Ieri mattina quasi
millecinquecento migranti sono sbarcati al porto di Napoli a bordo
della nave Vos Prudence di “ medici senza frontiere”. Esseri
umani partiti dalla Libia e approdati in Campania dopo il blocco
navale in Sicilia a seguito del G7 di Taormina. Tra loro circa
duecento donne e bambini, oltre milleduecento uomini e due deceduti
durante il tragitto. Si legge sul Fatto quotidiano che un esponente
della Ong ha dichiarato: “E' veramente irresponsabile chiudere
un'isola come la Sicilia che non solo è famosa per la sua
accoglienza ma che gestisce dei flussi di immigrazione
importantissimi. Chiuderla per un G7 vuol dire non aprire gli occhi
sulla situazione in atto nel Mediterraneo, è una cosa assurda.
Abbiamo fatto fare ventiquattro ore di viaggio in più a queste
persone e ci possiamo ritenere fortunati che non ci sia stata alcuna
emergenza medica grave perché noi eravamo al limite per poterla
gestire. Abbiamo però due persone che non ce l'hanno fatta in questo
viaggio...”
Alcune prime
considerazioni. Visto che il blocco navale riguardante la Sicilia era
noto già da diverse settimane per quale ragione la nave di “medici
senza frontiere” non ha pensato di portare i migranti raccolti a
poche miglia dalla costa libica in altri paesi quali la Tunisia,
Malta, Algeria, Spagna Egitto o la Corsica della Francia? Perché il
comando della nave non ha valutato sin dall'inizio della sua missione
di portare quelle persone nei porti più vicini di quelle nazioni?
Che l'Italia sia sempre programmata quale unica destinazione?
Si ricorda che proprio al
G7 di Taormina è stato riaffermato il principio che ogni Stato
sovrano ha il diritto di controllare i propri confini e determinare
azioni tese a tutelare l'interesse e la sicurezza del proprio
territorio.
E questo principio il
nostro governo lo ha applicato proprio in occasione del G7 con un
decreto legge (n 54 del del 29 aprile 2017) così motivato e idoneo a
far scattare il blocco navale in Sicilia: “Considerata la
straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare ulteriormente i
dispositivi di sicurezza indispensabili per lo svolgimento del
predetto vertice.”
Quindi, se bloccare il
flusso immigratorio è possibile per la sicurezza di sette persone a
maggior ragione dovrebbe risultare fattibile per assicurare la
sicurezza e il benessere di milioni di Italiani.
Ora, cosa succederebbe se
il governo italiano decidesse di prolungare ed estendere il blocco
navale con un nuovo decreto basato sulla “necessità ed urgenza di
rafforzare i dispositivi di sicurezza indispensabili per la tutela
dei cittadini Italiani”?
Cosa farebbero i
trafficanti di esseri umani sapendo che l'Italia ha chiuso il canale
del loro spregevole commercio? Continuerebbero il loro sporco
business scegliendo altre mete di destinazione, oppure si vedrebbero
costretti a ridurre drasticamente questo ramo d'affari?
Cosa farebbero le Ong?
Continuerebbero la loro opera di salvataggio cambiando le rotte
finali?
E ultime due riflessioni.
L'Italia può continuare, senza collassare, con questo afflusso
massiccio e indiscriminato di immigrati? La struttura economica e
sociale dell'Italia è in grado di assicurare una corretta
integrazione a un così crescente numero di extracomunitari?
Alfred B. Revenge
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