato di un cocktail letale di cattive politiche, informazioni irresponsabili e crisi economiche”.
Come non dare ragione al famoso concittadino. Certo che nasce l'avversione verso coloro che, entrati irregolarmente nel Paese grazie a politiche scellerate, si macchiano di reati gravissimi verso donne, anziani, bambini e disabili; d'altronde, è da anni che si apprende di atti criminali legati agli istinti più beceri di esseri spregevoli e senza onore. Siamo riusciti persino a importare nuovi tipi di organizzazioni mafiose come, per esempio, quella nigeriana. Non ci bastavano le nostre classiche mafia, camorra, ecc., ora abbiamo anche quelle di importazione.
A dir la verità l'italiano è contro lo straniero criminale così come quello di casa e non vuole essere preso in giro; l'immigrazione è un fenomeno positivo per lo sviluppo di una nazione, ma quello regolato e disciplinato. Coloro che insultano i critici, come me, del fenomeno immigratorio di massa non riescono a comprendere che non esiste un'ostilità precostituita verso chi proviene da Paesi più poveri, bensì solo il buon senso che fa intuire la pericolosità di far entrare chiunque senza una preventiva politica regolatrice dei flussi associata a doverosi controlli. Ho sempre sostenuto che tra gli artefici di quanto sta accadendo ci sono quelli che spingono esseri umani a partire dalla propria nazione per inseguire l'illusione di una vita migliore che difficilmente si realizzerà. L'Italia è vista come una sorta di bengodi dove tutto si può ottenere con estrema facilità, dove esistono solo diritti e alcun dovere. E la responsabilità principale su questa condizione è di coloro che, per interesse, hanno fatto credere a tanti che nel Bel Paese tutto è concesso, tutto è possibile e che la legalità o il rispetto verso la donna o la proprietà altrui siano banali optional. Non si possono difendere i migranti quando commettono reati ignobili affermando che anche gli italiani lo fanno, è una squallida semplificazione che porta soltanto ad alimentare odio su odio.
E in tutto ciò il fascismo o la xenofobia o il razzismo non c'entrano proprio nulla.
Ricordo un articolo sul “Fatto Quotidiano” del venticinque giugno 2017 in cui si indicava come “l'Italia si è trasformata in un'importatrice di associazioni criminali straniere” così come denunciato dalla Direzione Nazionale Antimafia. E la porta aperta all'immigrazione incontrollata non fa altro che favorire e potenziare lo sviluppo di queste nuove organizzazioni alimentando il circuito della paura nelle persone.
Saviano dice che “il fascismo è tornato in Italia” per via dell'episodio di violenza perpetrato a Macerata da un italiano contro alcuni migranti. Tutto qui? Davvero è giunto a una tale drammatica conclusione analizzando un singolo fatto di cronaca? Mi nasce spontanea una domanda: ma cos'è il fascismo per Roberto Saviano? Non essendo un intellettuale radical-chic come l'illustre saggista credo che mai riceverò risposta, tuttavia proverò con i miei modesti mezzi a darne una brevissima interpretazione. Io penso che il fascismo rappresenti molto di più che la semplice rappresentazione di una destra legata al periodo storico di Mussolini; il fascismo è l'ideologia della violenza, la manifestazione di una condizione mentale sia della singola persona che di una intera collettività idonea a inchinarsi al potere della degradazione. Il fascismo non è un'ideologia settaria, bensì una visione del mondo figlia di quella deviazione etica che vede nella conquista del potere e nel suo esercizio lo strumento più efficace per incatenare la libertà di pensiero. Il fascismo ha come fine ultimo il controllo delle coscienze attraverso la soppressione dei principi morali superiori.
Quanti regimi fascisti, di destra o sinistra, si sono succeduti nel mondo. Il colore politico non significa nulla; le azioni concrete sono quelle che contano. Fascista è un'associazione criminale, un'ideologia religiosa che discrimina i diversi e le donne, un individuo che utilizza la violenza per dominare un suo simile.
La stragrande maggioranza degli italiani non è fascista, non ha un'avversione indiscriminata verso chi proviene dall'estero; io penso, invece, che si è semplicemente stancata di assistere al degrado sociale, economico e culturale della propria casa.
Chissà, forse un giorno si leggerà sul “The Guardian” un articolo di Roberto Saviano dal titolo: “L'italofobia è tornata in Italia”.

Alfred B. Revenge











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