Una breve premessa. Il 9
aprile l'Eurogruppo ha trovato l'accordo sul documento economico per
fronteggiare la crisi del coronavirus: un pacchetto da 500 miliardi
di cui ben 200 miliardi attraverso l'ormai ben noto MES. Al riguardo
si sottolinea che l'accordo tra i ministri finanziari dell'Unione
Europea prevede espressamente:
“Il solo requisito per
accedere alla linea di credito del MES sarà che gli Stati si
impegnino a usarla per sostenere il finanziamento di spese sanitarie
dirette o indirette, cura e costi della prevenzione collegata al
Covid-19. La linea di credito sarà disponibile fino alla fine
dell'emergenza. Dopo, gli Stati restano impegnati a rafforzare i
fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza
fiscale europea, inclusa la flessibilità.”
Bene, si può quindi
affermare che l'accordo prevede la possibilità per uno Stato europeo
di ottenere un prestito oneroso dal MES a due precise condizioni
(obbligo di destinazione e impegno a rientrare nei ranghi
dell'austerità).
Prima osservazione:
Di fronte a una crisi
senza precedenti l'Unione Europea fa uscire dal cilindro la soluzione
di prestare soldi con interessi (soluzione peraltro comune a tutti
gli altri strumenti proposti). Insomma, il debito come mezzo per
salvare vite umane e affrontare il disastro socio economico. Grazie!
quanta generosità di fronte alla sofferenza e alla morte. Questa
sarebbe la tanto proclamata solidarietà europea?
Seconda osservazione:
Il Premier Conte aveva
dichiarato nei giorni precedenti all'accordo che il MES non era
idoneo per l'Italia e che soltanto lo strumento degli Eurobond
risultava utile per affrontare la tragedia in corso. Quindi: No al
MES e Sì agli Eurobond (o Coronabond). Bene, l'intesa
nell'Eurogruppo (presente il Ministro dell'economia Gualtieri)
prevede esattamente il contrario: Sì al MES e No agli Eurobond.
Terza osservazione:
Il Premier Conte ha
solennemente dichiarato nella conferenza stampa di ieri 10 aprile che
“l'Italia non ha bisogno del MES” e che risulta presente
nell'accordo solo perché altri Stati hanno chiesto di inserirlo.
Bene, allora vuol dire
che il desiderio del MES di altri Paesi è stato accolto, mentre
quello dell'Italia sugli Eurobond è stato rinviato a data da
destinarsi. Inoltre, cosa ancora più importante, al Presidente del
Consiglio forse è sfuggito un piccolo particolare. Se alcuni Stati
dovessero chiedere prestiti sino a raggiungere i 200 miliardi
previsti il MES da dove prenderebbe i soldi per la successiva
erogazione? Dal suo capitale sociale (versato circa 80 miliardi,
sottoscritto oltre 700 miliardi). Al riguardo bisogna ricordare che
la quota dell'Italia è di oltre 125 miliardi di euro, attualmente
versata per circa 15 miliardi. Quindi, il Premier Conte ha
dimenticato di dire che i soldi del MES destinati ad essere prestati
provengono anche dall'Italia; ha dimenticato di dire che secondo il
documento del Parlamento Europeo dal titolo “The European Stability
Mechanism: Main Features, Instruments and Accountability” la cifra
sottoscritta e non ancora versata può essere richiamata in qualsiasi
momento, in caso di bisogno (per l'Italia circa 110 miliardi). In
soldoni, se altri Paesi dovessero chiedere l'intervento del MES
l'Italia correrebbe il rischio concreto di versare decine di miliardi
di euro senza ricevere nulla in cambio. Non sarebbe una beffa?
L'Italia non può ricorrere al MES per evitare il pericolo di un
“commissariamento” della Troika, però è costretta a versare
fior di quattrini allo stesso MES per sostenere altre nazioni.
In sintesi, al MES i
soldi li dobbiamo dare (sì, il verbo dovere è d'obbligo) ma mai
poterli ricevere senza mettersi opportunamente proni. Il risultato
sarà sempre che l'Italia avrà versato miliardi e miliardi di euro
senza possibilità di utilizzo, neanche per la sopravvivenza dei
propri cittadini. Che assurdità!
Quarta osservazione:
Se l'intera compagine
governativa continua ad affermare che mai ricorrerà al MES per quale
motivo il Ministro Gualtieri ha negoziato per diverse settimane le
condizioni a cui accedere allo stesso MES?
A questo punto non posso
che domandare al Premier Conte per quale incredibile ragione l'Italia
ha sottoscritto un accordo nell'Eurogruppo che prevede proprio
l'impiego del MES? Se fosse stato veramente contrario al suo utilizzo
avrebbe dato istruzioni al suo ministro dell'economia di porre il
veto su uno strumento non utile all'Italia e non di dargli il via
nell'interesse di altri Paesi. Altresì; gli eurobond, secondo Conte
principale strumento finanziario utile all'Italia, sono stati messi
in naftalina per il veto di Germania, Olanda ecc.
Mi sembra che gli attuali
leader governativi italiani utilizzino una strana strategia per
tutelare gli interessi nazionali, da un lato trattano e danno il via
a strumenti che possono danneggiarci e dall'altro alzano una muraglia
su quelli che possono realmente aiutarci a superare questo drammatico
periodo.
Alcuni giorni fa scrissi
della trappola riservata all'Italia da Germania e soci, ora mi
ritrovo ad osservare come il governo italiano ci stia cadendo dentro.
Io penso che le tante
parole dette da autorevoli nostri esponenti politici modifichino la
verità dei fatti reali applicando, tra l'altro, l'indegna tecnica
dello “scaricabarile”.
Non posso che concordare
con questa dichiarazione di Wolfgang Munchau, editorialista del
Financial Times e Corriere della Sera:
“L'accordo
dell'Eurogruppo non è buono per l'Italia e il Sud Europa. Come
spesso accade vediamo un ministro delle finanze italiano che accetta
un accordo che alla fine non è nel migliore interesse del suo Paese.
Il momento per i coronabond sta svanendo”.
A questo punto mi auguro
che l'intero governo italiano si presenti ai prossimi appuntamenti
europei con l'obiettivo di tutelare concretamente gli interessi
nazionali e non di presunti amici che sventolano il cappio dell'usura.
Alfred B. Revenge