Di fronte alla richiesta
di aiuto dell'Italia all'Unione Europea per l'incontenibile flusso
migratorio proveniente dalla Libia ci sono state precise risposte.
L'Austria schiera l'esercito e mezzi corazzati al Brennero, la
Francia e la Spagna chiudono i loro porti, l'Ungheria con la Polonia
e la Repubblica Ceca hanno dichiarato che non prenderanno altri
migranti, la Germania rimane in maliziosa attesa facendo andare
avanti gli altri. Io penso che l'Italia è e rimarrà sola di fronte
a questo fenomeno epocale che sta sconvolgendo i già precari
equilibri sociali ed economici del Paese; al massimo le sarà
concessa un'elemosina e una pacca sulla spalla.
Ma che razza di Europa
abbiamo di fronte? Risposta molto semplice, quella fondata sul
profitto delle multinazionali, delle conglomerate bancarie e sulla
protezione dei singoli interessi nazionali. Lo dico da anni; esiste
una sola Europa, quella a trazione franco-tedesca basata
sull'egoistica difesa del proprio tornaconto. La solidarietà è solo
una grande mistificazione così come la favola degli interventi
militari a scopi umanitari. Ma quando mai! Per limitarci al solo
vecchio Continente, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno sempre
fatto i loro porci comodi senza guardare in faccia a nessuno. Ci
siamo già dimenticati che la causa principale di tutto il caos
immigrazione è da imputare per larga parte proprio ai nostri cugini
francesi? Abbiamo già rimosso le vicende storiche che hanno condotto
l'Italia ad essere la porta d'ingresso di questo esodo di massa? Ora
la Francia ci dispensa tante parole di elogio per la nostra generosa
accoglienza, eppure chiude i porti dimenticando che solo sei anni fa
scatenò la guerra in Libia e ai nostri interessi nazionali in quel
Paese. L'ipocrisia dei governi francesi è scandalosa. Da un lato
sono gli artefici di quanto sta accadendo in Africa, dall'altro ci
sbattono la porta in faccia.
La Francia provocò nel
2011 la guerra in Libia per soffocare la nostra ENI e potenziare il
suo colosso Total. Insomma, l'allora presidente Sarkozy liberò i
cavalieri dell'apocalisse per estromettere l'Italia dal controllo del
petrolio e del gas libico e proteggere il dominio coloniale in
Africa. A volte mi sembra che la memoria storica in tutti noi giochi
brutti scherzi. Eppure dovremmo avere sempre a mente che la decisione
di destabilizzare la Libia nel 2011 fu presa essenzialmente da
Sarkozy e Hillary Clinton, due persone che all'epoca rivestivano la
carica di presidente della repubblica francese e segretario di stato
degli USA. Vi ricordate una delle prove più clamorose? Ma sì,
quella del messaggio di posta elettronica del due aprile 2011 inviata
alla Clinton dal funzionario statunitense e suo stretto
collaboratore, Sidney Blumenthal. Si trattava della email
“Unclassified U.S. Department of State case No F-2014-20439 Doc. n.
C05779612 Date: 12/31/2015”. Il contenuto di quel messaggio
dovremmo averlo sempre ben fermo nella nostra memoria di Italiani,
visto che indicava senza equivoci che il presidente francese aveva
come obiettivi:
-Il desiderio di ottenere
una quota maggiore di petrolio libico.
-Aumentare l'influenza
francese in Nord Africa.
-Migliorare la sua
situazione politica in Francia.
-Fornire ai militari
francesi l'opportunità di riaffermare la loro posizione nel mondo.
-Dare una risposta alla
preoccupazione dei suoi consiglieri sul progetto a lungo termine di
Gheddafi di soppiantare la Francia come potenza dominante dell'Africa
francofona.
Tutta la sofferenza e il
disagio degli Italiani per il fenomeno immigratorio nasce dal
consueto desiderio di grandeur della Francia, dalla sua mai sopita
volontà di rappresentare una potenza coloniale.
E adesso? Un nuovo
presidente transalpino sorride e se ne frega dei guai italiani
generati proprio dall'azione politica e militare del suo Stato.
Ma di quale Unione
Europea stiamo parlando? E' solo il classico gioco di sopraffazione
del più forte verso il più debole.
In tutto questo
certamente non bisogna dimenticare le responsabilità oggettive dei
nostri vari governi; superficialità, schiena piegata e mancanza di
controlli verso le azioni delle ONG, sottovalutazione del fenomeno,
sostegno finanziario senza adeguati controlli alla rete privata di
accoglienza, aver contribuito per pavidità ad affossare sei anni fa
quel governo libico con cui avevamo stipulato solo pochi mesi prima
un trattato di amicizia, e si potrebbe continuare con l'elenco.
D'altronde, quest'accoglienza è mascherata da operazione umanitaria
solo per celare gli aspetti più squallidi di un business con oggetto
la carne umana.
Per non parlare
dell'incredibile affermazione fatta ieri dal presidente dell'INPS
nella sua relazione annuale al Parlamento circa il danno finanziario
che l'Italia subirebbe se bloccasse in qualche modo questo afflusso:
“Chiudere frontiere agli immigrati? Costa 38 miliardi e distrugge
nostri sistema di protezione sociale” (fonte: Il Fatto
Quotidiano”).
Questo risultato
scaturirebbe da una simulazione dei conti sino al 2040. Orbene, al di
là dell'attendibilità di una simile proiezione effettuata nell'arco
di ventitré anni ricordo che ora il costo dell'accoglienza è di
quasi cinque miliardi di euro l'anno e che tenderà ad aumentare, che
esiste una profonda differenza volutamente non rilevata tra immigrati
regolari con un lavoro e clandestini. E' del tutto evidente che
bloccare l'immigrazione clandestina non significa bloccare
l'immigrazione stessa; sempre di più si cerca di giocare sulle
parole pensando che gli Italiani siano degli stupidi. E poi,
francamente, trovo veramente ridicolo compiere questo quadruplo salto
mortale inserendo come costante della simulazione ventennale dei
conti INPS l'invasione incontrollata degli extracomunitari con il
loro presunto enorme contributo allo sviluppo economico della
nazione.
Oh, perbacco; tutti i
migranti economici hanno già un contratto di lavoro in tasca in
Italia? Allora la disoccupazione giovanile italiana vicina al
quaranta per cento è tutta una balla dell'Istat? La cruda verità è
ben altra; gli esseri umani provenienti dall'Africa andranno
purtroppo ad allargare la fascia di chi avrà necessità di
protezione sociale rendendo ancor più critica la situazione generale
del Paese con aumento di lavoro nero, evasione fiscale,
disoccupazione, disagio sociale.
Infine, per tornare al
discorso dell'Europa Unita (Sic!) io penso che quanto stia accadendo
rappresenti la dimostrazione plastica di come l'unico collante di
questa pseudo unione sia il dio denaro gestito e manipolato dai suoi
sacerdoti, i banchieri. Basta con l'illusione che questa Unione
Europea possa costruire le condizioni per donare serenità ai suoi
vari popoli, può solo garantire sicurezza e benessere a pochi
privilegiati distribuendo a tutti gli altri il virus dell'infelicità.
Alfred B. Revenge
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