Ormai regna una grande
confusione per questa invasione di immigrati provenienti dalla Libia.
Ministri della Repubblica che si azzuffano, ONG che in audizione
davanti alla Commissione del Senato confermano la loro volontà di
fungere da traghettatori per tutti coloro che desiderano essere
condotti al più vicino porto italiano, procuratori della Repubblica
che intervengono con differenti opinioni circa i possibili
collegamenti tra trafficanti di merce umana e le organizzazioni non
governative, cittadini italiani sempre più a disagio per un esodo
incontrollato che inquina qualsiasi possibilità di corretta
integrazione sociale, spesa pubblica per miliardi di euro destinata a
sostenere questa immigrazione mentre oltre sette milioni di italiani
si trovano in grave deprivazione materiale. Insomma, un gran casino
che ha come primo risultato quello di distrarre dal vero problema:
l'Italia non è nelle condizioni di poter sostenere un'affluenza così
elevata. Il punto che non bisogna dimenticare è che i clandestini
che entrano in territorio italiano possono essere tutti bravi e
animati dalle migliori intenzioni, ma il nostro Paese presenta limiti
oggettivi di accoglienza; le ONG possono essere tutte immacolate e
benedette da Santa Teresa di Calcutta, ma il nostro Paese non può
soccombere per via di interessi che poco hanno di umanitario. In
breve, le discussioni del momento servono soltanto ad alzare un gran
polverone; cosa importa se vi sia collusione o meno delle ONG con i
novelli negrieri? A cosa serve tanta agitazione? La realtà è di una
disarmante semplicità, centinaia di migliaia di immigrati
clandestini entrano in Italia ogni anno senza alcuna regola grazie
soprattutto ad una flotta di navi gestite dalle organizzazioni non
governative. Nella sessione di ieri dinanzi alla Commissione difesa
del Senato un rappresentante di medici senza frontiere ha dichiarato
(fonte: Repubblica.it): “Neghiamo con forza di avere contatti con
trafficanti di esseri umani, le telefonate che riceviamo sono di
nostri colleghi che operano in Libia.” Bene, io credo a questa
affermazione; tuttavia mi sorge spontanea una riflessione. Se
arrivano le telefonate dalla libia per avvisare la nave ONG che sta
arrivando un gommone stracarico di immigrati significa che ci sono
degli osservatori attenti ai movimenti dei trafficanti, giusto? In
pratica c'è Tizio della ONG sulla costa libica che avvisa Caio sulla
nave ONG di prepararsi perché di lì a poco bisognerà prendere a
bordo un carico di esseri umani, giusto? E in tutta questa fase i
trafficanti che fanno? Prendono il sole sulla spiaggia o calcolano
chissà come il tempo giusto per imbarcare la merce con la consegna
garantita dalla presenza della nave ONG? Ma si pensa che gli Italiani
abbiano perso la capacità di pensare? Si pensa che abbiano delle
gran fette di ottimo san daniele sugli occhi? E' logica una
coordinazione; se vi sono telefonate dalla Libia è perché si
conosce la tempistica dell'imbarco. Quindi, tra l'omino ONG e lo
schiavista criminale ci sarà almeno un amichevole chiacchierare tra
una bevuta e l'altra di ottimo vino italiano.
Anche considerando la
perfetta buona fede delle ONG risulta del tutto evidente la loro
volontà di fungere da traghettatori di una marea di immigrati che
andranno ad accrescere il disagio e la sofferenza degli Italiani. In
sostanza, un intervento in apparenza umanitario che se ne infischia
altamente delle conseguenze per un popolo. Umanità che produce
disumanità! Non è possibile lasciare ad organizzazioni private la
completa autonomia su scelte che rivestono la sicurezza nazionale
della nazione. Il governo italiano sembra aver dimenticato il suo
ruolo e appare da molti anni un semplice notaio che certifica
l'altrui volontà, dalla Commissione Europea alla Banca Centrale
Europea, dalle ONG alla Nato, dalla Germania agli Stati Uniti, dalla
Gran Bretagna alla Francia.
A proposito della
Francia; ecco lo Stato che dobbiamo ringraziare più di tutti gli
altri per questa drammatica situazione in cui versa l'Italia. Perché?
Molto semplice, perché ci dichiarò guerra nel 2011. Penserete che
sia uscito fuori di senno, ma vi invito a rileggere i numerosi
articoli apparsi nel 2016 dopo lo scandalo delle mail di Hillary
Clinton. Grazie a Wikileaks avemmo conferma all'intuizione che il
conflitto del 2011 in Libia venne scatenato dai francesi, con
relativo avallo anglo-americano, per affermare la potenza transalpina
e disarticolare l'influenza italiana nel settore petrolifero, oltre
che per appropriarsi delle enormi riserve di oro e argento. La
ricordate quella drammatica lotta con migliaia e migliaia di morti e
la conseguente devastazione della nazione nord africana? I nostri
cari cugini ci fecero la guerra per soffocare l'ENI e potenziare il
loro colosso energetico Total. Insomma, l'allora presidente Sarkozy
liberò i cavalieri dell'apocalisse per estromettere l'Italia dal
controllo del petrolio e del gas libico e proteggere il dominio
coloniale in Africa. Ormai è storia nota che la decisione di
destabilizzare la Libia nel 2011 fu presa essenzialmente da Sarkozy e
Hillary Clinton, due persone che all'epoca rivestivano la carica di
presidente della repubblica francese e segretario di stato degli USA.
E una delle prove fu individuata nel messaggio di posta elettronica
del due aprile 2011 inviata alla Clinton dal funzionario statunitense
e suo stretto collaboratore, Sidney Blumenthal. Si tratta della email
“Unclassified U.S. Department of State case No F-2014-20439 Doc. n.
C05779612 Date: 12/31/2015”. Nel corpo del messaggio si specificava
tra l'altro che i piani di Sarkozy erano guidati dalle seguenti
ragioni:
-Il desiderio di ottenere
una quota maggiore di petrolio libico.
-Aumentare l'influenza
francese in Nord Africa.
-Migliorare la sua
situazione politica in Francia.
-Fornire ai militari
francesi l'opportunità di riaffermare la loro posizione nel mondo.
-Dare una risposta alla
preoccupazione dei suoi consiglieri sul progetto a lungo termine di
Gheddafi di soppiantare la Francia come potenza dominante dell'Africa
francofona.
Capito? Si legge da
qualche parte dell'intervento per scopi umanitari? Macché, è sempre
una questione legata al denaro, al petrolio, al potere.
E la cosa ancor più
avvilente fu che l'allora governo italiano accettò supinamente
l'azione dei nostri alleati (Sic!) mettendo a disposizione le basi
terrestri per l'attacco ad un Paese amico e ai nostri stessi
interessi strategici. Quanto schifo, quanta vergogna.
La guerra voluta dalla
Francia e dagli Stati Uniti ha distrutto la Libia generando quel
processo degenerativo che ha favorito lo sviluppo del terrorismo e
dell'immigrazione selvaggia.
Ecco chi dobbiamo
ringraziare. Noi Italiani ci inchiniamo devoti ai leali e fedeli
alleati francesi e americani; ci inchiniamo e ringraziamo di cuore
tutte le organizzazioni che operano nel nostro esclusivo interesse
facendo in modo che la nostra infelicità coincida con la gioia di
altri; ci inchiniamo, infine, con sommo piacere all'ignavia ormai
consolidata della nostra classe politica che ha permesso di far
calpestare l'orgoglio di un popolo che ha scritto le pagine più
importanti della storia.
Alfred B. Revenge
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