mercoledì 18 gennaio 2017

"I Pupari"

Due giorni fa è stata comunicata la notizia che otto uomini possiedono la ricchezza di oltre tre miliardi e mezzo di persone nel mondo. L'organizzazione non governativa Oxfam ha diffuso questi dati al fine di sensibilizzare i vari governi per combattere le enormi disuguaglianze sociali ed economiche presenti sul nostro pianeta.
L'americano Bill Gates, fondatore della Microsoft; lo spagnolo Amancio Ortega, proprietario del marchio di abbigliamento Zara Fashion; l'americano Warren Buffett, maggiore azionista della Berkshire Hathaway holding finanziaria-assicurativa ; il messicano Carlos Slim Helu, proprietario della conglomerata Carso operante nel settore delle telecomunicazioni; l'americano Jeff Bezos, fondatore di Amazon; l'americano Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook; l'americano Larry Ellison, fondatore della multinazionale informatica Oracle; l'americano Michael Bloomberg, fondatore della multinazionale Bloomberg operante nel settore dei mass media; tutti insieme possiedono circa quattrocentotrenta miliardi di dollari, somma pari a quella contenuta nei miseri portafogli di metà della popolazione mondiale.
La notizia è certamente rilevante e non si può che condividere l'affermazione fatta da Winnie Byanyima, direttore esecutivo della Oxfam international:
“E' osceno che così tanta ricchezza sia nelle mani di così pochi quando una persona su dieci sopravvive con meno di due dollari al giorno. La disuguaglianza ha intrappolato centinaia di milioni di persone nella povertà, frantumando la nostra stessa società e minando la democrazia.”
Più che giusto, ma ritengo che l'elenco dei Paperon de' Paperoni sia solo la punta dell'iceberg di una verità molto più allarmante.
La ricchezza delle persone indicate nel rapporto Oxfam fa riferimento in particolare alle connessioni, a vario titolo, con multinazionali come Microsoft, Facebook, ecc.; colossi aziendali dal nome prestigioso che identificano in maniera abbastanza chiara i soggetti posti in cima alla catena di controllo. E per tutte le altre conglomerate? E per tutti gli enormi gruppi bancari internazionali? E per tutte le multinazionali petrolifere? Chi sta dietro di loro? Sono tutte public company gestite da amministratori provenienti dal pianeta Exactor? Non ci sono importanti azionisti persone fisiche a cui si possano far risalire i controlli di piovre bancarie, finanziarie ed energetiche quali, come piccolissimo esempio, JP Morgan Chase, Wells Fargo, Bank of America, Citigroup, Merrill Lynch, Goldman Sachs, Exxon Mobil, Royal Dutch Schell, BP e At&t? Gigantesche strutture con una potenza di fuoco inimmaginabile; basti pensare che la sola JP Morgan Chase, considerata la più grande banca al mondo, detiene attività superiori ai tremila miliardi di dollari, pari quasi al Pil della Germania. E' come se un solo uomo in Italia possedesse un terzo di tutte le proprietà reali e finanziarie delle famiglie ed istituzioni private come abitazioni, terreni, depositi bancari, titoli di stato, obbligazioni, azioni quotate, partecipazioni, assicurazioni, fondi pensione, preziosi ed altro ancora. Ve l'immaginate?
Un fenomeno davvero pericoloso; qualche centinaio di alti dirigenti che hanno le leve del potere per controllare l'intera popolazione mondiale. E questi divini amministratori chi li ha nominati? Si risponderà: sei proprio sciocco, dai soci ovviamente. Già, e chi sono questi soci? Qui viene il bello.
Nel 2011 uno studio dello Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo, pubblicato sulla rivista New Scientist, analizzò le situazioni patrimoniali di circa trenta milioni di imprese ed investitori studiando i vari intrecci che uniscono le grandi proprietà e tutte le relative connessioni. I risultati furono inquietanti; attraverso un gioco di scatole cinesi e di incesti partecipativi il controllo delle principali multinazionali e di buona parte della ricchezza globale è nelle mani di centoquarantasette compagnie, principalmente banche o gruppi finanziari con sigle sconosciute al grande pubblico e note soltanto agli addetti ai lavori.
In pratica, la cupola del potere economico mondiale agisce da vero puparo muovendo le fila attraverso burattini che agiscono nelle zone offshore (sempre più attive e ricche) o che portano nomi come Capitol Group Companies inc., FMR Corp., State Street Corporation, Vanguard, Wellington, Blackrock Trust Company ed altri ancora.
Nessuna persona fisica ben precisa, bensì ombre fumose create appositamente per mascherare chi veramente tira le fila del potere. Una tecnica di occultamento utile a chi, soprattutto nel settore finanziario, vuole evitare di entrare a far parte di classifiche pubbliche poco gradite.
Forse se allargassimo il raggio d'azione e parlassimo di intere famiglie il risultato sarebbe un po' diverso. In questa direzione può venirci d'aiuto una ricerca di qualche anno fa del sito statunitense Celebrity Net Worth. In quella occasione tra le famiglie più ricche di sempre compaiono, guarda caso, i Rothschild ed i Rockefeller, le dinastie bancarie più famose al mondo ed ancora ben presenti. Ah, dimenticavo, si stimava la ricchezza di quei signori in circa settecento miliardi di dollari, dieci volte quella del fondatore di Microsoft. D'altronde, basterebbe analizzare con cura gli eventi storici degli ultimi due secoli per rendersi conto quali destinazioni abbiano raggiunto le gigantesche quantità di denaro, oro ed altro ben di Dio sottratto di volta in volta ai malcapitati di turno.
Allora, bisogna preoccuparsi di uno straricco come Bill Gates di cui si sa la provenienza della sua ricchezza o di chi opera dietro le quinte utilizzando anonime società offshore per investire enormi quantità di denaro in compagnie e fondi comuni che, a loro volta, detengono la maggioranza delle conglomerate bancarie? Le stesse poi che reggono l'economia mondiale ed istruiscono i governi di turno sulle politiche da adottare nell'ottica dei loro esclusivi interessi. Le guerre, le crisi economiche e le conseguenze nella vita economica e sociale dei popoli sono figlie di pupari che ben conoscono l'arte della mimetizzazione.

Alfred B. Revenge






Nessun commento:

Posta un commento