Stanotte ho avuto una
visione celestiale che ha resuscitato per un attimo quella speranza
ormai scomparsa da tempo. Un angelo con tanto di ali piumate mostrava
una scena inedita per noi italiani; la cancelliera tedesca Angela
Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron si recavano in
pellegrinaggio a Roma per incontrare il primo ministro italiano e
rassicurarlo sul fatto che qualunque fosse stato l'esito delle
elezioni nei loro rispettivi Paesi alcun governo sarebbe nato con la
volontà di contrastare gli interessi politici ed economici
dell'Italia.
Questo innovativo viaggio
onirico subiva una brusca interruzione dall'improvvisa accensione
della televisione magicamente sintonizzata su un canale dove si
annunciava una speciale rassegna stampa:
-Il primo ministro
italiano Gentiloni del partito democratico vola a Berlino per
incontrare la Merkel e rassicurare l'Europa che “non c'è nessun
rischio che l'Italia abbia un governo su posizioni populiste e
antieuropeiste” (fonte: Corriere della Sera, articolo del 17
febbraio 2018).
-Il leader del centro
destra Silvio Berlusconi vola a Bruxelles per incontrare Jean Claude
Juncker, presidente della Commissione Europea, elogiare la Merkel e
“riconquistare la riabilitazione europea” (fonte: La Stampa,
articolo del 23 gennaio 2018).
-Il candidato premier del
movimento cinque stelle Luigi Di Maio prima vola a Londra per
“tranquillizzare” banche e banchieri internazionali e poi
dichiara alla Link Campus University di Roma “basta con
l'euroscetticismo, l'Unione Europea è la casa del movimento cinque
stelle” (fonte: Corriere della Sera, articolo del 30 gennaio 2018.
La Stampa, articolo del 6 febbraio 2018).
E che diavolo! Ancora una
volta alcuni tra i principali esponenti politici italiani se ne
fregano di ciò che decideranno gli italiani e vanno dai potenti di
turno mettendosi carponi e senza mutande a chiedere una sorta di
lasciapassare per governare. Ma allora, perché spendere soldi per
mandare al voto decine di milioni di italiani? Che necessità esiste
di prendere per i fondelli il popolo annunciando programmi economici
assolutamente irrealizzabili per via dei vincoli europei? Davvero si
pensa che i burocrati di Bruxelles guidati da Germania e Francia,
novelle potenze coloniali, prenderanno in esame iniziative quali la
flat tax (peraltro palesemente ingiusta visto che applicherebbe la
stessa aliquota irpef sia per l'artigiano che per il grande
imprenditore. Sai che gioia per un semplice impiegato che guadagna
mille e cinquecento euro al mese sapere che pagherà la stessa
percentuale di tasse del gran riccone che guadagna dieci o venti
volte di più) o il reddito di cittadinanza o aumenti della pensione
minima o qualsivoglia altro vantaggio per il popolo italiano? Ma
davvero si pensa questo? Abbiamo già dimenticato che la Commissione
Europea grida di matto e minaccia l'apertura di una procedura di
infrazione appena l'Italia sfora di due o tre miliardi di euro? E nel
prossimo futuro dovrebbe dare l'ok a manovre che richiederebbero
decine se non centinaia di miliardi di euro? E' solo tanto fumo che
si getta davanti agli occhi della gente per non mostrare la cruda
realtà della politica neoliberista che ha come suo killer spietato
la moneta unica.
Sono tutte chiacchiere,
nessuna politica economica e fiscale seria può essere intrapresa
senza disporre della piena sovranità monetaria. E noi italiani non
l'abbiamo, punto e basta.
Sembra che i nostri
coraggiosi politici abbiano dimenticato la mannaia del pareggio di
bilancio inserita da loro stessi nella Costituzione che costringerà
la nazione a manovre sempre più soffocanti. I poveri, tra assoluti e
relativi, sono già -secondo l'Istat- di circa dieci milioni; a che
cifra si vuole arrivare?
L'amara realtà è che
l'Italia è soggetta alla volontà dell'asse dominante in Europa,
quello franco-tedesco. Il prossimo governo italiano, qualsiasi colore
abbia, ubbidirà passivamente ai diktat di Berlino e Parigi e delle
loro succursali di Bruxelles (Commissione Europea) e di Francoforte
(Banca Centrale Europea).
Alcuni giorni fa scrissi
il mio pensiero sul fascismo: “Io penso che il fascismo rappresenti
molto di più che la semplice rappresentazione di una destra legata
al periodo storico di Mussolini; il fascismo è l'ideologia della
violenza, la manifestazione di una condizione mentale sia della
singola persona che di una intera collettività idonea a inchinarsi
al potere della degradazione. Il fascismo non è un'ideologia
settaria, bensì una visione del mondo figlia di quella deviazione
etica che vede nella conquista del potere e nel suo esercizio lo
strumento più efficace per incatenare la libertà di pensiero. Il
fascismo ha come fine ultimo il controllo delle coscienze attraverso
la soppressione dei principi morali superiori.”
Quello che si vede
esercitato dalla élite finanziaria e politica è la moderna e più
subdola forma di fascismo, eppure sembra che nessuno se ne accorga.
Davvero si può pensare che l'Italia sia una democrazia?
Davvero si pensa che esista uno Stato amministrato secondo regole
democratiche, secondo la volontà del popolo? Chi pensa questo è un
illuso. Nel passato anche recente abbiamo sentito frasi come “difesa
dei valori democratici”, “promuovere un voto democratico”,
“esportazione della democrazia” e altre analoghe. Tutta una
grande menzogna; in Italia, così come negli altri Paesi così detti
democratici, il popolo non ha mai governato, ha soltanto scelto
passivamente chi dovesse farlo. Forse, millenni fa, questa forma di
governo si attuò concretamente in Grecia quando la gente, con
esclusione delle donne e degli schiavi, decideva e votava sui singoli
problemi. Allora si poteva parlare di vera democrazia, cioè
dell'effettivo esercizio del potere da parte del popolo. Per il
resto, i governi democratici sono stati solo una presa in giro per le
comunità. Quando il popolo di uno Stato “democratico” come
l'Italia ha potuto manifestare il suo potere di scelta? Mettendo
un'anonima crocetta su un disegnino partitico rappresentato in un
foglietto di carta? A dire il vero questo rappresenta il nulla.
Pensateci bene. Il cittadino italiano quando vota non determina quale
politica economica, sociale o estera adottare; sceglie semplicemente
dei deputati che dovrebbero rappresentare la sua volontà, il suo
pensiero. I cittadini votano i politici definiti di volta in volta di
destra, di sinistra o di centro che, in teoria, sostengono iniziative
in linea con quelle che vorrebbero. Ma quando mai! Questo processo di
trasferimento del volere popolare ha trovato una sua applicazione
solo nei sogni degli italiani. Alcuni freni connaturati alla mene
umana hanno sempre impedito agli eletti di agire secondo la
desiderata dei propri elettori. Un esempio? La corruzione. Nel caso
di una democrazia diretta qualora il popolo prendesse una decisione
errata la responsabilità sarebbe soltanto la sua; altresì, se a
prendere la decisione fosse un delegato del popolo chi garantirebbe
che si adeguerà alla volontà dei suoi rappresentati? Il delegato
potrebbe tranquillamente favorire politiche in contrasto con il
volere di chi l'ha nominato. Insomma, l'elettore sarebbe tradito
dall'eletto. I sostenitori del sistema democratico potrebbero
replicare a questa osservazione sostenendo la tesi che l'elettore
avrebbe sempre lo strumento del voto per sostituire il rappresentante
corrotto. Questa è solo una grande mistificazione. La realtà
storica ha dimostrato come il voto popolare mai sia riuscito a
intaccare la corruzione. La ragione di questo fallimento? Bene,
innanzi tutto il cittadino in Italia vota soltanto ogni cinque anni e
sceglie soggetti già decisi dalle segreterie dei partiti; quindi,
non solo non detiene il potere diretto di decidere sulle questioni
nazionali, ma non ha neanche il potere di controllo sull'operato di
chi governa. Se per un periodo così lungo il popolo non fosse in
grado di fare nulla nel caso i propri delegati lo ingannassero, a
cosa servirebbe aver votato? D'altronde, cinque anni sono tanti nella
vita politica e le sollecitazioni di lobby, élite e multinazionali
sono lì pronte a destare l'avido interesse dei governanti di turno.
A quel punto il denaro avrà compiuto la sua missione, le radici del
corrotto si saranno rafforzate all'interno dell'apparato governativo
e un'eventuale rivelazione pubblica del marcio implicherebbe scarse
complicazioni. Inoltre, rammentiamo quanto sia istituzionalizzata
l'arma del ricatto attraverso la sistematica opera di denigrazione
nei confronti dei personaggi poco graditi alla élite. La democrazia
vera, tranne alcuni casi, non ha trovato nella storia dell'uomo una
sua reale applicazione perché la forza del denaro esercitata dai
suoi sacerdoti è risultata sempre prevaricatrice di ogni altro
principio. Basta ricordare come la classe politica e di governo sia
soltanto il braccio operativo di un sistema capitalistico capace di
comprare qualsiasi cosa, compresa l'anima dell'uomo.
Io
penso che chiunque vinca in Italia le prossime elezioni dovrà
mettersi carponi e senza mutande davanti a chi deciderà le nostre
sorti con la consueta frase: “così vuole l'Europa”. Chissà,
forse alla fine saremo così ricordati: “Gli italiani,
generosissimi in tutto, non sono generosi quando si tratta di
pensare. (Gadda)”
Alfred
B. Revenge
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