Ma sì, confessiamolo; da
molti anni noi Italiani consideriamo superate le letture di autori
come Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Giovanni Verga, Niccolò
Machiavelli, Luigi Pirandello, Gabriele D'Annunzio, Eugenio Montale e
degli altri grandi della nostra cultura. Noi Italiani ormai siamo
fedeli seguaci di un solo artista, di Leopold von Sacher-Masoch.
Nelle nostre librerie, sui comodini, sui letti, persino nei bagni
troneggiano esclusivamente i libri di questo scrittore austriaco di
origini spagnole ed ucraine. Noi Italiani abbiamo deciso di applicare
con diligenza gli insegnamenti di colui che viene considerato il
padre del masochismo. Già verso la fine del diciannovesimo secolo lo
psichiatra Richard von Krafft-Ebing utilizzò Masoch per identificare
un comportamento perverso; non a caso egli scrisse che l'elemento
caratteristico del masochismo non è tanto la relazione tra piacere e
dolore quanto il processo di accettazione della subordinazione, della
schiavitù.
Ebbene, noi Italiani da
tempo amiamo essere sottomessi, asserviti al volere altrui.
Come non ricordare i
nostri sussulti orgasmici quando già a luglio del 1981 vedemmo
realizzare il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia firmato dagli
illustri e compianti concittadini Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio
Ciampi, adesso sicuramente ai vertici della Banca Centrale degli
Inferi. In quell'occasione la Banca
d'Italia da agenzia governativa gettò le basi per liberarsi
dall'abbraccio pubblico; infatti, sino al 1981 era obbligata ad
acquistare i titoli di Stato non collocati sul mercato ai tassi
decisi dal Ministero del Tesoro. In quel modo vi era la garanzia del
finanziamento della spesa pubblica alle condizioni volute dallo Stato
con la conseguente crescita dell'economia reale. Con il divorzio non
fu più così; il Tesoro dovette cercare i quattrini alle condizioni
imposte dal mercato finanziario, cioè dalle banche. Conseguenza?
Iniziammo a pagare molti più interessi. Così, da essere tra i paesi
più virtuosi in Europa con la quota di spesa pubblica in rapporto al
PIL più bassa iniziammo a scalare le classifiche del debito pubblico
grazie all'aumento esponenziale degli interessi pagati agli
investitori.
Sì,
noi Italiani siamo masochisti perché provammo un piacere perverso
nel consentire alla Banca d'Italia di allontanarsi dal curare gli
interessi del pubblico per favorire i guadagni delle grandi banche.
E
come non rammentare l'altra gioia proveniente dalla firma del
trattato di Maastricht il sette febbraio 1992. In quella circostanza
i nostri politici chiusero gli occhi e si tapparono le orecchie per
consentire a noi di ipotecare un futuro ricco di emozioni per la
privazione della sovranità monetaria ceduta ad una Banca Centrale
Europea indipendente dai popoli, ma strettamente legata agli
interessi della finanza internazionale. Ecco che con la nascita
dell'Euro si verificò quanto progettato dalla classe elitaria,
costante crescita del debito pubblico indipendente dall'entità delle
spese interne. Quindi, la causa di tale incremento, peraltro non
problematico qualora si fosse sovrani della propria moneta, è sempre
stato l'ammontare degli interessi pagati sui titoli di stato in
possesso per buona parte da istituzioni finanziarie.
A noi
popolo masochista è piaciuto tantissimo privarci della capacità di
emettere e gestire la moneta nazionale per risultare schiavi del
volere di un'entità dominata da tecnocrati-banchieri.
Ah,
dimenticavo che il trattato di Maastricht entrò in vigore nel 1993,
esattamente l'anno in cui assunse la carica di Presidente del
Consiglio dei Ministri quel Carlo Azeglio Ciampi che, tra i primi
atti, istituì l'organismo deputato alle privatizzazioni. Le
ricordate? Lo Stato svendette attività strategiche della Nazione con
supremo sollazzo dei finanzieri più spregiudicati che esaltarono il
nostro compiacimento distruttivo con audaci giochi di sesso
societario.
Per
non parlare del Trattato di Lisbona del 2007. Ah, Lisbona! Quale
meravigliosa città per festeggiare l'incatenamento delle nostre
parti più intime. Lì fu stilato un documento di circa quattrocento
pagine redatto in maniera tale da risultare incomprensibile. E
godemmo da pazzi quando sentimmo che persino politici del calibro di
Giuliano Amato, Valery Giscard d'Estaing, Angela Merkel, Nicolas
Sarkozy indicarono che il trattato si rese volutamente illeggibile
per la gente. Ci presero per il sacro deretano e noi, da bravi
masochisti, rimanemmo fermi nella posizione di assoggettamento.
Amiamo
intensamente essere infelici, assorbire le nefandezze altrui,
accettare senza fiatare continui tagli alla spesa sanitaria,
l'aumento della disoccupazione e l'incremento di tasse e balzelli
vari. Noi aspettiamo sempre con ansia la parola magica che ci fa
battere il cuore: “Così vuole l'Europa”.
E con
le dolci note provenienti da Bruxelles abbiamo accolto con emozione
gli altri trattati come il M.E.S.(Meccanismo di Stabilità Economica)
nel 2011; il Fiscal Compact sempre nel 2011 e i simpatici Two Pack ed
il Six Pack del 2011 e 2013 che ci hanno ricordato il famoso film
italiano di Nanni Loy dal titolo “pacco, doppio pacco e
contropaccotto”.
Non
molto tempo fa avvertimmo un ulteriore perverso piacere di cui non
capimmo subito l'origine. Lo ricordate, cari fratelli Italiani? Ma
sì, fu quando leggemmo sulla Gazzetta Ufficiale del diciotto
dicembre 2012 il Decreto numero 96717 del Ministero dell'Economia e
delle Finanze. Sobbalzammo dalle sedie e ci mettemmo proni, felici
nel ricevere un trattamento molto speciale; con quella disposizione
si mise in naftalina la “Lex Monetae”, cioè la facoltà del
nostro Stato Sovrano di scegliere la valuta per il pagamento dei
propri debiti. Avevamo titoli di stato denominati in euro? Bene,
secondo gli articoli 1277 e seguenti del Codice Civile sarebbe stata
sufficiente una bella leggina che avesse sancito il corso legale di
una nuova valuta, la Lira, per pagare interessi e capitale nella
moneta corrente. Tu, cara entità offshore, hai CCT in Euro? Nessun
problema, ora la valuta nazionale è la lira, pertanto sarai pagato
nella nuova moneta secondo il cambio fissato dalle autorità
italiane, per esempio un bel rapporto uno a uno che avrebbe fatto
impallidire le banche estere. Beh, non diciamo niente di nuovo visto
che fu la stessa procedura del 2000 quando tutti i contratti di
lavoro, mutui, conti correnti, eccetera, eccetera, furono convertiti
dalla Lira all'Euro, ma con un rapporto di cambio che ci gettò
pancia a terra per una colossale violenza; peraltro a noi gradita
visto che siamo masochisti.
Allora,
con questo Decreto 96717 esultammo come matti dato che la “Lex
Monetae”, tipica di uno Stato Sovrano, risultò annullata con un
tratto di penna bancaria. L'Italia vuole denominare i titoli di
debito in una nuova valuta? Certo, lo può ancora fare, ma con
l'assenso del settanta per cento dei possessori dei titoli. Capito?
Basta il trenta virgola uno per cento che dica no per bloccare un
nostro sacrosanto diritto e lasciare il debito in euro. E adesso,
indovinate chi possiede ben oltre il trenta per cento dei titoli di
Stato Italiani? Le banche ed istituzioni estere, compresa la Banca
Centrale Europea. Il sapere che le conglomerate creditizie hanno
operato con abile astuzia per giungere a questo risultato ci ha fatto
capire una volta di più quanto sia meraviglioso essere incatenati
con gli euro-schiavettoni.
Sì,
non ci sono più dubbi; noi Italiani siamo un popolo che prova uno
smodato piacere nel farsi del male. Abbiamo annientato la nostra
sovranità, violentato la Costituzione, seppellito le nostre
tradizioni culturali, creato le condizioni affinché nel Paese
agiscano indisturbati un manipolo di politici privi di attributi ed
incapaci di gestire correttamente la cosa pubblica. Ci crogioliamo
nella distruttività, esultiamo nel veder demoliti i pilastri
centrali sulle cui basi i nostri padri costruirono il miracolo
economico e condussero l'Italia ad essere la quinta potenza economica
mondiale.
Ma
sì, proviamo un irrefrenabile orgasmo nel veder andare via i
migliori cervelli Italiani e, nel contempo, portarci in casa una
massa eterogenea di stranieri che alcun rispetto nutrono per i nostri
valori cristiani e sociali.
Sì;
siamo masochisti perché sentiamo una perversa gioia nel constatare
che la disoccupazione giovanile tocca livelli allarmanti grazie a
politiche che mettono al centro dell'attenzione le banche e non i
cittadini.
Sì;
siamo masochisti perché accettiamo che gli anziani, i malati, i più
deboli siano considerati dai burocrati europei un peso oneroso per la
finanza pubblica e, quindi, da abbandonare ad un destino di lenta e
dolorosa sofferenza.
Mi
chiedo; non è che siamo stati oggetto di un esperimento collettivo?
Non è che ci è stato inoculato un virus capace di portare alla
degenerazione i tessuti cerebrali? Che l'intero popolo italico sia
stato colpito dall'amenza? Forse è proprio così, visto che la
caratteristica di quella malattia è di non far usare il cervello.
Tuttavia,
questa condizione di piacere nell'asservimento sta venendo un po' a
noia; non vi pare? Che ne dite se per un periodo di tempo chiudessimo
in un cassetto i libri di Leopold von Sacher-Masoch e mettessimo in
bella mostra quelli di Gabriele D'Annunzio? Chissà, forse il
cambiamento dalla posizione supina a quella eretta farebbe un gran
bene a tutti noi Italiani.
Alfred B. Revenge
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