Mentre assistiamo ai
consueti discorsi da comari dei nostri politici sul sistema
elettorale, sulle elezioni anticipate o sull'immigrazione selvaggia
ecco che si profila silenziosa la mossa della cancelliera tedesca
Angela Merkel per il possibile scacco matto all'Europa .
La Commissione Europea
guidata da Jean Claude Juncker, fedelissimo della leader tedesca, ha
approvato un documento programmatico che prevede la possibilità per
gli Stati di emettere una sorta di eurobond, un sistema unico di
garanzia dei depositi bancari e un Ministro del Tesoro dell'area
euro.
Si partirebbe tra un paio
di anni con le emissioni di bond sovrani, anche se privi di qualsiasi
condivisione di rischi (insomma, il rischio rimane in testa alla
Nazione emittente), e le norme per il sistema unico di garanzia dei
depositi bancari; poi intorno al 2020 si aprirebbe il palcoscenico
per il “Tesoro” dell'area euro con al vertice un Ministro delle
Finanze; infine, ma proprio alla fine, potrebbe nascere lo strumento
di emissione di titoli pubblici europei con la garanzia solidale
degli Stati (qui il rischio si spalmerebbe su tutte le Nazioni
dell'area euro).
Che strano, questa
iniziativa così forte della Commissione Europea nasce subito dopo
che la Merkel, scontrandosi con il Presidente americano Trump,
chiedeva agli altri governi dell'Unione di “prendere il loro
destino nelle proprie mani.”
Ovviamente il destino è
sempre e soltanto quello finanziario e delle banche. La solita
visione con i paraocchi fatti di mazzette di banconote che vede la
costruzione dell'edificio “Europa” partire dal tetto e non dalle
fondamenta. Come ho già scritto innumerevoli volte la moneta unica è
stata generata, in assenza di un'autentica unione politica, tra una
babele di Stati con evidenti differenze nelle lingue, nelle
tradizioni, nelle leggi e, soprattutto, negli specifici interessi
nazionali; il tutto per venire incontro alle esigenze della finanza
internazionale. Dove sono le Istituzioni democratiche europee
realmente elette dai cittadini? L'unica è il Parlamento Europeo, ma
conta quanto il due di coppe; il resto è solo una gigantesca
costruzione realizzata da una classe di tecnocrati chiusa in se
stessa e auto referenziata.
Io penso che l'abile
cancelliera tedesca abbia lanciato i suoi cani da guardia per
completare il processo di dominio sull'intero continente europeo
iniziato molti anni fa. Da un lato ha fatto gettare l'esca
straordinaria dei titoli a garanzia solidale, dall'altro ha
introdotto l'argomento custodito gelosamente nel suo cuore, quello
del “Ministro del Tesoro Europeo”. Certo che saremmo contenti di
veder messi in un angolo gli avidi usurai che, in presenza di una
moneta unica, fanno profitti speculando sui differenti tassi di
interesse dei titoli emessi dai vari Stati, ma un tale risultato
passerebbe soltanto se accettassimo di completare l'avviata fase di
genuflessione.
Parlando fuori dai denti
il documento di Junker e compagni sembra partorito a Berlino e non a
Bruxelles. In sostanza, la Commissione Europea con il “Ministro del
Tesoro Europeo” vuole che i bilanci degli Stati aderenti all'euro
siano sempre più gestiti a livello sovranazionale.
Immaginate per un attimo;
l'euro, le nuove tavole di Mosè con incisi i parametri sul deficit e
debito pubblico, l'ente indipendente da Dio come la Banca Centrale
Europea, il pareggio di bilancio, i six pack e two pack ideati per
far dire “obbedisco” alle direttive di controllo della
Commissione Europea in tema di politiche nazionali di bilancio, la
creazione del “Meccanismo di Stabilità Economica”. Bene, già
con tutto questo l'Europa a trazione franco-tedesca ha forti poteri
sulla gestione dei conti pubblici di una Nazione; con il Tesoro
comune raggiungerebbe livelli invasivi senza precedenti poiché parti
essenziali della spesa pubblica sarebbero decise passando sopra le
teste dei governi di turno lasciando i cittadini in balia di entità
mai elette e poste in cima a vette irraggiungibili.
Ecco la mossa della
cancelliera Angela Merkel per dare scacco matto agli altri Paesi
europei; Tesoro unico a guida di seguaci della dottrina tedesca in
cambio della possibilità di far emettere titoli a garanzia solidale,
un abbraccio mortale. La Germania, infatti, condividerebbe il rischio
solo dopo aver accertato il rispetto delle sue direttive; la prima
quella del pareggio di bilancio, la seconda quella che i conti
nazionali siano gestiti direttamente dall'autorità sovranazionale da
essa stata controllata.
Di fatto raggiungerebbe
il reale controllo del vecchio continente senza sparare neanche una
cartuccia e, soprattutto, senza privarsi della sua libertà di
manovra. Sì a una sola entità monetaria e finanziaria, no a un solo
Stato con unica bandiera.
In pratica, dopo aver
contribuito pesantemente alla creazione dei gravi squilibri economici
e sociali all'interno dell'Unione Europea il governo tedesco per
bocca del suo leader dice: “Cari cittadini europei, prendiamo il
destino con le nostre mani. La Germania vi starà vicino vicino a
condizione che lasciate commissariare la vostra residua sovranità
dal nostro Tesoro comune. Per salvare l'euro siamo disposti a tutto,
anche a sacrificare per generazioni la vostra felicità.”
Pensandoci bene, forse
non sarebbe una cattiva idea; in particolare per noi Italiani.
Potremmo fare a meno del Parlamento e di migliaia di politici; i
lavoratori, gli imprenditori, i pensionati e tutte le altre categorie
sociali starebbero più tranquille sotto l'ala protettrice del nuovo
impero tedesco. In fin dei conti cosa ci costerebbe? Nulla, tranne la
libertà di decidere per il nostro futuro.
A quel punto il due
giugno, giornata celebrativa per la festa della Repubblica Italiana,
sarebbe una normale giornata lavorativa pagata sulla base delle
direttive di Berlino.
Alfred B. Revenge
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