Ieri sera champagne a
profusione è stato versato in migliaia di pregiati calici di
cristallo per brindare all'ennesima vittoria della classe elitaria e
dei lacchè politici. Emmanuel Macron è stato eletto Presidente
della Repubblica Francese. Banchieri e miliardari hanno provato un
brivido di eccitazione nel veder realizzato il progetto di insediare
all'Eliseo un loro rappresentante, una loro creatura. Penso a Jacques
Attali, uno dei principali ideologi dell'euro, già consigliere
economico di Mitterand, già amministratore della Banca Europea per
la Ricostruzione e Sviluppo, mentore del nuovo giovane Presidente;
per darvi l'idea l'uomo che amando teneramente i popoli, in
particolare quello Italiano, disse: “Ma cosa credeva la plebaglia
europea? Che l'euro fosse stato fatto per la loro felicità?” Lo
stesso uomo che nel suo ultimo saggio dal titolo “Come Finirà”
ha scritto: “La situazione dell'Italia è resa ancor più
preoccupante dal fatto che la popolazione non sembra essere in grado,
quando sarà il momento, di rispondere agli sforzi richiesti per
diminuire drasticamente il livello del debito pubblico”. Quanta
considerazione da parte del nuovo Richelieu francese; si preoccupava
che noi Italiani non volessimo donare il sangue per ripagare un
debito pubblico cresciuto grazie a quelle istituzioni finanziarie da
lui sempre protette e coccolate. Nonostante gli argomenti maliziosi,
dal suo libro emerge la consapevolezza che l'Italia avrebbe ottenuto
sensibili vantaggi uscendo dalla moneta unica; il tutto a scapito
proprio della Francia e della Germania. Un'ipotesi, ovviamente, da
combattere ad ogni costo; l'Italia rimane tuttora la principale mucca
da mungere nell'intero vecchio continente, così come la Grecia ha
costituito un piacevole antipasto. D'altronde, Attali sapeva e sa
perfettamente quanta utilità avrebbe il nostro Paese ad uscire il
più presto possibile dalla morsa dell'euro; non a caso un recente
studio dei ricercatori Cédric Durand e Sébastien Villemot
pubblicato da “Observatoire Francais des Conjonctures” ha
evidenziato come l'Italia avrebbe i maggiori vantaggi se uscisse in
tempi rapidi dalla moneta europea. Purtroppo, gli anni volano via e
il treno si sta perdendo per responsabilità di una classe politica
serva e di noi tutti incapaci di reagire a delle verità che
osserviamo come spettatori rassegnati ad un infelice destino.
Ma Jacques Attali è
soltanto uno dei tanti che stanno allegramente brindando, in molti
esultano per il successo straordinario di un candidato solo in
apparenza definito outsider. Penso ai Rothschild che hanno insegnato
il mestiere di banchiere a Macron negli anni in cui il nuovo
Presidente francese ha rivestito la carica di alto dirigente presso
la banca d'affari “Rothschild & Cie Banque”. Penso a Bernard
Arnault, l'uomo più ricco di Francia, proprietario tra l'altro dei
quotidiani Parisien, Aujourd'hui ed Echos, tutti ferventi sostenitori
di Macron. Penso all'intera classe elitaria ben felice di vedere in
cima alla seconda economia europea un uomo che vuole perseguire in
maniera sostanziale la dottrina neoliberista con tutte le conseguenze
in tema di gestione del lavoro e di fenomeni immigratori.
Devo anche ammettere che
il Presidente uscente Francois Hollande è stato un vero maestro
nell'arte della manipolazione politica. Nel momento di massima
impopolarità, e con il rischio di far eleggere una persona non
ancora inquadrata nel reale sistema di potere, è riuscito con
l'aiuto sostanziale dei banchieri, dei miliardari e dei mass media ad
innalzare il suo quasi sconosciuto consulente economico al rango di
nuova stella politica. Uno stratagemma vincente che ha portato il
popolo francese ad eleggere come Presidente un uomo sostenuto
apertamente da coloro di cui voleva sbarazzarsi. Quale incredibile
beffa!
Questa è la vera
dimostrazione dell'immenso potere della comunicazione nella società
moderna; un vero successo per le multinazionali della pubblicità e
dei media controllate da quei ricconi che vedono nel progetto di
globalizzazione l'arma esiziale per distruggere la sovranità degli
Stati a favore del loro regno usuraio senza confini.
Io penso che noi Europei
dovremmo identificare con più attenzione il vero nemico che sta,
poco alla volta, indebolendo la nostra identità attraverso attacchi
all'autonomia economica, alla cultura e al lavoro.
Nel frattempo banchieri e
miliardari brindano con champagne alle continue vittorie sulla gente
comune ritenuta un gregge belante assuefatto a qualsiasi tosatura.
Alfred B. Revenge
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