Leggendo l'articolo di Repubblica sotto riportato mi sono venute
in mente tre parole:
Liberté, Egalité, Fraternité! Libertà, Uguaglianza,
Fratellanza!
Questo è il famoso motto che ci ha donato la rivoluzione
francese.
Dobbiamo essere grati ai cugini d'oltralpe di questa eredità.
“Libertà”: il potere di fare ciò che non danneggia i diritti
altrui.
“Uguaglianza”: la legge uguale per tutti.
“Fratellanza”: non fare agli altri ciò che non si vorrebbe
fatto a se stessi.
Che dire di fronte a principi di tale valore? Nulla, se non
ringraziare la vicina Francia che sicuramente li segue con
particolare vigore. Per esempio, si veda anche la notizia pubblicata
oggi da alcuni quotidiani circa lo stop del presidente Macron alla
regolare acquisizione dei cantieri francesi STX da parte dell'azienda
italiana Fincantieri. In sostanza il numero uno dell'Eliseo vuole
modificare accordi e contratti già siglati in quanto non ritenuti
vantaggiosi per la Francia. Questa sì che si chiama coerenza; quando
sono i transalpini a fare man bassa di aziende italiane nessun
problema, nel caso inverso scintille a non finire. Questa è la vera
applicazione del principio: non fare agli altri ciò che non si
vorrebbe fatto a se stessi.
D'altronde la Francia ha solide tradizioni per la coerenza con cui
ha sempre applicato la “Libertà” e la “Fratellanza” alle sue
colonie in Africa. Non ho inserito il termine “ex” in quanto non
corrisponderebbe al vero. Infatti, la grandeur francese trova la sua più efficace manifestazione nello sfruttamento di numerosi Paesi africani, tra i più ricchi per risorse minerarie ed energetiche, ma, stranamente, tra i più poveri al mondo.
Al riguardo riporto alcuni passi tratti dal mio ultimo romanzo “Da
Servo A Padrone”:
“Le nazioni africane ex colonie francesi solo formalmente hanno
raggiunto l'indipendenza, nella realtà sono ancora sottomesse alla
Francia in virtù di precisi accordi di cooperazione che minano alla
base qualsiasi possibilità di avere una libera politica economica e
sociale. Questi stati in apparenza sovrani sono incatenati al volere
francese sulla moneta, sul sistema educativo, sull'apparato militare
e sulle preferenze commerciali. Questi stati sono, oltre al Burkina
Faso, il Benin, la Costa d'Avorio, la Guinea-Bissau, il Mali, il
Niger, il Senegal, il Togo, il Camerun, la Repubblica Centrafricana,
la Repubblica del Congo, il Gabon, la Guinea Equatoriale, il Ciad e
le Isole Comore.”
“L'autorevole ex presidente francese, Jacques Chirac, dichiarò:
Dobbiamo essere onesti e riconoscere che una grande parte del
denaro nelle nostre banche provengono proprio dallo sfruttamento del
continente africano.”
“Non molto tempo fa su incarico del presidente francese Hollande
un gruppo di esperti, guidato dal deputato socialista Philippe
Baumel, redasse uno studio approfondito sulle attività nei domini
africani, più nota come France-Afrique, per verificare quanto ancora
fosse influente il contributo delle ex colonie, si fa per dire ex.
Alla prima stesura della relazione indipendente, Hollande diede
ordine di modificarla in gran fretta perché ritenuta troppo
compromettente visto che indicava tra l'altro: le operazioni
militari hanno completamente sostituito una politica di sviluppo
lungimirante.”
“La Francia è una democrazia che ha condotto Paesi dell'Africa
verso livelli intollerabili di disoccupazione, sfruttamento e
povertà. Una democrazia miope che ha portato le sue banche e le
multinazionali come la Total, l'Orange, l'Areva ad assorbire le
ricchezze naturali delle nazioni africane distruggendo senza alcuna
pietà la natura e il suo delicato equilibrio ambientale.
E dirò di più, le aziende francesi sono riuscite a mantenere le
loro posizioni grazie alla forza, alla prepotenza, alle armi usate
dal governo di turno per soffocare qualsiasi moto di ribellione. Se
non fosse stato così non avrebbero retto l'impatto di concorrenti
stranieri.”
Nell'articolo di Repubblica si parla del Niger quale fornitore di
uranio e come snodo cruciale per i trafficanti di merce umana. Tutto
vero, solo una piccola osservazione sull'uranio.
Qualcuno si è mai chiesto come la Francia sia l'unica al mondo ad
avere una produzione nucleare capace di coprire quasi l'ottanta per
cento del proprio fabbisogno di energia elettrica? Come sia stata in
grado di realizzare ben cinquantotto reattori nucleari? Come sia
riuscita ad essere il primo esportatore al mondo di energia
elettrica?
Semplice, impadronendosi delle riserve di uranio presenti in
Niger, tra i principali produttori del pianeta. Come mai allora quel
Paese è tra i più poveri al mondo?
Risposta tratta dal romanzo “Da Servo A Padrone” che evidenzia
i sacri principi di Liberté e Fraternité.
“Dal 1973 l'uranio estratto in Niger viene comprato dalla
società Areva, quella che poi gestisce tutte le centrali nucleari in
Francia. E guarda caso il prezzo di acquisto è sempre stato meno
della metà di quello normale di mercato. E quando sono fioccate le
proteste contro questo evidente sfruttamento, ecco lì che spuntava
efficiente come sempre l'esercito francese pronto a proteggere i
sacri interessi schiavisti della nazione. Pensare che il bilancio
dell'Areva è il doppio di tutto il Pil del Niger. Pensare che in
oltre quarant'anni, la Francia ha succhiato il sangue dal Niger senza
costruire neanche un piccolo capanno da destinare a una scuola.”
Ma non è finita qui. I vincoli a cui sono sottoposte le amate ex,
si fa sempre per dire, colonie francesi si sviluppano in altri
ambiti; dal diritto di prelazione su tutte le risorse naturali al
diritto di fornire in esclusiva attrezzature militari,
dall'imposizione del francese come lingua ufficiale all'obbligo di
tenere il sessantacinque per cento delle riserve in valuta estera
presso il Tesoro francese oltre ad un ulteriore venti per cento per
la copertura delle passività finanziarie. Ed è proprio quest'ultima
situazione che mostra in tutta la sua forza il crudele cinismo dei
governi francesi che sottolineo riportando un breve passo sempre
tratto dal mio romanzo “Da Servo A Padrone”.
“In pratica, l'ottantacinque per cento delle riserve non sono
nella disponibilità del reale proprietario, bensì del novello
negriero; non a caso, se un governo di una qualsiasi nazione volesse
utilizzare il proprio denaro può farlo entro il limite del quindici
per cento in un anno. Oltre questa percentuale il Paese di turno
dovrà prenderlo in prestito da chi designerà la Banca di Francia,
ovviamente pagando i tassi di mercato. La Francia si arroga il
diritto di impossessarsi dei quattrini prodotti dal lavoro umano
nelle ex colonie africane e poi di fatto lo concede in prestito
facendo pagare pure gli interessi. Questo ricorda i recenti
meccanismi inseriti in istituzioni finanziarie volute dall'Unione
Europea per aiutare con l'inganno le nazioni messe in difficoltà
dalla loro stessa diabolica politica economica.”
E ancora.
“Da quando sono iniziate queste trasfusioni sono entrate nelle
casse della Banca di Francia oltre cinquecento miliardi di dollari,
gestite in piena autonomia dall'istituto centrale.”
E la cosa ancor più straordinaria è che i profitti dalla
gestione di questa massa enorme di quattrini non sono comunicati ai
proprietari dei fondi, cioè gli Stati africani ancora assoggettati
al giogo francese. E' proprio vero, la Francia è ricca grazie allo
sfruttamento del continente africano.
Penso che rimanere stupefatti è dire poco.
“Uno Stato europeo che si dichiara democratico applica una nuova
forma di colonialismo, quello più subdolo e maligno; soffoca le
popolazioni di stati africani, già macellate nel passato, attraverso
una prigionia di tipo monetario.” (dal romanzo Da Servo A Padrone).
La Francia ha i suoi militari nel Niger come in altre nazioni
africane, fa tranquillamente transitare i negrieri con il loro carico
di merce umana, conosce molto bene la destinazione finale di questa
massa di esseri umani, distrugge la Libia per la sua eterna voglia di
grandeur e sorride all'Italia sapendo di prenderla lì dove la
schiena cambia il riverito nome.
Alfred B. Revenge
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