Due giorni fa è stata
comunicata la notizia che otto uomini possiedono la ricchezza di
oltre tre miliardi e mezzo di persone nel mondo. L'organizzazione non
governativa Oxfam ha diffuso questi dati al fine di sensibilizzare i
vari governi per combattere le enormi disuguaglianze sociali ed
economiche presenti sul nostro pianeta.
L'americano Bill Gates,
fondatore della Microsoft; lo spagnolo Amancio Ortega, proprietario
del marchio di abbigliamento Zara Fashion; l'americano Warren
Buffett, maggiore azionista della Berkshire Hathaway holding
finanziaria-assicurativa ; il messicano Carlos Slim Helu,
proprietario della conglomerata Carso operante nel settore delle
telecomunicazioni; l'americano Jeff Bezos, fondatore di Amazon;
l'americano Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook; l'americano Larry
Ellison, fondatore della multinazionale informatica Oracle;
l'americano Michael Bloomberg, fondatore della multinazionale
Bloomberg operante nel settore dei mass media; tutti insieme
possiedono circa quattrocentotrenta miliardi di dollari, somma pari a
quella contenuta nei miseri portafogli di metà della popolazione
mondiale.
La notizia è certamente
rilevante e non si può che condividere l'affermazione fatta da
Winnie Byanyima, direttore esecutivo della Oxfam international:
“E' osceno che così
tanta ricchezza sia nelle mani di così pochi quando una persona su
dieci sopravvive con meno di due dollari al giorno. La disuguaglianza
ha intrappolato centinaia di milioni di persone nella povertà,
frantumando la nostra stessa società e minando la democrazia.”
Più che giusto, ma
ritengo che l'elenco dei Paperon de' Paperoni sia solo la punta
dell'iceberg di una verità molto più allarmante.
La ricchezza delle
persone indicate nel rapporto Oxfam fa riferimento in particolare
alle connessioni, a vario titolo, con multinazionali come Microsoft,
Facebook, ecc.; colossi aziendali dal nome prestigioso che
identificano in maniera abbastanza chiara i soggetti posti in cima
alla catena di controllo. E per tutte le altre conglomerate? E per
tutti gli enormi gruppi bancari internazionali? E per tutte le
multinazionali petrolifere? Chi sta dietro di loro? Sono tutte public
company gestite da amministratori provenienti dal pianeta Exactor?
Non ci sono importanti azionisti persone fisiche a cui si possano far
risalire i controlli di piovre bancarie, finanziarie ed energetiche
quali, come piccolissimo esempio, JP Morgan Chase, Wells Fargo, Bank
of America, Citigroup, Merrill Lynch, Goldman Sachs, Exxon Mobil,
Royal Dutch Schell, BP e At&t? Gigantesche strutture con una
potenza di fuoco inimmaginabile; basti pensare che la sola JP Morgan
Chase, considerata la più grande banca al mondo, detiene attività
superiori ai tremila miliardi di dollari, pari quasi al Pil della
Germania. E' come se un solo uomo in Italia possedesse un terzo di
tutte le proprietà reali e finanziarie delle famiglie ed istituzioni
private come abitazioni, terreni, depositi bancari, titoli di stato,
obbligazioni, azioni quotate, partecipazioni, assicurazioni, fondi
pensione, preziosi ed altro ancora. Ve l'immaginate?
Un fenomeno davvero
pericoloso; qualche centinaio di alti dirigenti che hanno le leve del
potere per controllare l'intera popolazione mondiale. E questi divini
amministratori chi li ha nominati? Si risponderà: sei proprio
sciocco, dai soci ovviamente. Già, e chi sono questi soci? Qui viene
il bello.
Nel 2011 uno studio dello
Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo, pubblicato sulla
rivista New Scientist, analizzò le situazioni patrimoniali di circa
trenta milioni di imprese ed investitori studiando i vari intrecci
che uniscono le grandi proprietà e tutte le relative connessioni. I
risultati furono inquietanti; attraverso un gioco di scatole cinesi e
di incesti partecipativi il controllo delle principali multinazionali
e di buona parte della ricchezza globale è nelle mani di
centoquarantasette compagnie, principalmente banche o gruppi
finanziari con sigle sconosciute al grande pubblico e note soltanto
agli addetti ai lavori.
In pratica, la cupola del
potere economico mondiale agisce da vero puparo muovendo le fila
attraverso burattini che agiscono nelle zone offshore (sempre più
attive e ricche) o che portano nomi come Capitol Group Companies
inc., FMR Corp., State Street Corporation, Vanguard, Wellington,
Blackrock Trust Company ed altri ancora.
Nessuna persona fisica
ben precisa, bensì ombre fumose create appositamente per mascherare
chi veramente tira le fila del potere. Una tecnica di occultamento
utile a chi, soprattutto nel settore finanziario, vuole evitare di
entrare a far parte di classifiche pubbliche poco gradite.
Forse se allargassimo il
raggio d'azione e parlassimo di intere famiglie il risultato sarebbe
un po' diverso. In questa direzione può venirci d'aiuto una ricerca
di qualche anno fa del sito statunitense Celebrity Net Worth. In
quella occasione tra le famiglie più ricche di sempre compaiono,
guarda caso, i Rothschild ed i Rockefeller, le dinastie bancarie più
famose al mondo ed ancora ben presenti. Ah, dimenticavo, si stimava
la ricchezza di quei signori in circa settecento miliardi di dollari,
dieci volte quella del fondatore di Microsoft. D'altronde, basterebbe
analizzare con cura gli eventi storici degli ultimi due secoli per
rendersi conto quali destinazioni abbiano raggiunto le gigantesche
quantità di denaro, oro ed altro ben di Dio sottratto di volta in
volta ai malcapitati di turno.
Allora, bisogna
preoccuparsi di uno straricco come Bill Gates di cui si sa la
provenienza della sua ricchezza o di chi opera dietro le quinte
utilizzando anonime società offshore per investire enormi quantità
di denaro in compagnie e fondi comuni che, a loro volta, detengono la
maggioranza delle conglomerate bancarie? Le stesse poi che reggono
l'economia mondiale ed istruiscono i governi di turno sulle politiche
da adottare nell'ottica dei loro esclusivi interessi. Le guerre, le
crisi economiche e le conseguenze nella vita economica e sociale dei
popoli sono figlie di pupari che ben conoscono l'arte della
mimetizzazione.
Alfred B. Revenge
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