E' di ieri la notizia che
oltre sette milioni di Italiani vivono in grave deprivazione
materiale, che circa il quaranta per cento dei giovani non trova
lavoro, che risultano ancora in calo gli investimenti pubblici. I
numeri che il direttore del dipartimento per la produzione statistica
dell'ISTAT ha indicato durante l'audizione sul Def dinanzi alle
Commissioni Bilancio del Parlamento Italiano sono drammatici. Se a
questi si aggiungono quelli riguardanti il crescente costo per il
soccorso e l'accoglienza dei migranti si giunge a degli scenari dove
il buon senso e l'onestà sono scomparsi in favore di avidità,
corruzione, ipocrisia e stupidità.
Ci rendiamo conto che in
base ai dati attuali le operazioni di soccorso, assistenza sanitaria,
alloggio, ed istruzione per i migranti sono costati agli Italiani nel
2016, al netto dei contributi dell'Unione Europea, tre miliardi e
seicentomila euro? Ci rendiamo conto che si prevede un aumento per
quest'anno sino a quasi cinque miliardi di euro? Mi sembra ci siano
le basi per indicare che il nostro Paese sia prossimo ad un generale
impazzimento.
Da un lato milioni di
Italiani in povertà, dall'altro centinaia di migliaia di clandestini
e profughi che danno il colpo di grazia ad un'economia già
traballante diffondendo contestualmente un forte disagio sociale per
l'oggettiva impossibilità di una corretta integrazione.
Mi aspetto le prime
osservazioni critiche. Vorresti che questa ondata di disperati
proveniente in prevalenza dal Nord Africa sia lasciata in balia del
mare? Vorresti che guardassimo dall'altra parte mentre uomini, donne
e bambini rischiano di morire ogni giorno ammassati in luridi
barconi?
Sono certo che ogni
Italiano degno di questo nome risponderebbe con forza: No! Tuttavia,
io penso che il problema dell'immigrazione selvaggia presenta ormai
aspetti che vanno ben oltre il tema umanitario. Oggi come oggi questo
esodo dal Nord Africa sta mettendo a dura prova la consolidata
tradizione di tolleranza e ospitalità del popolo italiano.
E poi, di quale
immigrazione stiamo parlando? Di quella sponsorizzata da diverse
organizzazioni non governative che con le proprie navi arrivano sin
sotto le coste libiche segnalando ai gestori del traffico di esseri
umani di essere pronti per il consueto servizio navetta sino al primo
porto italiano? Di quella in cui moderni negrieri si fanno pagare
migliaia di dollari da ogni persona per il trasporto? Da quella ormai
controllata dalla stessa ISIS, la nota organizzazione terroristica?
Non si sta parlando di un
esodo da zone di guerra, bensì di una studiata strategia volta ad
alterare il sistema sociale ed economico di alcuni Stati europei, tra
cui l'Italia.
E' notizia consolidata
quella che vede l'agenzia europea di controllo delle frontiere
(Frontex) denunciare l'azione inconcepibile della flotta di alcune
ONG, organizzazioni non governative, tesa a portare nell'Unione
Europea migranti dal Nord Africa. In sostanza queste navi non è che
raccolgono casualmente poveri disgraziati a rischio di naufragio, ma
si recano direttamente sul posto per caricare merce umana quasi
fossero una sorta di collaboratori esterni degli stessi tradizionali
trafficanti. In tal senso mi sorge spontanea una domanda; ma che
diavolo di assistenza umanitaria è questa? Quella che, nella
sostanza, favorisce le organizzazioni criminali specializzate nel
commercio di carne umana? Quella che, con abile strategia
finanziaria, tende a diminuire gli oneri di contrabbando riducendo
l'impegno di affittare le navi indispensabili al viaggio dal Nord
Africa all'Italia? Quella che vede la micidiale ISIS regista del
mercato di macellazione? Non a caso l'agenzia Frontex ha indicato
come i trafficanti abbiano ridotto i rischi giudiziari mandando le
proprie imbarcazioni verso le navi delle ONG piuttosto che verso le
navi militari. Non a caso il recente studio del gruppo di
contro-estremismo Quiliam ha evidenziato come l'ISIS stia reclutando
per i propri progetti di sangue i richiedenti asilo ed i minorenni
promettendo loro denaro e viaggio gratis lungo la rotta del
Mediterraneo. Nel rapporto si afferma anche che circa diecimila
minori non accompagnati sono scomparsi da quando sono entrati in
Europa e si ritiene che molti di loro siano caduti nelle mani delle
stesse organizzazioni criminali che li hanno portati nel continente.
Questo è il tipo di
immigrazione che gli Italiani stanno subendo; un'immigrazione
lontanissima dalla visione umanitaria e, invece, strettamente
connessa agli interessi di chi vede nel traffico di esseri umani uno
strumento per fare quattrini e diffondere il virus del terrorismo
islamico.
E, purtroppo, le
conseguenze si vedono sempre più chiaramente; milioni di Italiani si
sentono sempre più infelici nel vedere tanto denaro pubblico
indirizzato a sostenere tutte le strutture legate alla filiera della
nuova impresa negriera. Milioni di Italiani comprendono quanto sia
ormai utopistico un processo di integrazione con questa massa di
extracomunitari venuti nel Paese per ragioni esclusivamente
economiche, criminali o di affermazione violenta di un credo
religioso.
Ecco che si diffonde
sempre di più quel senso di rigetto dovuto alle evidenti
contraddizioni nelle azioni del governo di turno; che senso ha
investire miliardi di euro per l'immigrazione abnorme quando oltre
sette milioni di italiani vivono in grave deprivazione materiale?
Così non si fa altro che alimentare il senso di ingiustizia sociale
e favorire, di conseguenza, una pericolosa condizione di
conflittualità.
L'impazzimento è nei
fatti; la nostra amata Italia è diventata ancora una volta terra di
conquista favorendo emozioni quali la paura, l'insicurezza e la
rabbia. Un esempio tra i tanti?
Mi viene in mente
l'articolo che ho letto un paio di giorni fa sulla Stampa di Torino
dal titolo: “cinque ore sul treno in balia di una gang”. I
passeggeri del treno Ventimiglia-Torino sono stati praticamente
ostaggi di un gruppo di alcune decine di giovani magrebini che hanno
insultato, aggredito e squarciato numerosi sedili. Sintomo della
rassegnazione a tali fatti è lo stesso comportamento dei carabinieri
quando il treno si è fermato una prima volta dopo la segnalazione di
quanto stava accadendo; dopo un'ora e mezzo gli extracomunitari sono
risaliti indisturbati sul treno senza pagare neanche una piccola
multa, senza neanche una tiratina d'orecchie. Risultato finale? I
magrebini hanno continuato ad insultare e prendere in giro i
passeggeri dicendo: “Visto? Non ci possono fare niente!”
Ecco, questa è la frase
che regna sovrana tra coloro che entrano in Italia consapevoli di
un'assicurata impunità: “Non ci possono fare niente!”
E la cosa più avvilente
è constatare la veridicità di questa frase. Gli Italiani soffrono,
pagano, si impoveriscono sempre più, guardano attoniti l'arroganza,
l'ingratitudine, la prepotenza di ospiti tanto protetti e alla fine
comprendono quanto sia cresciuta la loro infelicità.
Sì, “gli Italiani non
possono fare niente!” A meno che...
A meno che non si
risvegli in tutti noi quella dignità di popolo capace di far sentire
i brividi sulla pelle nel guardare un semplice tricolore di stoffa,
la nostra bandiera.
Alfred B. Revenge
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