domenica 16 ottobre 2016

"A Proposito dei Militari Italiani in Lettonia"

Una notizia di questi giorni è che l'Italia schiererà centoquaranta militari in Lettonia al confine con la Russia entro il 2018. Questa piccola compagnia farà parte di un contingente NATO di circa quattromila uomini a guida canadese nell'ambito del progetto di rafforzamento dei confini orientali del Patto Atlantico. Il nostro Ministro della difesa ,al riguardo, ha dichiarato: “Non fa parte di una politica di aggressione alla Russia, quanto invece di una politica di rassicurazione e di difesa dei nostri confini come Alleanza Atlantica.”
A parte la rabbia per la misera e ridicola figura di noi italiani a livello internazionale sempre docili ed ubbidienti al volere delle potenze dominanti, riflettiamo un attimo. Ma, per caso, la Russia ha intenzione di invadere i paesi baltici? A sentire Il Segretario Generale della Nato, il politico norvegese Jens Stoltenberg, la Russia di Putin ha dimostrato la volontà di usare la forza militare contro i vicini.
E per quale ragione la Russia dovrebbe aggredire la Lettonia od altri paesi confinanti? Per una volontà di egemonia nell'area? Per una politica guerrafondaia e di sopraffazione? Per una pazzia improvvisa dei vertici governativi? Per lo sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche come peraltro già fanno da un pezzo gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna?
Nei casi in cui il dubbio regna sovrano io ho sempre seguito l'unica strada che inevitabilmente porta sempre a scoprire la verità, quella del denaro.
Allora, percorrendo questa pista si scopre che una ragione per favorire la tensione con la Russia potrebbe essere la stessa che portò un secolo fa i più grandi banchieri dell'epoca a operare per favorire la rivoluzione bolscevica e favorire la caduta dell'ultimo zar di Russia, Nicola II.
Bene, cos'è accaduto di recente in Russia che può aver causato allarme o interesse nei salotti del reale potere mondiale?
Risposta, la trattativa per la fornitura di gas tra la Russia e la Cina. Un accordo che ha trovato la sua positiva conclusione grazie proprio a coloro che l'osteggiavano, cioè gli Stati Uniti ed alleati europei. Come? Attraverso una politica miope che ha portato a generare la violenta crisi in Ucraina agli inizi del 2014, la destituzione del suo presidente regolarmente eletto e l'applicazione di pesanti sanzioni economiche alla Russia. La volontà di estromettere l'Ucraina dall'influenza russa e di integrarla nella NATO ha creato un problema che probabilmente non ci sarebbe stato se ci fosse stato un atteggiamento più cauto e rispettoso. Il solito gioco ambiguo e pericoloso di agire ai confini della Russia minacciando seriamente i suoi interessi nazionali ha comportato, questa volta, l'accelerazione della trattativa per la fornitura di gas tra Putin e la Cina. Contratto stipulato a maggio del 2014 e che prevede la fornitura trentennale, da parte russa, di quasi quaranta miliardi di metri cubi di metano attraverso un gasdotto che partirà dalla Siberia e giungerà sino alla Cina orientale. Tanto per avere l'idea stiamo parlando di una cifra intorno ai quattrocento miliardi dollari in trent'anni. Ma la cosa più importante, quella che ha fatto saltare i nervi agli americani, è stato che il pagamento di questa colossale fornitura avverrà in Yuan, la valuta cinese; un'evidente risposta alle sanzioni stabilite dagli Stati Uniti e dall'Europa per l'intervento russo in Ucraina. Sta prendendo corpo un'alleanza finanziaria e nel comparto energetico tra Mosca e Pechino; non a caso il Wall Street Journal ha evidenziato come nel 2014 le importazioni cinesi dalla Russia siano sensibilmente aumentate provocando una drastica riduzione di petrodollari dai mercati finanziari. Andando avanti così la valuta americana potrebbe perdere la sua leadership con evidenti gravi conseguenze per le conglomerate bancarie internazionali.
Ed ecco partire nello stesso periodo, guarda caso, un attacco valutario contro il rublo, la moneta ufficiale della Russia che ha condotto la Banca Centrale Russa a difenderla sui mercati finanziari bruciando le proprie riserve per oltre cento miliardi di dollari. Un sacrificio inutile e molto sospetto che ha trascinato l'intera economia russa in una situazione particolarmente delicata. E da chi sono partiti questi attacchi speculativi? Ma sì, dalle grandi banche occidentali che hanno iniziato a vedere con preoccupazione gli sviluppi della politica di Putin di smarcamento dal dollaro.
A questo punto mi chiedo. A parti invertite, cosa sarebbe successo se la Russia avesse operato per stipulare un'alleanza militare ed economica con il Messico ed il Canada a danno degli Stati Uniti?
Sono certo che i marines sarebbero immediatamente entrati in azione per tutelare la sicurezza nazionale.
Cosa sarebbe successo se la Russia avesse convinto il Niger, ex colonia francese, a cancellare gli accordi coloniali di natura schiavista con Parigi che prevedono la fornitura di uranio ad un prezzo con uno sconto di quasi il sessanta per cento sul normale prezzo di mercato?
Sono certo che reparti della legione straniera sarebbero subito entrati in azione nel paese africano per ripristinare con la forza delle armi accordi scritti sulle pelle di gente che muore di fame.
Quanta ipocrisia regna sulla terra; governi che si riempiono la bocca di principi democratici, di libertà, di rispetto dei diritti umani e che poi non ci pensano due volte a sfruttare le risorse di altri popoli portando sofferenza e morte quando vedono a rischio la loro grandeur.
E l'Italia? Beh, purtroppo, la nostra amata nazione conta poco e non fa altro che seguire come un docile cagnolino le istruzioni impartite da cani di ben altra taglia; e questo alla faccia della nostra Costituzione, peraltro già violentata attraverso la perdita della sovranità monetaria e con l'inserimento della normativa sul pareggio di bilancio voluta da tecnocrati presenti nella Commissione Europea e mai eletti dai cittadini europei.
Io penso, quindi, che inviare dei militari ai confini con la Russia rappresenti solo la facciata di interessi privati ben più ampi. Pertanto, per amore della verità, vorrei sentire questa frase dal nostro Ministro della Difesa:
“L'invio di militari della NATO al confine con la Russia fa parte di una politica di aggressione psicologica al governo di Putin tesa ad assicurare e difendere gli interessi finanziari dei nostri padroni, i sacerdoti del dio denaro.”
Termino ricordando uno degli insegnamenti di Gesù Cristo che ben si adatta alla vicenda di cui ho scritto.
“Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.”
Alfred B. Revenge

 











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