lunedì 19 febbraio 2018

"Carponi e senza Mutande"

Stanotte ho avuto una visione celestiale che ha resuscitato per un attimo quella speranza ormai scomparsa da tempo. Un angelo con tanto di ali piumate mostrava una scena inedita per noi italiani; la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron si recavano in pellegrinaggio a Roma per incontrare il primo ministro italiano e rassicurarlo sul fatto che qualunque fosse stato l'esito delle elezioni nei loro rispettivi Paesi alcun governo sarebbe nato con la volontà di contrastare gli interessi politici ed economici dell'Italia.
Questo innovativo viaggio onirico subiva una brusca interruzione dall'improvvisa accensione della televisione magicamente sintonizzata su un canale dove si annunciava una speciale rassegna stampa:
-Il primo ministro italiano Gentiloni del partito democratico vola a Berlino per incontrare la Merkel e rassicurare l'Europa che “non c'è nessun rischio che l'Italia abbia un governo su posizioni populiste e antieuropeiste” (fonte: Corriere della Sera, articolo del 17 febbraio 2018).
-Il leader del centro destra Silvio Berlusconi vola a Bruxelles per incontrare Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, elogiare la Merkel e “riconquistare la riabilitazione europea” (fonte: La Stampa, articolo del 23 gennaio 2018).
-Il candidato premier del movimento cinque stelle Luigi Di Maio prima vola a Londra per “tranquillizzare” banche e banchieri internazionali e poi dichiara alla Link Campus University di Roma “basta con l'euroscetticismo, l'Unione Europea è la casa del movimento cinque stelle” (fonte: Corriere della Sera, articolo del 30 gennaio 2018. La Stampa, articolo del 6 febbraio 2018).
E che diavolo! Ancora una volta alcuni tra i principali esponenti politici italiani se ne fregano di ciò che decideranno gli italiani e vanno dai potenti di turno mettendosi carponi e senza mutande a chiedere una sorta di lasciapassare per governare. Ma allora, perché spendere soldi per mandare al voto decine di milioni di italiani? Che necessità esiste di prendere per i fondelli il popolo annunciando programmi economici assolutamente irrealizzabili per via dei vincoli europei? Davvero si pensa che i burocrati di Bruxelles guidati da Germania e Francia, novelle potenze coloniali, prenderanno in esame iniziative quali la flat tax (peraltro palesemente ingiusta visto che applicherebbe la stessa aliquota irpef sia per l'artigiano che per il grande imprenditore. Sai che gioia per un semplice impiegato che guadagna mille e cinquecento euro al mese sapere che pagherà la stessa percentuale di tasse del gran riccone che guadagna dieci o venti volte di più) o il reddito di cittadinanza o aumenti della pensione minima o qualsivoglia altro vantaggio per il popolo italiano? Ma davvero si pensa questo? Abbiamo già dimenticato che la Commissione Europea grida di matto e minaccia l'apertura di una procedura di infrazione appena l'Italia sfora di due o tre miliardi di euro? E nel prossimo futuro dovrebbe dare l'ok a manovre che richiederebbero decine se non centinaia di miliardi di euro? E' solo tanto fumo che si getta davanti agli occhi della gente per non mostrare la cruda realtà della politica neoliberista che ha come suo killer spietato la moneta unica.
Sono tutte chiacchiere, nessuna politica economica e fiscale seria può essere intrapresa senza disporre della piena sovranità monetaria. E noi italiani non l'abbiamo, punto e basta.
Sembra che i nostri coraggiosi politici abbiano dimenticato la mannaia del pareggio di bilancio inserita da loro stessi nella Costituzione che costringerà la nazione a manovre sempre più soffocanti. I poveri, tra assoluti e relativi, sono già -secondo l'Istat- di circa dieci milioni; a che cifra si vuole arrivare?
L'amara realtà è che l'Italia è soggetta alla volontà dell'asse dominante in Europa, quello franco-tedesco. Il prossimo governo italiano, qualsiasi colore abbia, ubbidirà passivamente ai diktat di Berlino e Parigi e delle loro succursali di Bruxelles (Commissione Europea) e di Francoforte (Banca Centrale Europea).
Alcuni giorni fa scrissi il mio pensiero sul fascismo: “Io penso che il fascismo rappresenti molto di più che la semplice rappresentazione di una destra legata al periodo storico di Mussolini; il fascismo è l'ideologia della violenza, la manifestazione di una condizione mentale sia della singola persona che di una intera collettività idonea a inchinarsi al potere della degradazione. Il fascismo non è un'ideologia settaria, bensì una visione del mondo figlia di quella deviazione etica che vede nella conquista del potere e nel suo esercizio lo strumento più efficace per incatenare la libertà di pensiero. Il fascismo ha come fine ultimo il controllo delle coscienze attraverso la soppressione dei principi morali superiori.”
Quello che si vede esercitato dalla élite finanziaria e politica è la moderna e più subdola forma di fascismo, eppure sembra che nessuno se ne accorga. Davvero si può pensare che l'Italia sia una democrazia? Davvero si pensa che esista uno Stato amministrato secondo regole democratiche, secondo la volontà del popolo? Chi pensa questo è un illuso. Nel passato anche recente abbiamo sentito frasi come “difesa dei valori democratici”, “promuovere un voto democratico”, “esportazione della democrazia” e altre analoghe. Tutta una grande menzogna; in Italia, così come negli altri Paesi così detti democratici, il popolo non ha mai governato, ha soltanto scelto passivamente chi dovesse farlo. Forse, millenni fa, questa forma di governo si attuò concretamente in Grecia quando la gente, con esclusione delle donne e degli schiavi, decideva e votava sui singoli problemi. Allora si poteva parlare di vera democrazia, cioè dell'effettivo esercizio del potere da parte del popolo. Per il resto, i governi democratici sono stati solo una presa in giro per le comunità. Quando il popolo di uno Stato “democratico” come l'Italia ha potuto manifestare il suo potere di scelta? Mettendo un'anonima crocetta su un disegnino partitico rappresentato in un foglietto di carta? A dire il vero questo rappresenta il nulla. Pensateci bene. Il cittadino italiano quando vota non determina quale politica economica, sociale o estera adottare; sceglie semplicemente dei deputati che dovrebbero rappresentare la sua volontà, il suo pensiero. I cittadini votano i politici definiti di volta in volta di destra, di sinistra o di centro che, in teoria, sostengono iniziative in linea con quelle che vorrebbero. Ma quando mai! Questo processo di trasferimento del volere popolare ha trovato una sua applicazione solo nei sogni degli italiani. Alcuni freni connaturati alla mene umana hanno sempre impedito agli eletti di agire secondo la desiderata dei propri elettori. Un esempio? La corruzione. Nel caso di una democrazia diretta qualora il popolo prendesse una decisione errata la responsabilità sarebbe soltanto la sua; altresì, se a prendere la decisione fosse un delegato del popolo chi garantirebbe che si adeguerà alla volontà dei suoi rappresentati? Il delegato potrebbe tranquillamente favorire politiche in contrasto con il volere di chi l'ha nominato. Insomma, l'elettore sarebbe tradito dall'eletto. I sostenitori del sistema democratico potrebbero replicare a questa osservazione sostenendo la tesi che l'elettore avrebbe sempre lo strumento del voto per sostituire il rappresentante corrotto. Questa è solo una grande mistificazione. La realtà storica ha dimostrato come il voto popolare mai sia riuscito a intaccare la corruzione. La ragione di questo fallimento? Bene, innanzi tutto il cittadino in Italia vota soltanto ogni cinque anni e sceglie soggetti già decisi dalle segreterie dei partiti; quindi, non solo non detiene il potere diretto di decidere sulle questioni nazionali, ma non ha neanche il potere di controllo sull'operato di chi governa. Se per un periodo così lungo il popolo non fosse in grado di fare nulla nel caso i propri delegati lo ingannassero, a cosa servirebbe aver votato? D'altronde, cinque anni sono tanti nella vita politica e le sollecitazioni di lobby, élite e multinazionali sono lì pronte a destare l'avido interesse dei governanti di turno. A quel punto il denaro avrà compiuto la sua missione, le radici del corrotto si saranno rafforzate all'interno dell'apparato governativo e un'eventuale rivelazione pubblica del marcio implicherebbe scarse complicazioni. Inoltre, rammentiamo quanto sia istituzionalizzata l'arma del ricatto attraverso la sistematica opera di denigrazione nei confronti dei personaggi poco graditi alla élite. La democrazia vera, tranne alcuni casi, non ha trovato nella storia dell'uomo una sua reale applicazione perché la forza del denaro esercitata dai suoi sacerdoti è risultata sempre prevaricatrice di ogni altro principio. Basta ricordare come la classe politica e di governo sia soltanto il braccio operativo di un sistema capitalistico capace di comprare qualsiasi cosa, compresa l'anima dell'uomo.
Io penso che chiunque vinca in Italia le prossime elezioni dovrà mettersi carponi e senza mutande davanti a chi deciderà le nostre sorti con la consueta frase: “così vuole l'Europa”. Chissà, forse alla fine saremo così ricordati: “Gli italiani, generosissimi in tutto, non sono generosi quando si tratta di pensare. (Gadda)”


Alfred B. Revenge


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