Alcuni giorni fa su
alcuni quotidiani è uscita la notizia di uno stupro in provincia di
Reggio Emilia avvenuto il dieci luglio su un disabile di tredici anni
da parte di un pakistano richiedente asilo (termine lessicale
utilizzato negli articoli che sta a indicare una persona entrata in
Italia senza visto e che ha inoltrato una richiesta di asilo). Questo
migrante di ventun anni ha trascinato il piccolo disabile in campagna
e lo ha brutalmente violentato. Il pakistano, dopo l'arresto ha
confessato la violenza dichiarando che il bambino era “consenziente”.
Dopo l'interrogatorio di
garanzia il giudice per le indagini preliminari, nonostante la
procura avesse chiesto la custodia in carcere per violenza sessuale
aggravata, ha rimesso in libertà il pakistano con la seguente
motivazione così come indicata sul quotidiano “Libero” del
diciannove agosto: “il luogo in cui vive l'accusato è facilmente
controllabile. Inoltre non esisterebbe il pericolo di fuga poiché
avrebbe (il pakistano) già confessato il suo reato e in quanto
richiedente asilo, se facesse qualcosa di arrischiato, come il darsi
alla fuga, rischierebbe il rimpatrio. Tutti motivi, quindi, per
lasciarlo a piede libero.” (Sic!)
A parte il personale
sbigottimento per una decisione presa con quelle motivazioni rilevo
da una notizia del trentuno maggio su “Tgcom24” che per lo stesso
reato: “un tribunale del Kuwait ha condannato a morte sette giovani
uomini per aver rapito e stuprato un ragazzo di tredici anni che
soffre di disabilità mentale.”
Quindi, questo migrante
pakistano è stato fortunato, molto fortunato. In Italia ha potuto
tranquillamente violentare un piccolo disabile di tredici anni
rimanendo libero poiché mai (secondo il giudice) fuggirebbe per
ritornare nella sua amata patria, mentre se sbadatamente avesse
abusato di un minorenne della stessa età e nelle identiche
condizioni fisico-mentali in un Paese a fede islamica si sarebbe
ritrovato con la testa sotto una luccicante mannaia.
E' proprio vero, l'Italia
è una nazione molto accogliente; consente a un soggetto entrato
irregolarmente di stuprare un ragazzino disabile di tredici anni
senza timore di entrare in carcere perché le sue condizioni di
“richiedente asilo” e “reo confesso” gli permettono di
poggiare la testa su un comodo cuscino di casa e non su un ruvido
ceppo.
Alfred B. Revenge
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