La scorsa settimana il
parlamento greco ha approvato un ulteriore provvedimento di austerità
già concordato tra il governo ellenico e la Troika che stringerà
ancor di più il cappio al collo della popolazione. Nel contempo,
manifestazioni di protesta si sono svolte nelle principali città del
Paese. In sostanza, il piano di strozzinaggio imposto dai creditori
prevede un nuovo prestito alla Grecia destinato essenzialmente a
pagare gli interessi alla sacra trimurti composta dalla Commissione
Europea, dalla Banca Centrale e dal Fondo Monetario Internazionale, a
condizione, però, di una bella rinnovata spremitura da riservare
alla gente. Tra le misure ci sono ancora il taglio delle pensioni e
l'aumento della pressione fiscale mediante la riduzione delle soglie
di esenzione fiscale. Dal 2010, cioè dall'inizio del calvario, la
Grecia ha ottenuto prestiti per oltre duecentocinquanta miliardi di
euro in cambio di un vero e proprio massacro della struttura sociale
ed economica. Si dirà; ma come, con tutti i soldi ricevuti la Grecia
non è riuscita ad uscire dalla crisi sociale ed economica?
E proprio qui sta la
drammatica verità. Di tutti quei quattrini il popolo greco ha visto
soltanto le briciole, mentre ha sentito profondamente tutte le
pesantissime misure di austerità. E allora dove sono andati a finire
i soldi che così amorevolmente hanno prestato gli usurai
internazionali?
Ho avuto l'onore di
ricevere immediata risposta dal maestro di tutti i banchieri;
Belzebù, il principe dei demoni. Ecco il suo resoconto:
“Dal momento
dell'introduzione dell'Euro i miei efficienti allievi tedeschi hanno
finanziato a piene mani la Grecia, e non solo, per facilitare gli
acquisti dei prodotti realizzati in Germania. Così facendo, i soldi
delle banche tedesche sono entrati nel Paese ellenico dalla porta
principale per uscire subito dopo dalla finestra grazie alle
esportazioni, consentendo in tal modo alla Germania
l'autofinanziamento della propria crescita economica. Del resto
questo meccanismo è stato sviluppato talmente bene in Europa e nel
mondo che la nazione teutonica ha raggiunto un surplus commerciale di
circa duecentosessanta miliardi di euro, pari a oltre il nove per
cento sul Pil; il dato più alto sull'intera faccia della Terra.
Dopo la crisi iniziata
nel 2008 le banche tedesche insieme a quelle francesi si ritrovarono
con crediti verso la Grecia per una montagna di miliardi. Che
soluzione adottare per recuperare tutto queste denaro? Che strumenti
impiegare per evitare un possibile crack?
Ecco che, dietro mio
interessato consiglio, si trovò la soluzione. Scaricare tutti i
problemi delle banche sul debito pubblico greco, cioè sulle spalle
del popolo; tasse, taglio crudele degli stipendi e pensioni,
licenziamenti, privatizzazioni selvagge e riduzione della spesa
sanitaria. Ah, che gioia vedere i discendenti di una delle due culle
della civiltà umana ridursi a cercare cibo nei rifiuti. Che delizia
vedere la sofferenza nei pensionati che assistono impotenti alla
riduzione di un ulteriore trenta per cento della loro misere entrate
grazie alla diciassettesima sforbiciata in sette anni.
Il programma di riforma è
stato e rimane l'assassinio volontario di un intero popolo voluto dai
miei strozzini per dare l'esempio agli altri Paesi europei, in
particolare l'Italia. La Grecia è stata usata come capro espiatorio
per lanciare un'esplicita minaccia a tutti gli altri Stati.
Quindi, la quasi totalità
dei duecentocinquanta miliardi arrivati alla Grecia dall'Unione
Europea e dal Fondo Monetario Internazionale sono stati girati di
colpo alle banche creditrici tedesche e francesi come la Deutsche
Bank e la BNP Paribas, mentre solo una piccola parte è rimasta per
cercare di arginare le conseguenze della crisi e ridurre il debito
pubblico. Non a caso, nonostante le ricette devastanti della Troika,
il rapporto debito pubblico sul Pil è costantemente aumentato dal
centoquindici per cento a quasi il centottanta per cento. Il popolo
non ha ancora capito che, nonostante tutte le misure di austerità,
il debito rimarrà sempre bello e vitale per consentire continui
guadagni ai miei seguaci più spietati, gli usurai. Il piano dei miei
fedelissimi è riuscito perfettamente, aumentare il debito sovrano e
privato greco per poi usarlo come grimaldello per impadronirsi delle
proprietà della nazione. Ah! Ah! Ah! Mi viene da ridere nel pensare
che le privatizzazioni, determinanti nella globalizzazione neo
liberale, vengono da molti anni imposte ai governi nazionali da
organizzazioni sotto la mia protezione come il Fondo Monetario
Internazionale, la Banca Mondiale, l'OCSE, la Banca Centrale Europea
e la stessa Commissione di Bruxelles. Che godimento vedere il
sequestro dei beni greci in favore dei miei discepoli; decine di
porti, migliaia di immobili pubblici, decine di monumenti, strade
nazionali, numerosi aeroporti, strutture militari, industrie della
difesa e nel settore dell'energia, spiagge, foreste, impianti idrici,
centinaia di migliaia di ettari di terreni, ferrovie e, soprattutto,
la stessa vita della gente. Che perverso piacere vedere i
rappresentanti presenti nella “Troika” comandare a bacchetta gli
ubbidienti funzionari del governo greco e trattarli come semplici
marionette.
Ormai la luce della
realtà è oscurata dalla fitta nebbia del mio inganno.”
A questa spiegazione del
più efficiente distributore di malvagità si possono aggiungere
quelle altrettanto significative degli addetti ai lavori in una
fusione di movenze che rafforza sempre più il concetto che espressi
in un precedente scritto: “La verità non serve agli schiavi”.
In effetti, a cosa è
servita la pubblicazione da parte del Wall Street Journal dei verbali
segreti della riunione del Fondo Monetario Internazionale del nove
maggio 2010 che ha dato l'avvio al primo piano di aiuti alla Grecia?
A niente, nonostante si fosse affermato che il sostegno alla Grecia
“fu ideato soltanto per salvare i creditori”, cioè le banche
tedesche e francesi.
A che è servito rendersi
conto che più di quaranta Paesi facenti parte del consiglio del FMI
votarono contro il progetto dichiarandolo “ad altissimo rischio”
perché basato sulla macellazione del popolo greco, senza peraltro
chiedere nulla ai veri artefici della situazione di crisi, cioè i
banchieri internazionali? A niente.
A cosa è servito
apprendere che il Parlamento Europeo approvò a marzo del 2014 il
rapporto della “Commissione Lavoro e Affari Sociali” contenente
severe accuse alla Banca Centrale Europea, al Fondo Monetario
Internazionale e all'Eurogruppo come quelle di “aver violato leggi
e trattati” causando una “catastrofe sociale e politica senza
precedenti in Europa”? A niente.
A che è servito sapere
che Alejandro Cercas, relatore della Commissione, riferendosi al
comportamento della Troika disse : “hanno lavorato come macellai,
non come chirurghi”? A niente.
A cosa è servito leggere
i rapporti e gli studi del Consiglio d'Europa, del Centro Studi di
Politiche del Diritto di Brema e della Caritas circa gli enormi danni
causati alla Grecia dalle politiche di austerità? A niente.
A che è servito
apprendere dal rapporto pubblicato nel 2014 da ricercatori di
Cambridge e Oxford sulla prestigiosa rivista medica “Lancet” dei
gravi danni alla salute dei greci causati proprio dalle feroci misure
economiche e finanziarie imposte dalle organizzazioni sovranazionali
europee? A niente, nonostante fossero stati denunciati il ritorno,
dopo decenni, di malattie quali la tubercolosi e la malaria;
l'incremento dei casi di Hiv per via della carenza di siringhe
sterili da parte del sistema sanitario nazionale; il sensibile
aumento dei suicidi; l'accrescimento della quota dei bambini a
rischio povertà; l'aumento di oltre il quaranta per cento della
mortalità infantile, oltre che i tanti ulteriori disservizi dovuti
alla cronica carenza dei fondi destinati agli ospedali.
A cosa è servito
conoscere quanto messo nero su bianco dal “comitato per la verità
sul debito pubblico greco” istituito dal Parlamento ellenico nel
2015? A niente, nonostante fosse giunto a questa conclusione di
inaudita gravità:
“Il Comitato ritiene
che la Grecia sia stata e sia ancora vittima di un attacco
premeditato e organizzato dal Fondo Monetario Internazionale, dalla
Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea. Questa missione
violenta, illegale e immorale mira esclusivamente a spostare il
debito privato sul settore pubblico.”
Purtroppo, il popolo
greco è stato, ed è, umiliato, tradito e rapinato da banchieri,
tecnocrati e politici privi di coscienza e moralità. Un esempio tra
tutti? Basti pensare a quanto hanno guadagnato le industrie militari
della Germania e della Francia nella vendita a profusione di armi ai
vari “ubbidienti” governi greci in un'assurda gara a come si
spendeva di più. E indovinate da dove la Grecia prendeva i soldi per
l'acquisto degli strumenti di morte? Ma certo, dalle banche tedesche
e francesi sempre felici di finanziare uno Stato disponibile a dare
come garanzia il sangue dei propri cittadini. Che schifo; industrie
delle armi fanno profitti, banche fanno profitti, politici incassano
prebende e alla fine il conto lo paga il popolo; un meccanismo
perverso che rende i pochi ricchi ancora più ricchi e la massa dei
poveri ancora più poveri.
Non a caso diverse
personalità del mondo giuridico internazionale hanno parlato di
“crimini economici contro l'umanità” compiuti dagli alti
dirigenti delle principali istituzioni finanziarie. Eppure tutto
continua come prima; la solita classe elitaria non risponde di nulla,
neanche per i colpevoli errori che hanno prodotto devastazione e
sofferenza per milioni di esseri umani.
Che destino beffardo per
un Paese che, come l'Italia, rappresenta la culla della civiltà
occidentale.
Alfred B. Revenge
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