L'Italia è ormai di
fatto una colonia di questa pseudo Unione Europea dominata dalle
banche, dalla tecnocrazia e, soprattutto, dagli interessi dei due
paesi che hanno contribuito più degli altri a realizzare l'euro, la
Germania e la Francia.
Ma di quale unione stiamo
parlando? Ma come diavolo è possibile che la gente non si sia ancora
resa conto dell'atroce inganno di cui è stata vittima? Come non si
fa a comprendere che aver costruito una moneta unica tra differenti
Stati, ognuno con contrapposti interessi nazionali, diverse
legislazioni, diverse velocità economiche, diverse bandiere, è
stata una follia che ha causato e causerà danni irreparabili alla
stragrande maggioranza dei cittadini.
La realtà è sotto gli
occhi di chi vuol vedere; l'europeismo creato solo sul denaro e sulla
politica tedesca di austerità così forzatamente imposta è la fonte
di un novello schiavismo, causa della perenne crisi, della insidiosa
deflazione, dell'altissima disoccupazione, della costante infelicità.
Sono stati, tra l'altro,
i trattati di Maastricht, di Lisbona, del letale “Fiscal Compact”,
di quelli del “Two Pack” e “Six Pack”, del M.E.S., peraltro
approvati di volta in volta da tutte le forze politiche del
Parlamento con maggioranze quasi bulgare, a determinare la situazione
in cui versa da anni l'Italia.
Ma davvero si può
credere che l'Europa nata da quei trattati rappresenti la patria di
tutti i popoli europei? Una domanda ai miei fratelli italiani:
sentite l'Europa come vostra Patria? E poi di quale Europa stiamo
parlando? Di quella sognata da De Gasperi e Adenauer o di quella
attuale in cui i vari singoli Stati sono divisi da egoismi nazionali
e da forme di protezione per i rispettivi tornaconti
politici-economici? Esiste, oggi come oggi, un'entità nazionale tipo
Stati Uniti d'Europa? La risposta è semplice, No! E' tutto un grande
inganno perpetrato da menti raffinate con un bancomat al posto del
cuore. L'oligarchia dominante non vuole un'unica grande nazione, ma
soltanto tanti singoli Stati svuotati della sovranità monetaria.
Ad essere generosi si può
considerare l'attuale Unione Europea un'entità intergovernativa
coloniale guidata da una classe privilegiata legata soltanto nel
curare gli interessi della grande finanza internazionale e nell'auto
referenziarsi all'infinito.
Io penso che sia
indispensabile mandare al diavolo questa Unione Europea basata
sull'egoismo e l'oppressione, riprendersi la sovranità nazionale e
mettere in naftalina il “Patto di Stabilità” imposto dalla
famosa Troika costituita dalla Commissione Europea, della Banca
Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale.
D'altronde basta guardare
i fatti senza farsi condizionare dall'informativa dominante dei mass
media. Dalla nascita dell'euro l'Italia è in costante crisi con alta
disoccupazione, sensibile riduzione della sua forza nell'industria
manifatturiera, costante deflazione, aumento del debito pubblico (per
inciso ora realmente un debito pericoloso visto che è contratto in
una valuta di fatto estera che impedisce qualsiasi autonoma politica
economica e finanziaria), diminuzione della spesa sociale. Tutto ciò
ha reso chiaro come i limiti monetari partiti con il trattato di
Maastricht hanno edificato una gabbia intorno a centinaia di milioni
di cittadini allargando il divario tra paesi più deboli e quelli più
forti. Ovviamente per questi ultimi mi riferisco principalmente alla
Germania che regna sovrana in questa falsa Unione Europea facendo
intervenire i suoi tecnocrati fidati, come per esempio Jean Claude
Juncker attuale potente Presidente della Commissione Europea, per far
applicare regole sempre più severe ed austere nella spesa pubblica
ed a livello fiscale. Quanta ipocrisia, con la scusa di una presunta
stabilità Bruxelles (cioè la Germania della Merkel) impone da tempo
ai singoli Stati tagli alla spesa sociale, aumento delle tasse sui
consumi (vedasi l'IVA che si prevede aumenterà ancora raggiungendo
livelli insostenibili), la deregolamentazione brutale del mercato del
lavoro, legislazioni bancarie che ledono gli interessi degli stessi
risparmiatori, la spoliazione del tessuto industriale e nazionale con
ulteriori privatizzazioni.
A proposito di stabilità,
ma i nostri parlamentari avevano gli occhi chiusi e le orecchie
tappate quando ratificarono a luglio del 2012 il trattato di
stabilità firmato da Monti, ossia il “Fiscal Compact”? Io penso
che nell'occasione aver fissato il pareggio di bilancio con
velocità supersonica nella nostra Costituzione sia stata una
violenza nei confronti del popolo italiano che costerà molto caro se
non si avesse il coraggio di ripudiarlo. Ma come fa a crescere
l'Italia se deve rispettare l'assurda regola della parità di
bilancio? Già siamo da anni in difficoltà ed ora la cura sarebbe
stringere i cordoni ancora di più? Assurdo, assolutamente
incredibile. Eppure i numeri stanno anche lì, pronti ad avvertirci
di quale turbinosa strada abbiamo intrapreso. Nei quarant'anni
antecedenti al trattato dell'Unione Europea l'Italia aveva un tasso
di crescita medio del Pil di oltre il quattro per cento, superiore a
quello della Francia e della Germania; dopo i primi anni dalla falsa
Unione il tasso medio di crescita dell'Italia era sceso all'ultimo
posto in classifica. Se poi andassimo a guardare questo tasso medio
di crescita dopo l'avvento dell'Euro la conclusione sarebbe ancora
più drammatica; l'Italia è solo andata giù, sempre più giù. Nel
2000 l'industria manifatturiera italiana era al quinto posto nella
graduatoria mondiale distanziando nettamente la Francia e stando
incollata alla corazzata tedesca. Nel 2013, con gli effetti
dell'euro, l'industria italiana è scesa drasticamente all'ottavo
posto, raggiunta dalla Francia, superata da paesi come India, Brasile
e Corea del Sud e, soprattutto non più in grado di impensierire la
Germania. Guarda caso, il maggior competitor tedesco in Europa ha
subito botte da orbi dopo l'introduzione della moneta unica. Questo
non fa pensare a nulla? Con l'euro la Germania ha incrementato le
proprie esportazioni risanando le sue finanze ed accumulando un
surplus nelle partite correnti di centinaia di miliardi di dollari
dissanguando, nel contempo, altri Paesi Europei, in particolare il
nostro.
E adesso, con l'avvio
(2018) del letale pareggio di bilancio la situazione non può che
peggiorare ulteriormente. Eppure voci autorevoli si sono alzate
contro questa norma suicida e per certi versi persino illegale che
porterà a tagli draconiani in ogni settore, dalla sanità alla
scuola, dalle pensioni all'assistenza verso i più deboli, dagli
stipendi allo stesso risparmio delle famiglie. Il professor Guarino,
i premi nobel Krugman, Arrow, Diamond, Sharpe, Maskin, Solow ed
altri ancora hanno indicato le conseguenze nefaste nell'eventuale
applicazione della normativa sul pareggio di bilancio, in particolare
nei momenti di crisi e recessione.
Noi Italiani ci
ritroveremo in un vortice di infelicità per responsabilità di chi
doveva tutelare i nostri interessi, la classe politica prezzolata.
Ma qualcuno di questi
onorevoli (Sic!) così lautamente pagati si è mai preso la briga di
leggere con attenzione questo dannato trattato internazionale
definito “Fiscal Compact”? Io, da semplice cittadino, lo lessi e
denunciai le sue caratteristiche dannose per l'Italia nel mio libro
“Lezione Magistrale del Banchiere Grausam Wucherer”. Tanto per
gradire citerò un punto soltanto, proprio per far comprendere come
questo accordo sia stato fortemente voluto da un paese.
Sulla base di un articolo
relativo alle maggioranze qualificate la Germania è l'unico Stato
che può scavalcare la stessa Commissione Europea (peraltro
filo-tedesca) per denunciare e far pagare multe salate ad altri Stati
che non siano riusciti ad entrare nei parametri da strozzinaggio
previsti dal trattato. Avete ben compreso? Come già scrissi: “la
Germania , con un semplice codicillo, aveva fottuto gli altri paesi
europei e, soprattutto, l'Italia; il suo avversario più temibile dal
punto di vista industriale.”
Ormai abbiamo la norma
del pareggio di bilancio in Costituzione e si profilano all'orizzonte
anni difficili, molto difficili. Possibili soluzioni? Mantenere le
cose come stanno e recarsi con il cappello in mano al Cancelliere
tedesco di turno? Tentare di rinegoziare i contenuti degli accordi?
Io penso che la struttura tecnocratica europea sia talmente
auto-protettiva che trovare soluzioni al suo interno sia ormai
impresa impossibile. Rimane soltanto una cosa da fare se volessimo
ritornare ad essere padroni del nostro destino, uscire da questa
finta Unione Europea e dai trattati capestro. Lo so, ci vuole tanto
coraggio; proprio quello che manca alla maggioranza dei nostri
politici sempre attenti a genuflettersi al potente di turno. Ho
timore che avrà sempre vita la frase “così vuole l'Europa” per
giustificare le azioni legislative tese a svuotare ancora i
portafogli degli Italiani. Un ritornello che direttamente non
possiamo stroncare visto che ci è preclusa la possibilità di
ricorrere a referendum abrogativi di trattati internazionali; quei
referendum di cui tanto hanno paura i dirigenti di Bruxelles visto
che lo stesso Presidente della Commissione Europea, Juncker, supplicò
i vari leader europei di non indire quel tipo di appello al corpo
elettorale con argomento la permanenza o meno in Europa dopo l'uscita
della Gran Bretagna nel 2016. Già, la paura fa novanta quando si
richiede il voto diretto dei cittadini; decisamente preferibile far
passare il tutto attraverso il collaudato filtro della classe
prezzolata, più sensibile ai sermoni dei sacerdoti del dio denaro.
D'altronde, uscire con
chiarezza da questa oppressiva unione continentale potrebbe far
nascere il seme per rifondare un'Europa cementata sulla base di
principi realmente democratici e solidali con al centro la
salvaguardia dei vari popoli e non di fredde entità guidate
esclusivamente da tecnocrati-banchieri. L'essere umano deve essere il
faro, non la moneta e l'interesse della finanza.
Purtroppo, in questo
momento storico l'Italia sta subendo un nuovo processo di
colonizzazione da parte di due Stati che vogliono mantenere viva la
loro fama di di dominio e di grandeur.
Alfred B. Revenge
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